«Sappi tu che Dio ti ama dall'eternità! La sua
misericordia è infinita, eterna, senza limiti. Egli ti sta aspettando per
restituirti l'eredità perduta». È questo annuncio il cuore dell'intensa
relazione di don Fulvio Di Fulvio, già membro del Comitato nazionale di
servizio RnS e missionario della misericordia in questo Anno giubilare. Un
annuncio a cui Papa Francesco chiama la Chiesa e la Chiesa chiama ogni
cristiano.
Le parole di don Fulvio, all'interno della Liturgia
penitenziale che apre la seconda giornata della Convocazione RnS, sono un
invito potente a tuffarsi nella grazia della misericordia, per comprenderla e
«per vivere le relazioni umane alla luce di essa, e non secondo il giudizio.
Dio - dice con forza il sacerdote - non ha mandato il Figlio nel mondo per
giudicarlo, ma perché il mondo si salvi». E spiega che il nostro destino, se
scegliamo l'obbedienza e accogliamo il dono della misericordia, è lo stesso del
figlio minore della parabola (cf Lc 15, 11 ss). Egli, dopo il peccato, «si
autoaccusa e si autocondanna a fare da servo nella casa del padre. Il padre,
invece, lo accoglie abbracciandolo e gli ordina di entrare; gli mette addosso
la veste più bella, quella dell'innocenza, e fa festa per il suo ritorno. Non
solo dunque lo perdona, ma cancella la colpa del figlio, ristabilendo con lui
la comunione».
Il volto della misericordia del Padre è Gesù,
«figlio di Dio venuto nel mondo a spargere il suo sangue». Nella catechesi -
sul tema "Il Signore certo non tarderà... finché non abbia allietato il
suo popolo con la sua misericordia" (cf Sir 35, 22b25b) - don Fulvio,
citando l'evangelista Giovanni, spiega: «"Egli è
colui che è venuto con acqua e sangue... non con acqua soltanto" (1 Gv 5,
6). L'acqua del battesimo ci dice che Dio ha perdonato le offese che gli
abbiamo rivolto. Ma la colpa va lavata con il sangue di Gesù, che ci
giustifica. Egli ha fatto ricadere su di sé le nostre colpe: per le sue piaghe
siamo stati guariti. E la misericordia di Dio ci partecipa lo Spirito Santo».
Nel Figlio si compie la promessa «della liberazione dal peccato e dalla morte».
Il patto di Dio con l'uomo, la nuova alleanza stabilita nel sangue di Cristo,
fa sì che l'uomo appartenga in eterno a Dio. Perciò la misericordia va al di là
della morte, e non avrà mai fine.
«Il Signore sta chiamando tutta la Chiesa a
confidare in questa grazia» - conclude don Fulvio -, e prima di lasciare spazio
alle confessioni invita tutti a «esercitare la misericordia, a pregare e a
lavorare instancabilmente per la conversione dei fratelli peccatori. Noi siamo
salvati - ricorda - non perché non sbagliamo, ma perché diamo la nostra vita
per gli altri. Che ogni cristiano, in forza del battesimo, comunichi il
perdono!».
Lucia Romiti