«Ci chiediamo in che modo la parola di Dio
incide nella nostra vita quotidiana, come ci provoca a vivere il nostro
battesimo?»: mons. Rino Fisichella ha presieduto la Concelebrazione eucaristica
della seconda giornata di Assemblea esordendo nell’omelia con un interrogativo.
Il progetto di Dio per l’uomo è un percorso, un cammino nell’esperienza e nel
discernimento umano, nel dualismo continuo tra volontà umana e piano di Dio. «In
che modo il Signore fa conoscere la sua volontà? Dio interviene nella nostra
storia e ci chiede di non seguire il nostro progetto ma di scoprire il suo
progetto di salvezza, salvezza per noi e per gli altri».
Ma il percorso di comprensione di questo
progetto non è sempre chiaro, anzi il più delle volte attraversa vie impervie,
e Dio stesso rischia di non essere “compreso”, di essere un estraneo per i suoi
stessi “familiari”, come capitava ai Dodici dinanzi alle opere di Gesù: «Essi
non capivano che in quelle azioni è Dio ad agire, a esprimere la sua forza, a
donare la sua misericordia. Dio agisce in me e attraverso di me, perché non c’è
azione di Dio in me che non diventi piano di Dio in me verso gli altri».
Quello di Dio è il progetto del
“nonostante tutto”, che si realizza sempre ma che ha bisogno del nostro “sì”
per donarci la serenità del cuore e la pace. «La parola del Signore – ha
concluso mons. Fisichella – deve aiutarci a comprendere chi siamo e dove stiamo
andando: domandiamoci cosa il Signore vuole da ciascuno di noi, perché tenendo
gli occhi fissi su di lui possiamo essere portatori della buona Notizia».
Il
saluto del presidente Martinez
La contemporaneità “suicida” e
l’entusiasmo del Giubileo: nel suo saluto a mons. Fisichella, Salvatore
Martinez – partendo dagli esempi biblici – pone l’attenzione sui due atteggiamenti
contrapposti che caratterizzano l’uomo di questo tempo: «Quando il potere è un potere
scomposto, che non obbedisce alla Verità, lo spirito di morte ha il sopravvento
anche negli uomini come Saul che, pure scelto da Dio, è talmente “fuori di sé”
da scegliere la via del suicidio. Così questo nostro tempo che si suicida
anziché dare credito alla misericordia». Il Pontificato di Francesco è esempio
di un «Pontificato kerygmatico e carismatico, che ci apre ad un modo diverso di
essere “fuori di sé”, in un cammino missionario di “estroversione”, di uscita.
Ci rallegriamo per l’entusiasmo che questo Giubileo sta suscitando», e che nel
Rinnovamento si caratterizza, attraverso gli appuntamenti del Calendario
giubilare accolti con vivo interesse da mons. Fisichella, come «Giubileo
itinerante nel segno delle opere di Misericordia: tutta l’Italia è chiamata a
vivere il segno concreto e giubilare di questo Anno santo».
Elsa
De Simone
(24.01.2016)