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Il tema della misericordia continua ad affiorare nella
preghiera e nei testi biblici nella prima giornata dell’Assemblea, divenendo fonte
di riflessione e di eccezionali esegesi.
Nella Prima lettura (1 Sam 24, 3-21) della Celebrazione eucaristica di venerdì, mons.
Di Tora, vescovo ausiliare di Roma e presidente della Commissione per le
migrazioni della CEI e della Fondazione Migrantes, sottolinea come nella storia
della salvezza, da un rapporto di amore e odio scaturisca spesso la
misericordia e la riconciliazione. Nella Prima lettura, infatti, il profeta
Samuele narra dell’odio e delle persecuzioni di Saul nei confronti di David,
scelto da Dio come successore. Poi, un piccolo lembo di mantello tagliato
diventa il simbolo della misericordia che spinge Saul a cambiare totalmente
atteggiamento verso Davide e motivo di conversione.
Il Vangelo di venerdì (Mc 3, 13-19), invece, ci
parla della chiamata dei Dodici e ci invita a cogliere quella che è anche la
nostra chiamata. Dio chiama per nome, conosce la nostra identità: da Abramo a Francesco
d’Assisi fino ad arrivare alla chiamata che Dio fa a ciascuno di noi affinché diventiamo
«portatori dello Spirito che è il Signore stesso» ed è salvezza. Lo Spirito è
protagonista e agente della vita di Gesù, fin dalla sua nascita,
dall’annunciazione a Maria fino alla discesa sugli Apostoli – ha detto mons. Di
Tora, ricordando le citazioni di mons. Pitta. Lo Spirito entra fin dall’inizio
nella storia dell’umanità e della Chiesa.
Il secondo concetto su cui si sofferma il Vescovo è
il “tempo”, sottolineandone la forza di saper rendere positivo ciò che può
sembrare negativo e demolente. Ci troviamo ad attraversare “tempi difficili”
che minacciano la vita dei cristiani, la solidità della famiglia e dei valori
cristiani. Ma mons. Di Tora ricorda, a questo proposito, un’espressione molto
bella del card. Martini nel suo libro “Dialoghi notturni a Gerusalemme”: «I
tempi del silenzio, i tempi della difficoltà sono i tempi dello Spirito, lo
Spirito che sta preparando una realtà nuova, un fuoco nuovo». «La storia della
Chiesa, dopo aver attraversato momenti difficili – ha continuato il Vescovo –
ha sempre rigenerato qualcosa di nuovo e di profondamente diverso. Lo Spirito
opera veramente nella storia della Chiesa e ci chiama a essere suoi operatori».
E la misericordia deve diventare l’apice della nuova
evangelizzazione, condizione che può realizzarsi lasciandoci “prendere” e
guidare dallo Spirito attraverso la preghiera, l’ascolto della Parola e
l’Eucaristia.
Lo Spirito opera ancora oggi, ha rimarcato mons. Di
Tora, chiama anche noi a “rievangelizzare”, che non vuol dire ripetere le cose
già dette ma “l’essere per l’altro”, “uscire” (come esorta anche Papa Francesco),
e prima che con le parole, evangelizzare con le opere concrete.
Per concludere, il Vescovo ci esorta a considerare,
dunque, le condizioni attraverso le quali realizzare questo “rinnovamento”, in
famiglia, al lavoro, nella festa della domenica, nei ruoli della quotidianità,
e nella storia dove lo Spirito ci chiama a vivere e a operare.
Sintesi di Daniela Di Domenico