Ancora poche ore e la Chiesa vivrà con
infinita gioia l’apertura della Porta Santa nella Basilica vaticana e, con
essa, l’inaugurazione del Giubileo straordinario della Misericordia. In un
momento così importante e carico di significato per la Chiesa, mons. Fragnelli,
vescovo di Trapani e presidente della Commissione episcopale per la famiglia, i
giovani e la vita, rivolge agli
animatori del RnS un invito: «Accogliete e incoraggiate lo sforzo di comunione
e riconciliazione che tutti desideriamo far fiorire nelle nostre diocesi,
mantenendo vivo l’impegno di crescere nella “gioia di servire”. Una consegna
che trova solidità e forza nelle parole già care ad Alessandro Manzoni nei “Promessi
Sposi”. L’Autore lombardo esprime nel suo romanzo, attraverso le figure di
Lucia Mondella e Federigo Borromeo, il «messaggio più alto del Vangelo»: «Dio
perdona tante cose, per un’opera di misericordia». E sorprende e fa riflettere
il fatto che essi si rivolgano con una supplica di misericordia all’uomo più
crudele e spietato del romanzo: l’Innominato.
In questo tempo, guerre, attacchi
terroristici, violenza, negazione dei diritti umani verso chi è considerato
“diverso”, ma anche inquinamento, corruzione e dipendenze vorrebbero convincere
gli uomini a rinunciare ad ogni aspirazione alla gioia e che il male vince sul
bene. Ma Papa Francesco, per primo, ci esorta a non «limitarci a denunciare i
mali della società» e a rispondere, a chi semina morte, con “la gioia del
Vangelo”. Sembra quasi, ha continuato mons. Fragnelli, che il Papa voglia
dirci: «Il prodigio della misericordia è sempre attuale».
A coloro che sono smarriti di cuore e
hanno “mani deboli” e “ginocchia vacillanti” Gesù promette la “gloria finale di
Gerusalemme”, vita eterna, pace. Dio ci invita a intraprendere un cammino di
fede con coraggio e ginocchia ben salde. Allora, gli occhi dei ciechi potranno
vedere le sue opere di misericordia e gli orecchi torneranno ad ascoltare.
Agli animatori mons. Fragnelli ricorda che
Papa Francesco ha recentemente detto in Africa, a Bangui: c’è bisogno di «nuovi
messaggeri che evangelizzino con entusiasmo»; Egli vuole messaggeri «numerosi,
generosi, santi e gioiosi», sostenuti nella loro missione dallo Spirito. E non
preoccupiamoci se non riusciamo a raccogliere immediatamente i frutti della
nostra missione: «La fecondità, molte volte, è invisibile, inafferrabile… Lo
Spirito Santo opera come vuole, quando vuole
e dove vuole… Lasciamo che sia Lui a rendere fecondi i nostri sforzi
come pare a Lui».
Infine, il Vescovo ha sottolineato
l’efficacia delle parole attraverso la testimonianza delle opere e ha concluso
l’omelia con l’Adsumus, un’antica
preghiera allo Spirito Santo.
Un Giubileo
di misericordia
Il saluto
del Presidente RnS a mons. Pietro Maria Fragnelli
Il presidente Martinez, dopo aver ringraziato il Vescovo per la sua presenza a Rimini, ha sottolineato l’importanza, oggi, di «gridare come messaggeri di Gesù, numerosi, generosi, gioiosi e santi». Ma chi sono i “messaggeri” in questa 39ª Conferenza? Lo abbiamo udito nel canto durante la Celebrazione: i “sedotti di cuore” dall’amore di Gesù! «I nostri gruppi – ha continuato Martinez - sono un po’ come quella casa in cui i malati chiedono di essere guariti; magari non entrano dal tetto ma dalle finestre o dalle porte, ma chiedono di poter “entrare”! E così, mentre Papa Francesco chiede ai cristiani di uscire, c’è un’umanità che vuole “entrare”», proprio in questi giorni in cui “una Porta” sta per aprirsi. E il RnS è proprio un “Giubileo di misericordia” perché «Gesù, parlando dello Spirito, dice: “Sono venuto a promulgare l’Anno di misericordia del Signore”».
A questo proposito, Salvatore Martinez ha ricordato come nel 2017 il Giubileo del Rinnovamento dello Spirito sarà una continuazione dell’Anno della misericordia: «Vogliamo “attraversare” questa Porta insieme ai vostri Vescovi, insieme alle famiglie, ai giovani, raccontando la vita perché è lo Spirito che dà la vita».
Infine, il Presidente ha esortato il popolo del RnS a pregare per mons. Fragnelli e per il servizio che svolge in una terra come Trapani, dove la mafia e la massoneria contrastano continuamente la fede e la comunità cristiana.
Anche al Presidente della Commissione episcopale per la famiglia, i giovani e la vita è stata donata, a conclusione dell’omelia, una acquasantiera proveniente dal fondo Sturzo e realizzata dai fratelli ex detenuti e immigrati; un segno per ricordare l’impegno del RnS a vivere con entusiasmo la propria missione.
Daniela Di Domenico