“Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non
voglio lasciarvi nell’ignoranza” (1 Cor 12, 1) è il tema generale della seconda
sessione pomeridiana, dedicata ai simposi di approfondimento. Dopo i simposi della
seconda giornata della Conferenza animatori, dedicati alla preghiera, in questa
sessione spazio ai diversi aspetti della preghiera comunitaria carismatica.
Bruna Pernice, relatrice del simposio “Sull’accoglienza
e la gestualità nella preghiera comunitaria carismatica”: «Il simposio tratta
due aspetti dell’incontro di preghiera comunitaria carismatica, accoglienza e gestualità,
che verranno illustrati soprattutto nei loro risvolti di carattere pratico:
tutte le modalità con cui l’accoglienza si manifesta nelle varie fasi della
preghiera comunitaria carismatica e come la
gestualità aiuta, rafforza e dà significato alla preghiera nelle sue diverse
espressioni».
Aldo De Matteis, relatore del simposio “Sull’invocazione
dello Spirito nella preghiera comunitaria carismatica”: «Lo Spirito Santo è l’anima della
preghiera, è colui attraverso il quale facciamo esperienza dell’incontro con
Gesù: “Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità
tutta intera” (Gv 16, 13). Lo Spirito suscita la preghiera, è colui che guida
la preghiera, senza di Lui non c’è possibilità di relazione con Dio. Subito
dopo l’accoglienza dei fratelli è, quindi, necessario accogliere lo Spirito in
mezzo a noi».
Elio De Donato, relatore del simposio “Sulla
profezia nella preghiera comunitaria carismatica”: «La profezia rappresenta uno
degli elementi caratterizzanti della preghiera comunitaria carismatica. Il
simposio nasce dall’esperienza vissuta in tanti anni di cammino comunitario e,
attraverso quattro punti, si propone di analizzare in modo dettagliato ma
sommario le possibili manifestazioni profetiche che oggi si evidenziano nei
nostri gruppi e comunità».
Pasquale D’Urzo, relatore del simposio “Sulla
lode e intercessione nella preghiera comunitaria carismatica”: «Uno spazio
importante nella preghiera comunitaria carismatica viene occupato dalla
preghiera di lode e di intercessione. La nostra lode non aggiunge nulla a
Dio, ma ci ottiene la grazia che ci salva; la lode attira sempre la presenza di
Dio. Noi lodiamo Dio nella preghiera comunitaria carismatica sia coralmente che
personalmente. L’intercessione intesa come supplica è presentare a Dio i
bisogni della chiesa e si fa preghiera per e sui fratelli, come atto d’amore e
di compassione nei loro riguardi».
Daniele
Branca, relatore del simposio “Sul canto e la musica nella preghiera
comunitaria carismatica”: «Il carisma del canto è estremamente efficace per l’evangelizzazione,
la contemplazione e l’interiorizzazione della parola di Dio. Anche un gruppo
privo di musicisti deve conoscerne le innumerevoli possibilità, forme e
variazioni atte a condurre i fratelli al Signore. Un simposio pratico e
interattivo».
Fabio Calandrella, relatore del simposio “Sulla
consolazione, guarigione, liberazione nella preghiera comunitaria carismatica”:
«La comunità che prega, assemblea radunata, ottiene dal Signore tutti i doni
per “fare le stesse cose” del Maestro e “anche di più grandi”. In questa
consapevolezza, che nasce dalla fede e si alimenta con l’esperienza, la
preghiera carismatica comunitaria diventa anche luogo e “locanda” dove si
guarisce, si libera e si consola, come la necessità e la libertà dello Spirito
danno di fare».
Amabile Guzzo, relatore del simposio “Sulla
preghiera sulle persone nella preghiera comunitaria carismatica”: «La preghiera
“sulle persone nella preghiera comunitaria carismatica” è l’esperienza
spirituale di una comunità che crede in Dio e vive la carità verso il prossimo.
Una delle opere di misericordia spirituale è consolare gli afflitti. Invocare
lo Spirito sulla persona significa innanzitutto ridestare il suo spirito e non
farla più sentire sola nella prova. Un gesto che serve a esprimere paternità,
familiarità».
Fulvio Dalpozzo, relatore del simposio “Sulla
testimonianza e mandato finale nella preghiera comunitaria carismatica”: «La
testimonianza ci permette di introdurre la nostra vita nella preghiera
comunitaria carismatica. Nell’incontro ognuno porta inevitabilmente un vissuto.
Quale ricchezza quando il Pastorale di servizio, o qualche fratello anziano,
danno risonanza alla nostra preghiera raccontando ciò che il Signore compie
nella Chiesa e nel Rinnovamento. Se la testimonianza ci permette di introdurre
la nostra vita nella preghiera, il mandato ce la fa portare fuori, fuori dal
cenacolo ma anche fuori da noi stessi».
a cura
di Elsa De Simone