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Riceviamo e doniamo misericordia! 
Omelia di mons. Francesco Lambiasi
39a Conferenza Nazionale Animatori - Clicca per ingrandire...

È la misericordia di Dio il centro dell'omelia di mons. Francesco Lambiasi il quale, nella giornata di apertura della 39ª Conferenza nazionale animatori RnS, presiede la Celebrazione eucaristica. Il Vescovo di Rimini si sofferma sull'etimologia della parola "misericordia", il suo uso nelle Scritture e la sua incarnazione nell'uomo Gesù. Commentando le letture del giorno, ricorda che «per dire "misericordia" la lingua ebraica ricorre al termine rahamim, che esprime l'attaccamento tenace e infrangibile della mamma al proprio bambino e ha la sua sede naturale nel grembo materno». Una misericordia viscerale, una tenerezza materna di Dio per le sue creature della quale è obbligatorio chiedersi: «È solo una commovente metafora oppure una obiettiva tangibile realtà? La fede cristiana risponde: sì, è una realtà talmente concreta, talmente corposa e palpabile da essere una persona, Gesù Cristo. In Gesù di Nazareth - continua mons. Lambiasi - si è fatta carne la tenerezza appassionata e compassionevole di Dio per l'umanità; in lui la parola d'amore misericordioso e materno del Padre ha assunto un volto umano e un cuore di carne».

«Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore che non hanno pastore (Mt 9, 36)». Ricorda ancora il Vescovo: «Per dire "sentì compassione", il testo originale fa ricorso al verbo greco splanchnizomai, che alla lettera suona "si sentì smuovere le viscere" e rende l'ebraico rahamim. Gesù è in carne e ossa il pastore compassionevole e misericordioso inviato dal Padre: mai egli si chiuse alle necessità e alle sofferenze dei piccoli e dei poveri, degli ammalati e degli esclusi. Con la vita e la parola annunziò al mondo che Dio è Padre e ha cura di tutti i suoi figli. Visse e morì a braccia spalancate, tutto gli era stato dato dal Padre suo, e tutto donò ai discepoli». Lasciandogli l'ultima consegna: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (cf Mt 10, 8).

Sottolineando che "misericordioso" non è uno dei tanti attributi di Dio, ma quello che definisce «il midollo della sostanza di Dio», mons. Lambiasi invita a fare «un'opera di restauro» del volto del Padre che ci portiamo dentro, nonché a ricordare la nostra identità di «figli teneramente, tenacemente amati». E ribadisce: «Gesù ci dice: "gratuitamente avete ricevuto" e ci supplica: "gratuitamente date"».

Lucia Romiti

 

Il saluto di Salvatore Martinez a mons. Francesco Lambiasi

Prima della Benedizione da parte di mons. Lambiasi, il Presidente Martinez ha rivolto parole di riconoscenza al Vescovo di Rimini, sottolineando, allo stesso tempo, il suo cagionevole stato di salute: «Caro don Francesco, nostro padre, che gioia riabbracciarti e che gusto sentire un'omelia così ispirata e appassionata. Ancor più nelle condizioni di salute non ottimali, cosicché ho pensato a San Paolo: "Quando sono debole, è allora che sono forte" (2 Cor 12, 10)». Il Presidente RnS ha ricordato, inoltre, come sia risuonato forte, nelle parole del Vescovo di Rimini, il tema della Misericordia, a pochi giorni di distanza dall'apertura della Porta Santa. «Gesù dice: "Io sono la porta" (Gv 10, 9). E noi da 39 anni, talvolta in ginocchio, talvolta "trascinando il fratello", talvolta saltando di gioia - ha continuato Martinez -, ci preoccupiamo di attraversarla perché lì si trova la salvezza».

Ha poi ricordato il tema di questa 39ª Conferenza che risponde all'esortazione di Gesù "pregate e predicate". «Vogliamo parlare di Dio per parlare di Dio», preghiera ed evangelizzazione. E l'omelia di mons. Lambiasi è stata senza dubbio fonte di arricchimento spirituale da poter testimoniare a tutte le genti.

Daniela Di Domenico
 

(05.12.2015)