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Si avvia ad un processo di internazionalizzazione sempre più
intenso la Fondazione Vaticana "Centro Internazionale Famiglia di Nazareth",
presentata all'interno dell'VIII Incontro Mondiale delle Famiglie, a
conclusione del Congresso teologico internazionale in cui sono intervenuti
centinaia di teologi ed esperti in materia di famiglia alla presenza di 20.000
partecipanti.
Venerdì 26 settembre, presso il Convention Centre, la
Fondazione Vaticana ha promosso un incontro ad inviti a cui hanno
partecipato cardinali e vescovi di diversa provenienza, congressisti e docenti
universitari statunitensi, laici impegnati in associazioni, fondazioni e
organizzazioni a favore della famiglia provenienti da diversi Paesi del mondo.
In un clima fraterno e amicale, il sottosegretario del
Pontificio Consiglio per la Famiglia mons. Carlos Vasquez ha introdotto i
lavori sottolineando il fondamentale trinomio alla base del progetto del Centro
Internazionale per la Famiglia a Nazareth: Famiglia, Papa, Terra Santa. "Il
centro nasce da un sogno di Giovanni Paolo II, espresso all'interno del II
Incontro Mondiale delle Famiglie di Rio de Janeiro nel 1997, confermato da
Benedetto XVI attraverso l'istituzione della Fondazione Vaticana nel 2012 e oggi incoraggiato da
Papa Francesco,", ha spiegato mons. Carlos Simon Vazquez. Parlando della
collaborazione tra il Rinnovamento nello Spirito Santo, il Pontificio Consiglio
per la Famiglia e il Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, ha affermato che
"ciò che ci accomuna è il desiderio di poter offrire al mondo e alla società
civile questa realtà stupenda che è la famiglia, realtà alla quale Papa
Francesco sta dando un protagonismo particolare con il suo pontificato".
Anche l'Arcivescovo mons. Vincenzo Paglia, Presidente del
Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha esordito parlando del Magistero di
Papa Francesco sulla Famiglia, a cui il Pontefice ha dedicato un ciclo di
udienze nei mesi passati. "Il viaggio negli Stati Uniti in occasione dell'VIII
Incontro Mondiale della Famiglia di Philadelphia conferma l'importanza che il
Papa sta dando a questo tema", ha commentato Paglia. Ha proseguito con un
endorsement al progetto del Centro Internazionale a Nazareth, di cui si è detto
orgoglioso perché "è a Nazareth che tutto è iniziato, è a Nazareth che la
famiglia cristiana è nata. Nazareth è il luogo dove Gesù ha speso 30 anni della
sua vita, nel cuore della storia, ed è lì vogliamo che le famiglie trovino una
casa, un centro di accoglienza. Non bisogna dimenticare - ha concluso mons.
Paglia - che la nostra presenza in Terra Santa serve anche a mantenere viva la
presenza dei cristiani, che rappresentano una minoranza sofferente".
"Dietro il sogno di Giovanni Paolo II - ha iniziato il
Presidente Martinez - c'è il nostro desiderio di dare una casa a tutte le
famiglie del mondo. Vogliamo che sia la vetrina di tutto il bello, il buono e
il giusto che le famiglie realizzano in tutto il mondo. Il mondo ha un grande
problema: non riesce a raccontare il bene. Eppure la grazia sovrabbonda sul
peccato! Nel mondo accadono cose meravigliose!". Il Presidente continua: "Lo
Spirito Santo suscita miracoli continuamente, non soltanto tra i cristiani, ma
anche tra i musulmani e gli ebrei. Nel lavoro che facciamo in Terra Santa
constatiamo come la famiglia sia tema sacro per tutte le religioni. Uno solo è
Dio e da lui viene questo amore che gli uomini poi sperimentano in una casa
nella relazione di un uomo e una donna". Sintetizza così, il Presidente
Martinez, la missione del Centro e della Fondazione nel desiderio di realizzare
questo racconto dell'amore. "L'amore di Dio non è in crisi, ma dobbiamo
raccontarlo più e meglio - prosegue. Attraverso questo incontro vogliamo capire
cosa possiamo fare insieme. Abbiamo ricevuto un grande mandato dalla Santa
Sede: collegare le diverse organizzazioni, cattoliche e non cattoliche,
governative e non governative, culturali, educative, spirituali, perché insieme
costruiscano la ‘Casa del Papa per la Famiglia'". Il Presidente della Fondazione
Vaticana ha voluto ringraziare coloro che si stanno prodigando per la raccolta
fondi a favore del Centro, dicendosi felice di collaborare anche con alcuni
musulmani ed evangelici "che hanno per Papa Francesco e per la Terra Santa un
amore speciale".
Mons. Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme dei Latini, ha
restituito uno spaccato della Chiesa e della società di Terra Santa. "Abbiamo
molte sfide da affrontare in Medio Oriente - ha avvertito -, a partire dalla
sopravvivenza dei fanatismi religiosi sia ebraici che musulmani". È un tema
delicato quello affrontato dal Patriarca di Gerusalemme, perché in Terra Santa
i cristiani sono una minoranza, e in tutto il Medio Oriente soffrono martirio e
persecuzioni. Mons. Fouad Twal è allarmato perché "la situazione dei cristiani
in Medio Oriente, sovente richiamata anche dal Papa, non compare nell'agenda
dei politici". Per questo apprezza la dimensione mondiale e
interreligiosa del progetto del Centro: "Gerusalemme appartiene a tutti, a ogni
popolo e a ogni religione. Solo nella coesistenza e nella collaborazione si può
creare una via di dialogo e di pace, e questo progetto ne sarà il centro
propulsore. Dobbiamo credere nell'educazione e investire nelle nuove
generazioni: i bambini che giocano e studiano insieme ci dimostrano che la pace
è una via possibile", ha concluso il Patriarca.
Dal pubblico si sono levati numerosi interventi che hanno
mostrato l'interesse e l'entusiasmo suscitati dal progetto nei più svariati
Paesi e culture del mondo, perché la Famiglia è e rimane la più urgente
preoccupazione di questo tempo e la migliore scuola di umanità di cui il mondo
ha bisogno.