A un anno dalla sua partecipazione alla 37ª Convocazione del Rinnovamento allo Stadio Olimpico, mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI, torna all'Olimpico per portare il saluto dei Vescovi italiani al Rinnovamento nello Spirito Santo. «Sono grato per l'invito rivoltomi dal vostro Movimento, anche quest'anno, a portare il saluto dei Vescovi italiani», accogliendo poi il desiderio comune di «camminare insieme nel servizio del Signore e della sua Parola». Dio, che ci ha amati per primo, ci chiama a vivere una vita di testimonianza, nella gioia e nella riconoscenza di avere incontrato l'Amore che la trasforma.
«Sono contento di essere qui perché l'esperienza fatta con tanti di voi mi ha fatto incontrare persone che amano la Chiesa e un movimento ecclesiale che accoglie con attenzione e vive la comunione ecclesiale come carisma». Nel ripercorrere alcuni momenti del Concerto ecumenico e dell'Udienza in Piazza San Pietro con il Santo Padre, mons. Galantino ha posto l'attenzione su un momento che ha particolarmente caratterizzato l'incontro in Vaticano: la preghiera ecumenica e il Padre Nostro pregato da tutti i delegati ecumenici sul Sagrato. «La preghiera del Padre Nostro, recitata tenendosi tutti per mano, alla quale Salvatore ieri ha invitato tutti coloro che erano presenti in Piazza San Pietro, è stato un segno eloquentissimo della volontà di camminare insieme con tutti gli uomini... siamo chiamati a costruire l'unità perché uno solo è lo Spirito, che dà a ognuno doni diversi per l'utilità comune».
Ricordando, poi, l'appuntamento con il Sinodo dei vescovi sulla famiglia (Roma, 4-25 ottobre), il Segretario generale della CEI ha invitato con forza tutti i presenti all'appuntamento del 3 ottobre in Piazza San Pietro, alla vigilia del Sinodo, per pregare con tutti i Vescovi e raccontare la bellezza di essere una famiglia cristiana, «per accompagnare i lavori del Sinodo... attorno al tema della famiglia».
E prima di lasciare il palco, mons. Galatino ha chiesto a tutti di pregare per la Chiesa e per lui: «ne abbiamo davvero bisogno».
Daniela Di Domenico
(04.07.2015)