«Io mi
inchino con venerazione davanti alla vostra passione per il Vangelo, perché è
contagiosa, come il fuoco che si propaga solo con il fuoco. Mi inchino davanti
a questa moltitudine santa e amata, santa e benedetta perché convocata per
custodire la testimonianza di Gesù. Custodi dello Spirito di profezia, che è
qui e riporta al cuore il Vangelo, soffia pollini di primavera, non lascia
dormire la polvere». Si
rivolge così ai trentamila dell'Olimpico p. Ermes Ronchi, che interviene sul
tema: "Custodiamo la testimonianza di Gesù" (cf Ap 19, 10).
Citando tra gli altri la giovane ebrea Etty
Hillesum, il Predicatore spiega che «"non
Dio deve aiutare noi, ma noi dobbiamo aiutare Dio oggi a incarnarsi". Lo
Spirito sussurra a ciascuno: Tu sei il mio custode, il custode che non dorme,
che non fugge, che non si vergogna del Vangelo». E il contenuto del
custodire non è altro che «il racconto della tenerezza di Dio». Per custodirlo - e questa è la
via indicata da Papa Francesco - bisogna «diventare a nostra volta teneri, sempre più simili al Molto
Tenero. Il sogno di Gesù è che nessuno degli annunciatori del Vangelo sia senza
tenerezza! I duri di cuore saranno funzionari del sacro, ma sono anche
analfabeti della vita, che significa analfabeti di Dio».
"La testimonianza di Gesù è lo spirito di
profezia" (cf Ap 19, 10), recita l'Apocalisse: «Il profeta è chi non si mimetizza, ma si espone,
perché l'amore di Dio non ti protegge, ti espone! Nessuno - continua Ronchi - è
troppo piccolo per esimersi da fare il profeta, per quanto claudicante sia la
sua vita. Lo Spirito semina in te occhi nuovi, orizzonti nuovi; tu non sei le
tue fatiche, la tua stanchezza, ma sei l'infinita possibilità di essere Cristo».
Il Predicatore sottolinea che «lo spirito di profezia è spirito
di libertà e speranza. Leggi il Vangelo - continua -, e respirerai a pieni
polmoni la libertà! Il segreto della libertà è quel pezzetto di Dio che è in te,
quello Spirito da cui sei nato. Se gli sei fedele sei libero dalla schiavitù
degli altri e delle cose, da maschere e paure».
Testimoni di tenerezza, libertà, croce. E di
speranza: «Chi sapeva dare più speranza di Gesù?
Ogni suo gesto profumava di vita, di cielo. Il futuro appartiene a chi
può offrire più speranza al mondo. Ma una speranza non quantitativa, non
ostaggio delle cose». Il
cuore del Vangelo è questo: «un altro
mondo è possibile, e Gesù ne possiede la chiave. Si tratta allora di osare la
speranza, osare la vita buona, bella e beata».
Infine Ronchi richiama a essere «custodi del positivo sempre, e non del
negativo. Siamo nel mondo custodi della luce - conclude -, gente che fissa il
sole che sorge e non la notte che perdura ma che sta finendo, gente che crede
nel sole anche quando non splende, crede in Dio anche quando Egli tace; non
esperti di regole ma esperti di sogni. Vediamo mucchi di macerie, eppure ogni
giorno la Bellezza alza di nuovo il suo stendardo sul mondo, perché il Risorto
è all'opera».
Lucia Romiti