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Siamo custodi della luce! 
Sintesi dell'intervento di p. Ermes Ronchi
p. Ermes Ronchi - 38a Convocazione Nazionale RnS - Clicca per ingrandire...

«Io mi inchino con venerazione davanti alla vostra passione per il Vangelo, perché è contagiosa, come il fuoco che si propaga solo con il fuoco. Mi inchino davanti a questa moltitudine santa e amata, santa e benedetta perché convocata per custodire la testimonianza di Gesù. Custodi dello Spirito di profezia, che è qui e riporta al cuore il Vangelo, soffia pollini di primavera, non lascia dormire la polvere». Si rivolge così ai trentamila dell'Olimpico p. Ermes Ronchi, che interviene sul tema: "Custodiamo la testimonianza di Gesù" (cf Ap 19, 10).

Citando tra gli altri la giovane ebrea Etty Hillesum, il Predicatore spiega che «"non Dio deve aiutare noi, ma noi dobbiamo aiutare Dio oggi a incarnarsi". Lo Spirito sussurra a ciascuno: Tu sei il mio custode, il custode che non dorme, che non fugge, che non si vergogna del Vangelo». E il contenuto del custodire non è altro che «il racconto della tenerezza di Dio». Per custodirlo - e questa è la via indicata da Papa Francesco - bisogna «diventare a nostra volta teneri, sempre più simili al Molto Tenero. Il sogno di Gesù è che nessuno degli annunciatori del Vangelo sia senza tenerezza! I duri di cuore saranno funzionari del sacro, ma sono anche analfabeti della vita, che significa analfabeti di Dio».

"La testimonianza di Gesù è lo spirito di profezia" (cf Ap 19, 10), recita l'Apocalisse: «Il profeta è chi non si mimetizza, ma si espone, perché l'amore di Dio non ti protegge, ti espone! Nessuno - continua Ronchi - è troppo piccolo per esimersi da fare il profeta, per quanto claudicante sia la sua vita. Lo Spirito semina in te occhi nuovi, orizzonti nuovi; tu non sei le tue fatiche, la tua stanchezza, ma sei l'infinita possibilità di essere Cristo».

Il Predicatore sottolinea che «lo spirito di profezia è spirito di libertà e speranza. Leggi il Vangelo - continua -, e respirerai a pieni polmoni la libertà! Il segreto della libertà è quel pezzetto di Dio che è in te, quello Spirito da cui sei nato. Se gli sei fedele sei libero dalla schiavitù degli altri e delle cose, da maschere e paure».

Testimoni di tenerezza, libertà, croce. E di speranza: «Chi sapeva dare più speranza di Gesù? Ogni suo gesto profumava di vita, di cielo. Il futuro appartiene a chi può offrire più speranza al mondo. Ma una speranza non quantitativa, non ostaggio delle cose». Il cuore del Vangelo è questo: «un altro mondo è possibile, e Gesù ne possiede la chiave. Si tratta allora di osare la speranza, osare la vita buona, bella e beata».

Infine Ronchi richiama a essere «custodi del positivo sempre, e non del negativo. Siamo nel mondo custodi della luce - conclude -, gente che fissa il sole che sorge e non la notte che perdura ma che sta finendo, gente che crede nel sole anche quando non splende, crede in Dio anche quando Egli tace; non esperti di regole ma esperti di sogni. Vediamo mucchi di macerie, eppure ogni giorno la Bellezza alza di nuovo il suo stendardo sul mondo, perché il Risorto è all'opera».

Lucia Romiti

(04.07.2015)