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Santo Padre, le offriamo le primizie! 
Testi integrali dei saluti del Presidente del RnS al Santo Padre
Papa Francesco - 38a Convocazione Nazionale RnS - Clicca per ingrandire...

Saluto al Santo Padre durante la preghiera ecumenica

Santo Padre,

che grazia grande ci è concessa questa sera: stare insieme e rendere credibile ed efficace dinanzi al mondo la preghiera di Gesù:  «Padre, che siano tutti una cosa sola» (Gv 17, 21).

Qui, in questa Piazza, che è cuore della cristianità, proprio queste parole di Gesù ci trafiggono il cuore. Quanti peccati contro l'unità; quante ferite ancora da guarire, quanta gioia negata al popolo di Dio; quante morti che aggiungono martiri; quanto sangue scorre, sangue che seppure spesso non genera orrore, noi crediamo generi salvezza e fecondi la storia. La nostra unità nella preghiera è ormai un'urgenza; l'unità delle tre tradizioni cristiane è un'emergenza dinanzi ai drammi del mondo.

Nell'attesa del Suo arrivo siamo entrati nella preghiera di Gesù e con grande intensità abbiamo pregato e cantato, esperimentando "Vie nuove di unità e di pace", perché la causa dell'ecumenismo del sangue e dell'ecumenismo spirituale non rimangano inascoltate.

Siamo qui per stringerci a Lei, per darLe e per ricevere coraggio. Vogliamo che senta l'affetto grato dei cristiani di tutto il mondo, qui rappresentati da Vescovi, Pastori e testimoni provenienti da Oriente e da Occidente.

Ora tutti noi ci prendiamo per mano e cantiamo insieme un celebre "Inno", guidati dagli speciali artisti che ci hanno aiutato e hanno rallegrato il cuore di Dio e di questa famiglia con i loro talenti.

Le chiediamo, dopo il canto, di essere Lei a concludere la nostra preghiera ecumenica.

 

Saluto al Santo Padre all'inizio dell'Udienza al RnS

Santo Padre,

che gioia salutarLa a nome di questa grande famiglia riunita nel nome di Gesù Signore. Siamo come bruciati dal sole in questo giorno così caldo d'estate, ma nel nostro cuore un fuoco brucia ancora di più. E' il fuoco di quell'amore «effuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (cf Romani 5, 5), un fuoco che neanche «le grandi acque possono spegnere» (cf Cantico dei Cantici 8, 7).

E del resto, sarebbe una contraddizione in termini se una "corrente di grazia non lasciasse scorrere acqua di vita, di gioia, di speranza, se diventasse acqua stagnante.

A distanza di un anno ci ritroviamo in questa santa Piazza, una delle poche al mondo in cui sia ancora possibile confessare pubblicamente la propria fede senza essere fermati o anche essere oggetto di sanzioni o di violenze. Che strano questo nostro mondo: dispera e si rifiuta di accogliere gli uomini e le donne portatrici di speranza, di quella speranza che, ci ricorda San Paolo, «non delude» (cf Rm 5, 5), non ha mai deluso chi confida in Dio.

Santo Padre, allo Stadio Olimpico Lei ci diede alcune consegne precise. Siamo qui per offrire le primizie degli impegni assunti.

Innanzitutto, Lei ci esortava a dare una "testimonianza di ecumenismo spirituale". E' quello che abbiamo voluto fare e mi permetta di ringraziare questi amici, fratelli e padri presenti, che hanno voluto accogliere con grande generosità il nostro invito.

Lei ha chiesto al Rinnovamento nello Spirito di fare "tutto sulla base dell'adorazione" e di perseverare con forza nel "servizio all'annuncio del Vangelo nella gioia dello Spirito Santo".

Certo, se si gioisce troppo si potrebbe scambiare il Rinnovamento per una "scuola di samba". Ma crediamo valga la pena, anche a nome di chi si lascia vincere dalla tristezza e dalla solitudine. Se è la gioia di Gesù, quella che «nessuno potrà mai toglierci» (cf Gv 16, 22), come il Signore nostro ha promesso, quella gioia che il mondo non conosce, eppure va cercando, allora è già "cielo" sulla terra; è davvero vita nuova!

I nostri Gruppi e Comunità sono seriamente motivati e impegnati, attraverso la formazione e il servizio, per attestare che la nostra non è una gioia disincarnata, evanescente, ma una gioia che genera risurrezione, soprattutto tra gli ultimi: i bambini della Moldova, le famiglie della Terra Santa, gli immigrati che non hanno una famiglia o i detenuti e gli ex detenuti che una famiglia hanno e che rischiano di perderla se non c'è qualcuno che se ne prenda cura più o meglio delle organizzazioni malavitose.

"Avvicinatevi ai poveri" Lei ci diceva. Qui ce ne sono tanti, insieme a gente semplice, che vive con fatica, che ha conosciuto il male, il peccato, la morte e che ha compreso fino in fondo le parole di Gesù: «E' lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla» (Gv 6, 63).

Santo Padre, questo popolo che Le sta dinanzi cerca di camminare al Suo passo esigente e instancabile, senza vergogna del Vangelo, moltiplicando gli sforzi per salvaguardare il bene grande della comunione ecclesiale a partire da quella "conversione pastorale in chiave missionaria" (Evangelii Gaudium, 25) che tanto Le sta a cuore.

Con Lei, facendo eco alla Sua recente Enciclica, anche noi vogliamo dire: Laudato si', Lo diciamo per il Suo coraggio nel denunciare i tanti mali che sono dentro e fuori di noi, nel creato e nella storia. Laudato si', lo diciamo per la Chiesa che si rinnova, sospinta dal vento dello Spirito. Laudato sì, lo diciamo per tutto il bene che ogni giorno vediamo vincere il male.

Voglia ora ascoltare due testimonianze, di un anziano e di un giovane. E voglia benedire le Bibbie che portiamo con noi, come Lei ci ha raccomandato sempre di fare, e che ancora di più vogliamo alzare al Cielo per indicare agli uomini i sentieri della salvezza.

Domani la nostra "fede carismatica" avrà un'altra "scena"; ci trasferiremo allo Stadio Olimpico e sarà ancora "preghiera ed evangelizzazione".

Grazie, Santo Padre. Non smetteremo di pregare per Lei e di volerle bene. Di cuore, grazie!

(04.07.2015)