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Un Racconto spirituale 
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Si è svolta oggi, nella Sala Marconi della Radio Vaticana, la Conferenza stampa di presentazione del Concerto ecumenico “’Vie di unità e di pace’ – ‘Voci in preghiera per i martiri di oggi e per un ecumenismo spirituale’”. A ribadire le ragioni e il senso del Concerto ecumenico, seguito dall’appuntamento di sabato allo Stadio Olimpico di Roma, c’erano il presidente del RnS, Salvatore Martinez, Mor Policarpo Eugenio Aydin, metropolita e vicario patriarcale dell’Arcidiocesi siro-ortodossa dei Paesi Bassi, mons. David Moxon, rappresentante dell’Arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede, e la nota cantante ebreo-israeliana Noa. «Aspetto da voi che diate una testimonianza di ecumenismo spirituale, con tutti quei fratelli di altre Chiese cristiane che credono in Gesù»: proprio nelle parole del Papa (Stadio Olimpico, 1 giugno 2014) Salvatore Martinez ha posto le radici di questo Evento straordinario. «Mai è stata tentata un’operazione simile nel cuore della cristianità; una preghiera ecumenica cadenzata al ritmo dell’arte e della musica, come omaggio ai ripetuti appelli all’unità di Papa Francesco». Il Presidente RnS ha, inoltre, aggiunto: «Mai come in questo momento vedo tra credenti e non credenti la richiesta di unità intorno ad alcuni assunti che Papa Francesco continuamente rivendica e ribadisce. Tra questi, l’“ecumenismo del sangue”». In questo nostro mondo, sempre più stretto nella morsa della violenza, delle oppressioni e dell’ingiustizia, attraverso la preghiera è ancora possibile mostrare il volto della fraternità. Assistiamo non solo a un martirio fisico, del sangue, in Oriente, ma anche a un martirio morale, sociale, spirituale, in Occidente. «Vogliamo – ha proseguito Martinez - che la preghiera sia forte, sia corale, per trovare nuove vie di unità e di pace, quelle che lo Spirito saprà indicare».

Dopo l’intervento di Martinez, Mor Policarpo Eugenio Aydin ha sottolineato l’importanza della preghiera per l’unità, in nome del sangue versato dai martiri. «Come ha detto il Presidente Martinez – ha affermato Mor Policarpo -, la preghiera è la cosa più importante in un mondo così pieno di ostilità. Riflettendo sulla situazione del Medio Oriente, vedendo quanto l’umanità sia frammentata in questa parte del mondo, come cristiani siamo chiamati a pregare per la pace e l’unità, perché la preghiera rende il cuore di Dio udibile e intenerisce il cuore duro della gente». «Abbiamo bisogno della forza dello Spirito Santo perché possa guarire le ferite e risanare le famiglie. Attraverso la preghiera possiamo imparare a mettere la nostra vita nelle mani del Creatore affinché lui possa rimodellare ciò che è stato rotto».

Un “Papa-parroco” emerge, invece, dalle parole di mons. Moxon, che spiega, con questa immagine, l’Appuntamento a San Pietro: «Papa Francesco sta conducendo la Chiesa proprio come un parroco in un paese. Quindi è giusto che noi ci riuniamo con lui, nella Casa di Pietro, per pregare per i martiri e per un ecumenismo spirituale. Questo è un messaggio per tutto il mondo e per ogni religione. Quindi è per noi un privilegio essere domani in Piazza San Pietro».

Il Rappresentante dell’Arcivescovo di Canterbury ha poi spiegato il senso di questo speciale Incontro: «Ecumenismo spirituale ha 3 significati: «In primis, comporta un “cambio di cuore”, perché nulla può cambiare se non è il cuore, per primo, a farlo. In secondo luogo, c’è un richiamo alla “santità di vita” affinché ciò che è nel nostro cuore venga mostrato all’esterno. E questo può accadere grazie allo Spirito. Il terzo punto è la “preghiera privata e pubblica”, perché il cuore possa parlare all’esterno e alla comunità e richiamare un Potere superiore. Dio ci ascolta quando preghiamo e Bergoglio dice che Lui ci ama quando cantiamo e domani ci sarà sia la preghiera che il canto, e sarà una grande occasione per invocare tutta l’energia che serve per cambiare il mondo». Il Vescovo Moxon ha anche ringraziato il RnS per la forza carismatica che imprime alla causa ecumenica.

Noa ha sottolineato il grande impegno di Papa Francesco per avvicinare le diverse religioni del Medio Oriente e ha ricordato alcune parole pronunciate durante la Conferenza stampa, particolarmente preziose: “preghiera e azione”. «La mia preghiera è quando io canto – ha detto Noa -, e l’azione è molto importante perché attraverso l’azione si può realizzare la pace, soprattutto nel mio Paese, in Medio Oriente». Ha quindi ricordato l’importanza di questo periodo per le relazioni tra il giudaismo e il cattolicesimo, a 50 anni della Dichiarazione Nostra Aetate. Ha poi condiviso una lettera che rivolgerà domani, prima del Concerto, al Santo Padre, e che racchiude in poche parole il significato di “ecumenismo” (ne riportiamo alcune righe): «Caro Papa Francesco, tu non sei ancora qui ma queste parole sono rivolte a te; ti raggiungeranno, spero, attraverso gli occhi e i cuori di tutti i tuoi ammiratori e i seguaci di tutto il mondo. Occhi e cuori che tu hai ispirato e aperto. Raramente il mondo ha visto un leader religioso come te. Con le tue parole e le tue azioni dai un significato nuovo all’unica frase che dà un senso alla vita stessa: “Ama tuo fratello come te stesso”. Questa è un’idea sacra che esiste in tutte le religioni, che unisce tutta l’umanità, a prescindere dalla razza o dal credo…».

Infine, il Presidente Martinez ha ricordato il programma della due giorni di preghiera ed evangelizzazione che, da San Pietro, si sposterà, sabato 4 luglio, allo Stadio Olimpico di Roma. Molti gli interventi di relatori d’eccezione, i momenti di spiritualità e le testimonianze di alcuni aderenti al Movimento.

Daniela Di Domenico

(02.07.2015)