Martinez: "Insieme per una nuova cultura della fraternità"
Il
presidente della Fondazione Vaticana "Centro internazionale Famiglia
di Nazareth", Salvatore Martinez,
sarà a Washington, dal 3 al 5 febbraio, per partecipare alla 63a edizione del National Prayer Breakfast, che si terrà come da tradizione
presso l'Hilton Hotel della Capitale USA.
Come negli
anni passati, all'incontro parteciperanno il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il Vice presidente, i
principali rappresentanti dell'Esecutivo sia giudiziario che legislativo degli
USA ed esponenti della comunità diplomatica internazionale. Oltre 2000
invitati, provenienti da 150 Paesi del mondo, si ritroveranno per confrontarsi
su temi di attualità mondiale, perfezionando collaborazioni internazionali su
progetti di solidarietà, sviluppo e promozione umana.
Per la
tredicesima volta, il presidente Martinez partecipa alla tradizionale
"Colazione di Preghiera" organizzata da una speciale commissione composta da
Senatori e Congressisti degli Stati Uniti. Quest'anno, all'interno della sessione
dedicata al Medio Oriente, in programma la mattina di mercoledì 4 febbraio, Martinez
detterà un messaggio sul tema "Famiglia,
Papa Francesco e Medio Oriente". Verrà quindi presentato ai
partecipanti il progetto del "Centro Internazionale per la Famiglia a
Nazareth", nato dal sogno di san Giovanni Paolo II di costruire a Nazareth "una
casa per tutte le famiglie del mondo", e specialmente per quelle sofferenti di
Terra Santa.
Per il 5
febbraio, giorno conclusivo dell'iniziativa, è atteso un Messaggio autografo del Santo Padre Francesco, che sarà pronunciato
alla presenza del presidente degli Usa, Barack
Obama, e del re di Giordania, Abd
Allah II.
«Ci ritroviamo annualmente a
Washington - ha
dichiarato il presidente Martinez - per coltivare una "diplomazia
dell'amicizia", quella "cultura dell'incontro" caldeggiata da Papa Francesco e
fondata sui valori alti del Vangelo per un nuovo umanesimo sociale. Di fronte
ai grandi drammi internazionali che affliggono il nostro tempo, urge ripartire
da un umanesimo integrale e trascendente, promosso da uomini e donne che non
hanno perduto la passione per la giustizia e per uno sviluppo solidale dei
popoli. Troppe persone, le nuove generazioni in special modo, vedono sempre più
precluso il loro futuro di libertà e di pace. Incontri come il National Prayer
Breakfast possono regalare importanti inversioni di rotta, alimentando gli
ideali di fraternità universali per rendere sempre più condivisa la ricerca e
la prassi del bene comune».