«O Vergine Maria, tu che hai accolto con
docilità e purezza di cuore la voce dello Spirito, mettici in attesa di questa
voce, in attesa del suo soffio. Crea in noi il silenzio, la pace del cuore, la
pazienza, perché possiamo ricevere in pienezza lo Spirito di Dio»: è con
l’affidamento alla Vergine Maria che mons. Nunzio Galantino, segretario
generale della Cei, inizia il suo intervento alla IX Assemblea nazionale. Nel
giorno del rinnovo degli Organismi pastorali, mons. Galantino rilegge il tema
dell’Assemblea “Sceglietevi nelle vostre tribù uomini saggi, intelligenti e
stimati, e io li costituirò vostri capi” (Dt 1, 13), e lo fa attraverso il
riferimento alla Lettera di san Paolo ai Corinzi, senza dimenticare la storia
del Rinnovamento stesso, il suo cammino e il mandato pastorale che Papa
Francesco ha affidato al Movimento durante la Convocazione allo Stadio
Olimpico. Il responsabile è evangelizzatore, colui che “si fa missione”, tratto
distintivo ineludibile di quanti sono chiamati a rispondere alla chiamata a una
nuova responsabilità nel prossimo quadriennio.
Partendo dagli aspetti che hanno
caratterizzato il cammino del RnS verso i rinnovi – accompagnamento fraterno
per orientamento e formazione, rilettura delle prassi pastorali alla luce
dell’esortazione Evangelii gaudium, per
«sintonizzarsi con il fuso orario dello Spirito Santo» – il Segretario della
Cei sottolinea come queste siano «condizioni indispensabili per poter
pronunciare un “sì” pieno davanti a Dio e ai fratelli nella prospettiva della
nuova evangelizzazione, del “fondamento pentecostale della missione” e della
“dimensione kerygmatica e carismatica del Vangelo”». Dimensioni che, ricordando
le parole di Papa Francesco all’Olimpico, «coincidono con la stessa ragion
d’essere del Rinnovamento: “Nati da una volontà dello Spirito Santo”, voi siete
“una corrente di grazia nella Chiesa e per la Chiesa”, “una grande forza al
servizio dell’annuncio del Vangelo”».
Tre sono gli aspetti alla luce dei quali
mons. Galantino rilegge il tema dell’Assemblea: tradurre il messaggio di Gesù
risorto nella testimonianza della propria vita – «annunziate, rendete presente
la memoria di Gesù risorto» –; maturità umana, sapienza del cuore e tenerezza
di espressione, che camminano di pari passo con la crescita spirituale; avere
una “precisa visione di Chiesa”, alla quale appartenere senza coltivare una
propria idea personale.
Nel primo passo della Lettera ai Corinzi
(cf 1 Cor 1, 10-13), il Vescovo di Cassano all’Jonio ricostruisce il contesto della
Corinto biblica: «Corinto è città portuale. Cloe era una commerciante:
da lei, dai membri della sua casa, Paolo viene a sapere delle problematiche che
attraversano la comunità e delle fazioni interne che ne testimoniano la crisi.
In particolare, emerge la responsabilità dei leader, attorno ai quali – tra
reciproche scomuniche – si coalizzano i diversi “partiti”: “Io sono di Paolo”,
“Io di Apollo”, “Io di Pietro”. Le divisioni non creano soltanto
partiti contrapposti, ma anche vizi pesanti: i meccanismi che si attivano
quando si creano divisioni non finiscono mai con la divisione in sé, perché la
divisione va mantenuta e per farlo si cade nel peccato». Peccato che assume
frequentemente i seguenti aspetti: invidia, presunzione, superbia. «In questi
gruppi che si agitano fino a dilaniare la vita, la storia, la tunica della
comunità, l’ardore carismatico si era risolto in saccenteria, boria,
autosufficienza».
«Su cosa si fonda l’opera di ciascuno, a livello personale
e comunitario?» è l’interrogativo che mons. Galantino pone ai presenti,
introducendo la seconda Parola (1 Cor 3, 10-13) con cui discernere il tema
dell’Assemblea. «Nel momento in cui la pietra angolare non
fosse più Cristo Gesù, nel momento in cui i doni ricevuti non fossero messi a
servizio della crescita comune, ma diventassero strumenti per la propria
autorealizzazione, di tutto il nostro fare non resterebbe che polvere» ha sottolineato
il Segretario della Cei, che ha indicato i tre criteri con cui accogliere la
Parola-tema dell’Assemblea. La Prima: «Contemplate
il Signore Gesù, sceglietelo sempre, nuovamente; il suo
nome sia sulle vostre labbra; sia, innanzitutto, nel vostro cuore. Adoratelo: è
la via per vincere ogni idolatria, ogni orgoglio che, mentre ci spinge a
primeggiare sugli altri, dagli altri ci separa. Lodatelo: è il fondamento di
ciò che siete. Non perdetevi in chiacchiere vuote. Andate all’essenziale,
lasciando che sulle ragioni umane prevalga sempre la volontà di Dio.
La seconda: Amate
la Chiesa, non anteponetele funzioni e organizzazioni, non cadete
nell’attivismo che spegne lo spirito. Camminate con la Chiesa nel tempo e nella
storia, aggiornatevi continuamente, armonizzate le novità dello Spirito e
guardate avanti senza “nostalgici rallentamenti o rimpianti”.
La terza: Servite, scegliete di servire i fratelli
come ha fatto Gesù. Le vostre mani alzate al Cielo sappiano contemporaneamente
protendersi nella storia verso gli ultimi, i poveri e tutti coloro che la
sapienza di questo mondo e l’egoismo di uno sviluppo miope condannano alla
periferia dell’emarginazione».
Mons. Galantino
indica in Evangelii gaudium (cf
n.130) una consegna che affida allo Spirito Santo il primato nel cammino del
Rinnovamento. «Nel silenzio della preghiera chiediamo al Signore che vi conceda
intelligenza spirituale per saper leggere “i segni dei tempi”, insieme a
quell’umiltà necessaria per ricominciare ancora, più uniti di prima – quindi
con più fede, speranza e carità – cosicché quell’opera dello Spirito che siete
possa crescere nella Chiesa e nel mondo intero. E la cultura – il miracolo –
della Pentecoste feconderà davvero questo nostro tempo».
Al termine della
relazione, il Presidente nazionale ha ringraziato mons. Galantino, sottolineando
come «nel trinomio indicato dal Vescovo (“maturità umana, crescita spirituale e
precisa visione di Chiesa”) si riconosca il Rinnovamento nello Spirito Santo in
Italia». «La vita carismatica è diretta emanazione della vita spirituale!» ha
aggiunto Martinez, che ha voluto ribadire al segretario della Cei che il
“modello italiano” del Rinnovamento carismatico cattolico, il RnS, si basa
sulla corresponsabilità ecclesiale, la vicinanza alla Chiesa italiana e alle
indicazioni profetiche dei pontifici, oggi di Papa Francesco. E il RnS vuole
proseguire su questa strada tracciata ancora di più con il prossimo quadriennio.
Elsa De Simone