Il
ringraziamento a Dio per un quadriennio fecondo, operoso, nel corso del
quale sono state scritte pagine importanti nella storia del
Rinnovamento. Un grazie forte e commosso al Comitato e al Consiglio
nazionale, che hanno condiviso discernimento, visione, progetti. Salvatore
Martinez, nell'ultima relazione del quadriennio di pastoralità di servizio 2011-2014,
traccia un bilancio di questi quattro anni attraverso una rilettura pastorale
dell'intero mandato: «60 avvenimenti, tanta grazia che è passata» ha commentato
il Presidente RnS. A poco più di un mese dalla 38ª Conferenza nazionale
animatori, Martinez ripercorre alcune delle tappe già mostrate ai quattromila
di Rimini, offrendo una ulteriore visione di tanto lavoro, che non può restare
lettera scritta negli annales ma, come seme che viene gettato
nel terreno, è destinato a portare altro frutto. Frutto che, in questo
contesto, è come un passaggio di testimone tra quanti hanno lavorato nella
vigna del Signore e quanti, a partire da questo weekend e per i prossimi mesi,
sono chiamati a rispondere come "Maria" perché «il Rinnovamento è sempre una
libera e sovrana iniziativa del Signore». Nella storia, oltre che negli
avvenimenti che ne hanno segnato il cammino, il Rinnovamento si
oggettivizza attraverso quegli strumenti che qualificano la vita del
Movimento stesso: «Il Regolamento è un dono del quadriennio concluso. Un
lavoro fatto con grande senso di responsabilità, sotto lo sguardo della CEI,
che ha introdotto novità non appena di adeguamento giuridico ma sostanziali del
cammino: è una "carta di identità" aggiornata degli elementi
strutturali del nostro cammino».
«Una generazione narra alle altre le sue meraviglie» (Sal
145, 4): e sono davvero tali le opere volute e permesse da
Dio, dalla formazione all'evangelizzazione nelle periferie
esistenziali, tanto lavoro dinanzi al quale lo stesso Pontefice, nell'Udienza
privata concessa a Salvatore Martinez lo scorso 5 dicembre, ha affermato:
«Quanto lavoro! Grazie per quello che fai, che fate!». Di tutte queste opere,
tutti e ciascuno sono stati «con-lavoratori di Dio: le nostre vite, il nostro
tempo, le nostre volontà sono impegnate per la costruzione del regno di Dio, in
cui Gesù è il Signore e Salvatore», ha commentato Martinez. Un racconto che si
fa storia sacra perché scritta da Dio.
Tra
queste, si staglia su tutte lo spartiacque della 37ª Convocazione del
Rinnovamento con Papa Francesco, snodo centrale della relazione del presidente
Martinez e della storia del RnS nell'ultimo semestre. E per i mesi che
verranno. In quell'occasione «il progetto di vita nuova nello Spirito, per gli
animatori e i responsabili del RnS, è stato ribadito e confermato per bocca di
Papa Francesco. Scritto nei cuori, nel cuore della nostra famiglia ecclesiale
con l'inchiostro dello Spirito Santo», afferma Martinez. Una conferma che "Il
Rinnovamento serve alla Chiesa", come nel titolo della stessa
Relazione (dalle parole del Santo Padre in occasione della conferenza stampa
nel volo di ritorno dalla GMG di Rio de Janeiro). Una Convocazione
che ha concretizzato queste parole. Il Presidente ribadisce ancora
una volta l'importanza e la storicità dell'evento dell'Olimpico per la Chiesa e
per il mondo: «Dalla Pentecoste storica di Gerusalemme, la storia della Chiesa
non aveva mai più vissuto una pagina simile, in cui dinanzi a una folla il
profilo gerarchico e carismatico della Chiesa si sono resi dinamicamente
coessenziali visibilmente nella persona del Papa». Ed esplicita inoltre il
duplice senso di questo "servire" che ha per soggetto il Rinnovamento nello
Spirito: «"serve alla storia" che ci sia; e "serve la storia", perché la storia
umana sia sempre segnata dalla presenza viva e operante di Gesù Signore e
Salvatore nella potenza dello Spirito. Serve che si veda e che si senta "la
qualità" del nostro amore - prosegue Martinez -, serve mostrare il nostro
cuore come un "fiume" d'amore dello Spirito più che come un "lago", spesso
artificiale, rappresentato da "funzioni senza unzione", da azioni, decisioni e
opere svuotate d'amore, svolte senza cuore; laghi conclusi, senza "sbocco" nel
cuore della storia, nel cuore dei fratelli che siamo chiamati a servire
piuttosto che a "dirigere" e a "comandare"». E il riferimento è al prossimo
semestre di discernimento in vista delle elezioni dei nuovi organismi
pastorali a tutti i livelli: «Scegliamo responsabili innamorati di Gesù!»,
irrompe Salvatore Martinez.
Il
Presidente esprime il senso di "essere un popolo" che ha caratterizzato la
Pentecoste del 2014 allo Stadio, «un popolo che è dentro il popolo di Dio e che
si è fatto principio di animazione carismatica per tutta la Chiesa, nel cuore
della cristianità. Un popolo che avanza, che cresce, che ha coscienza di essere
dentro una storia grande, che è molto più grande di noi». Una responsabilità,
una grande sfida. Perché quello che il Papa chiede al RnS è di stare
dinamicamente nella Chiesa, una Chiesa in uscita e in missione, passo decisivo
del pontificato di Francesco. Di qui la ridefinizione del profilo dei
responsabili del RnS, a tutti i livelli, in chiave missionaria e il percorso
formativo estivo ed autunnale dell'anno passato tutto fondato sul documento "La
gioia di servire". Un documento che esplicita il tesoro contenuto in Evangelii
gaudium, "manifesto programmatico" di Francesco, con le 4 definizioni e le
6 consegne estrapolate dal discorso del Papa al Rinnovamento. Per Martinez
si tratta di «ricentrare la dimensione della responsabilità sul fondamento
"pentecostale" della missione e sulla dimensione "kerigmatica" e "carismatica"
del Vangelo, elementi essenziali della spiritualità propria del RnS sin dalle
origini», perché come ha ricordato Papa Francesco «il Rinnovamento è una
grande forza al servizio del Vangelo».
Il Presidente rilancia la sfida e la responsabilità e come
un padre, con sicurezza, traccia le indicazioni per un popolo "in cammino".
Cinque paletti indicatori, cinque "c" che si legano ad altrettante parole
chiave in un'interconnessione spirituale e pastorale, per non perdere
l'orientamento nel percorso del RnS. "C" come Cristo, sempre
presente e vicino, "reale e personale vincitore delle nostre vite", che non può
essere capito senza la sua connessione alla Chiesa. «Non si può
capire Cristo senza la Chiesa, non può esistere questa dicotomia - avverte
Martinez - perché Egli è nella sua Chiesa, come lo spirito è nell'uomo,
inseparabile dal corpo. La Chiesa è un corpo edificato su Cristo, è il corpo di
Cristo». Un invito a stare nella Chiesa, amarla, alimentarsi della sua vita per
crescere nelle sue articolazioni e in questo modo appartenere sempre di più a
Cristo. Ancora, "C" come Comunione, intesa come "grazia
divina" e non "strategia umana". È un richiamo alla comunione in Cristo per
tutti i gruppi e le Comunità del RnS: «Il RnS è un popolo in comunione se
ha Cristo in mezzo e niente altro. Chi è in comunione con Lui è in comunione
con tutti. Una comunione a cui si giunge attraverso una continua conversione.
Quanto più profonda sarà la nostra conversione a Cristo, tanto più stabile sarà
la nostra comunione con Lui e con i fratelli nella fede». La "C", la terza, al
centro del discorso è quella di Comunità come «luogo che salva
l'astrattezza della comunione, che autentica, perfeziona, dinamizza l'amore per
Dio e per i fratelli». Martinez esprime il desiderio che ogni gruppo del RnS
percepisca il proprio cammino in termini comunitari, in una fraterna e
crescente vita di comunione e di condivisione, legando imprescindibilmente
questo concetto a quello di chiamata. E spiega: «Il RnS è una
chiamata di Dio. La comunità è il luogo personale della risposta a questa
chiamata; è il luogo che aiuta a rendere stabile questa risposta». Non poteva
mancare la "c" di Carismi, «gli attrezzi dello Spirito di cui la
"palestra", che è la comunità, è arricchita a beneficio di tutti». Il
Presidente ricorda che il Movimento ha avuto il privilegio di essere nella
Chiesa antesignano e ambasciatore della teologia dei carismi riscoperta dal
Concilio Ecumenico Vaticano II ed esorta a favorirne l'esercizio nei ministeri
perché diventino «l'espressione della nuova evangelizzazione nell'unzione dello
Spirito Santo». È la Cultura della Pentecoste che si
"interfaccia" con i Carismi, a servizio di una missione carismatica assegnataci
dallo Spirito in questo nostro tempo e così definita da san Giovanni Paolo II
nei suoi discorsi al RnS. Una strada su cui c'è ancora molto lavoro da fare. Si
conclude con la "C" di Carità il percorso tracciato. «La
misura del nostro essere di Cristo - in comunione con lui nella sua Chiesa, in
comunione con i fratelli nella comunità - è tutta nella "misura" di un amore
che si incarna»: nessuno di coloro che dicono di appartenere a Cristo potranno
eludere il mandato della carità. Una carità che «ha bisogno di tempo, di
risorse» per «uscire da noi stessi e andare incontro a chi attende salvezza».
Per Martinez urge una "carità carismatica", una "ministerialità carismatica a
servizio della carità", votata alla costruzione della "Civiltà dell'amore",
che è «fondata sull'animazione incomparabile dello Spirito Santo, sulla
forza soprannaturale della fede che accompagna la testimonianza dei
cristiani come cittadini di questo mondo». È forte l'esortazione rivolta agli
aderenti del RnS perché siano "cittadini nel mondo" ma non "del mondo" (cf Gv
17, 15-16). Il Presidente sottolinea come la "questione della cittadinanza" non
sia affatto accessoria, peraltro fondante nella Traccia preparatoria del V
Convegno ecclesiale di Firenze sul tema "In Gesù Cristo il nuovo umanesimo", al
quale il RnS parteciperà con tutta la Chiesa italiana.
«Ecco la serva del Signore» (Lc 1, 38) è la Parola che
sancisce l'"eccomi" di Maria, modello e guida di quanti rispondono
alla chiamata del Signore. Ed è a Maria che Salvatore Martinez, in chiusura
della sua relazione, affida il Rinnovamento, in questo nuovo tempo: «Maria è
sempre, nella Chiesa, destino di servizio. Brilli sul RnS questa "Stella" e ci
conduca sempre oltre gli "eccomi" di ieri».
Martina D'Onofrio Elsa De Simone