"Sceglietevi nelle vostre tribù uomini saggi, intelligenti e stimati, e io li costituirò vostri capi" (Dt 1, 13) è la Parola che guida le giornate della IX Assemblea nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, convocata a Sacrofano (RM) dal 16 al 18 gennaio. Riuniti per il rinnovo degli Organismi pastorali di Servizio del livello nazionale, i membri del Consiglio nazionale si sono ritrovati alla fine del quadriennio di responsabilità 2011-2014 per celebrare il Signore, rendere grazie per quanto operato e affidare a Dio il tempo e la storia compiuti e quelli a venire, perché ancora si compia la sua volontà attraverso il Rinnovamento nello Spirito Santo.
"La mia parola è irrevocabile" è il monito del Signore durante la Preghiera comunitaria carismatica, che parla al cuore, alla vita dei responsabili: "Chi si umilia sarà esaltato". Ogni ginocchio si piega, l'intera assemblea riconosce l'unico Dio: "Tu sei il Signore, non ve ne sono altri". Un canto si innalza: è la voce del popolo di Dio che chiede la forza, il potere che viene dall'Alto, lo Spirito che è benedizione, che dona nuovi carismi, grazia, che riconosce in mezzo al suo popolo i nuovi pastori. «Lo Spirito Santo verrà su di voi e mi sarete testimoni... fino agli estremi confini della terra»(At 1, 8). Una Parola che si fa profezia, che parla di futuro, ma che si fonda sull'eterna promessa del Signore: "Possa tu fare memoria di come il Signore ha provveduto sempre a ogni necessità nella nostra vita. Il Signore provvede e ci preserva da ogni male". E ancora: "Solo partendo da queste ginocchia abbassate possiamo rialzarci e camminare" e preparare la via al Signore. Egli chiama a un'opera di conversione, di equilibrio, a vita nuova, perché ogni uomo veda la salvezza di Dio. L'amen dell'assemblea si innalza elevando un canto di lode e di ringraziamento, una confessione di fede che è gratitudine di appartenenza al Dio amore.
«La Parola è come "ruminata" dentro di noi, è fatta scendere piano piano, assimilata lentamente, per poi arrivare in tutte le parti del nostro corpo perché operi nella nostra vita. E l'operosità ci farà testimoni del Signore»: mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del Consiglio dei cardinali di Papa Francesco, spezza la Parola nella Santa Messa della prima giornata, celebrata secondo il formulario peculiare della Missa pro nova evangelizatione. Partendo dalla Prima lettura, tratta dal Siracide (cf 34, 9-20), mons. Semeraro parla dell'evangelizzazione e lo fa ponendo in evidenza il termine "esperienza". «"Chi ha viaggiato conosce molte cose, chi ha molta esperienza parla con intelligenza" (ibid.). L'esperienza viene dalla ripetizione di gesti, comportamenti; una ripetizione che non ci dà soltanto abilità ma anche intelligenza... che ci aiuta ad arrivare dentro la realtà, a leggerla in profondità». Il significato etimologico della parola esperienza ("passare attraverso") rimanda a un "passaggio", all'attraversamento di una condizione, a una trasformazione, che può essere data anchedall'esperienza della sofferenza. «Gesù nel Getsemani ha fatto esperienza di dolore, sofferenza. Ha passato la soglia del dolore e ha sperimentato l'amore del Padre, ritrovandosi conforme alla sua volontà». Il termine "esperienza" è rivisitato anche attraverso l'esegesi di un passo di Evangelii gaudium (n.266). «"L'evangelizzatore si sostiene con l'esperienza personale costantemente rinnovata".
Ciò che permette l'evangelizzazione è un'esperienza personale - ha commentato il Vescovo di Albano, che ha fatto un richiamo alle tre accezioni di significato indicate da Papa Francesco: personale, progressiva, di compagnia. «"Non si può perseverare in un'evangelizzazione piena di fervore se non si resta convinti in virtù della propria esperienza" (ibid.): si trattadi un'esperienza propria, personale, che il Papa descrive attraverso il verbo "gustare". Anche "gustando" la sua Parola si faesperienza di Cristo, quella che Papa Benedetto chiama "incontro con Gesù". Non un'etica, né una morale ma un incontro con una persona viva». Un'esperienza è progressiva in quanto costantemente rinnovata, «mai data per scontata. I bambini quando concludono il gioco lo iniziano daccapo o alzano il livello, vanno avanti. È un'esperienza che non smette mai». L'esperienza di compagnia permette di comprendere che «non è la stessa cosa camminare con o senza Dio, andando a tentoni; poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola».
"Una persona che non è entusiasta, sicura, innamorata, non convince nessuno", si legge in Evangelii Gaudium. «Una bella provocazione» secondo Semeraro, che prosegue: «Non siamo convincenti se siamo sapienti, dotti, abili ma se siamo prima di tutto convinti. Come diceva il beato Paolo VI, una Chiesa comincia a evangelizzare facendosi evangelizzare, una Chiesa convince essendo convinta, entusiasta, sicura, innamorata. È entusiasta chi si lascia coinvolgere dalla vita di Dio: l'esperienza di Dio ci rende sicuri perché lui è la nostra roccia, la pietra su cui siamo fondati. L'amen della fede ci fa "rocciosi", la fede ci rende stabili e innamorati di Gesù: quando uno è innamorato ce ne accorgiamo subito, chi è innamorato è trasparente. Così devono essere gli evangelizzatori: convinti, entusiasti, sicuri, innamorati».
«Il RnS è stato suscitato dallo Spirito per amare la Chiesa e farla amare - ha commentato il presidente Martinez a fine Messa ringraziando il vescovo Semeraro-. Questo è un impegno distintivo del Rinnovamento».
Elsa De Simone