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Parlaci, Signore! 
L’omelia di mons. Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia
38a Conferenza Nazionale Animatori - Clicca per ingrandire...

È mons. Santo Marcianò a presiedere l'omelia che chiude l'ultima giornata della Conferenza nazionale. Dopo il suo affettuoso saluto agli animatori, il Vescovo ha ricordato il momento di grazia vissuto all'Olimpico e ha ringraziato "il servo" Salvatore Martinez - così come lui ha imparato a conoscerlo con il tempo -, e tutti gli organi di presidenza per l'accoglienza ricevuta.

La conclusione di questo intenso quadriennio ci trasmette la consapevolezza di un nuovo inizio al quale mons. Marcianò ci introduce con l'esempio di Maria che per prima si è messa in ascolto "orante e adorante" della parola di Dio, che ha sempre tanto da dirci, anche nell'ultima giornata della Conferenza. «Dio parla nel tempo», ha continuato l'Arcivescovo, e a questo proposito ha ricordato le parole di sant'Ignazio di Loyola che esortava «a non sprecare nessun momento, neppure le battute conclusive degli esercizi stessi, perché fino alla fine Dio può parlare e può rivelarsi». Ed proprio questo che dobbiamo chiedere a Dio negli ultimi minuti di questa giornata: «Parlaci, Signore!».

A questa esortazione, segue un'attenta riflessione sul racconto evangelico dell'Annunciazione che offre una straordinario sguardo proprio sul tempo. L'Angelo e Maria, durante quell'Annuncio che cambierà la storia dell'uomo, usano diversi tempi verbali: imperativo, presente, passato e futuro. «Dio ordina  "rallegrati" e, dunque, ordina la gioia... Qui è evidente la presenza dello Spirito Santo, la certezza cioè che quanto ascoltiamo viene dalla bocca del Signore e la Parola ci invita a trovare e a custodire quei frutti che lo Spirito ha certamente seminato in noi». "Il Signore è con te" ci comunica poi la presenza costante di Dio in noi, una presenza che Dio ci chiede di difendere dagli attacchi del maligno. L'utilizzo dei verbi al futuro indicano, inoltre, l'intervento di Dio, il sapore di una promessa, di un seme destinato a germogliare, a realizzarsi.

Quando Maria chiede all'Angelo che senso abbiano le sue parole, Maria cerca una risposta alla propria identità. Ed è lo Spirito Santo che le dona una nuova identità e le consente di portare a termine la promessa di quell'Annuncio. Anche Papa Francesco, ha ricordato mons. Marcianò, «ha fatto riferimento allo Spirito Santo ("Siete nati da una volontà dello Spirito Santo...") e alla sua presenza e intervento.

Nel dialogo tra Maria e l'Angelo vengono usati anche dei verbi al passato per sottolineare la condizione immacolata di Maria fin dal suo concepimento. E nell'"Eccomi di Maria" emerge chiaramente la sua completa disponibilità, il suo essere la "serva del Signore". «Dio affida le cose grandi non ai grandi ma ai servi, agli ultimi, agli stolti... Non dimentichiamo che nessuna missione è troppo sproporzionata per chi conserva nel cuore la perenne consapevolezza di essere servo e la percezione che solo chi è servo conquista lo sguardo di Dio», proprio come Maria.

Dunque, ha detto l'Arcivescovo concludendo, «se l'accogliamo adoranti, scopriamo che la volontà di Dio contiene sempre i nostri desideri... e lascia spazio alla creatività personale di ognuno perché lo Spirito Santo è creativo, è creatività. Allora, amici - ha continuato -, fiat, avvenga!». E come Maria, lasciamoci trasformare e rinnovare da Dio: «e ciò che sembrava futuro diventa presente; ciò che sembrava promesso si realizza; ciò che sembrava germoglio, fiorisce, e tutto con quella immediatezza che è solo dello Spirito Santo». Mons. Marcianò ha così esortato i presenti ad affidarsi alla Vergine Maria affinché possa fiorire quel germoglio «dolcemente irrigato da quei "fiumi di acqua viva" che lo Spirito Santo certamente fa scorrere nel cuore di chi crede in lui...».

Daniela Di Domenico

 

Il saluto di Salvatore a mons. Sante Marcianò

La 38ª Conferenza nazionale animatori sta per concludersi. Ma prima che mons. Marcianò impartisca la benedizione su tutti i partecipanti, giunge puntuale e affettuoso il saluto del presidente Martinez al Vescovo ordinario militare per l'Italia. Prendendo spunto dalla testimonianza di Veronica, una giovane leader, e ricordando la profonda crisi spirituale del nostro secolo, il Presidente Martinez evidenzia le tre consegne (di impronta sturziana) affidate ai futuri leader: umanizzare la vita, cristianizzare la storia, spiritualizzare l'uomo. Ricorda poi la presenza del Vescovo alla 37ª Convocazione del Rinnovamento all'Olimpico e quel suo fraterno gesto di accogliere alcuni ospiti presso l'Ordinariato militare, facendo gli onori di casa come se fossero stati accolti nella Sede nazionale del Rinnovamento. Infine, il Presidente RnS afferma: «Rispondo "sì" al comune desiderio di organizzare un Seminario di vita nuova nello Spirito "insieme"», per i militari e per le loro famiglie.
 

(09.12.2014)