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Il nostro "sì" deve cambiare la storia 
Relazione conclusiva del Presidente Martinez
38a Conferenza Nazionale Animatori - Clicca per ingrandire...

«Se Papa Francesco dice: "Io sono una missione", ognuno di noi deve dire: "Io sono una missione chiamata Rinnovamento nello Spirito!". Il tipografo divino, lo Spirito Santo, metta nel nostro cuore con l'inchiostro indelebile dell'amore l'espressione "Rinnovamento nello Spirito", come l'ha ispirata al nostro Pontefice». Nella sua relazione conclusiva - dal titolo "Andate e fate discepoli tutti i popoli... ed ecco io sono con voi tutti i giorni" (cf Mt 28, 19-20) - Salvatore Martinez declina le sei consegne che Papa Francesco ha dato al Rinnovamento all'Olimpico di Roma, in occasione della 37ª Convocazione nazionale. Sei parole nelle quali - dice il Presidente RnS - «è scritto il nostro operare»: conversione, Seminari di vita nuova, parola di Dio, unità, ecumenismo spirituale, poveri. «Noi partiamo da qui - afferma - per gridare gioiosamente la nostra piena adesione alla Chiesa, alla Chiesa di Papa Francesco, alla Chiesa sognata dal Concilio vaticano II, alla Chiesa che ci hanno consegnato i nostri padri e che anche io vi consegno. Siete un'orchestra, ci ha detto il Pontefice riferendosi alla pluralità dei carismi, e il tono lo decide lo Spirito Santo. Non ci stanchiamo di amarlo, lasciandoci dirigere da Lui!».

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Continua Martinez a proposito dell'evangelizzazione: «I padri della Chiesa ci dicono che il linguaggio è la vergogna di Dio, il quale, ineffabile, è costretto nelle parole umane. Chi libererà questa Parola? In quanti modi ci è chiesto di comunicare il Vangelo!». E a questo proposito pronuncia un'espressione facile da ricordare, che definisce delle "4 c": «La Parola è Cristo, comunicato in comunione, attraverso comunità. Poiché siamo responsabili gli uni degli altri, la vita e la salvezza del fratello ci appartengono. Giovani e vecchi insieme, siamo guardiani di una storia, guardiani del Rinnovamento... Il Rinnovamento è questo messaggio di umiltà - continua citando uno dei padri, don Dino Foglio. La gabbia dello Spirito Santo si apre da sola, non può essere forzata. Ci si accosta alle "cose di Dio" con umiltà e preghiera, che sono le fonti della conversione. Dice Papa Francesco che lo Spirito è inesauribile sorgente di vita, che si genera e si rigenera. Per questo siamo di fronte a un Rinnovamento sempre nuovo e dobbiamo tornare a casa - prosegue rivolgendosi all'assemblea degli animatori RnS - con un Gesù nuovo. Ho scritto 25 libri sul Rinnovamento eppure, anno dopo anno, so, come diceva Socrate, di non sapere; so che ciò che non ho visto è più di quanto ho già esperimentato».

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Martinez si sofferma sui Seminari di vita nuova che il Papa ha chiesto al Rinnovamento di diffondere capillarmente nella Chiesa: «Prima, l'esperienza del Seminario, poi verranno tutte le decisioni - dichiara -, perché solo quando l'esperienza ti tocca il cuore, solo quando "hai visto e gustato" Gesù, non hai più tempo per ragionare o calcolare. Siamo nati dalla volontà dello Spirito e nessuno deve mettersi contro questa volontà. La volontà di Dio richiede ascolto, discernimento, studio, storia, deposito. Siamo giunti ormai a 50 anni di fiumi che scorrono, una corrente di grazia che è corrente di carismi», continua il Presidente parlando delle nuove sfide che il Rinnovamento ha davanti a sé. Tra queste, primaria, far fronte alla povertà diffusa, innanzitutto spirituale: «A che serve - dice - che vengano a me, se io non torno da loro, dagli immigrati, dai carcerati, dai poveri con soluzioni? Dobbiamo andare - esorta con forza ricordando l'urgenza della consegna di Papa Francesco di rispondere alle esigenze dei poveri. Dobbiamo andare tutti, non solo gli specialisti! Ognuno di noi deve avere un povero da incontrare; ogni gruppo deve scegliere una povertà materiale, spirituale, da incontrare e vincere. E quanti poveri in mezzo a noi - denuncia! Segno di una politica, di un'economia cieche perché atee. E atee significa che non amano». Perché l'amore ha un costo: «Per amare bisogna soffrire».

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Affrontando il tema delle elezioni per il quadriennio che sta per aprirsi, Martinez ha spiegato: «Chi dirà "sì", i nuovi pastori, i nuovi responsabili, lo deve dire in una pienezza di fede, di gioia, di amore, che devono cambiare la storia. Diceva il vescovo Helder Camara nei Documenti di Malines: "Nessuno di noi è senza amore. Nessuno è così ricco da non poter ricevere amore e nessuno è così povero da non poter fare un regalo al ricco". E noi siamo ricchi di Dio. La vera questione morale nella Chiesa è un Vangelo senza amore, un gruppo senza amore, una famiglia senza amore. Un Vangelo scaduto nella profezia, scaduto nell'incarnazione, che non si può gustare». Martinez invita a fare attenzione, «perché la fede senza l'amore ci rende egoisti, soli». E sulla dimensione fraterna è chiaro: «L'unità deve prevalere sul conflitto. Tutte le forme di aggregazione e di esplicitazione dei carismi sono legittime e tutte devono imparare a coesistere. Certo, questo richiede molto lavoro, ma la soluzione è una: la carità. Vale il mio amore, non il mio ruolo. Nessun membro del Rinnovamento - dice citando p. Natale Merelli, della prima generazione dei carismatici - può sottrarsi a questa dimensione comunitaria». Al termine ricorda che l'effusione dello Spirito, per essere autentica, deve cambiare radicalmente la vita e, lasciando alcune consegne all'assemblea, conclude: «Lo Spirito dia vista ai nostri occhi, libertà al nostro cuore, forza alla nostra volontà».

Lucia Romiti

 

(08.12.2014)