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Forti echi di umili voci 
Celebrazione eucaristica presieduta da don Guido Maria Pietrogrande
38a Conferenza Nazionale Animatori - Clicca per ingrandire...

«Com'è consolante la parola di Dio. "Consolare" è proprio il verbo utilizzato dal profeta Isaia quando dice: "Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio" (cf 40, 1). E c'è un intero popolo che aspetta consolazione». Con queste parole don Guido Pietrogrande, consigliere spirituale nazionale, ha aperto la sua omelia nel corso della Celebrazione eucaristica nella terza giornata della Conferenza. «Consolare - ha spiegato don Guido -, significa fortificare. Lo Spirito Santo è il Consolatore, e lo Spirito ci fortifica, annulla la paura della Croce. Ci chiama a consolare gli altri e, allo stesso tempo, a chiedere consolazione per se stessi, a chiedere forza per superare questa grande Prova, perché chi ne fugge non potrà arrivare alla vittoria».

Sfiducia, distrazione: sono molti gli ostacoli che, troppo spesso, ci impediscono di ascoltare distintamente il grido del Signore, un grido potente eppure non più forte di un sussurro: «Tu devi alzare la tua voce. Tu che gridi hai una voce forte ma umile, che arriva dritta a coloro che sono spossati». Il Signore ci chiama a preparare una strada. E questo significa agire in piano, tracciare un sentiero che sia retto, privo di ostacoli, di colli oscuranti o avvallamenti insidiosi: «Siano innalzate le valli, che spesso non sono altro che depressioni spirituali, rese aride dalla mancanza di passione e slancio anche nel parlare di cose sante. E a te, che sei ancora nella valle, il Signore sta dicendo: "Voglio consolarti!". Siano abbassati i colli, che troppe volte ci elevano eccessivamente, come l'olio si solleva sino alla superficie dell'acqua, invece di mescolarvisi come il sale». Gli ostacoli, i ciottoli che il sentiero può nascondere, spesso si annidano in un'eccessiva sicurezza: «Il ciottolo - ha spiegato il Consigliere - è lo scandalo. Chi si sente troppo sicuro inciampa nello scandalo, va fuori strada e tende a portare fuori strada».

38a+Conferenza+Nazionale+Animatori

In un tempo di vigilanza e attesa, che ci approssima a una festa, giunge un momento di discernimento, di comprensione sulla nostra vera volontà di rispondere all'invito di Gesù: «La tua voce umile non è che un soffio. È un fil di voce ma più potente di qualsiasi altro. Ogni responsabile dovrebbe avere questa voce e, se non si è possessori di buone notizie, si taccia; se non si ha il Vangelo nel cuore, si taccia. È Dio che si fa strada nella tua voce, ed è bello quando in gruppo, quando sono tante voci a tacere, si alza l'umile e potente grido "Gesù è qui!". Ecco il nostro Dio!». Gridare la presenza di Gesù «fa nascere sante intuizioni, ognuno potrà dirsi salvato. Rende belle le riunioni di gruppo perché, alla fine, si potrà dire di essere stati "in udienza" da Gesù».

Il mondo è colmo di deserti, distese aride che aumentano di giorno in giorno, alimentate da leggi insipienti, in attesa di ricevere consolazione, di vedere dei fiori crescere e colorare le sue dune: «È in questi deserti che dobbiamo gridare, è qui che Dio fortifica la nostra voce. È per questo che sei un animatore... Credi che questo deserto possa fiorire?». Responsabilità significa accompagnamento, saper condurre come un pastore amorevole, cercando il proprio modello nell'esempio supremo: «Preparati, animatore, con umiltà - ha concluso don Guido -, qualora dovesse essere il tuo momento. Mettiti davanti al buon Pastore e chiedigli di avere qualche sua fisionomia. Solo allora il popolo sarà davvero consolato».

Il saluto di Salvatore Martinez a don Guido Pietrogrande

Al termine della Santa Messa, Salvatore Martinez, presidente nazionale, ha rivolto affettuose parole di saluto e ringraziamento al Consigliere spirituale. Ma, ancor più che nelle parole, il saluto del Presidente si riassume in un semplice quanto significativo dono, a dimostrazione di come l'impegno sostenuto da don Guido abbia risposto a una difficile consegna nel corso dei suoi quattro anni di servizio: un bastone di legno, a simboleggiare come l'importanza del pastore risieda nella sua umiltà, nel saper condurre il suo gregge con nient'altro che un semplice strumento, che consenta di radunare il proprio popolo e sostenere se stessi. Infine, Martinez cita ancora il profeta Isaia, a proposito del ringiovanimento degli anziani, ricordando l'ormai prossimo ottantesimo compleanno di don Guido Pietrogrande, anticipandogli un ringraziamento solenne e un altro piccolo ma moderno dono: un personal computer, consegnatogli dal direttore Marcella Reni e da Carla Osella, delegata area formativa.

Damiano Mattana

(07.12.2014)