«Com'è
consolante la parola di Dio. "Consolare" è proprio il verbo utilizzato dal
profeta Isaia quando dice: "Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio"
(cf 40, 1). E c'è un intero popolo che aspetta consolazione». Con queste parole
don Guido Pietrogrande, consigliere spirituale nazionale, ha aperto la sua
omelia nel corso della Celebrazione eucaristica nella terza giornata della
Conferenza. «Consolare - ha spiegato don Guido -, significa fortificare. Lo
Spirito Santo è il Consolatore, e lo Spirito ci fortifica, annulla la paura
della Croce. Ci chiama a consolare gli altri e, allo stesso tempo, a chiedere
consolazione per se stessi, a chiedere forza per superare questa grande Prova,
perché chi ne fugge non potrà arrivare alla vittoria».
Sfiducia,
distrazione: sono molti gli ostacoli che, troppo spesso, ci impediscono di
ascoltare distintamente il grido del Signore, un grido potente eppure non più
forte di un sussurro: «Tu devi alzare la tua voce. Tu che gridi hai una voce
forte ma umile, che arriva dritta a coloro che sono spossati». Il Signore ci
chiama a preparare una strada. E questo significa agire in piano, tracciare un
sentiero che sia retto, privo di ostacoli, di colli oscuranti o avvallamenti
insidiosi: «Siano innalzate le valli, che spesso non sono altro che depressioni
spirituali, rese aride dalla mancanza di passione e slancio anche nel parlare
di cose sante. E a te, che sei ancora nella valle, il Signore sta dicendo:
"Voglio consolarti!". Siano abbassati i colli, che troppe volte ci elevano
eccessivamente, come l'olio si solleva sino alla superficie dell'acqua, invece
di mescolarvisi come il sale». Gli ostacoli, i ciottoli che il sentiero può
nascondere, spesso si annidano in un'eccessiva sicurezza: «Il ciottolo - ha
spiegato il Consigliere - è lo scandalo. Chi si sente troppo sicuro inciampa
nello scandalo, va fuori strada e tende a portare fuori strada».
In
un tempo di vigilanza e attesa, che ci approssima a una festa, giunge un
momento di discernimento, di comprensione sulla nostra vera volontà di
rispondere all'invito di Gesù: «La tua voce umile non è che un soffio. È un fil
di voce ma più potente di qualsiasi altro. Ogni responsabile dovrebbe avere
questa voce e, se non si è possessori di buone notizie, si taccia; se non si ha
il Vangelo nel cuore, si taccia. È Dio che si fa strada nella tua voce, ed è
bello quando in gruppo, quando sono tante voci a tacere, si alza l'umile e
potente grido "Gesù è qui!". Ecco il nostro Dio!». Gridare la presenza di Gesù
«fa nascere sante intuizioni, ognuno potrà dirsi salvato. Rende belle le riunioni
di gruppo perché, alla fine, si potrà dire di essere stati "in udienza" da
Gesù».
Il
mondo è colmo di deserti, distese aride che aumentano di giorno in giorno,
alimentate da leggi insipienti, in attesa di ricevere consolazione, di vedere
dei fiori crescere e colorare le sue dune: «È in questi deserti che dobbiamo
gridare, è qui che Dio fortifica la nostra voce. È per questo che sei un
animatore... Credi che questo deserto possa fiorire?». Responsabilità significa
accompagnamento, saper condurre come un pastore amorevole, cercando il proprio
modello nell'esempio supremo: «Preparati, animatore, con umiltà - ha concluso
don Guido -, qualora dovesse essere il tuo momento. Mettiti davanti al buon
Pastore e chiedigli di avere qualche sua fisionomia. Solo allora il popolo sarà
davvero consolato».
Il saluto di Salvatore Martinez a
don Guido Pietrogrande
Al
termine della Santa Messa, Salvatore Martinez, presidente nazionale, ha rivolto
affettuose parole di saluto e ringraziamento al Consigliere spirituale. Ma,
ancor più che nelle parole, il saluto del Presidente si riassume in un semplice
quanto significativo dono, a dimostrazione di come l'impegno sostenuto da don
Guido abbia risposto a una difficile consegna nel corso dei suoi quattro anni
di servizio: un bastone di legno, a simboleggiare come l'importanza del pastore
risieda nella sua umiltà, nel saper condurre il suo gregge con nient'altro che
un semplice strumento, che consenta di radunare il proprio popolo e sostenere
se stessi. Infine, Martinez cita ancora il profeta Isaia, a proposito del
ringiovanimento degli anziani, ricordando l'ormai prossimo ottantesimo
compleanno di don Guido Pietrogrande, anticipandogli un ringraziamento solenne
e un altro piccolo ma moderno dono: un personal
computer, consegnatogli dal direttore Marcella Reni e da Carla Osella, delegata
area formativa.
Damiano
Mattana