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Dio prende l’iniziativa 
Relazione del Coordinatore nazionale sul servizio pastorale
38a Conferenza Nazionale Animatori - Clicca per ingrandire...

Festa e memoria sono le parole che fanno da leitmotiv alla terza giornata della 38a Conferenza nazionale animatori: festa, che viene celebrata nel corso della serata speciale organizzata in occasione del 30° anniversario delle Edizioni RnS e della Rivista Rinnovamento nello Spirito Santo; memoria, per quanto il Signore ha compiuto attraverso il Rinnovamento e quei "padri illustri" che hanno contribuito a scriverne la storia. Ma festa e memoria, passato e presente, sono il terreno da cui ripartire per guardare al futuro, ai nuovi impegni pastorali che attendono il Rinnovamento nello Spirito nei prossimi appuntamenti rappresentati innanzitutto, in ordine di tempo, dal rinnovo degli Organismi pastorali. Quelle che comunemente vengono definite "elezioni" ma che, nel significato profondo di ciò che rappresentano, sono segni autentici del discernimento comunitario necessario perché si comprenda l'opera di Dio già iniziata e non ancora rivelata. «È Dio che ci costituisce, che ci elegge, che ci invia, che ci chiede di portare molto frutto», ha esordito il presidente Martinez introducendo Mario Landi. Al Coordinatore nazionale, infatti, è stata affidata la rilettura del servizio pastorale e dei nuovi profili di animazione e responsabilità alla luce del documento pastorale La gioia di servire. «Io vi ho scelti e vi ho costituiti perché andiate e portiate molto frutto» (cf Gv 15, 16) è il tema che ha guidato la sessione, nel corso della quale Landi ha analizzato in quattro step le parole del vangelo di Giovanni: "vi ho scelti", "vi ho costituiti", "perché andiate", "portiate frutto".

«Non c'è possibilità di comprendere il profilo pastorale se non contestualizziamo l'impegno del profilo pastorale», ha esordito il Coordinatore nazionale, che ha fatto riferimenti allo Statuto, al Regolamento, al documento pastorale La gioia di servire, «strumenti attuativi di tutta la vita del Movimento». Vita del Movimento che, partendo dalla sua identità di "corrente di grazia", non può prescindere da tre criteri: identità carismatica, movimento ecclesiale, unità. «Dio prende l'iniziativa per primo, ogni realtà carismatica è opera di Dio stesso. Lo Spirito Santo soffia dove vuole (cf Gv 3): la corrente di grazia si muove liberamente perché è libera iniziativa di Dio, e non può esistere realtà sociologica che guidi l'iniziativa di Dio; ma quando la corrente di grazia si incarna, questa diventa movimento ecclesiale. Senza incarnazione, la corrente di grazia è spiritualismo, non spiritualità».  

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La corrente di grazia si incarna nello spazio e nel tempo: in questa accezione, è regno di Dio che avanza nella storia attraverso le opere. «Le opere di Dio hanno bisogno di strumenti concreti per realizzarsi. L'Associazione è frutto di un cammino che parte dalla corrente di grazia ma che, poi, ha la necessità di strutturarsi in un Movimento dotato di organizzazione e regole, necessari per svolgere la sua missione concreta nella storia. Regole, organizzazione - di cui abbiamo bisogno - non devono però diventare eccessivi, rendendo le strutture più importanti della corrente di grazia e della missione».

La condivisione della grazia del Rinnovamento comporta, ad extra, la messa in opera di quel progetto di evangelizzazione - di cui il Seminario di vita nuova è uno degli strumenti principali - che, come indicato anche da Papa Francesco, ha nei poveri, nella loro carne ferita, i "prossimi" a cui deve guardare il Movimento: «Questo è il vostro percorso: cura dei  poveri e dei bisognosi e accoglienza degli emarginati... Avvicinatevi ai poveri, ai bisognosi, per toccare nella loro carne la carne ferita di Gesù» (Stadio Olimpico, Roma, 1 giugno). In questo modo si incarna quel senso profondo dell'essere e del farsi missione, come indicato in conclusione dal Coordinatore nazionale: «La missione al cuore del popolo non è una parte della mia vita... Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo. Bisogna riconoscere se stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare, liberare» (Evangelii gaudium, n. 273).

Elsa De Simone

 

 

(07.12.2014)