«Chi
è triste in giorno di domenica commette peccato» diceva san Basilio. Con questa
esortazione alla gioia, l'équipe di animazione dà inizio alla Preghiera
comunitaria carismatica del terzo giorno della Conferenza nazionale animatori. Ciascuno
viene invitato ad accogliere il fratello che gli sta accanto con le parole di san
Serafino di Sarov: «Gioia mia: Cristo è risorto!» e in questo clima si innalza
una lode nuova.
La
forza della lode porta ad alzare lo sguardo verso la croce di Cristo, per
ricevere dal suo costato lo Spirito Santo che rivela l'amore di un Dio che
muore in croce per i suoi figli.
La
preghiera continua con l'invocazione dello Spirito di santità che "fa scaturire
dal cuore il canto dell'Agnello"; un'invocazione seguita da un intenso e
prolungato canto in lingue che prepara i cuori ad accogliere la Parola: «E venne una voce dal cielo: "Tu sei il
Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento"» (Mc 1, 11).
«Questa
voce è per ciascuno di noi - annuncia un animatore dal palco - perché in
ciascuno di noi vive Gesù, il figlio amato». Con le mani aperte i presenti,
invitati dall'équipe di animazione, invocano l'amore del Padre sulle persone
care, sui familiari, sui fratelli del gruppo e anche sui rapporti feriti,
perché l'amore del Padre possa guarirli.
Al
termine di questo momento di intercessione giunge la Parola del profeta
Ezechiele: «Riconoscerete che io sono
il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri,
o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare
nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò»
(Ez 37, 13-14).
Una
Parola che svela ai presenti la loro identità: uniti a Cristo nella sua morte e
risurrezione, costituiti per mezzo del suo Spirito, un popolo di salvati.
Anna Pugliese e Sandro Gallo
(07.12.2014)