Nella seconda giornata della 38ª Conferenza
nazionale animatori, mons. Francesco Lambiasi torna, come un accogliente e
umile padrone di casa, a presiedere la Concelebrazione eucaristica.
"Messaggio e missione di Gesù" al centro della sua
omelia, che il Vescovo di Rimini approfondisce attraverso le parole di Matteo:
«Gesù percorreva tutte le città e i villaggi della Galilea, insegnando nelle
loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e guarendo ogni malattia e ogni
infermità» (cf 10, 35). Con questo versetto, l'Evangelista apre e chiude la
sezione dei capitoli in cui si mette in risalto l'attività di insegnamento e
quella taumaturgica, di guarigione, di Gesù. Egli, costantemente in cammino,
"annunciava" il regno di Dio e "guariva" i malati.
Fulcro del Suo messaggio è proprio questo: il Regno
dei cieli è vicino. Ma Gesù, nel suo annuncio - continua mons. Lambiasi - «non
insegna una visione del mondo... né propone un blocco di verità religiose e
morali frutto di sue riflessioni...: Gesù si presenta piuttosto come il
Messaggero di un evento appena incominciato e ormai in pieno svolgimento...
Quello di Gesù, prima di essere un insegnamento, è un grido di gioia: "Ecco
viene il regno di Dio"!».
Gesù afferma che la storia è a una svolta decisiva:
il regno di cui parla l'Evangelista è il regno di Dio sulla terra.
E Gesù inaugura la sua missione con "guarigioni
prodigiose e opere potenti" che compie non per il proprio interesse o a scopo
punitivo, ma per misericordia. Il fuoco della sua opera evangelizzatrice è la
compassione e la misericordia.
«Ogni gesto di tenerezza compiuto da Gesù non è una
connotazione accidentale periferica della sua personalità..., ma è una dimensione
connessa con la perfetta somiglianza con il suo Abbà, tenerissimo e misericordioso». Gesù afferma con le parole che
il regno di Dio è vicino e lo manifesta con opere concrete. Predicazione e
miracoli sono strettamente connessi. La Parola converte e guarisce. E Gesù
affida ai suoi discepoli lo stesso mandato di annunciare la Parola e guarire,
perché gratuitamente si riceve e gratuitamente dobbiamo dare.
«Noi siamo i messaggeri, gli annunciatori - ha
concluso il Vescovo di Rimini -, non i registi; noi siamo i portavoce della sua
Parola non i committenti che gli passano la notizia; noi siamo chiamati a
preparagli la strada e non a sostituirci a colui che viene. Il Signore si fida
anche di noi... Mettiamoci in cammino: il regno di Dio non è poi così lontano».
Il saluto
di Salvatore Martinez a mons. Lambiasi
Il presidente Martinez, nel ringraziare mons.
Lambiasi, ricorda le parole di approvazione del Vescovo quando gli comunicò il
"trasferimento" della Convocazione dalla sua diocesi di Rimini allo Stadio
Olimpico di Roma. «Lo scorso 1 giugno - ha continuato Salvatore Martinez - Papa
Francesco ha detto una cosa che ci ha segnato profondamente...: "Nati per volontà
dello Spirito, voi siete una corrente di grazia nella Chiesa e per la Chiesa"... Sappiamo,
dunque, quanto sia grande il portato di questo mandato che Papa Francesco ci
assegna, e quanto sia difficile essere testimoni di questa spiritualità
carismatica». E proprio il passaggio dal "messaggio" al "Messaggero", che mons.
Lambiasi ha minuziosamente approfondito, ci fa capire che «ci sono oggi i "messaggeri
dello Spirito" e quanto coraggio abbia Gesù a fidarsi di noi».
Guardando al ministero, alla fine del quadriennio
pastorale, il presidente Martinez si è chiesto se siamo ancora degni di essere
portatori dello Spirito. Infine, ricordando l'incontro con Papa Francesco (di
venerdì 5 dicembre), Martinez ha chiesto a mons. Lambiasi il dono di pregare
per una rinnovata effusione dello Spirito affinché si risvegli l'unzione
carismatica.