Una cappellina, quella allestita nel Palacongressi di Rimini, gremita di gente e di cuori pulsanti. Sono quelli dei volontari del Servizio, ancora una volta giunti a Rimini per essere strumento di Dio, per diventare le sue stesse mani e la sua voce nell'accogliere i fratelli che parteciperanno alla 38ª Conferenza nazionale animatori.
E il primo a servire è proprio don Guido Pietrogrande, consigliere spirituale nazionale, celebrando la Santa Messa dedicata a tutti i volontari del Servizio. Devono essere proprio loro i primi «a "entrare" in quello che è il Messaggio della Conferenza: un'occasione - ha detto don Guido - anche per purificare le nostre intenzioni, le nostre coscienze. Abbiamo sempre bisogno che "l'acqua viva" che rigenera venga a ricordarci ancora una volta che siamo figli di Dio e ad aiutarci a vivere come tali».
E, attraverso il vangelo di Matteo, don Guido sottolinea l'importanza dell'ascolto della Parola, fondamentale per la vita di ogni cristiano. Prima di riflettere sulle parole dell'Evangelista, il Consigliere nazionale esorta tutti i presenti a porsi una domanda: vogliamo davvero costruire una "casa", cioè siamo realmente intenzionati a edificarci secondo un progetto di Dio?
Quella che ci offre il Signore è una "casa" la cui costruzione non necessita né di soldi, né di un terreno ma semplicemente dell'ascolto della Parola. «Chi ascolta saprà distinguere il terreno buono da quello cattivo», continua il Consigliere nazionale, riferendosi non solo all'ascolto della Parola scritta, ma anche agli avvenimenti operati dal Signore nella nostra vita. Lo Spirito Santo ci aiuterà a comprendere ogni piccolo segno attraverso cui ci parla il Signore.
Dunque, è fondamentale costruire la propria casa sulla roccia, la Parola di Dio, la sua volontà. Ed è proprio nell'identità dei volontari l'inclinazione a seguire un progetto, una necessità. Ma cosa o chi muove veramente queste "necessità"? Per noi questo bisogno deve essere «Gesù che parla». «Considerate questi giorni - ha detto don Guido rivolgendosi agli "apripista della Conferenza" - come un esercizio pratico di quel desiderio di essere volontari che vi deve accompagnare anche quando non c'è un evento specifico; essere volontari non è indossare un fratino ma una risposta all'ascolto del Signore che in qualche modo ci ha chiesto di essere così», servitori. Proprio per questo, il volontario non può essere tale solo nell'istante in cui indossa la divisa che identifica il suo servizio, ma lo deve essere sempre e questa esperienza deve aiutare a maturare come cristiani.
«Il Rinnovamento ha bisogno di persone che hanno costruito la loro casa sulla roccia - ha continuato don Guido riprendendo il passo del vangelo di Matteo -, di persone che stanno in piedi, di persone salde, costanti; di persone che hanno colto che questa è la strada che Dio ha tracciato per loro. Così il Rinnovamento diventa una grazia per costruire la nostra casa sulla roccia». Dio ci parla nella preghiera ma la preghiera deve diventare operosità che ha senso, che è ben organizzata, rispettosa, affinché sia proprio questo il terreno - che il Signore ha pagato con il suo sangue - il luogo su cui costruire la nostra vita.
Poi, rivolgendosi anche ai membri di Comitato nazionale, giunti alla fine del loro mandato pastorale, don Guido ha concluso: «Quanto questo momento è vissuto con grande responsabilità e con quella costanza del cammino che impedisce ogni scoraggiamento e ogni resa incondizionata alla stanchezza?». Poi, rivolgendosi a tutti i presenti, ha domandato: «E tu, dove stai costruendo la tua vita?».
Daniela Di Domenico