22 luglio 2014
LA NUOVA BUSSOLA
QUOTIDIANA – L’incontro “segreto” di Papa Francesco a Caserta
Nel 1996, per i tipi delle Edizioni Messaggero Padova,
pubblicavo un volume dal titolo Aspettando la Pentecoste. Il quarto
ecumenismo. Intervista a Matteo Calisi e Giovanni Traettino. Con il
libro-intervista, che ebbe notevole risonanza negli ambienti carismatici
cattolici e nel mondo protestante italiano, portavo all’attenzione generale –
naturalmente, d’accordo con gli intervistati – un dialogo cui avevo partecipato
negli anni precedenti, e che si era svolto lontano dai riflettori dei media
come dall’ecumenismo «ufficiale», fra una parte significativa del mondo
carismatico cattolico e alcuni protestanti pentecostali. Nello stesso anno,
dava notizia del dialogo di cui era protagonista il pastore Traettino la
rivista più letta nel mondo pentecostale e carismatico americano, Charisma.
Di qui è iniziato un lungo cammino, che è passato per la
Buenos Aires dell’allora cardinaleBergoglio e che il 28 luglio culminerà
nella prima visita privata di un Papa a un pastore pentecostale. In quella data
Francesco si recherà infatti per un incontro «privatissimo» con Traettino a
Caserta, dove il Papa sarà già due giorni prima, il 26 luglio, in una visita
pubblica che secondo i vaticanisti sarebbe stata concordata per non dare
l’impressione di uno sgarbo ai casertani cattolici, i quali avrebbero potuto
pensare che, guardando alla loro città, il Pontefice pensasse anzitutto ai
protestanti.
Perché il Papa va a trovare un pastore pentecostale,
rischiando di scontentare sia alcuni cattolici, sia alcuni
pentecostali e protestanti ultra-conservatori ostili all’ecumenismo che su
Internet già parlano di «scandalo», «vergogna» e riconoscimento implicito del
ruolo del Papa da parte di Traettino? Per rispondere a questa domanda occorre
raccontare una storia non breve, in cui ho avuto – come accennavo – una piccola
parte anch’io. Ma, anzitutto, occorre ricordare chi sono i pentecostali
protestanti.
Il pentecostalismo è una forma nuova di protestantesimo,
che nasce all’inizio del XX secolo – certo con una preparazione nei
decenni precedenti – ed è caratterizzato da una diffidenza nei confronti delle
denominazioni e organizzazioni protestanti esistenti, considerate
«addormentate» e poco capaci di entusiasmare ed evangelizzare, e da
un’attenzione speciale ai fenomeni di tipo carismatico. In particolare, i
pentecostali scoprono – o riscoprono, perché non mancavano precedenti sia
protestanti sia cattolici – il «dono delle lingue» o glossolalia, il quale non
consiste nel parlare lingue sconosciute, ma nell’emettere suoni e parole che
non corrispondono ad alcuna lingua nota e che diventano parte della preghiera.
Per i pentecostali il dono delle lingue è la prova che il fedele ha ricevuto il
«battesimo dello Spirito Santo», che non è un sacramento ma un’esperienza
persuasiva e coinvolgente d’incontro con Gesù Cristo nello Spirito.
Il pentecostalismo protestante ha avuto una crescita che
non è esagerato definire fenomenale. Dalle poche migliaia di seguaci che
aveva all’inizio del Novecento in un ristretto numero di località degli Stati
Uniti e della Gran Bretagna è arrivato oggi a oltre 600 milioni di fedeli,
quasi un terzo degli oltre due miliardi di cristiani presenti nel mondo, nonché
tre quarti dei protestanti, che sono circa 800 milioni. Come sempre avviene
nella storia del cristianesimo, nati per protestare contro le comunità
organizzate i pentecostali hanno prodotto anch’essi delle denominazioni, alcune
molto grandi come le Assemblee di Dio, che contano nel mondo trentacinque
milioni di fedeli e che in Italia, con oltre mille comunità locali e 150.000
fedeli, rappresentano circa la metà del pentecostalismo protestante presente
nel nostro Paese.
Sia nel mondo sia in Italia, alla prima ondata pentecostale
che è andata a costituire grandi denominazioni ne ha fatto seguito una
seconda, che in genere preferisce organizzarsi in comunità locali o in
federazioni dove ciascun gruppo locale mantiene un discreto grado di autonomia.
In Italia, un po’ più di metà dei pentecostali protestanti – che in totale sono
circa 313.000 – fa parte di questa seconda area, dove si colloca anche la
Chiesa Evangelica della Riconciliazione, che è il risultato della fusione del
Movimento Evangelico Internazionale Fiumi di Potenza e del Centro Italiano di
Comunione e Restaurazione, fondato all’inizio degli Anni '80 da Giovanni
Traettino, un pastore battista che – dopo un’esperienza politica nell’allora
Pci – era venuto in contatto con l’esperienza pentecostale in Inghilterra
e aveva ricevuto il «battesimo dello Spirito Santo» nel 1977.
All’origine dell’incontro fra i due gruppi pentecostali
ci sono ci sono fenomeni carismatici delleDales Bible Weeks, in
Inghilterra, dove tra l’altro nel 1977 alcuni partecipanti (in particolare
bambini) avevano affermato di aver visto angeli in volo sul grande capannone
che ospitava le riunioni. Alla settimana Dales del 1978 aveva partecipato
Geoffrey Allen, un missionario inglese di origine anglicana – in Italia dal
1971 –, che sarà poi decisivo per la nascita della Chiesa Evangelica della
Riconciliazione, con cui tuttora collabora. La comunità del pastore Traettino
conta oggi in Italia venticinque chiese locali, con un migliaio di fedeli.
Negli Anni '60 si verifica negli Stati Uniti, da cui poi
si estende a tutto il mondo, un fenomeno nuovo: sotto l’influsso di
predicatori, missionari e teologi pentecostali protestanti il «battesimo dello
Spirito Santo» e l’esperienza della glossolalia si diffondono a partire dal
1960 tra gli episcopaliani – la branca statunitense degli anglicani – e a
partire dal 1967 tra i cattolici (seguiranno poi anche gli ortodossi). Questi
episcopaliani e cattolici non intendono cambiare la loro identità religiosa e
diventare protestanti pentecostali, ma integrare alcuni modi di pregare e forme
di spiritualità all’interno della loro identità di origine. Per i cattolici,
l’incontro con i pentecostali protestanti è occasione di riscoprire elementi
della teologia e della devozione allo Spirito Santo già presenti nella loro
tradizione: per questo preferiscono essere chiamati «carismatici» anziché
«pentecostali» e danno vita al Rinnovamento Carismatico Cattolico, che in
Italia sarà chiamato Rinnovamento nello Spirito (RnS). I cattolici carismatici,
sia aderenti al RnS sia a comunità di alleanza che sperimentano forme diverse
di vita comune, sono oggi nel mondo oltre cento milioni.
La presenza dei pentecostali protestanti pone un evidente
problema all’ecumenismo. Gli specialisti distinguono due fasi del più
antico ecumenismo tra protestanti – una prima teologica e una seconda di
collaborazione missionaria, che però escludono i cattolici – e una terza che
cerca di coinvolgere nel dialogo anche la Chiesa Cattolica, particolarmente con
la fondazione nel 1948 del Consiglio Ecumenico delle Chiese (Cec, detto anche
in inglese Consiglio Mondiale delle Chiese), cui i cattolici non aderiscono ma
con cui a partire dagli anni 1950 sviluppano rapporti intensi e cordiali. Per
un ecumenista cattolico, da decenni, dialogare con i protestanti vuol dire dialogare
con le comunità «storiche» – luterani, calvinisti e così via, oltre agli
anglicani, che tecnicamente non sono protestanti – che fanno parte del
Cec.
Tuttavia, a partire dagli Anni '70, le comunità del Cec
diventano minoritarie all’interno del mondo protestante, perché
soprattutto negli Stati Uniti e nel Terzo Mondo crescono gruppi conservatori,
nel cui ambito si situa anche la grande maggioranza dei pentecostali, i quali
non vogliono aderire al Cec cui rimproverano posizioni eccessivamente progressiste
e «liberali» in materia di teologia, morale, vita e famiglia. Oggi molte
comunità del Cec accettano l’aborto, e alcune anche i «matrimoni» omosessuali.
Il Cec è ridotto tuttavia a rappresentare meno di un quarto dei protestanti
mondiali. Gli altri tre quarti – «evangelicali», cioè conservatori (parola che
traduce meglio l’inglese «evangelical» che non «evangelico», usato in italiano
come semplice sinonimo di «protestante»), tra cui ci sono molti pentecostali –
restano fuori del Cec e si sono anche dotati di organismi di cooperazione
alternativi.
Molti specialisti cattolici di ecumenismo, formati a una
scuola per cui il Cec «era» il mondo protestante, a lungo hanno
continuato a ignorare la condizione sempre più minoritaria del protestantesimo
«storico» e sono stati riluttanti a dialogare con i pentecostali – cioè,
ripetiamolo, con la maggioranza assoluta dei protestanti mondiali – perché non
li conoscevano e li trovavano «strani», talora anche per pregiudizi ideologici
progressisti, sulla base dei quali il dialogo con il Cec «avanzato» e
«liberale» in campo teologico e morale andava comunque preferito a quello con
le «sette» evangelicali e pentecostali, per definizione reazionarie e retrive
se non agenti del Partito Repubblicano americano. Dal canto loro, molti
pentecostali nutrivano forti pregiudizi anticattolici – residuo del
protestantesimo conservatore da cui provenivano – o giudicavano la Chiesa
Cattolica come semplice parte di una galassia progressista, di dubbia
ortodossia morale e teologica, che comprendeva anche i protestanti «liberali»
con cui i cattolici dialogavano.
Benché non manchino gesti profetici – come l’invito ai
pentecostali a partecipare come osservatori, ma a titolo personale, al
Concilio Ecumenico Vaticano II – questa situazione di stallo si protrae per
molti decenni. La crosta – che induce a presentare come dialogo ecumenico
globale quello cui i pentecostali, cioè tre quarti dei protestanti e un terzo
dei cristiani del mondo, non partecipano – si rompe negli Anni '80 grazie al
Rinnovamento nello Spirito Cattolico, che condivide con i pentecostali alcuni
modi di pregare e sa come parlare con loro. Le prime esperienze strutturate e
significative, personalmente seguite e incoraggiate da san Giovanni Paolo II
(1920-2005), avvengono precisamente in Italia, tra comunità carismatiche
cattoliche e pastori pentecostali.
L’incontro nel 1981 fra un esponente delle comunità
carismatiche, Matteo Calisi di Bari, e il pastore pentecostale
Giovanni Traettino ha un ruolo cruciale in questo avvio di dialogo, che
maturerà lentamente – e non senza opposizioni, sia nel mondo cattolico sia in
quello dei pentecostali – fino alla costituzione negli Anni '90 di strutture
permanenti tra cui la Consultazione Carismatica Italiana, nata nel 1993.
Nello stesso anno, negli Stati Uniti, nasce quella che
oggi si chiama Alliance Defending Freedom, un
gruppo di leader cristiani e giuristi evangelicali – fra cui molti pentecostali
– e cattolici impegnati sul terreno concreto della difesa della libertà
religiosa, della vita e della famiglia. E nel 1995 un gruppo di leader
evangelicali, anche stavolta con molti pentecostali, e cattolici – fra cui
l’allora arcivescovo di New York, il cardinale John Joseph O’Connor (1920-2000)
– firma negli Stati Uniti un documento dal titolo «Evangelici e cattolici
insieme», che non piace a tutti – lo stesso Traettino, in Italia, lo trova
eccessivamente «politico» e funzionale a scopi, anche elettorali, tipicamente
americani – ma la cui sottoscrizione segnala comunque che molte cose sono
cambiate.
Qualche osservatore ha sostenuto che con Benedetto XVI,
il Papa tedesco, l’ecumenismo cattolico è tornato a concentrarsi sulle
sole comunità storiche, a partire dai luterani, tanto che gli incontri più
importanti tra comunità carismatiche cattoliche e pastori pentecostali aperti
al dialogo sono emigrati in America Latina, sotto l’egida del cardinale
Bergoglio, che lì ha conosciuto Traettino e ne è diventato amico. In realtà,
non solo ha continuato a incontrarlo anche in Italia – io stesso sono stato
relatore a un convegno ecumenico tenuto ad Assisi nel 2012 – ma lo stesso
Benedetto XVI, incontrando nel 2011 i luterani nel corso del suo viaggio in
Germania, ha detto loro che l’ecumenismo non poteva più ignorare l’«immenso
dinamismo missionario» delle nuove forme di cristianesimo che, pur non avendo
solo aspetti positivi, costituiscono anche una reazione salutare
all’«annacquamento» della dottrina e della morale proposto da una certa
teologia progressista.
Il dialogo fra cattolici e pentecostali protestanti presenta
ancora molti problemi. In campo pentecostale, è talora più facile con
i movimenti più piccoli che con le grandi denominazioni, e magari è più agevole
con un pastore indipendente che viene da un’esperienza politica di sinistra
come Traettino rispetto a leader statunitensi che si portano dietro il bagaglio
ingombrante di relazioni politiche a senso unico con gruppi e fondazioni dette
«di destra» ma qualche volta legate a potentati economici spesso ostili alla
Chiesa Cattolica e ambigui su molti temi morali. Tuttavia, la portata del gesto
di Papa Francesco non va sottovalutata. Ricorda a tanti professionisti
cattolici dell’ecumenismo che è stata definitivamente archiviata la stagione in
cui si potevano considerare il Cec e il protestantesimo progressista delle
comunità storiche come l’unico interlocutore del dialogo, liquidando la
maggioranza evangelicale e pentecostale come troppo conservatrice o
reazionaria.
23 luglio 2014
L’ESPRESSO – L’amico
segreto di Francesco a Caserta
Quando trapelò la notizia, confermata da padre Federico
Lombardi, che papa Francesco intendeva recarsi in forma privata a Caserta solo
per incontrarvi un suo amico, pastore di una locale comunità evangelica, il
vescovo della città, Giovanni D'Alise, cadde dalle nuvole. Non ne sapeva nulla.
Per di più, il papa aveva programmato questa sua puntata a Caserta proprio nel
giorno della festa di sant'Anna, patrona della città. Vistisi trascurati, tra i
fedeli ci fu la minaccia di una sollevazione. Ci volle una settimana buona per
convincere il papa a cambiare programma e a sdoppiare il viaggio in due
momenti: il primo, sabato 26 luglio, in forma pubblica per i fedeli casertani e
il secondo, in forma privata, il lunedì successivo per l'amico evangelico.
Erano mesi che Jorge Mario Bergoglio s'era prefissato di incontrare questa
persona. Ne aveva già fatto cenno il 15 gennaio a un gruppo di fedeli di
Caserta, dopo un'udienza generale in piazza San Pietro. Ne aveva riparlato il
19 giugno durante un incontro a Roma con alcuni pastori evangelici, tra i quali
proprio lui, l'amico casertano, Giovanni Traettino, conosciuto nel 2006 a
Buenos Aires in occasione di un dibattito con l'allora arcivescovo della
capitale argentina.
L'incontro di Caserta con il pastore Traettino non è infatti un episodio
isolato, ma fa parte di uno sforzo a più largo raggio che papa Francesco sta
compiendo per catturare le simpatie dei leader mondiali di quei movimenti
"evangelical" e pentecostali che soprattutto nell'America latina sono
i più temibili concorrenti della Chiesa cattolica, alla quale strappano masse
ingenti di fedeli.
I cristiani "evangelical" e pentecostali, sorti un secolo fa in
ambito protestante, hanno avuto una espansione spettacolare. Si calcola che
siano oggi quasi un terzo dei circa due miliardi di cristiani presenti nel
mondo, e tre quarti dei protestanti. Ma ve ne sono anche dentro la Chiesa
cattolica. Lo scorso 1 giugno papa Francesco ha incontrato nello stadio
olimpico di Roma 50 mila aderenti al Rinnovamento nello Spirito, che in Italia
è il più importante raggruppamento carismatico cattolico.
Tre giorni dopo, il 4 giugno, il papa ha incontrato a lungo nel residence di
Santa Marta alcuni leader "evangelical" degli Stati Uniti, tra i
quali il celebre televangelista Joel Osteen, il pastore californiano Tim
Timmons e il presidente dell'Evangelical Westmont College Gayle D. Beebe.
Il 24 giugno altro incontro. Questa volta con i televangelisti del Texas James
Robinson e Kenneth Copeland, col vescovo Anthony Palmer della Communion of
Evangelical Episcopal Churches, con i coniugi John e Carol Arnott di Toronto e
altri leader religiosi di spicco. C'erano anche Geoff Tunnicliffe e Brian C. Stiller,
rispettivamente segretario generale e "ambasciatore" della World
Evangelical Alliance. L'incontro è durato tre ore ed è continuato a pranzo, nel
refettorio di Santa Marta, dove il papa, tra grandi risate, ha battuto un
"cinque" a palme aperte con il pastore Robinson (vedi foto).
Copeland e Osteen sono sostenitori della "teologia della prosperità",
secondo cui più in ciascuno la fede cresce più cresce la ricchezza. Sono essi
stessi molto ricchi e conducono uno stile di vita dispendioso. Ma Francesco ha
loro risparmiato una predica sulla povertà.
Piuttosto – stando a quanto riferito dall'"ambasciatore" Stiller – il
papa ha loro assicurato: "Non sono interessato a convertire gli
'evangelical' al cattolicesimo. Su molti punti di dottrina non ci troviamo
d'accordo. Ci basta mostrare l'amore di Gesù".
Ma ha anche detto loro d'aver imparato dalla sua amicizia con il pastore
Traettino che la Chiesa cattolica, con la sua imponente presenza, fa troppo da
ostacolo alla crescita e alla testimonianza di queste comunità. E anche per
questo motivo aveva pensato di visitare la comunità pentecostale di Caserta:
"per chiedere scusa per le difficoltà date alla comunità".
Durante i pontificati di Giovanni Paolo II e più ancora di Benedetto XVI, gli
"evangelical" americani, generalmente piuttosto conservatori, avevano
attenuato il loro tradizionale antipapismo e trovato momenti d'incontro con la
Chiesa cattolica nella comune battaglia per la difesa della libertà religiosa,
della vita e della famiglia.
Su questi temi, nei suoi colloqui delle scorse settimane, papa Francesco non si
è soffermato.
Ma lo scorso marzo il papa ha anche incontrato brevemente, a Roma, la
religiosissima famiglia "evangelical" Green, proprietaria
dell'azienda Hobby Lobby, alla quale la corte suprema degli Stati Uniti ha dato
clamorosamente ragione a fine giugno nella sfida da essa lanciata contro la
legge voluta da Barack Obama che obbligava le aziende a includere
nell'assicurazione sanitaria dei dipendenti la copertura dei trattamenti
anticoncezionali e abortivi.
26 luglio 2014
CATHOLIC NEWS AGENCY – Pope Francis to meet with
evangelical pastor
Pope
Francis’ upcoming encounter with the evangelical Christian pastor Giovanni
Traettino continues the path of dialogue he has walked with evangelical denominations
since his time in Buenos Aires.
Pope Francis met Traettino in 2006, while he was Archbishop of Buenos Aires, at
the third fraternal meeting of the Renewed Communion of Evangelicals and
Catholics in the Spirit.
On that occasion, Cardinal Bergoglio gave a speech on themes such as God’s
embrace and the wounds of Christ. Kneeling down, he received the blessing of
pastors, priests, and lay people who attended the meeting.
In his intervention, Bergoglio prayed that “the Father close our mouth with an
embrace and unite us more and more.”
Other participants at the meeting included Fr. Raniero Cantalamessa, preacher
of the Pontifical Household and a member of Renewal in the Spirit, the most
widespread Catholic charismatic movement; Matteo Calisi, the then-president of
the Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowships;
and Giovanni Traettino, a leader of the Evangelical Church of the
Reconciliation in Italy.
Before he supported the Charismatic movement, Cardinal Bergoglio was indeed
very sceptical of it.
Pope Francis himself told the story of his “conversion” during the flight back
from World Youth Day in Rio de Janeiro on July 28, 2013.
“Back at the end of the 1970s and the beginning of the 1980s, I had no time for
charismatics,” the Pope said. “Once, speaking about them, I said: ‘These people
confuse a liturgical celebration with samba lessons.’ Now I regret it. Now I
think that this movement does much good for the Church overall.”
According to Pino Scufaro, coordinator of Renewal in the Spirit in Argentina,
Catholic charismatic movements in Argentina “started spreading more than 40
years ago.”
“The first communities of prayer were initiated by Trinitarian and Jesuits
religious,” he said.
That kind of spirituality was “unknown to the Catholic Church,” yet “quickly
and spontaneously grew, even if sometimes bearing the imperfections of every
new experience,” Scufaro said.
This is why Bergoglio, who was Jesuit provincial in Argentina at the time, “had
to reproach the charismatic prayer leaders,” Scufaro said.
With time, Bergoglio changed his mind, and started looking attentively to the
charismatic movements, both Catholic and Protestant.
The majority of Charismatic movements have Protestant roots. Pentecostalism is seemingly
the real star of the show in Latin America. A 2006 Pew Forum survey found that
45 percent of Brazilian Pentecostals were converts from Catholicism.
Bergoglio soon questioned the reason for Pentecostals’ increase. He found that
the reason was their enthusiasm in witnessing the faith.
Bergoglio’s reflections were also nurtured by the first meaningful and
structured experience of Catholic-Pentecostal dialogue, which took place in
Italy during the 1980s with the encouragement of St. John Paul II, and which in
1995 resulted in the joint document “Evangelicals and Catholics Together.”
The document was not unanimously appreciated, but the sociologist Massimo
Introvigne has stressed that “it was a signal that many things have changed,”
even if “the dialogue between Catholics and Protestant Pentecostals is still
problematic.”
Pope Francis took part in the convocation of the Catholic charismatic
movement Renewal in the Spirit in Rome June 1. He then met some U.S.
evangelical leaders on June 4. He had a three-hour meeting, including lunch,
with some of the most prominent American evangelical leaders June 24.
Pope Francis has prioritized dialogue with leaders of smaller evangelical
denominations, such as Traettino, who gained political experience in the ranks
of the Italian Communist Party before converting to Pentecostalism and founding
his community.
The Vaticanista Sandro Magister underscored in a July 23 article for
“L’Espresso” that the Pope’s meeting with Traettino in Caserta is not “an
isolated episode” but “part of a broader effort that Pope Francis is making to
win the favor of the worldwide leaders of those ‘evangelical’ and Pentecostal
movements which especially in Latin America are the most fearsome competitor of
the Catholic Church, from which they are snatching enormous masses of the
faithful.”
27 luglio 2014
AVVENIRE – Dal pastore
in forma private
Domani papa Francesco tornerà a Caserta, in forma
strettamente privata, per incontrare il pastore e amico Giovanni Traettino,
leader della Chiesa Evangelica della Riconciliazione, insieme ad altri
pastori e membri della realtà di matrice pentecostale. La conoscenza tra il
Pontefice e Traettino - il loro
abbraccio è stato ripreso dalle telecamere lo scorso 1° giugno allo Stadio
Olimpico di Roma, durante la convocazione nazionale
del Rinnovamento nello Spirito Santo - risale agli
anni in cui Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires. Traettino è stato un
precursore in Italia del dialogo tra i pentecostali e i carismatici
cattolici.
IL MATTINO – La Chiesa
evangelica di…
La
chiesa evangelica di via Feudo San Martino a Caserta si chiama chiesa della
Riconciliazione. Chissà se non sia stato un nome profetico. Perché la visita di
Papa Francesco, in forma «privatissima», che domani porterà il pontefice a
Caserta per la seconda volta in quarantotto ore, oltre a rispondere al progetto
di unità dei cristiani di diverse confessioni, può essere letto come un momento
di riconciliazione in senso più ampio e più storico.
La visita parte dal rapporto personale di Bergoglio con il pastore della chiesa
evangelica casertana, Giovanni Traettino, ai tempi di Buenos Aires. «Nel 1979
ho incontrato - è stato lo stesso pastore evangelico a spiegarlo al Mattino - i
fratelli di diverse matrici per affrontare la questione dell'unità delle chiese
cristiane. Spesso gli orgogli e le insicurezze bloccano questi processi».
Spesso è anche la diffidenza. Confessioni divise dalla questione mariana e la
questione dei santi, confessioni unite comunque dalla fede in Cristo. Quando
Papa Francesco incontrò Traettino nella residenza di Santa Marta, poco dopo la
sua elezione al soglio pontificio, nella chiesa evangelica casertana si
sussurrò che «se non fosse per la questione mariana, si potrebbe dire che
questo Papa ha uno stile evangelico».
Questioni di culto ma anche certamente di stile, con la ricerca di avvicinarsi
di più alla fede dei primi cristiani, e di allontanarsi da una liturgia che
talora ad alcuni sembra troppo mediata e lontana. Uno spirito simile
muove, e mosse al tempo della sua nascita, il movimento dei pentecostali, che
sta alla chiesa evangelica come oggi i movimenti cosiddetti del
rinnovamento dello Spirito o
carismatici stanno alla madre chiesa cattolica. Nati negli Usa, i
pentecostali conquistarono adepti anche in Europa. E in Italia attraverso gli
emigranti. Ma il loro modo di esprimere la spiritualità, ritenuto troppo
colorito e colorato, non piaceva al regime fascista.
Come dice il nome, i pentecostali pregano ispirandosi alla Pentecoste, la
discesa dello Spirito Santo, con tutto il suo portato di «doni»: il
parlare in lingue (verificabile soltanto quando di parlano lingue esistenti
anche se non conosciute a chi le utilizza, non verificabili quando si pronunciano
suoni sconosciuti a chiunque), il dono della profezia, le guarigioni. Cose poco
«italiche», parve al regime fascista, che le mise al bando.
Nell'ambito dell'incontro con Traettino Papa Bergoglio incontrerà anche la
comunità pentecostale. Un gesto fortemente voluto, tanto da rasentare
l'incidente diplomatico con la comunità cattolica casertana, poi evitato dalla
soluzione, immediata e sorprendente in perfetto Francesco style, di sdoppiare
la visita.
Domani dunque, l'abbraccio di Papa Francesco, oltre a segnare la volontà di
costruire una comunità cristiana unita, sarà in qualche modo anche un gesto
storico, un mea culpa per le persecuzioni subite dai pentecostali italiani: le
loro chiese furono chiuse ovunque e spesso a denunciarne la presenza al regime
attraverso l'Ovra furono proprio i parroci cattolici.
L'elicottero che trasporta il Santo Padre atterrerà in
mattinata nello spazio ex protezione civile di viale Carlo III a
Caserta. Da qui un'auto preleverà il pontefice per accompagnarlo attraverso una
strada privata direttamente a destinazione. L'incontro, a porte chiuse,
prevederà la partecipazione di circa duecento persone delle comunità religiose
evangeliche del territorio.
28 luglio 2014
AVVENIRE.IT – Seconda
visita a Caserta
Grande emozione. Grande gioia. Una giornata davvero
particolare. Per molti già di portata storica. Papa Francesco è tornato a
Caserta per la seconda volta. Lo ha fatto per andare a trovare un suo amico, il
pastore evangelico Giovanni Traettino. E poi, dopo un incontro strettamente
personale, ha anche incontrato la comunità protestante casertana, nella chiesa
evangelica ancora in costruzione.
Francesco, di fronte ai fratelli evangelici, ha chiesto "perdono" per
le leggi razziali che perseguitarono gli evangelici durante il fascismo. Lo ha
fatto nella Chiesa della Riconciliazione di Caserta, dove con il pastore
evangelico Giovanni Traettino ha parlato ai fedeli. Quelle leggi "sulla
purezza della razza", ha detto il Papa furono fatte da "quelli che
hanno perseguitato e denunciato i fratelli pentecostali perchè erano quasi
pazzi e rovinavano la razza. Io sono pastore dei cattolici e vi chiedo perdono
per quello. Vi chiedo perdono per quei fratelli e sorelle cattolici che sono
stati tentati dal diavolo".
All’incontro, nella Chiesa pentecostale della Riconciliazione, hanno
partecipato circa 350 persone, in gran parte evangelici provenienti anche da
Stati Uniti e Argentina. Il pastore Traettino aveva partecipato il primo
giugno scorso all’incontro di Papa Francesco allo Stadio Olimpico di Roma con
il Rinnovamento nello Spirito e da anni lavora al dialogo tra carismatici
cattolici e carismatici protestanti.
"Qualcuno si stupisce che il Papa sia venuto a trovare gli evangelici - ha
detto Francesco in chiesa nel discorso a braccio -: sono a trovare i
fratelli". Per il Papa, ha spiegato lui stesso, è "una tentazione
dire: io sono la Chiesa tu sei la setta. Gesù ha pregato per l'unità. Lo
Spirito Santo fa la diversità nella Chiesa. Lui fa la diversità. Ma poi lo
stesso Spirito Santo fa l'unità e la Chiesa è una nella diversità. Una
diversità riconciliata per lo Spirito Santo".
Francesco ha poi ripreso anche il tema delle periferie: "Andare alle
periferie per fare l'unità", è stato il suggerimento esplicito che Papa Francesco
ha voluto dare con la sua visita alla chiesa pentecostale di Caserta. "Non
si può predicare - ha spiegato - un Vangelo puramente intellettuale: il Vangelo
è amore e bellezza. Questo cammino dobbiamo farlo con i fratelli".
"Loro - ha scandito parlando dei pentecostali e rivolgendosi idealmente ai
cattolici - sono fratelli". Quella della divisione, ha spiegato, "è
una storia triste, quella di chi ha vissuto una verità e non se ne
accorgeva". "La verità nella vita - ha poi continuato il Papa - si
cerca ma il mistero più grande è quando che noi lo troviamo Dio ci ha già
trovato per primo. Lui è sempre primo di noi". "È il primo - ha
concluso - che fiorisce nella primavera".
"La nostra gioia è grande, quella mia e della mia famiglia. Le vogliamo
bene - ha detto davanti a tutti i pastore Giovanni Traettino, introducendo
Francesco -. Una cosa deve saperla: verso la sua persona c'è grande affetto e
tanti noi pregano per lei. Del resto è facile volerle bene. E alcuni di noi
credono addirittura che la sua elezione è opera dello Spirito Santo"
"Con questo gesto davvero inatteso ha allargato la porta - ha continuato
Traettino -. Si è voluto sobbarcare addirittura due viaggi a Caserta. Non le è
bastato affidare il suo cuore a un docimento o a un messaggero. Ha voluto
toccarci di persona. Ha mostrato un grande coraggio e libertà e ha consegnato
se stesso alla nostra diversita e anche al nostro abbraccio. La gloria
dell'umiltà. È sufficiente un pò di potenza. Ce ne vuole molta". Poi prima
dell'intervento del Papa, Traettino e Francesco si sono stretti in lungo
abbraccio.
Terminata la cerimonia di preghiera con i 350 fedeli della Chiesa evangelica,
Papa Francesco è andato a pranzo in un locale seminterrato, adibito a
foresteria. A tavola con lui circa 70 invitati, tra cui diversi pastori
evangelici con le loro famiglie. Una curiosità, nel menu anche una delle
specialità del luogo, mozzarella di bufala
SIR – Papa Francesco:
ai Pentecostali, “Lo Spirito fa la diversità e poi l’unità”
15:20 - PAPA FRANCESCO: AI PENTECOSTALI,
“LO SPIRITO FA LA DIVERSITÀ E POI L’UNITÀ”
Lo Spirito Santo fa la diversità ma fa anche l’unità nella
Chiesa: è quanto ha detto Papa Francesco durante l’incontro stamattina nella
chiesa pentecostale della Riconciliazione a Caserta, dove è andato a trovare
il pastore Giovanni Traettino, suo amico dai tempi di Buenos Aires e come lui
impegnato da tanti anni per l’ecumenismo. Lo rende noto Radio Vaticana.
All’incontro hanno partecipato circa 200 persone, in gran parte pentecostali
provenienti, oltre che dall‘Italia, da Stati Uniti, Argentina e altri Paesi.
Il Papa è giunto a Caserta in elicottero verso le ore 10.15 e, prima di
incontrare la comunità della Chiesa evangelica pentecostale, ha avuto un
colloquio personale riservato nell’abitazione del pastore Giovanni Traettino.
È stato un incontro molto bello, familiare, quello tra Papa Francesco e il
pastore amico, raccolto con la sua comunità. Commosso il saluto di Traettino
al Papa, tra gli applausi affettuosi dei presenti: “Carissimo Papa Francesco,
amato fratello mio, la nostra gioia è grande per questa sua visita: un dono
grande e inatteso, impensabile fino a poco tempo addietro. Lo potrà leggere
negli occhi dei bambini e degli anziani, dei giovani e delle famiglie. Le
vogliamo bene!”. E, ha aggiunto, “deve sapere una cosa: verso la sua persona,
anche tra noi evangelici, c’è tanto affetto per lei e tanti di noi anche ogni
giorno pregano per lei”. (segue)
15:21 - PAPA FRANCESCO: AI PENTECOSTALI,
“LO SPIRITO FA LA DIVERSITÀ E POI L’UNITÀ” (2)
“Del resto - ha osservato il pastore -, è così facile
volerle bene. Diversi di noi credono perfino che la sua elezione a vescovo di
Roma sia stata opera dello Spirito Santo”. Il
pastore Traettino - che il primo giugno scorso aveva partecipato all’incontro
di Papa Francesco allo Stadio Olimpico di Roma con il Rinnovamento nello
Spirito - ha parlato dell’unità della Chiesa fondata su Gesù
Cristo. Il Pontefice, da parte sua, ha parlato della diversità che non è
divisione e ha ricordato chi fa l’unità nella Chiesa: “Lo Spirito Santo fa la
diversità nella Chiesa e questa diversità è tanto ricca, tanto bella; ma poi,
dopo, lo stesso Spirito Santo fa l’unità. E così la Chiesa è una nella
diversità. E per usare una parola bella di un evangelico, che io amo tanto:
una diversità riconciliata dallo Spirito Santo”. Papa Francesco ha poi
chiesto anche perdono, come pastore dei cattolici, per le leggi emanate nel
passato contro i protestanti, in quanto furono sostenute anche da cattolici.
Quindi ha risposto a quelli che sono rimasti stupiti per il fatto che il Papa
sia andato a visitare i pentecostali. Ma lui ha restituito la visita che gli
avevano fatto a Buenos Aires: “Qualcuno sarà stupito: ‘Ma, il Papa è andato
dagli evangelici’. Ma è andato a trovare i fratelli! Vi ringrazio tanto, vi
chiedo di pregare per me, ne ho bisogno … perché almeno non sia tanto
cattivo. Grazie!”.
NEWS.VA – Il Papa
incontra a Caserta il pastore pentecostale Giovanni Traettino
Papa Francesco, stamani, si è recato nuovamente a Caserta,
dopo la visita pastorale di sabato scorso, per incontrare il pastore della
Chiesa evangelica pentecostale Giovanni Traettino, suo amico dai tempi di
Buenos Aires e come lui impegnato nell’ecumenismo. Il servizio di Sergio
Centofanti:
All’incontro, che si svolge nella Chiesa pentecostale della
Riconciliazione, un edificio ancora in costruzione, partecipano circa 350
persone, in gran parte evangelici provenienti, oltre che dall'Italia, da Stati
Uniti, Argentina e altri Paesi.
Il pastore Traettino - che ha partecipato il primo giugno
scorso all’incontro di Papa Francesco allo Stadio Olimpico di Roma con il
Rinnovamento nello Spirito – da anni lavora al dialogo tra carismatici
cattolici e carismatici protestanti.
Nella Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, Papa
Francesco ricorda che “l’evangelizzazione – implica anche un cammino di
dialogo” che apre la Chiesa a collaborare con tutte le realtà politiche,
sociali, religiose e culturali. E l’ecumenismo – afferma - è “una via
imprescindibile dell’evangelizzazione”. Importante l’arricchimento reciproco:
“quante cose – sottolinea - possiamo imparare gli uni dagli altri!”.
Il Papa, in particolare, ricorda la necessità per la Chiesa
di “evangelizzatori con Spirito”, che sono quanti “si aprono senza paura
all’azione dello Spirito Santo” che “infonde la forza per annunciare la novità
del Vangelo con audacia (parresia), a voce alta e in ogni tempo e luogo, anche
controcorrente”.
IL VELINO – Papa: lo
Spirito Santo fala diversità e l’unità nella Chiesa
“Tra quelli che hanno
perseguitato e denunciato i pentecostali, quasi come fossero dei pazzi che
rovinavano la razza, c’erano anche dei cattolici: io sono il pastore dei
cattolici e vi chiedo perdono per quei fratelli e sorelle cattolici che non
hanno capito e sono stati tentati dal diavolo”. Lo ha detto Papa Francesco
nell’incontro con la Chiesa pentecostale della Riconciliazione a Caserta
chiedendo perdono per le leggi emanate in epoca fascista contro i protestanti.
“Lo Spirito Santo – ha affermato il vescovo di Roma – fa la diversità nella
Chiesa e questa diversità è tanto ricca, tanto bella; ma poi, dopo, lo stesso
Spirito Santo fa l’unità. E così la Chiesa è una nella diversità. E per usare
una parola bella di un evangelico, che io amo tanto: una diversità riconciliata
dallo Spirito Santo”. “Quella della divisione dei cristiani è una storia triste
– ha continuato – la prima eresia è stata questa: non credere che
l’incarnazione del Verbo è alla base, perché Gesù è vero Dio e vero uomo, Dio
che si è fatto carne. Non si capisce l’amore al fratello, alla vedova, al carcerato
se non riconosciamo che sono la carne di Cristo”.
Il pastore Traettino, che il primo giugno scorso aveva
partecipato all’incontro del Pontefice allo Stadio Olimpico di Roma con il
Rinnovamento nello Spirito, ha parlato dell’unità della Chiesa. “Carissimo Papa Francesco,
amato fratello mio – ha annunciato Traettino tra gli applausi – la nostra gioia
è grande per questa sua visita: un dono grande e inatteso, impensabile fino a
poco tempo addietro. Lo potrà leggere negli occhi dei bambini e degli anziani,
dei giovani e delle famiglie. Le vogliamo bene! E deve sapere una cosa: verso
la sua persona, anche tra noi evangelici, c’è tanto affetto per lei e tanti di
noi anche ogni giorno pregano per lei. Del resto, è così facile volerle bene.
Diversi di noi credono perfino che la sua elezione a vescovo di Roma sia stata
opera dello Spirito Santo”.
Il Santo Padre ha replicato anche a quanti sono rimasti
sorpresi della sua visita: “Qualcuno sarà stupito: ‘Ma, il Papa è andato dagli
evangelici’. Ma è andato a trovare i fratelli! Vi ringrazio tanto, vi chiedo di
pregare per me, ne ho bisogno… perché almeno non sia tanto cattivo. Grazie!”.
Il successore di Pietro dopo l’incontro si è intrattenuto a pranzo con la
comunità pentecostale. Il rientro in Vaticano è previsto nel pomeriggio.
AGENPARL – Chiesa: Papa
a Caserta da pastore evangelico Traettino, le ragioni di un incontro
Questa mattina Papa Francesco si è recato nuovamente a
Caserta, dopo la visita pastorale di sabato 26 luglio, per un incontro in forma
privata con il pastore evangelico Giovanni Traettino, cui lo lega un rapporto
di amicizia instauratosi quando era Arcivescovo di Buenos Aires. Lo rende noto
la Sala Stampa della Santa Sede. Il Papa è giunto a Caserta in elicottero verso
le ore 10.15 e dopo un colloquio personale riservato nell’abitazione del
pastore Giovanni Traettino, ha incontrato la Comunità della Chiesa evangelica
pentecostale presso i locali – ancora in costruzione – della Chiesa
pentecostale della Riconciliazione. Il Santo Padre si intrattiene a pranzo con
la Comunità e il rientro in Vaticano è previsto nel pomeriggio. In molti
si domandano il senso di questo incontro e soprattutto per quale motivo avviene
a Caserta e non in Vaticano. Volgendo uno sguardo alle cronache
vaticane appare chiaro che da mesi Jorge Mario Bergoglio s’era prefissato di
incontrare questa persona. Ne aveva già fatto cenno il 15 gennaio a un gruppo
di fedeli di Caserta, dopo un’udienza generale in piazza San Pietro. Ne aveva
riparlato il 19 giugno durante un incontro a Roma con alcuni pastori
evangelici, tra i quali proprio lui, l’amico casertano, Giovanni Traettino,
conosciuto nel 2006 a Buenos Aires in occasione di un dibattito con l’allora
arcivescovo della capitale argentina.
Gli osservatori più attenti non possono fare a meno di
rimarcare che l’incontro di Caserta con il pastore Traettino non è infatti un
episodio isolato, ma fa parte di uno sforzo a più largo raggio che papa
Francesco sta compiendo per catturare le simpatie dei leader mondiali di quei
movimenti “evangelical” e pentecostali che soprattutto nell’America latina sono
i più temibili concorrenti della Chiesa cattolica, alla quale strappano masse
ingenti di fedeli.
I cristiani “evangelical” e pentecostali, sorti un secolo fa in ambito
protestante, hanno avuto una espansione spettacolare. Si calcola che siano oggi
quasi un terzo dei circa due miliardi di cristiani presenti nel mondo, e tre
quarti dei protestanti. Ma ve ne sono anche dentro la Chiesa cattolica. Lo
scorso 1 giugno papa Francesco ha incontrato nello stadio olimpico di Roma 50
mila aderenti al Rinnovamento nello Spirito, che in Italia è il più importante
raggruppamento carismatico cattolico. Va infine ricordato che durante i
pontificati di Giovanni Paolo II e più ancora di Benedetto XVI, gli
“evangelical” americani, generalmente piuttosto conservatori, avevano attenuato
il loro tradizionale antipapismo e trovato momenti d’incontro con la Chiesa
cattolica nella comune battaglia per la difesa della libertà religiosa, della
vita e della famiglia.
INTERNAZIONALE – Papa
Francesco di nuovo a Caserta dall’amico evangelico: “dialogo”
Papa Francesco, stamani, si è recato
nuovamente a Caserta, dopo la visita pastorale di sabato scorso, per incontrare
il pastore della Chiesa evangelica pentecostale Giovanni Traettino, suo amico
dai tempi di Buenos Aires e come lui impegnato nell’ecumenismo. All’incontro,
organizzato nella Chiesa pentecostale della Riconciliazione, un edificio ancora
in costruzione, partecipano circa 350 persone, in gran parte evangelici
provenienti, oltre che dall’Italia, da Stati Uniti, Argentina e altri Paesi.
Il pastore Traettino – che ha partecipato
il primo giugno scorso all’incontro di Papa Francesco allo Stadio Olimpico di
Roma con il Rinnovamento nello Spirito – da anni lavora al dialogo tra
carismatici cattolici e carismatici protestanti.
Nella Esortazione apostolica Evangelii
Gaudium, Papa Francesco ha ricordato che “l’evangelizzazione – implica anche un
cammino di dialogo” che apre la Chiesa a collaborare con tutte le realtà
politiche, sociali, religiose e culturali. E l’ecumenismo – ha afefrmato nel
resoconto dell’incontro di Radio Vaticana – è “una via imprescindibile
dell’evangelizzazione”. Importante l’arricchimento reciproco: “quante cose – ha
sottolineato papa Bergoglio – possiamo imparare gli uni dagli altri”.
Il Papa, in particolare, ha ricordato la
necessità per la Chiesa di “evangelizzatori con Spirito”, che sono quanti “si
aprono senza paura all’azione dello Spirito Santo” che “infonde la forza per
annunciare la novità del Vangelo con audacia (parresia), a voce alta e in ogni
tempo e luogo, anche controcorrente”.
IL GIORNALE – Il Papa
ai pentecostali: “Chiedo scusa per le leggi razziali”
Appello di Bergoglio agli evangelici: "Unità nella
diversità". E assicura: "Sono venuto a trovare dei fratelli"
"La Chiesa è una nella diversità". A
Caserta, nella Chiesa evangelica della Riconciliazione, papa Francesco torna
a parlare dell'unità "fondamentale" tra i cristiani.
"È il comandamento di Cristo - spiega il Pontefice -
bisogna cercare qualcosa di nuovo, superare i confini tra le Chiese cristiane,
che non sono nate separate". Il discorso di Bergoglio diventa, poi,
l'occasione per chiedere perdono ai pentacostali: "Tra
quelli che hanno perseguitato e denunciato i pentecostali, quasi come fossero
dei pazzi che rovinavano la razza, c’erano anche dei cattolici: io
sono il pastore dei cattolici e vi chiedo perdono per quei fratelli e sorelle
cattolici che non hanno capito e sono stati tentati dal diavolo".
Dopo la visita pastorale di sabato, il papa torna a Caserta
per incontrare il pastore dellaChiesa evangelica pentecostale
Giovanni Traettino, suo amico dai tempi di Buenos Aires e come lui impegnato
nell'ecumenismo. All'incontro, organizzato nella Chiesa pentecostale della
Riconciliazione, un edificio ancora in costruzione, partecipano circa 350
persone, in gran parte evangelici provenienti, oltre che dall'Italia, da Stati
Uniti, Argentina e altri Paesi. "Lo Spirito Santo fa la diversità
nella Chiesa - spiega Bergoglio - la diversità è tanto bella, ma lo stesso
Spirito Santo fa anche l’unità, così che la Chiesa è una nella diversità: per
usare una parola bella, una diversità riconciliante". Il Santo Padre
ricorda, infatti, che lo Spirito Santo è "armonia nella
diversità". Da qui l'appello a"toccare la carne di
Cristo" andando insieme nelle periferie, "dove ci
sono tanti fratelli bisognosi di Dio, che hanno fame, ma non di pane, bensì
fame di Dio". Secondo papa Francesco, infatti, non si deve
predicare "un Vangelo intellettuale".
Il pastore Traettino, che ha partecipato il primo
giugno scorso all'incontro allo Stadio Olimpico di Roma con il Rinnovamento
nello Spirito, da anni lavora al dialogo tra carismatici cattolici e
carismatici protestanti. Nell'esortazione apostolica Evangelii Gaudium,
il Pontefice ha ricordato che "l'evangelizzazione implica anche un
cammino di dialogo" che apre la Chiesa a collaborare con tutte le
realtà politiche, sociali, religiose e culturali. E l'ecumenismo è "una
via imprescindibile dell'evangelizzazione". Importante l'arricchimento
reciproco. "Quante cose - sottolinea Bergoglio - possiamo imparare
gli uni dagli altri". Il Papa ricorda la necessità per la Chiesa di "evangelizzatori
con Spirito"che sono quanti "si aprono senza paura
all'azione dello Spirito Santo" che "infonde la
forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia (parresia), a voce alta
e in ogni tempo e luogo, anche controcorrente".
CASERTA NEWS – Papa
Francesco a Caserta incontra Traettino e la comunità evangelica pentecostale:
“Possiamo imparare gli uni dagli altri”
Visita privata del Santo Padre Francesco a Caserta per
l'incontro con il pastore evangelico Giovanni Traettino. Questa mattina il
Santo Padre Francesco si è recato nuovamente a Caserta, dopo la visita
pastorale di sabato 26 luglio, per un incontro in forma privata con il pastore
evangelico Giovanni Traettino, cui lo lega un rapporto di amicizia instauratosi
quando era Arcivescovo di Buenos Aires. Il Papa è giunto a Caserta in
elicottero verso le ore 10.15 atterrando presso l'eliporto dell'Aeronautica Militare
di Caserta. Scortato da alcune auto della sicurezza, il Papa si è recato presso
il Parco Gabriella per un colloquio personale riservato nell'abitazione del
pastore Giovanni Traettino. Ha poi incontrato la Comunità della Chiesa
evangelica pentecostale presso i locali - ancora in costruzione - della Chiesa
pentecostale della Riconciliazione. Il Santo Padre si intrattiene a pranzo con
la Comunità e il rientro in Vaticano è previsto nel pomeriggio. All'incontro,
hanno partecipato circa 350 persone, in gran parte evangelici provenienti,
oltre che dall'Italia, da Stati Uniti, Argentina e altri Paesi.
Il pastore Traettino - che ha partecipato il primo giugno scorso
all'incontro di Papa Francesco allo Stadio Olimpico di Roma con il Rinnovamento
nello Spirito – da anni lavora al dialogo tra carismatici cattolici e
carismatici protestanti. Nella Esortazione apostolica Evangelii Gaudium,
Papa Francesco ricorda che "l'evangelizzazione – implica anche un cammino
di dialogo" che apre la Chiesa a collaborare con tutte le realtà
politiche, sociali, religiose e culturali. E l'ecumenismo – afferma - è
"una via imprescindibile dell'evangelizzazione". Importante
l'arricchimento reciproco: "quante cose – sottolinea - possiamo imparare
gli uni dagli altri!".
Il Papa, in particolare, ricorda la necessità per la Chiesa di
"evangelizzatori con Spirito", che sono quanti "si aprono senza
paura all'azione dello Spirito Santo" che "infonde la forza per
annunciare la novità del Vangelo con audacia (parresia), a voce alta e in ogni
tempo e luogo, anche controcorrente"
CASERTA 24 ORE – Ormai
è chiaro…
Ormai è chiaro: Papa Francesco è un grande Papa, ritorna a
Caserta per avviare il suo progetto di ecumenismo con le altre Chiese Cristiane
evangeliche. Già in passato infatti, sei pastori evangelici argentini avevano
fatto visita a Papa Francesco in Vaticano.
Lo scorso 29 maggio sei pastori evangelici argentini hanno fatto visita a Papa
Francesco in Vaticano, pregando con lui, perchè lo considerano a tutti gli
effetti un Cristiano e quindi un fratello in Cristo. I sei evangelici, tutti di
Buenos Aires, hanno un rapporto di amicizia e di fratellanza con Jorge
Bergoglio da prima che salisse al trono pontificio, grazie agli incontri
ecumenici di Cattolici ed Evangelici organizzati dalla C.R.E.C.E.S. – Comunión
Renovada de Evangélicos y Católicos en el Espíritu Santo – (Comunione Rinnovata
di Evangelici e Cattolici nello Spirito Santo). L’ecumenismo tra Cattolici e
Pentecostali durante il Concilio Vaticano II, per opera del cardinale Agostino
Bea (1881-1968), che nel 1962 invitò come osservatore pentecostale al concilio
Vaticano il predicatore pentecostale David Du Plessis delle Assemblee di Dio
USA. In seguito, dopo alcune discussioni preliminari iniziate nel 1970, nel
1972 iniziarono i dialoghi internazionali tra Cattolici e Pentecostali. Questo
ecumenismo tra cattolici e pentecostali ricevette ulteriore forza dal cardinale
Leo Suenens (1904-1996) che, dopo che nel 1967 sorse il Rinnovamento
carismatico cattolico, fu incaricato da Paolo VI di guidare il rinnovamento
carismatico in tutto il mondo; e questo mandato fu confermato a Suenens anche
da papa Wojtyla. E fu proprio sotto la spinta del cardinale Suenens che i
Carismatici Cattolici in Italia nel 1992 si aprirono al dialogo ecumenico con i
Pentecostali tramite la Chiesa Evangelica della Riconciliazione (una Chiesa
Pentecostale di Caserta) con a capo Giovanni Traettino, e questo perchè questo
cardinale affermava ‘Il Rinnovamento cattolico o sarà ecumenico, o non sarà
rinnovamento’.
Il pastore Giovanni Traettino ricevette un invito a partecipare come oratore
allo stadio di Bari per il 25° anniversario mondiale del Rinnovamento nello
Spirito Santo, e in quell’occasione lavò i piedi ad un frate. Da allora, cioè
dal 1992, si cominciarono a tenere in Italia degli incontri ufficiali tra
Carismatici Cattolici e Pentecostali.
29 luglio 2014
LA STAMPA – “è venuto
di persona, ha abbattuto un muro”
Mai un
Papa si era spinto così avanti per l'unità dei cristiani. Il pastore evangelico
Giovanni Traettino definisce «speranza per i cristiani» Francesco, la cui
visita è «un dono, impensabile fino a poco tempo fa», che supera complicazioni
protocollari». Traettino, fondatore e responsabile della «Comunità Cristiana di
Caserta» e presidente della Chiesa Evangelica della Riconciliazione è
riconosciuto dalle chiese locali che la compongono come un apostolo. Coniugato
con Francesca Landolfi proviene dalle file dei battisti e ha un passato di
professore, esponente locale del Pci e sindacalista. Bergoglio lo ha conosciuto
nell'ambito del dialogo tra i carismatici cattolici (in Argentina era
assistente nazionale del Rinnovamento nello Spirito) e i p e n
t e c o s t a l i . L'ha rivisto allo Stadio Olimpico lo scorso prim o g i u g
n o. «Francesco sa andare direttamente al cuore incontrando il fratello lì dove
è e così come è», spiega Traettino. Jorge Himitian, pastore della Comunità
Evangelica di Buenos Aires, nel 2006, in un incontro ecumenico dei Carismatici
nella capitale argentina, fece conoscere Bergoglio e Traettino. Racconta
Himitian: «Già allora Bergoglio era una persona speciale che seguiva
profondamente gli insegnamenti di Cristo, dimostrandolo nel quotidiano. Ci è
sempre stato vicino, come se non vi fosse alcuna differenza tra noi. Ora il
percorso avviato 8 anni fa è giunto a compimento». E Traettino evidenzia che
Francesco «si è dovuto sobbarcare due giorni di fatica, ha voluto toccarci,
abbracciarci, vederci di persona mostrando grande coraggio». A commuovere è
soprattutto il «mea culpa» del Pontefice che«non si è accontentato di un
documento, è venuto di persona: è il terreno su cui costruire ogni dialogo»,
afferma l'amico pastore.
L’UNITÀ – Il Papa ai
Pentecostali: “Perdono per le leggo fasciste”
Bergoglio torna a Caserta per visitare la comunità del
pastore evangelico suo amico . . . Il pontefice: «L'unità tra i cristiani non
è omologazione e voi non siete una setta» . . . La comunità evangelica a
Francesco: «Ha avuto coraggio a venire da noi È uomo della speranza»
Non si era mai visto un pontefice che in grande semplicità
rende visita a una comunità Pentecostale. Che chiede loro «perdono» per le
persecuzioni subite durante il regime fascista anche a causa degli uomini
della Chiesa cattolica. E che richiama l'importanza dell'unità in Cristo,
pregando con loro. Con quelli che negli ambienti ufficiali sono spesso
considerati «una setta», ma che rappresentano una realtà in espansione in
tutto il mondo. È quanto è accaduto ieri a Caserta con la visita di Papa Francesco
al suo amico, il pastore evangelico Giovanni Traettino, conosciuto da quando
era arcivescovo di Buenos Aires e come lui impegnato nel dialogo ecumenico.
Lo aveva incontrato recentemente a Roma, al raduno tenuto dal movimento
cattolico di Rinnovamento dello Spirito . Ieri lo ha raggiunto
a Caserta e ha visitato la sua comunità della Chiesa pentecostale della
Riconciliazione . È stata una visita «privata» quella di Bergoglio, che non
ha voluto nessuno al suo seguito. Arrivato in elicottero alla Reggia di
Caserta, ha raggiunto a bordo della Focus Ford l'abitazione del suo amico
pastore protestante con il quale si è intrattenuto per una mezz'ora. Poi,
insieme, hanno raggiunto l'edificio di culto della comunità che è ancora in
costruzione. Qui lo attendevano circa 350 persone. Oltre alla comunità locale
erano presenti evangelici provenienti dall'Italia, da Stati Uniti,
dall'Argentina e da altri Paesi. È stato un incontro segnato dalla
semplicità, dal calore fraterno, dalla forza del dialogo che fa superare
distanze e diffidenze. «Lo Spirito Santo fa la diversità nella Chiesa e
questa diversità è tanto ricca, tanto bella; ma poi, dopo, lo stesso Spirito
Santo fa l'unità» ha scandito Papa Francesco. «E così la Chiesa è una nella
diversità». Ma Bergoglio non si è limitato a costruisce ponti di dialogo, ha
voluto anche sanare le ferite del passato. Lo ha fatto chiedendo perdono,
come pastore dei cattolici, per le leggi emanate da Mussolini contro i
protestanti, perché «furono sostenute anche da cattolici». Infatti i
«pentecostali» furono duramente perseguitati dal regime fascista. La
circolare Buffarini-Guidi del 1935 «vietava esplicitamente il culto
pentecostale in tutto il Regno» perché «si estrinsecava in pratiche religiose
contrarie all'ordine sociale e nocive all'integrità fisica e psichica della
razza». Con le leggi razziali del 1938 la stretta sarà ancora più dura e per
molti «pastori» vi sarà il confino e il carcere. Papa Francesco ha chiesto
perdono per chi allora li ha denunciati: per «quei fratelli e sorelle
cattolici che sono stati tentati dal diavolo». Ma anche per chi oggi «si
considera Chiesa» e li definisce in modo dispregiativo «una setta». Il
pontefice argentino, che ben conosce la complessità dei movimenti
«carismatici», vuole superare le barriere delle incomprensioni e costruire
l'«unità in Cristo». Lo puntualizza: «non nell'uniformità della
globalizazzione, ma nella diversità». «Qualcuno sarà stupito che il Papa sia
andato dagli evangelici - afferma tra gli applausi nel suo saluto alla comunità
pentecostale -. Ma è andato a trovare i fratelli!». È proprio sulla
fraternità e sulla gioia di questo incontro «inatteso» e che «allarga le
porte» del dialogo ecumenico insiste nel suo saluto al pontefice il pastore
Giovanni Traettino. «La nostra gioia è grande, quella mia e della mia
famiglia. Le vogliamo bene - ha continuato -. Una cosa deve saperla: verso la
sua persona c'è grande affetto e tanti di noi pregano per lei. Del resto è
facile volerle bene. Alcuni di noi credono addirittura che la sua elezione è
opera dello Spirito santo». Nel suo discorso ha sottolineato il «grande
coraggio e libertà» mostrata dal pontefice con questa visita. «Ha consegnato
se stesso alla nostra diversità e anche al nostro abbraccio. La gloria
dell'umiltà» ha commentato. Quindi, Traettino ha sottolineato come in nome
dell'«incontro in Cristo» la sua comunità pentecostale stia sperimentando «un
modo nuovo di essere evangelici, che non si nutre più di anti-cattolicesimo,
ma ha imparato a relazionarsi in modo costruttivo con le proprie radici». Il
pastore evangelico ha ricordato la fatica di Francesco nel venire una seconda
volta a Caserta, dopo l'incontro di sabato scorso con la diocesi e i fedeli
in occasione della festa di Sant'Anna, patrona della città campana. Quindi ha
affermato: «Con uomini come lei c'è speranza per noi cristiani!». Parole che
devono essere state apprezzate da Papa Francesco che è rimasto a pranzo con
il suo amico Traettino e con la sua comunità. Un menù semplice: mozzarelle di
bufala e pomodorini. Il Papa a Caserta per l'incontro con il pastore
evangelico Traettino FOTO LAPRESSE
IL MATTINO – “Con
Francesco un cammino comune”
La
chiesa evangelica di via Feudo San Martino a Caserta si chiama chiesa della
Riconciliazione. Chissà se non sia stato un nome profetico. Perché la visita di
Papa Francesco, in forma «privatissima», che domani porterà il pontefice a
Caserta per la seconda volta in quarantotto ore, oltre a rispondere al progetto
di unità dei cristiani di diverse confessioni, può essere letto come un momento
di riconciliazione in senso più ampio e più storico.
La visita parte dal rapporto personale di Bergoglio con il pastore della chiesa
evangelica casertana, Giovanni Traettino, ai tempi di Buenos Aires. «Nel 1979
ho incontrato - è stato lo stesso pastore evangelico a spiegarlo al Mattino - i
fratelli di diverse matrici per affrontare la questione dell'unità delle chiese
cristiane. Spesso gli orgogli e le insicurezze bloccano questi processi».
Spesso è anche la diffidenza. Confessioni divise dalla questione mariana e la
questione dei santi, confessioni unite comunque dalla fede in Cristo. Quando
Papa Francesco incontrò Traettino nella residenza di Santa Marta, poco dopo la
sua elezione al soglio pontificio, nella chiesa evangelica casertana si
sussurrò che «se non fosse per la questione mariana, si potrebbe dire che
questo Papa ha uno stile evangelico».
Questioni di culto ma anche certamente di stile, con la ricerca di avvicinarsi
di più alla fede dei primi cristiani, e di allontanarsi da una liturgia che
talora ad alcuni sembra troppo mediata e lontana. Uno spirito simile
muove, e mosse al tempo della sua nascita, il movimento dei pentecostali, che
sta alla chiesa evangelica come oggi i movimenti cosiddetti del
rinnovamento dello Spirito o
carismatici stanno alla madre chiesa cattolica. Nati negli Usa, i
pentecostali conquistarono adepti anche in Europa. E in Italia attraverso gli
emigranti. Ma il loro modo di esprimere la spiritualità, ritenuto troppo
colorito e colorato, non piaceva al regime fascista.
Come dice il nome, i pentecostali pregano ispirandosi alla Pentecoste, la
discesa dello Spirito Santo, con tutto il suo portato di «doni»: il
parlare in lingue (verificabile soltanto quando di parlano lingue esistenti
anche se non conosciute a chi le utilizza, non verificabili quando si pronunciano
suoni sconosciuti a chiunque), il dono della profezia, le guarigioni. Cose poco
«italiche», parve al regime fascista, che le mise al bando.
Nell'ambito dell'incontro con Traettino Papa Bergoglio incontrerà anche la
comunità pentecostale. Un gesto fortemente voluto, tanto da rasentare
l'incidente diplomatico con la comunità cattolica casertana, poi evitato dalla
soluzione, immediata e sorprendente in perfetto Francesco style, di sdoppiare
la visita.
Domani dunque, l'abbraccio di Papa Francesco, oltre a segnare la volontà di
costruire una comunità cristiana unita, sarà in qualche modo anche un gesto
storico, un mea culpa per le persecuzioni subite dai pentecostali italiani: le
loro chiese furono chiuse ovunque e spesso a denunciarne la presenza al regime
attraverso l'Ovra furono proprio i parroci cattolici.
L'elicottero che trasporta il Santo Padre atterrerà in
mattinata nello spazio ex protezione civile di viale Carlo III a
Caserta. Da qui un'auto preleverà il pontefice per accompagnarlo attraverso una
strada privata direttamente a destinazione. L'incontro, a porte chiuse,
prevederà la partecipazione di circa duecento persone delle comunità religiose
evangeliche del territorio.
LA PROVINCIA DI COMO –
L’invidia, il demonio e i fratelli di Giuseppe
È partito dalla Bibbia Jorge Mario Bergoglio per chiedere
perdono ai pentecostali a nome di tutta la Chiesa per le persecuzioni ricevute
in Italia durante il fascismo, anche per colpa di alcuni cattolici. Si sono
comportati, ha detto, come gli undici fratelli di Giuseppe, figli di Giacobbe,
i quali per invidia, suggestionati dal demonio, vendettero il più piccolo come
schiavo in Egitto.
Papa Francesco a Caserta spiega che per via dell'invidia si
sono perseguitati gli evangelici pentecostali: «Tra quelli che hanno
perseguitato e denunciato i pentecostali, quasi come fossero dei pazzi che
rovinavano la razza, c'erano anche dei cattolici: io sono il pastore dei
cattolici e vi chiedo perdono per quei fratelli e sorelle cattolici che non
hanno capito e sono stati tentati dal diavolo». Era il 1935 e il sottosegretario
agli Interni di Mussolini, Buffarini-Guidi, con una circolare decretava la
chiusura degli «oratori e delle sale di riunione» di culto dei pentecostali,
«essendo risultato che esso estrinseca e concreta pratiche religiose contrarie
all'ordine sociale e nocive all'integrità fisica e psichica della razza».
Le confessioni pentecostali non erano state ammesse dalla
legge sui culti del 1929. Il culto era arrivato in Italia alcuni anni prima con
alcuni emigranti di ritorno dagli Stati Uniti. Nel 1928 si tiene a Roma
l'assemblea costituiva delle Chiese pentecostali. La persecuzione da parte del
fascismo, con la complicità a volte dei parroci, è immediata. Nel 1929 la
Questura di Napoli scheda attività pentecostali su sollecitazioni direttamente
del Duce, a cui il parroco di Ercole (Caserta), si era rivolto. Nel 1931 a
Benevento viene arrestato un pentecostale condannato a un mese di carcere e a
duecento lire di multa. Il prefetto di Bari ne manda due al confino.
La repressione si allarga in Sicilia e in Calabria, dove si
contano arresti e pestaggi da parte degli uomini dell'Ovra. In carcere a 36
anni muore Ivo Nardi, pentecostale di San Ginesio di Macerata. Un pentecostale,
Filardo De Simone, 46 anni, è tra i martiri delle Fosse Ardeatine e un altro,
Antonio Brunetti, muore nelle camere a gas del lager di Mathausen. La circolare
fascista rimane in vigore fino al 1955 quando le Assemblee di Dio, il nome che
presero dopo la guerra le chiese pentecostali riformate, fanno ricorso al
Consiglio di Stato contro all'allora ministro dell'Interno Mario Scelba.
Soltanto l'annullamento
per via giudiziale mise fine alla discriminazione legislativa dei pentecostali.
Una richiesta di perdono venne fatta nel 1996 a Rimini al meeting annuale
del Rinnovamento dello Spirito, l'associazione cattolica dei
carismatici. Ieri Bergoglio sull'esempio di Wojtyla, che nel corso del
Giubileo del Duemila chiese perdono per le persecuzioni messe in atto dai
cattolici, lo ha fatto a nome della Chiesa.
LA PROVINCIA DI COMO –
Papa Francesco chiede perdono ai pentecostali
Prima a casa dell'amico pastore evangelico Giovanni
Traettino e poi alla chiesa pentecostale della Riconciliazione, periferia di
Caserta, ancora in costruzione. Papa Francesco torna a Caserta per un
incontro «di portata storica», come lo definisce Angelo Scelzo, vice
direttore della Sala Stampa vaticana. È lo è per due motivi. Il Papa ha
avvisato con questo gesto che nel dialogo ecumenico l'amicizia conta di più
dei tavoli ufficiali dove si confrontano gli esperti. Il secondo motivo è la
richiesta di perdono a nome della Chiesa cattolica pronunciata dal Papa
davanti ai pentecostali perseguitati dalle leggi razziali del fascismo, a cui
contribuirono con denunce ai servizi segreti di Mussolini, anche parroci
cattolici.
Ciò che è accaduto ieri a Caserta conferma che Bergoglio
non si lascia imbrigliare da alcuna regola, neppure da quelle che definiscono
gli amici e i nemici della Chiesa cattolica. C'erano timori espressi sia tra
i protestanti storici, che criticano i pentecostali, cioè la realtà più nuova
e meno dogmatica delle Chiese riformate e che ormai costituiscono due terzi
dei protestanti mondiali, sia tra i cattolici e non solo quelli più tradizionalisti,
forse gelosi di un dialogo ecumenico che deve proseguire secondo canali più
istituzionali.
I Pentecostali evangelici, pur essendo molti, sono tenuti
ai margini dei colloqui ufficiali. Diffusissimi in America Latina sono
criticati per il loro conservatorismo e movimentismo al punto di essere
definiti «sette». Ma la galassia del pentecostalismo riformato è molto
variegata. Ci sono i fondamentalismi dei telepredicatori, la teologia della
prosperità che usa lo Spirito Santo per far lievitare gli affari e il
miracolismo diffuso. Bergoglio conosce bene la situazione e sa che la Chiesa
del suo amico pastore Traettino nulla ha a che fare con il supermarket del
sacro, ma solo con la radicalità del Vangelo. Si conoscono da anni e si
stimano. Il Papa ieri ha detto: «Sulla strada dell'unità ci farebbe bene
toccare la carne di Cristo, andare nelle periferie, dove ci sono tanti
fratelli bisognosi di Dio, che hanno fame di Dio». Il concetto che ha
espresso è quello del camminare insieme, ma a volte, ha aggiunto, si confonde
«camminare con errare», precisando che a chi si comporta così «manca la
speranza». Bergoglio ha ammonito che «non si può predicare un Vangelo
intellettuale», perché «il Vangelo è verità, amore e bellezza». Il pastore
Traettino ha insistito sull'ecumenismo dell'amicizia: «Ha voluto toccarci,
abbracciarci, vederci di persona mostrando grande coraggio. Non si è
accontentato di un documento. Questo è il terreno per costruire ogni dialogo
tra di noi».
Insomma, ha sottolineato, «con un solo gesto ha allargato
la porta», precisando: «Con uomini come lei c'è speranza per noi cristiani».
Bergoglio da anni ha aperto la porta del dialogo con la componente più
religiosa, quella che crede nella forza della preghiera e dello Spirito Santo
e che è assai vicina ai cattolici del Rinnovamento carismatico,
dei Pentecostali. Una volta in Argentina, quando era già cardinale di Buenos
Aires si inginocchiò ad un raduno pentecostale per ricevere la benedizione,
suscitando critiche e polemiche. Ieri insieme al pastore Traettino ha guidato
la recita del Padre Nostro al termine di una celebrazione della Parola,
diretta dal pastore e aperta con la lettura del salmo 16 «Proteggimi o Dio
perché in te confido».
Il commento della Sala Stampa vaticana è stato molto
positivo. Il vice direttore Angelo Scelzo ha sottolineato che «il Papa ha
apprezzato molto l'intervento del pastore Traettino, incentrato su Cristo
fondamento dell'unità, rilevandone non solo lo spessore ecumenico, ma anche
la vicinanza umana». •
L’ECO DI BERGAMO - L’invidia,
il demonio e i fratelli di Giuseppe
È partito dalla Bibbia Jorge Mario Bergoglio per chiedere
perdono ai pentecostali a nome di tutta la Chiesa per le persecuzioni ricevute
in Italia durante il fascismo, anche per colpa di alcuni cattolici. Si sono
comportati, ha detto, come gli undici fratelli di Giuseppe, figli di Giacobbe,
i quali per invidia, suggestionati dal demonio, vendettero il più piccolo come
schiavo in Egitto.
Papa Francesco a Caserta spiega che per via dell'invidia si
sono perseguitati gli evangelici pentecostali: «Tra quelli che hanno
perseguitato e denunciato i pentecostali, quasi come fossero dei pazzi che
rovinavano la razza, c'erano anche dei cattolici: io sono il pastore dei
cattolici e vi chiedo perdono per quei fratelli e sorelle cattolici che non
hanno capito e sono stati tentati dal diavolo». Era il 1935 e il sottosegretario
agli Interni di Mussolini, Buffarini-Guidi, con una circolare decretava la
chiusura degli «oratori e delle sale di riunione» di culto dei pentecostali,
«essendo risultato che esso estrinseca e concreta pratiche religiose contrarie
all'ordine sociale e nocive all'integrità fisica e psichica della razza».
Le confessioni pentecostali non erano state ammesse dalla
legge sui culti del 1929. Il culto era arrivato in Italia alcuni anni prima con
alcuni emigranti di ritorno dagli Stati Uniti. Nel 1928 si tiene a Roma
l'assemblea costituiva delle Chiese pentecostali. La persecuzione da parte del
fascismo, con la complicità a volte dei parroci, è immediata. Nel 1929 la
Questura di Napoli scheda attività pentecostali su sollecitazioni direttamente
del Duce, a cui il parroco di Ercole (Caserta), si era rivolto. Nel 1931 a
Benevento viene arrestato un pentecostale condannato a un mese di carcere e a
duecento lire di multa. Il prefetto di Bari ne manda due al confino.
La repressione si allarga in Sicilia e in Calabria, dove si
contano arresti e pestaggi da parte degli uomini dell'Ovra. In carcere a 36
anni muore Ivo Nardi, pentecostale di San Ginesio di Macerata. Un pentecostale,
Filardo De Simone, 46 anni, è tra i martiri delle Fosse Ardeatine e un altro,
Antonio Brunetti, muore nelle camere a gas del lager di Mathausen. La circolare
fascista rimane in vigore fino al 1955 quando le Assemblee di Dio, il nome che
presero dopo la guerra le chiese pentecostali riformate, fanno ricorso al
Consiglio di Stato contro all'allora ministro dell'Interno Mario Scelba.
Soltanto l'annullamento
per via giudiziale mise fine alla discriminazione legislativa dei pentecostali.
Una richiesta di perdono venne fatta nel 1996 a Rimini al meeting annuale
del Rinnovamento dello Spirito, l'associazione cattolica dei
carismatici. Ieri Bergoglio sull'esempio di Wojtyla, che nel corso del
Giubileo del Duemila chiese perdono per le persecuzioni messe in atto dai
cattolici, lo ha fatto a nome della Chiesa.
L’ECO DI BERGAMO - Papa
Francesco chiede perdono ai pentecostali
Prima a casa dell'amico pastore evangelico Giovanni
Traettino e poi alla chiesa pentecostale della Riconciliazione, periferia di
Caserta, ancora in costruzione. Papa Francesco torna a Caserta per un incontro
«di portata storica», come lo definisce Angelo Scelzo, vice direttore della
Sala Stampa vaticana. È lo è per due motivi. Il Papa ha avvisato con questo
gesto che nel dialogo ecumenico l'amicizia conta di più dei tavoli ufficiali
dove si confrontano gli esperti. Il secondo motivo è la richiesta di perdono a
nome della Chiesa cattolica pronunciata dal Papa davanti ai pentecostali
perseguitati dalle leggi razziali del fascismo, a cui contribuirono con denunce
ai servizi segreti di Mussolini, anche parroci cattolici.
Ciò che è accaduto ieri a Caserta conferma che Bergoglio non
si lascia imbrigliare da alcuna regola, neppure da quelle che definiscono gli
amici e i nemici della Chiesa cattolica. C'erano timori espressi sia tra i
protestanti storici, che criticano i pentecostali, cioè la realtà più nuova e
meno dogmatica delle Chiese riformate e che ormai costituiscono due terzi dei
protestanti mondiali, sia tra i cattolici e non solo quelli più
tradizionalisti, forse gelosi di un dialogo ecumenico che deve proseguire
secondo canali più istituzionali.
I Pentecostali evangelici, pur essendo molti, sono tenuti ai
margini dei colloqui ufficiali. Diffusissimi in America Latina sono criticati
per il loro conservatorismo e movimentismo al punto di essere definiti «sette».
Ma la galassia del pentecostalismo riformato è molto variegata. Ci sono i
fondamentalismi dei telepredicatori, la teologia della prosperità che usa lo
Spirito Santo per far lievitare gli affari e il miracolismo diffuso. Bergoglio
conosce bene la situazione e sa che la Chiesa del suo amico pastore Traettino
nulla ha a che fare con il supermarket del sacro, ma solo con la radicalità del
Vangelo. Si conoscono da anni e si stimano. Il Papa ieri ha detto: «Sulla
strada dell'unità ci farebbe bene toccare la carne di Cristo, andare nelle
periferie, dove ci sono tanti fratelli bisognosi di Dio, che hanno fame di
Dio». Il concetto che ha espresso è quello del camminare insieme, ma a volte,
ha aggiunto, si confonde «camminare con errare», precisando che a chi si
comporta così «manca la speranza». Bergoglio ha ammonito che «non si può
predicare un Vangelo intellettuale», perché «il Vangelo è verità, amore e
bellezza». Il pastore Traettino ha insistito sull'ecumenismo dell'amicizia: «Ha
voluto toccarci, abbracciarci, vederci di persona mostrando grande coraggio.
Non si è accontentato di un documento. Questo è il terreno per costruire ogni
dialogo tra di noi».
Insomma, ha sottolineato, «con un solo gesto ha allargato la
porta», precisando: «Con uomini come lei c'è speranza per noi cristiani».
Bergoglio da anni ha aperto la porta del dialogo con la componente più
religiosa, quella che crede nella forza della preghiera e dello Spirito Santo e
che è assai vicina ai cattolici del Rinnovamento carismatico,
dei Pentecostali. Una volta in Argentina, quando era già cardinale di Buenos
Aires si inginocchiò ad un raduno pentecostale per ricevere la benedizione,
suscitando critiche e polemiche. Ieri insieme al pastore Traettino ha guidato
la recita del Padre Nostro al termine di una celebrazione della Parola, diretta
dal pastore e aperta con la lettura del salmo 16 «Proteggimi o Dio perché in te
confido».
Il commento della Sala
Stampa vaticana è stato molto positivo. Il vice direttore Angelo Scelzo ha
sottolineato che «il Papa ha apprezzato molto l'intervento del pastore
Traettino, incentrato su Cristo fondamento dell'unità, rilevandone non solo lo
spessore ecumenico, ma anche la vicinanza umana».
30 luglio 2014
SIR – Papa Francesco
dai pentecostali: Martinez (RnS), “una visita storica”
“Guardiamo con gioia ai gesti di Papa Francesco come quello
dell’incontro con l’amico Traettino”: lo afferma il presidente nazionale del
Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), Salvatore Martinez, in merito alla
visita di Papa Francesco ai pentecostali, a Caserta, lunedì 28 luglio. “Al
fratello Giovanni Traettino ci lega una vecchia amicizia, concretizzatasi in
tanti gesti di unità e di collaborazione lungo questi anni - ricorda Martinez
in una nota -. Siamo sinceramente lieti che il Papa abbia voluto onorare la
comunità pentecostale di Caserta e il lavoro di riconciliazione svolto da
Giovanni Traettino tra non poche incomprensioni”. Per il presidente di RnS si è
trattato di “una visita di portata storica, che sfida le reticenze del
protestantesimo e del cattolicesimo più conservatori, scavando un solco nella
strada del dialogo ecumenico spirituale, a cui il Rinnovamento da sempre
partecipa e collabora, nella preghiera e nell’incontro con i fratelli
cristiani”. Perciò, conclude Martinez, “il gesto concreto di Papa Francesco ci
incoraggia a continuare questo percorso, verso i sentieri di un cristianesimo
vero, profondo, non intellettuale, al di là delle differenze che sono dello
stesso Spirito, che come un poliedro fa la diversità e l’unità nella
diversità”.
ZENIT – “Dal Papa un
gesto concreto di unità”
Il presidente di Rinnovamento nello Spirito, Salvatore
Martinez, commenta la recente visita di Francesco al pastore Giovanni Traettino
“Guardiamo con gioia ai gesti di Papa Francesco come quello dell’incontro con
l’amico Traettino”. Lo ha dichiarato il presidente nazionale del Rinnovamento
nello Spirito Santo (RnS), Salvatore Martinez.
“Al fratello Giovanni Traettino ci lega una
vecchia amicizia, concretizzatasi in tanti gesti di unità e di collaborazione
lungo questi anni – ha ricordato Martinez -. Siamo sinceramente lieti che il Papa
abbia voluto onorare la Comunità pentecostale di Caserta e il lavoro di
riconciliazione svolto da Giovanni Traettino tra non poche
incomprensioni”.
Il presidente di RnS, ha definito quella di lunedì scorso
“una visita di portata storica, che sfida le reticenze del protestantesimo e
del cattolicesimo più conservatori, scavando un solco nella strada del dialogo
ecumenico spirituale, a cui il Rinnovamento da sempre partecipa e collabora,
nella preghiera e nell’incontro con i fratelli cristiani”.
“Il gesto concreto di Papa Francesco ci incoraggia a
continuare questo percorso, verso i sentieri di un cristianesimo vero,
profondo, non intellettuale, al di là delle differenze che sono dello stesso
Spirito, che come un poliedro fa la diversità e l’unità nella diversità”, ha
quindi concluso Martinez.
AGENPARL – “Guardiamo
con gioia ai gesti…”
“Guardiamo con gioia ai gesti di Papa Francesco come quello
dell’incontro con l’amico Traettino”. Lo ha dichiarato il presidente
nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), Salvatore Martinez, in
merito alla visita di Papa Francesco ai pentecostali, a Caserta, lunedì 28
luglio. “Al fratello Giovanni Traettino ci lega una vecchia amicizia,
concretizzatasi in tanti gesti di unità e di collaborazione lungo questi anni –
ricorda Martinez in una nota -. Siamo sinceramente lieti che il Papa abbia
voluto onorare la comunità pentecostale di Caserta e il lavoro di
riconciliazione svolto da Giovanni Traettino tra non poche incomprensioni”. Per
il presidente di RnS si è trattato di “una visita di portata storica, che sfida
le reticenze del protestantesimo e del cattolicesimo più conservatori, scavando
un solco nella strada del dialogo ecumenico spirituale, a cui il Rinnovamento
da sempre partecipa e collabora, nella preghiera e nell’incontro con i fratelli
cristiani”. Perciò, conclude Martinez, “il gesto concreto di Papa Francesco ci
incoraggia a continuare questo percorso, verso i sentieri di un cristianesimo
vero, profondo, non intellettuale, al di là delle differenze che sono dello
stesso Spirito, che come un poliedro fa la diversità e l’unità nella
diversità”.
PUPIA TV – Gli aversani
chiamano Papa Francesco: “Venga da noi a darci speranza”
Aversa. Sabato scorso a Caserta per celebrare
con i fedeli la festività di Sant’Anna, lunedì di nuovo a Caserta per
incontrare, in forma privatissima, l’amico Giovanni Traettino, pastore delle
chiesa pentecostale, conosciuto nel 2006 a Buenos Aires.
Un incontro che, pur se con l’amico di vecchia data,
rientra nel progetto del Papa di incontrare i capi dei movimenti evangelici e
pentecostali, che soprattutto nell'America latina, sono i più temibili
concorrenti della Chiesa cattolica, alla quale strappano masse ingenti di
fedeli, per lavorare insieme nel nome di Cristo.
Lo scorso 1 giugno Papa Francesco ha incontrato nello
stadio olimpico di Roma cinquantamila aderenti al Rinnovamento nello Spirito,
che in Italia è il più importante raggruppamento carismatico cattolico,
lunedì incontrerà il pastore dei pentecostali di Caserta, dopo aver celebrato
ieri per i cattolici cristiani la messa di Sant’Anna nel capoluogo geografico
della Terra dei fuochi.
Un evento che non può non fare piacere ma che spinge i
cittadini di Aversa a sollecitare ancora una volta la visita pastorale di
Francesco nella città che, sicuramente più di Caserta, ha bisogno dell’aiuto
divino per uscire da una condizione di abbandono istituzionale. Abbandono
perché suo è il ruolo, poco gradevole purtroppo, di capoluogo anagrafico
della “Terra dei Fuochi”, è dell’agro aversano, di cui Aversa è il
riferimento. Perché il territorio aversano ha un altissimo tasso di
disoccupazione. Perché è nel territorio dell’Agro aversano la massima
concentrazione di immigrati extracomunitari che vivono in condizioni di
estrema povertà. Perché è nell’Agro aversano il quartier generale
dell’illegalità nel senso più ampio della parola, quella che viene portata ad
esempio ed esportata nel mondo.
Un elenco di perché che potrebbe continuare, ma che già
basta per giustificare la richiesta di una visita pastorale di papa
Francesco. Per Aversa e l’Agro rappresenterebbe una ricarica spirituale
capace di dare nuovo impulso a chi si batte per modificare il destino di un
territorio che sembra segnato, rassegnato, impossibilitato ad avere futuro.
Tant’è che i giovani vanno via trasformandosi in emigranti, lasciandosi
dietro famiglie ed affetti, per costruirsi un futuro in paesi in cui c’è
quanto meno la certezza del rispetto delle leggi.
E’ in questa terra che c’è bisogno di una parola di
speranza. Quella speranza che sa infondere papa Francesco. E’ per questo che
la città di Aversa torna a chiedere la visita del Santo Padre, Anche in forma
privata, perché la benedizione di Francesco potrebbe fare il miracolo, come
avvenne per la donna che solo toccando la tunica di Cristo guarì dalle
perdite di sangue che aveva da oltre un decennio. Anche Aversa e l’Agro perde
sangue da decenni.