25 aprile
2014
ZENIT - “Due
formidabili riconciliatori nello Spirito del Concilio”
Salvatore Martinez, presidente nazionale
del Rinnovamento nello Spirito, commenta la Canonizzazione di domani di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II
"Due Pontefici contestualmente canonizzati e alla presenza di due
Pontefici concelebranti. Già questo, da solo, è un evento senza precedenti. Del
resto, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II sono stati due miracoli dello Spirito
Santo”. Così Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento
nello Spirito, commenta la Canonizzazione di domani dei due Pontefici che definisce
"due veri riformatori della Chiesa e facilitatori della fede; due
innamorati di Gesù che lasciavano ovunque, specie nei cuori di chi
incontravano, il segno di questa passione per il Vangelo della salvezza".
Roncalli e Wojtyla, afferma Martinez, "hanno cambiato il cammino della
storia, nell’ultimo scorcio di secondo millennio, con una 'fantasia della
carità' che ha tradotto in realtà il sogno del Concilio ecumenico Vaticano II:
una Chiesa 'riconciliata' con gli uomini, con le culture, con le
religioni". I due Papi - prosegue - "hanno saputo vincere le attese
inquiete e alimentare le speranze più vere, più profondamente umane di tutte le
genti, globalizzando, senza mai recedere, l’anelito all’amore, all’unità, alla
pace".
In questo trinomio, secondo il presidente del RnS, "è senza dubbio
iscritta l’originalità e la consonanza di fede e di opere dei due nuovi Santi.
Nessuno, nel corso di questi due Papati, anno dopo anno, ha dubitato che
Wojtyla e Roncalli fossero protagonisti di un’originale quanto geniale santità
di pensiero, di parole, di azioni". E proprio in questa triplice
direzione, Martinez individua i punti di comunanza tra i due Pontefici:
"L’amore per l’uomo, sempre e comunque, a partire dalla sua dignità
integrale e trascendente; l'unità nella diversità del cammino dei popoli,
perché iscritta nel genere umano al di là di ogni steccato ideologico e
politico; la 'pace', come soluzione permanente ad ogni crisi e conflitto, dono
spirituale che si alimenta non mediante trattati e contratti, ma con la
preghiera e l’accoglienza".
A Giovanni XXIII e a Giovanni Paolo II bisogna inoltre riconoscere "il
ritorno allo 'spirito originario del cristianesimo', nel prevalere dei gesti
umili, semplici, diretti di cui i due Papi continuamente si sono fatti
espressione – ad imitazione di Gesù di Nazareth – suscitando simpatia, stupore,
emulazione". "Questo ritorno - afferma il presidente RnS - vitale
alle sorgenti dell’esperienza cristiana ci lascia in eredità preziosa la
riscoperta del protagonismo dello Spirito Santo, della sua azione non solo sacramentale
ma anche carismatica, dunque legata non più solo ai chierici ma anche ai laici,
elemento questo di vera modernità e di rinnovamento voluto per la Chiesa del
post Concilio".
Senza i due Santi Pontefici, dunque, "non saremmo quello che siamo;
non faremmo quello che facciamo. Senza di loro - conclude Martinez - il
mondo oggi sarebbe più
triste, più povero di ideali, più inattivo nel compiere il bene. La nostra
preghiera si fa lode e ringraziamento al Signore per questo lieto evento della
canonizzazione dei due Pontefici. Ora, finalmente Santi, non mancheranno di
sostenere il cammino della Chiesa e del Rinnovamento nello Spirito con la loro
intercessione".
26 aprile
2014
SIR – Due Papi
Santi: Martinez (RnS), “Veri riformatori della Chiesa”
“Due Pontefici contestualmente canonizzati e alla presenza di due Pontefici
concelebranti. Già questo, da solo, è un evento senza precedenti. Del resto,
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II sono stati due ‘miracoli dello Spirito
Santo’. Due veri riformatori della Chiesa e facilitatori della fede; due innamorati
di Gesù che lasciavano ovunque, specie nei cuori di chi incontravano, il segno
di questa passione per il Vangelo della salvezza”. Lo sottolinea Salvatore
Martinez, presidente di RnS, in occasione delle canonizzazioni di Papa Giovanni
XXIII e Papa Giovanni Paolo II. “Hanno cambiato il cammino della storia,
nell’ultimo scorcio di secondo millennio, con una ‘fantasia della carità’ che
ha tradotto in realtà il sogno del Concilio ecumenico vaticano II: una Chiesa
‘riconciliata’ con gli uomini, con le culture, con le religioni. Hanno saputo
vincere le attese inquiete e alimentare le speranze più vere, più profondamente
umane di tutte le genti, globalizzando, senza mai recedere, l’anelito
all’amore, all’unità, alla pace”. In questo trinomio è senza dubbio “iscritta
l’originalità e la consonanza di fede e di opere dei due nuovi Santi. Nessuno,
nel corso di questi due Papati, anno dopo anno, ha dubitato che Wojtyla e
Roncalli fossero protagonisti di un’originale quanto geniale santità di
pensiero, di parole, di azioni”.
AGI –
Canonizzazioni: RnS, “Due miracoli dello Spirito Santo”
"Due Pontefici contestualmente canonizzati e
alla presenza di due Pontefici concelebranti. Gia’ questo, da solo,
e’ un evento senza precedenti". Lo afferma in una nota Salvatore
Martinez, presidente del movimento Rinnovamento nello Spirito Santo.
"Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II - scrive - sono stati due
miracoli dello Spirito Santo". "Due veri riformatori della Chiesa
e
facilitatori della fede; due innamorati di Gesu’ che lasciavano
ovunque, specie nei cuori di chi incontravano, il segno di questa
passione per il Vangelo della salvezza. Hanno cambiato - conclude
Martinez - il cammino della storia, nell’ultimo scorcio di secondo
millennio, con una fantasia della carita’ che ha tradotto in realta’
il sogno del Concilio
ecumenico Vaticano II".
27 aprile
2014
AVVENIRE – Le
voci. Rinnovamento. Il presidente Martinez: sono stati miracoli dello Spirito
Santo
AVVENIRE.IT –
Canonizzazione. Papi santi, Martinez: miracoli dello Spirito Santo
«Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II sono stati due
"miracoli dello Spirito Santo". Due veri riformatori della Chiesa e
facilitatori della fede; due innamorati di Gesù che lasciavano ovunque, specie
nei cuori di chi incontravano, il segno di questa passione per il Vangelo della
salvezza».
Inizia così il messaggio che Salvatore Martinez presidente italiano del
Rinnovamento nello Spirito Santo, ha inviato in occasione della canonizzazione
dei due Papi. «Hanno cambiato il cammino della storia, nell'ultimo scorcio di
secondo millennio, con una "fantasia della carità" che ha tradotto in
realtà il sogno del Concilio ecumenico Vaticano II: una Chiesa
"riconciliata" con gli uomini, con le culture, con le religioni.
Hanno saputo vincere le attese inquiete e alimentare le speranze più vere, più
profondamente umane di tutte le genti, globalizzando, senza mai recedere,
l'anelito all'amore, all'unità, alla pace. In questo trinomio è senza dubbio
iscritta l'originalità e la consonanza di fede e di opere dei due nuovi Santi».
Inoltre a Giovanni XXIII e a Giovanni Paolo II «dobbiamo anche il ritorno allo
"spirito originario del cristianesimo", nel prevalere dei gesti
umili, semplici, diretti di cui i due Papi continuamente si sono fatti
espressione - ad imitazione di Gesù di Nazareth - suscitando simpatia, stupore,
emulazione. Questo ritorno vitale alle sorgenti dell'esperienza cristiana ci
lascia in eredità preziosa la riscoperta del protagonismo dello Spirito Santo,
della sua azione non solo sacramentale ma anche carismatica, dunque legata non
più solo ai chierici ma anche ai laici, elemento questo di vera modernità e di
rinnovamento voluto per la Chiesa del post Concilio».
IL MESSAGGERO –
Protagonisti del dopo Concilio: grandi Movimenti e realtà ecclesiali, in messa
a Piazza San Pietro per ricordare il legame diretto con i Papi
È dal Concilio Vaticano II voluto da Giovanni XXIII che i laici
impegnati nella Chiesa hanno cominciato ad essere sempre più protagonisti al
fianco di sacerdoti e religiosi per animare le comunità locali. Ecco perché le
canonizzazioni di oggi sono sentite in maniera
particolare dai più grandi Movimenti e dalle realtà ecclesiali rappresentate in
decine e decine di migliaia in piazza San Pietro.
Tra loro Franco Miano, Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica e membro del
Pontificio Consiglio per i Laici, che ricorda come fin dalle origini, che
risalgono a Pio IX, nel 1868, l’AC sia stata strettamente legata ai pontefici.
Nata nei tempi difficili dell’Unità D’Italia, con il compito di “obbedire” al
Papa, è con Giovanni XXIII che vive una svolta all’interno della Chiesa.
«Saremo sempre molto grati a Papa Roncalli per l’apertura concessa a tutti i
laici con il Concilio Vaticano II. All’epoca l’AC contribuì ai documenti del
Concilio, quindi fu un po’ un punto di arrivo, ma quello stesso evento segnò
anche un punto di partenza per noi – spiega -. C’è anche una curiosità che ci
lega a lui. La notte prima di entrare nel Conclave che lo avrebbe eletto Papa,
alloggiò nella nostra struttura della Domus Mariae, sull’Aurelia.
E poi, - prosegue Miano -, non dimentichiamo che l’11 ottobre 1962 fu proprio
l’AC a promuovere la fiaccolata in piazza San Pietro in occasione dell’apertura
del Concilio, portando al cospetto di Giovanni XXIII migliaia di persone e
ispirandogli il famoso “discorso alla luna”. Giovanni Paolo II ha avuto sempre
con noi un rapporto speciale. A noi si rivolse incoraggiando la ripresa
dell’Azione Cattolica in Polonia, che si era interrotta con il comunismo. Ci ha
sempre visto come un punto d’incontro tra tutte le realtà ecclesiali. E avendo
puntato sempre tanto sui giovani, gli riconosciamo di aver dato nuovo impulso
anche alle nostre realtà giovanili. L’ultima volta lo abbiamo incontrato è
stato nel 2004 a Loreto e non potremo mai dimenticare il suo invito a non
abbandonare la nostra missione».
«Ci sono tanti episodi che ci legano a Giovanni Paolo II – osserva Salvatore
Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito, tra i movimenti più
frequentati e più numerosi oggi in piazza San Pietro -.
Il 2 aprile del 1998, il Papa ci ricevette in preparazione del Giubileo. Ha
sempre incoraggiato la presenza di un laicato impegnato. Ci incontrò insieme ai
responsabili di altri grandi Movimenti e associazioni, in una sorta di
anteprima del Giubileo. Nel 2004 ci fece una sorpresa durante il Regina Coeli
nella festa dell’Ascensione, chiedendo proprio al Rinnovamento di organizzare
una grande veglia di Pentecoste, che si sarebbe rivelata la sua ultima
Pentecoste. Nessuno ci aveva avvisati prima dell’annuncio direttamente dalla
bocca del papa. Ci chiese di pregare per lui e nel giro di cinque giorni
organizzammo un evento con 30mila persone, alla presenza di Giovanni Paolo II.
Ricordo la voce roca, affaticata dalla malattia, ma lo sguardo sempre dritto,
deciso, che rifletteva tutto il vigore che aveva dentro. Ci ha condotti nel
terzo millennio e ci ha trasmesso tutta la sua forza. La sua eredità è ancora
viva».
Circa 100mila fedeli del Cammino Neocatecumenali, di cui circa 10mila solo
polacchi, già da ieri hanno vegliato a turno nella chiesa del Santissimo Nome
di Gesù all’Argentina in Piazza del Gesù, e oggisono arrivati a piazza San
Pietro con chitarre e striscioni.
«Siamo debitori di Giovanni XXIII – dice Gianpiero Donnini, 72 anni,
responsabile della Prima Comunità del Cammino Neocatecumenale italiana, nata a
Roma il 2 novembre 1968 -. Il Concilio Vaticano II voluto da papa Roncalli, ha
ringiovanito la Chiesa e la nostra realtà, fondata a Madrid da Kiko Argüello,
ne è un frutto. Lo stesso Giovanni Paolo aveva conosciuto il Cammino a Cracovia
per un fatto curioso. Noi celebriamo la messa domenicale dopo i primi vespri
del sabato sera. Ma in Polonia ci accusarono di essere agenti dei comunisti
perché non andavamo a messa la domenica.
Si creò una situazione spiacevole, allora intervenne il cardinale Wojtyla che
chiamò i catechisti e chiese a chi non abitava troppo lontano, di tornare a
messa anche la domenica, per far tacere quelle voci infondate. Io personalmente
– continua Donnini – lo incontrai quando venne in visita pastorale a San
Giovanni Evangelista a Spinaceto, dove io sono ancora catechista. Kiko mi disse
di prenderlo da parte e dirgli che lui e la moglie volevano un’udienza con il
potefice. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma ci provai e riuscii a
spiegargli la realtà del Cammino a Roma, tanto che lui notò pubblicamente
quanto la Chiesa di Roma fosse viva e non fosse solo una memoria storica. Il
rapporto tra Giovanni Paolo e il Cammino si è consolidato agli inizi degli anni
Ottanta, quando ci affidò mons. Stanislao Dziwisz, il suo segretario, come
riferimento in Vaticano per qualunque evenienza e ci incoraggiò per l’apertura
del Seminario Redemptoris Mater per dare spazio alle vocazioni sacerdoatali del
Cammino».
Un altro ricordo alla vita da cardinale di Giovanni Paolo II in Polonia, arriva
da Anna Fadda, conosciuta come Doni, una delle prime focolarine ad arrivare
dalla Polonia in Italia per seguire da vicino la fondatrice del Movimento dei
Focolari Chiara Lubich.
«Erano gli anni Settanta, il mio primo incontro con il cardinale Wojtyla è
stato molto emozionante. Eravamo in Polonia e lì il Movimento era quasi agli
inizi ma la cosa che più mi ha colpito è stata la fiducia che il Papa ci ha
dato subito. Aveva un grande rispetto per noi, per il carisma che ci
caratterizzava e con lui si è subito instaurato un rapporto familiare, di
amicizia. Addirittura mi ricordo che in quel periodo la Chiesa polacca era un
po' gerarchica, ogni Movimento o gruppo aveva un sacerdote a capo, ma a noi il
Papa disse "Non metto a capo del vostro Movimento un sacerdote perchè il
carisma che trasmettete agli atri nasce da voi e noi potremmo solo rovinare
tutto" – ricorda commossa Doni Fadda -. Dunque, già prima di incontrare
Chiara Lubich, Giovanni Paolo II conosceva i focolarini. Alcune persone a lui
vicine infatti, avevano scoperto i focolari nella Germania orientale e gli
avevano raccontato di noi. Poi, qualche giorno dopo l’elezione a Papa, il 29
ottobre del 1978 Chiara, Eli Folonari ed io partecipammo ad una messa privata
con lui.
Eravamo noi tre, il Papa, il suo segretario e due o tre suore. Giovanni Paolo
II chiamava Chiara "Disegno di Dio", aveva una grande stima per lei.
Addirittura ci chiese una mappa di tutti i posti dove eravamo per potersi appoggiare
a noi. Da quel momento tra il Papa e Chiara è nata una grande amicizia, ci
furono vari incontri, il Papa la invitava spesso a pranzo e dagli anni Novanta
iniziò a chiamarla nel giorno di Santa Chiara per farle gli auguri. Mi ricordo
un altro episodio, eravamo in macchina io e lei, Chiara guidava e il Papa la
chiamò al cellulare per farle gli auguri, abbiamo quasi rischiato di fare un
incidente!».
29 aprile
2014
AVVENIRE –
Pubblicità in prima pagina de “Il Vangelo dello Spirito Santo in Giovanni Paolo
II”
TELEPACE (Doppia
Corsia) – Intervista a Salvatore Martinez. “Docilità allo Spirito Santo” in
Papa Giovanni XXIII