5
marzo 2014
UNO
DI NOI - Intervista a Salvatore Martinez nello speciale della Rivista
"Medjugorje"
13
marzo 2014
RADIO
VATICANA - Intervista a Salvatore Martinez
Oggi ricorre il primo
anniversario dell’elezione di Papa Francesco. Una delle immagini da lui usate
in un’intervista alla Civiltà Cattolica per parlare della Chiesa è stata quella
dell’“ospedale da campo”. Più volte Papa Francesco si è, infatti, soffermato
sul tema del perdono, della misericordia di Dio. Sul senso di queste
parole, Debora Donnini ha sentito Salvatore Martinez,
presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito:
R. – Certamente è uno degli elementi chiave di lettura di questo Pontificato,
che io definirei il Pontificato dell’autenticità cristiana. Parlare, infatti,
di misericordia – lo diceva già Madre Teresa di Calcutta - significa guardare
al linguaggio materno dell’umanità, al linguaggio che tutti capiscono, al di là
degli steccati ideologici, delle appartenenze religiose, confessionali. E’ un
Pontificato che sta profondamente umanizzando la storia. E’ un Papa che non
rifugge dalle emozioni, dall’incontro, anzi è un Papa che lo suscita, ed è un
incontro che alla fine deve regalare gioia. Questa è, in fondo, la firma dei
Vangeli: quando Gesù passava beneficando, risanando, regalando misericordia, alla
fine la gente lodava Dio, era nella gioia.
D. – Non a caso la prima esortazione apostolica di Papa Francesco si chiama
"Evangelii gaudium". Il Papa, poi, ha invitato più volte ad andare
verso le periferie esistenziali, ha parlato di una Chiesa che ha le porte
aperte. Secondo lei, questa predicazione sta dando un nuovo slancio alla Chiesa
verso l’evangelizzazione?
R. – Certamente, dopo il Sinodo sulla nuova evangelizzazione, Papa Francesco,
ereditando questo importantissimo patrimonio d’idee, non poteva che dare alla
Chiesa un passo missionario, come del resto era avvenuto in
quell’importantissimo Convegno del 2007, ad Aparecida, in Brasile. Ecco perché
il Papa vuole – l’ha ribadito più volte – una Chiesa incidentata, più che
ammalata, non una Chiesa quindi ferma, statica, ma che sappia obbedire al
dinamismo dello Spirito. Ed è in questo dinamismo il passo di Francesco, il
passo della nuova evangelizzazione. Si è definito un Papa che veniva dalla
periferia, ma va anche verso le periferie. E sin dall’inizio del Pontificato,
nella sua prima uscita, ha voluto visitare una delle periferie di questo nostro
tempo: la porta meridionale dell’Europa, Lampedusa. E poi è andato in Brasile,
che rappresenta ancora - nonostante tutti i trend di crescita economica - un’altra
importantissima periferia, per parlare ai giovani. In Papa Francesco le parole
si coniugano con i gesti, portando davvero all’esaudimento non solo le attese
del Concilio Vaticano II, ma i Pontificati che lo hanno preceduto. Non si può
certamente capire Papa Francesco senza Paolo VI, Giovanni Paolo II e, in
ultimo, Papa Benedetto XVI.
D. – Papa Francesco sta sicuramente registrando una grande popolarità fra le
persone, anche fra persone che sono lontane dalla Chiesa. Si sente il fascino
di questo Papa così, in un certo senso, “normale”...
R. – In occasione della festa di San Valentino, il 14 febbraio, il Papa ha
voluto i fidanzati in Piazza San Pietro. C’era uno striscione che diceva:
“Siamo tutti bergogliosi”, quasi a dire siamo tutti orgogliosi di questo Papa.
E colpisce che lo siano i lontani, anche coloro che confessano altre fedi,
altri credi. Sembra di rivedere il giorno di Pentecoste. C’è da dire poi che la
crisi morale, la crisi spirituale, che il mondo sta vivendo è profonda. Il
mondo ha bisogno di riferimenti e, in questo senso, dobbiamo leggere la visita
del presidente Putin, la prossima visita del presidente Obama, della Regina
Elisabetta, senza trascurare le aperture verso l’Est. Si pensi all’annunciato
viaggio in Corea, certamente alla visita in Terra Santa e all’incontro tra le
tre religioni monoteiste, oltre che al dialogo importante con gli ortodossi. E’
passato un anno, eppure in un anno questo Pontificato vanta già dei record
straordinari e questo dato della comunione, della fraternità, che il Papa
riesce a suscitare, davvero ci ricorda il miracolo della Pentecoste.
14
marzo 2014
AVVENIRE
- L'abbraccio dell'Italia al Papa
Auguri anche dal patriarca ortodosso russo Kirill
Movimenti, congregazioni religiose, associazioni. Da tutti i protagonisti
della vita ecclesiale, e non solo, grande riconoscenza e affetto a Bergoglio
per il primo anno di pontificato
Non si contano in questi giorni gli auguri al Papa per il
suo primo di anno di ministero petrino. Dall'Italia, ma non solo. «Il primo
anno del suo pontificato è stato segnato da grandi speranze e importanti
imprese nella Chiesa cattolica romana» ha scritto in un messaggio il
patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill. «L'impegno di sua santità nel
rendere più chiara la presenza degli ideali del Vangelo nella vita della
società contemporanea ha già portato i suoi frutti», ovvero «ricorda alle
persone il dovere dell'amore fraterno». Kirill ha poi osservato che i
rapporti bilaterali tra le due Chiese «hanno avuto un ulteriore sviluppo
nell'ultimo anno», indicando come ambito di cooperazione la conferma dei
«valori morali-spirituali cristiani nel mondo contemporaneo, la difesa degli
oppressi e il servizio vero il prossimo». Gli auguri al Papa da parte del Rinnovamento nello Spirito sono
arrivati invece sotto forma di una lettera aperta scritta dal
presidente Salvatore Martinez. «Caro papa Francesco, grazie di
avere accettato di guidare la Chiesa con lo stupore di un bambino, con la
saggezza di un nonno, con la paternità forte e sicura di chi è in Dio e con
Dio non ha paura e può tutto» si legge nella missiva, «Grazie, di avere
offerto la tua vita per il Regno, nella docile e umile sottomissione allo
Spirito Santo, testimoniandoci il profilo kerygmatico e carismatico della
nostra fede». Papa Francesco è un «sacerdote autentico che prega molto e
che sa ascoltare», sottolinea invece il prelato dell' Opus Dei , monsignor
Javier Echevarría, intervenuto alla Pontificia Università della Santa Croce
al congresso per il centenario della nascita di Álvaro del Portillo, prossimo
beato. Legando l'anniversario dell'elezione del Pontefice con la figura di
del Portillo, Echevarría ha evidenziato che un aspetto centrale della sua
predicazione fu precisamente la fedeltà alla Chiesa e l'amore al vicario di
Cristo: «Ovunque si recasse, monsignor del Portillo chiedeva sempre che si
pregasse per le intenzioni del Romano Pontefice. Era sempre guidato dal
desiderio di portare "Roma alla periferia" e la "periferia al
Papa", come scriveva san Josemaría». Nel suo messaggio monsignor Gian
Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes , saluta «un
magistero e un modello pontificio di attenzione al mondo delle migrazioni
come a un luogo per ricostruire le nostre città, l'Italia, l'Europa». E lo fa
richiamando alcuni momenti in cui questa attenzione si è resa particolarmente
visibile: dalla visita di Bergoglio a Lampedusa, a quella al Centro Astalli
di Roma, ai suoi interventi sul tema dei migranti e dei rifugiati. Paola
Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente nazionali
dell'associazione Scienza&Vita , ringraziano il Papa «perché ogni giorno
insegna, con gesti e parole, come si possa coniugare nella misericordia la
prospettiva dottrinale con la dimensione molto umana della consolazione.
Accogliere, soccorrere, aprirsi a quanti chiedono gesti di conforto e di
sostegno: in questa quotidiana e smisurata preghiera il Papa si fa testimone
vivente della bellezza del Vangelo della vita e ci esorta a camminare con
lui, in un percorso segnato dalla relazione che si fa prossimità». Non sono
mancate nella ricorrenza anche le iniziative di preghiera, come quella di
fronte alla grotta di Lourdes, organizzata dai ragazzi che stanno svolgendo il
servizio civile con l' Unitalsi presso il Santuario. «Credo che la loro
preghiera - ha detto Salvatore Pagliuca, presidente nazionale di
Unitalsi - possa rappresentare quella di tutti i giovani che nel mondo
guardano con affetto e devozione al Papa considerato un testimone credibile e
un evangelizzatore moderno». Infine i frati del Sacro Convento di Assisi
hanno attivato sul sito sanfrancesco.org una pagina dove è possibile inviare
auguri e preghiere. Tutti verranno poi consegnati a Bergoglio insieme a uno studio
sulle volte e le modalità in cui ha citato nei suoi discorsi il santo di
Assisi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
GIORGIO NAPOLITANO Dal presidente della Repubblica un
caloroso messaggio di auguri
In occasione del primo anniversario dell'elezione di papa
Francesco il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato a
Bergoglio «un caloroso messaggio». Lo rende noto un comunicato del Quirinale.
Nel corso di quest'inizio di pontificato, sono stati due gli incontri
ufficiali tra il capo dello Stato e il Papa. Napolitano si è recato in
Vaticano, l'8 giugno 2013 mentre Francesco è stato accolto al Quirinale il 14
novembre.
PIETRO GRASSO Ha rimesso al centro l'uomo con la sua
forza e le sue debolezze
La velocità impressa dal Papa al cambiamento nella Chiesa
«è ineguagliabile» perché «in pochi mesi ha rotto le tradizioni» e «ha
innovato il linguaggio». Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso
alla Radio Vaticana. Soprattutto - ha aggiunto Grasso - Bergoglio «ha rimesso
al centro del discorso l'uomo, con le sue debolezze, i suoi punti di forza,
proprio nel rapporto con Dio».
LAURA BOLDRINI Nelle sue parole e nei suoi gesti
umiltà, semplicità e speranza
Anche Laura Boldrini, presidente della Camera, ha inviato
un messaggio di auguri a papa Francesco in occasione del primo anniversario
dell'elezione. Nel testo consegnato al segretario di Stato, il cardinale
Pietro Parolin, la Boldrini fa riferimento, tra l'altro, al costante richiamo
del Papa all'umiltà e alla semplicità dei gesti e al messaggio di speranza
che sempre emerge dalle sue parole.
SILVESTRI (CONSULTA) Un alto ed intenso magistero a
difesa della pace e dei deboli
La Corte costituzionale, per l'anniversario
dell'elevazione al soglio pontificio, fa gli auguri a papa Francesco. In un
telegramma inviato al segretario di Stato Pietro Parolin, il presidente della
Consulta, Gaetano Silvestri esprime a nome dei giudici e a titolo personale
«le più vive espressioni augurali» a Bergoglio per «l'alto ed intenso
magistero a difesa della pace tra i popoli ed a protezione dei deboli
bisognosi»
TWITTER In nove lingue la vicinanza e l'affetto dei
follower
Auguri al Papa nel primo anniversario della sua elezione
arrivano in queste ore da tutto il mondo anche attraverso i social media. A
cominciare da Twitter. In particolare l'account @Pontifex (in nove lingue)
conta circa 12 milioni 369 mila i follower: 5.082.200 in spagnolo, 3.773.500
(inglese), 1.575.100 (italiano), 975.600 (portoghese), 248.600 (francese),
224.800 (latino), 195.600 (polacco), 177.500 (tedesco), 116.000 (arabo).
I vescovi argentini: da lui nuovo slancio
Auguri al Pontefice anche dalla sua Chiesa madre,
l'Argentina, la cui Conferenza episcopale ha ricordato che «l'elezione di
papa Bergoglio, insieme al gesto umile e audace della rinuncia di Benedetto
XVI, costituisce un unico, provvidenziale avvenimento per il quale dobbiamo
ringraziare il Signore». I vescovi rinnovano il loro impegno per da- re alla
Chiesa un «nuovo slancio missionario per portarla alle periferie geografiche
e esistenziali del mondo, mostrando il volto misericordioso di Dio», seguendo
le indicazioni della Evangelii Gaudium. Chiesa argentina che che ha
festeggiato con celebrazioni eucaristiche in tutte le parrocchie del Paese.
Una piccola radio locale del quartiere Flores di Buenos Aires, dove è nato
Bergoglio, ha anche trasmesso una intervista esclusiva al Pontefice.