Segreteria nazionale
via degli Olmi, 62
00172 Roma
tel 06 2310408
fax 06 2310409
mail rns@rns-italia.it
Homepage >> Rassegna Stampa Torna alla pagina precedente...
Primo anno di pontificato di Papa Francesco
 

5 marzo 2014

UNO DI NOI - Intervista a Salvatore Martinez nello speciale della Rivista "Medjugorje"

13 marzo 2014

RADIO VATICANA - Intervista a Salvatore Martinez

Oggi ricorre il primo anniversario dell’elezione di Papa Francesco. Una delle immagini da lui usate in un’intervista alla Civiltà Cattolica per parlare della Chiesa è stata quella dell’“ospedale da campo”. Più volte Papa Francesco si è, infatti, soffermato sul tema del perdono, della misericordia di Dio. Sul senso di queste parole, Debora Donnini ha sentito Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito:

R. – Certamente è uno degli elementi chiave di lettura di questo Pontificato, che io definirei il Pontificato dell’autenticità cristiana. Parlare, infatti, di misericordia – lo diceva già Madre Teresa di Calcutta - significa guardare al linguaggio materno dell’umanità, al linguaggio che tutti capiscono, al di là degli steccati ideologici, delle appartenenze religiose, confessionali. E’ un Pontificato che sta profondamente umanizzando la storia. E’ un Papa che non rifugge dalle emozioni, dall’incontro, anzi è un Papa che lo suscita, ed è un incontro che alla fine deve regalare gioia. Questa è, in fondo, la firma dei Vangeli: quando Gesù passava beneficando, risanando, regalando misericordia, alla fine la gente lodava Dio, era nella gioia.

D. – Non a caso la prima esortazione apostolica di Papa Francesco si chiama "Evangelii gaudium". Il Papa, poi, ha invitato più volte ad andare verso le periferie esistenziali, ha parlato di una Chiesa che ha le porte aperte. Secondo lei, questa predicazione sta dando un nuovo slancio alla Chiesa verso l’evangelizzazione?

R. – Certamente, dopo il Sinodo sulla nuova evangelizzazione, Papa Francesco, ereditando questo importantissimo patrimonio d’idee, non poteva che dare alla Chiesa un passo missionario, come del resto era avvenuto in quell’importantissimo Convegno del 2007, ad Aparecida, in Brasile. Ecco perché il Papa vuole – l’ha ribadito più volte – una Chiesa incidentata, più che ammalata, non una Chiesa quindi ferma, statica, ma che sappia obbedire al dinamismo dello Spirito. Ed è in questo dinamismo il passo di Francesco, il passo della nuova evangelizzazione. Si è definito un Papa che veniva dalla periferia, ma va anche verso le periferie. E sin dall’inizio del Pontificato, nella sua prima uscita, ha voluto visitare una delle periferie di questo nostro tempo: la porta meridionale dell’Europa, Lampedusa. E poi è andato in Brasile, che rappresenta ancora - nonostante tutti i trend di crescita economica - un’altra importantissima periferia, per parlare ai giovani. In Papa Francesco le parole si coniugano con i gesti, portando davvero all’esaudimento non solo le attese del Concilio Vaticano II, ma i Pontificati che lo hanno preceduto. Non si può certamente capire Papa Francesco senza Paolo VI, Giovanni Paolo II e, in ultimo, Papa Benedetto XVI.

D. – Papa Francesco sta sicuramente registrando una grande popolarità fra le persone, anche fra persone che sono lontane dalla Chiesa. Si sente il fascino di questo Papa così, in un certo senso, “normale”...

R. – In occasione della festa di San Valentino, il 14 febbraio, il Papa ha voluto i fidanzati in Piazza San Pietro. C’era uno striscione che diceva: “Siamo tutti bergogliosi”, quasi a dire siamo tutti orgogliosi di questo Papa. E colpisce che lo siano i lontani, anche coloro che confessano altre fedi, altri credi. Sembra di rivedere il giorno di Pentecoste. C’è da dire poi che la crisi morale, la crisi spirituale, che il mondo sta vivendo è profonda. Il mondo ha bisogno di riferimenti e, in questo senso, dobbiamo leggere la visita del presidente Putin, la prossima visita del presidente Obama, della Regina Elisabetta, senza trascurare le aperture verso l’Est. Si pensi all’annunciato viaggio in Corea, certamente alla visita in Terra Santa e all’incontro tra le tre religioni monoteiste, oltre che al dialogo importante con gli ortodossi. E’ passato un anno, eppure in un anno questo Pontificato vanta già dei record straordinari e questo dato della comunione, della fraternità, che il Papa riesce a suscitare, davvero ci ricorda il miracolo della Pentecoste.

14 marzo 2014

AVVENIRE - L'abbraccio dell'Italia al Papa

Auguri anche dal patriarca ortodosso russo Kirill Movimenti, congregazioni religiose, associazioni. Da tutti i protagonisti della vita ecclesiale, e non solo, grande riconoscenza e affetto a Bergoglio per il primo anno di pontificato

Non si contano in questi giorni gli auguri al Papa per il suo primo di anno di ministero petrino. Dall'Italia, ma non solo. «Il primo anno del suo pontificato è stato segnato da grandi speranze e importanti imprese nella Chiesa cattolica romana» ha scritto in un messaggio il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill. «L'impegno di sua santità nel rendere più chiara la presenza degli ideali del Vangelo nella vita della società contemporanea ha già portato i suoi frutti», ovvero «ricorda alle persone il dovere dell'amore fraterno». Kirill ha poi osservato che i rapporti bilaterali tra le due Chiese «hanno avuto un ulteriore sviluppo nell'ultimo anno», indicando come ambito di cooperazione la conferma dei «valori morali-spirituali cristiani nel mondo contemporaneo, la difesa degli oppressi e il servizio vero il prossimo». Gli auguri al Papa da parte del Rinnovamento nello Spirito sono arrivati invece sotto forma di una lettera aperta scritta dal presidente Salvatore Martinez. «Caro papa Francesco, grazie di avere accettato di guidare la Chiesa con lo stupore di un bambino, con la saggezza di un nonno, con la paternità forte e sicura di chi è in Dio e con Dio non ha paura e può tutto» si legge nella missiva, «Grazie, di avere offerto la tua vita per il Regno, nella docile e umile sottomissione allo Spirito Santo, testimoniandoci il profilo kerygmatico e carismatico della nostra fede». Papa Francesco è un «sacerdote autentico che prega molto e che sa ascoltare», sottolinea invece il prelato dell' Opus Dei , monsignor Javier Echevarría, intervenuto alla Pontificia Università della Santa Croce al congresso per il centenario della nascita di Álvaro del Portillo, prossimo beato. Legando l'anniversario dell'elezione del Pontefice con la figura di del Portillo, Echevarría ha evidenziato che un aspetto centrale della sua predicazione fu precisamente la fedeltà alla Chiesa e l'amore al vicario di Cristo: «Ovunque si recasse, monsignor del Portillo chiedeva sempre che si pregasse per le intenzioni del Romano Pontefice. Era sempre guidato dal desiderio di portare "Roma alla periferia" e la "periferia al Papa", come scriveva san Josemaría». Nel suo messaggio monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes , saluta «un magistero e un modello pontificio di attenzione al mondo delle migrazioni come a un luogo per ricostruire le nostre città, l'Italia, l'Europa». E lo fa richiamando alcuni momenti in cui questa attenzione si è resa particolarmente visibile: dalla visita di Bergoglio a Lampedusa, a quella al Centro Astalli di Roma, ai suoi interventi sul tema dei migranti e dei rifugiati. Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente nazionali dell'associazione Scienza&Vita , ringraziano il Papa «perché ogni giorno insegna, con gesti e parole, come si possa coniugare nella misericordia la prospettiva dottrinale con la dimensione molto umana della consolazione. Accogliere, soccorrere, aprirsi a quanti chiedono gesti di conforto e di sostegno: in questa quotidiana e smisurata preghiera il Papa si fa testimone vivente della bellezza del Vangelo della vita e ci esorta a camminare con lui, in un percorso segnato dalla relazione che si fa prossimità». Non sono mancate nella ricorrenza anche le iniziative di preghiera, come quella di fronte alla grotta di Lourdes, organizzata dai ragazzi che stanno svolgendo il servizio civile con l' Unitalsi presso il Santuario. «Credo che la loro preghiera - ha detto Salvatore Pagliuca, presidente nazionale di Unitalsi - possa rappresentare quella di tutti i giovani che nel mondo guardano con affetto e devozione al Papa considerato un testimone credibile e un evangelizzatore moderno». Infine i frati del Sacro Convento di Assisi hanno attivato sul sito sanfrancesco.org una pagina dove è possibile inviare auguri e preghiere. Tutti verranno poi consegnati a Bergoglio insieme a uno studio sulle volte e le modalità in cui ha citato nei suoi discorsi il santo di Assisi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GIORGIO NAPOLITANO Dal presidente della Repubblica un caloroso messaggio di auguri

In occasione del primo anniversario dell'elezione di papa Francesco il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato a Bergoglio «un caloroso messaggio». Lo rende noto un comunicato del Quirinale. Nel corso di quest'inizio di pontificato, sono stati due gli incontri ufficiali tra il capo dello Stato e il Papa. Napolitano si è recato in Vaticano, l'8 giugno 2013 mentre Francesco è stato accolto al Quirinale il 14 novembre.

PIETRO GRASSO Ha rimesso al centro l'uomo con la sua forza e le sue debolezze

La velocità impressa dal Papa al cambiamento nella Chiesa «è ineguagliabile» perché «in pochi mesi ha rotto le tradizioni» e «ha innovato il linguaggio». Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso alla Radio Vaticana. Soprattutto - ha aggiunto Grasso - Bergoglio «ha rimesso al centro del discorso l'uomo, con le sue debolezze, i suoi punti di forza, proprio nel rapporto con Dio».

LAURA BOLDRINI Nelle sue parole e nei suoi gesti umiltà, semplicità e speranza

Anche Laura Boldrini, presidente della Camera, ha inviato un messaggio di auguri a papa Francesco in occasione del primo anniversario dell'elezione. Nel testo consegnato al segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, la Boldrini fa riferimento, tra l'altro, al costante richiamo del Papa all'umiltà e alla semplicità dei gesti e al messaggio di speranza che sempre emerge dalle sue parole.

SILVESTRI (CONSULTA) Un alto ed intenso magistero a difesa della pace e dei deboli

La Corte costituzionale, per l'anniversario dell'elevazione al soglio pontificio, fa gli auguri a papa Francesco. In un telegramma inviato al segretario di Stato Pietro Parolin, il presidente della Consulta, Gaetano Silvestri esprime a nome dei giudici e a titolo personale «le più vive espressioni augurali» a Bergoglio per «l'alto ed intenso magistero a difesa della pace tra i popoli ed a protezione dei deboli bisognosi»

TWITTER In nove lingue la vicinanza e l'affetto dei follower

Auguri al Papa nel primo anniversario della sua elezione arrivano in queste ore da tutto il mondo anche attraverso i social media. A cominciare da Twitter. In particolare l'account @Pontifex (in nove lingue) conta circa 12 milioni 369 mila i follower: 5.082.200 in spagnolo, 3.773.500 (inglese), 1.575.100 (italiano), 975.600 (portoghese), 248.600 (francese), 224.800 (latino), 195.600 (polacco), 177.500 (tedesco), 116.000 (arabo).

I vescovi argentini: da lui nuovo slancio

Auguri al Pontefice anche dalla sua Chiesa madre, l'Argentina, la cui Conferenza episcopale ha ricordato che «l'elezione di papa Bergoglio, insieme al gesto umile e audace della rinuncia di Benedetto XVI, costituisce un unico, provvidenziale avvenimento per il quale dobbiamo ringraziare il Signore». I vescovi rinnovano il loro impegno per da- re alla Chiesa un «nuovo slancio missionario per portarla alle periferie geografiche e esistenziali del mondo, mostrando il volto misericordioso di Dio», seguendo le indicazioni della Evangelii Gaudium. Chiesa argentina che che ha festeggiato con celebrazioni eucaristiche in tutte le parrocchie del Paese. Una piccola radio locale del quartiere Flores di Buenos Aires, dove è nato Bergoglio, ha anche trasmesso una intervista esclusiva al Pontefice.

 

(15.03.2014)