«Con Papa Francesco,
Rinnovamento in uscita missionaria»
Grazie,
prima di tutto!
Prima
di iniziare, vorrei dire "grazie". "Grazie!" a questa speciale famiglia che è
il Consiglio Nazionale. Grazie per il lavoro di questi mesi! E poi c'è un'altra
categoria speciale; senza di loro non sarebbe stato materialmente possibile il
vostro arrivo qui: sono i circa settecento prenotatori. E grazie a voi, dal più
piccolo al più grande: la vostra fede, il vostro santo viaggio, i vostri
silenzi come le acclamazioni che hanno inondato di gioia il cuore di questa
Convocazione. Vorrei ringraziarvi uno a uno, tutte le 52mila persone presenti. E
grazie a Papa Francesco. Nella sua voce ho risentito don Dino Foglio, le sue
raccomandazioni alle origini del Rinnovamento; e nella "complicità" che il Papa
mi riservava, rivedevo padre Matteo La Grua. Il Rinnovamento, profezia per la
Chiesa, assunta ora da Papa Francesco, va compiendosi verso la sua pienezza.
Uscire... insieme!
Dopo
i primi tre verbi contenuti nel tema della Convocazione - convertitevi, credete, ricevete lo Spirito Santo - il quarto verbo
di questa Convocazione ce lo consegna Papa Francesco: "uscite"! Vorrei aggiungere un'altra parola: "insieme". Insieme per
essere missionari. Non sostituiamo la parola "missione" con la parola
"dimissione"; o anche con "omissione". Usciamo da questa Convocazione con una
dignità mai avuta, mai sperimentata; certamente sognata, attesa, ma chi mai
avrebbe immaginato che noi ne saremmo stati testimoni? Si esce da qui nel segno
dell'unzione e del potere
dello Spirito. L'unzione è ciò che fa la verità dentro di noi, è l'azione
invisibile di Dio: è unzione di verità, che allontana tutte le menzogne; è unzione
d'amore, che ci rigenera. Ma poi segue la potenza dello Spirito, che è sempre
dinamica: è azione, è ministero, è servizio agli ultimi. Queste sono le opere
del Regno; questa è la Pentecoste! Questa l'esperienza che abbiamo vissuto e
che ci attende fuori da questo Stadio. Gesù è molto chiaro: «Vedano le vostre opere buone e glorifichino
il Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5, 16). Vedano gli uomini e sentano che
il Rinnovamento è vivo nei cuori e nella storia.
L'unità
è una sfida spirituale
Ho
promesso al Santo Padre: «Si rallegri di ciò che il Rinnovamento nello Spirito
ha iniziato a fare in Italia. Continueremo a lavorare per l'unità! Vogliamo
fare dell'unità il segno della nostra credibilità ecclesiale»! Ma perché questo
accada, dobbiamo ribadire alcuni principi. L'evangelizzazione e l'unità
sono osteggiate dal maligno. San Paolo, ad esempio, afferma che avrebbe voluto
raggiungere Tessalonica, ma satana lo aveva impedito (cf 1 Ts 2, 18). Altre
volte - è sempre San Paolo che lo scrive - ci sono anche nemici tra i fratelli:
egli stesso racconta che i giudei, mossi dalla gelosia, non volevano che i
pagani venissero evangelizzati (cf 1 Ts 2, 16). Non si riesce a essere uniti,
per evangelizzare, se non si è liberi interiormente! «Noi non abbiamo ricevuto uno spirito di paura, ma di libertà»! Ce
lo ricorda sempre San Paolo (cf Rm 8, 14-15). Spesso non si riesce a fare unità
e non riusciamo a evangelizzare, perché pur con i migliori propositi e volendo
obbedire alla volontà di Dio siamo come Giona, cioè andiamo per la via
sbagliata. Giona non era rimasto fermo, era uscito, ma la via che aveva deciso
di seguire era sbagliata. E il Signore miracolosamente lo riacciuffa e lo
rimette sulla giusta via. Così dobbiamo fare anche noi: tornare a casa e valutare,
discernere, se siamo sulla via dell'unità, se siamo sulla via
dell'evangelizzazione. Ma c'è ancora un'altra ragione più profonda: si può
mancare di unità perché una condotta che favorisce la divisione atrofizza il
corpo, lo paralizza. Le divisioni fanno sì che la lode in noi non sia più
sincera; perché come si può amare Dio, che non vedi, se non ami il fratello,
quello della tua comunità, che vedi ordinariamente? Le divisioni spostano
l'attenzione dalla gloria di Dio alla nostra gloria; così diveniamo separati
dai fratelli, separati da Cristo; e sfidiamo Dio, con chiacchiere, giudizi,
risentimenti.
Il
"di più" di Papa Francesco
Non
c'è misura nell'amore, non c'è misura nell'umiltà, non c'è misura nella
comunione, altrimenti non sta lavorando lo Spirito Santo! Ce lo ricorda
Giovanni il Battista: «Colui che Dio ha
mandato dà lo Spirito senza misura» (cf Gv 3, 34). Allora non bisogna preoccuparsi quando si è
esortati a fare di più, come è nello stile di Papa Francesco. Il Papa invoca
una maggiore premura per l'unità nel Rinnovamento. Sa quanto valiamo, quanto
possiamo e ancora dobbiamo fare: è lo spazio del "non ancora". Il "già" e "non
ancora" lo postula Gesù: «Lo Spirito già
dimora in voi, e sarà in voi!» (cf Gv 14, 17). E allora pensate con gioia a
cosa sarà il RnS che verrà, se rimarrà docile allo Spirito! Avete sentito il
richiamo del Santo Padre: «Chi sei tu per stabilire se si può o non si può
ricevere la preghiera di effusione?». Chi siamo noi per trattenere, ingabbiare
lo Spirito, la volontà d'amore che Dio ha per ogni uomo? Certo, possiamo
discernere sui tempi, sui modi, sulla preparazione spirituale, accertare che ci
siano desiderio di vita nuova e conversione. Ma chi sono io per dire "no" alla
libera e sovrana azione dello Spirito di Dio? Questo è l'atteggiamento che ci è
richiesto; pur con tutta la cura pastorale che dobbiamo avere per chi ci è
affidato.
"RNS"
è "RCC"
Il
Papa continuamente richiama un concetto decisivo: unità non è uniformità. È
diversità di doni e di espressioni armonizzate dallo Spirito Santo. Vorrei
spiegarlo con un linguaggio molto semplice. Tagliata la frutta a pezzi puoi
fare due cose: o una macedonia o un frullato. L'unità non è un frullato, perché
nel frullato il sapore diventa unico, unico il colore, unica la consistenza al
palato. Nella macedonia, invece, ogni pezzo è ben distinto: ha colore diverso,
consistenza diversa, sapore più o meno dolce e individui il nome di ogni pezzo
di frutta. Ogni denominazione, ogni associazione o organizzazione nel
Rinnovamento è ben distinta dalle altre con cui coesiste. Ognuno di noi ha un
nome, ha una storia, mai contro l'altro ma con l'altro: questa è l'unità! Noi in Italia ci chiamiamo
Rinnovamento nello Spirito Santo perché il card. Leo J. Suenens e padre
Domenico Grasso proposero che si mettesse in evidenza il Donatore sui doni,
cioè lo Spirito sui carismi; che si insistesse sulla "vita nuova" nello
Spirito, più che sulla "vita carismatica", dal momento che prima che
"carismatici" occorre essere "spirituali", come insegna San Paolo proprio nella
prima Lettera ai Corinti (e non dimentichiamo che carismatico, con "segni e
prodigi" può essere anche il diavolo). Dunque ci chiamiamo RnS per un atto di obbedienza,
dal momento che per i primi 3 anni di vita nazionale la denominazione era
"Rinnovamento Carismatico Cattolico". Siamo sempre stati il Rinnovamento
Carismatico Cattolico in Italia. Così dovrà continuare ad essere, anzi di più! Di più, ce lo ha chiesto il Papa. Il Papa
nel suo Discorso ha parlato a tutto il Rinnovamento
"carismatico" senza creare ambivalenze con il Rinnovamento nello Spirito.
Ha anche usato la doppia espressione "effusione
dello Spirito" e "battesimo nello
Spirito". Anche qui, guardando alla nostra esperienza italiana, fu sempre
il card. Suenens a dire: «Sarebbe meglio, per non confondersi col sacramento
del battesimo, che si usi l'espressione "effusione"». Non possiamo essere
divisi, conflittuali per problemi di sigle e denominazioni! È la sostanza della
nostra identità che non deve cambiare: la "corrente di grazia" non deve
modificarsi, né rallentarsi; per quella dobbiamo lavorare. Altrimenti facciamo
diventare una questione spirituale un mero fatto culturale. Ci chiede altro il
Pontefice. Non vuole che si dica "io sono di Cefa, io sono di Apollo". Perché
allora la domanda è: "E dello Spirito Santo chi vuole essere?". E del
Rinnovamento che è dello Spirito Santo, che avviene nello Spirito Santo, chi
vuole essere? Noi dobbiamo armonizzare la complessità della nostra storia, nel
rispetto di tutte le tradizioni che ci sono all'interno. Non avere un fondatore
umano fa sì che il nostro non sia un Movimento unificato e che i nostri
organismi siano di servizio, di comunione; così da far apprezzare tutti, perché
tutti si sentano valorizzati, per fare sentire ciascuno a casa propria, come ha
detto lo stesso Papa salutandoci: "Mi avete fatto sentire come a casa! Ognuno
nel Rinnovamento Carismatico Cattolico, ogni comunità, ogni gruppo, ogni
associazione deve sentirsi di casa! Questa è la nostra responsabilità! Ma
questo è molto faticoso, perché ricercare e mantenere l'unità richiede umiltà e
fatica; presuppone il continuo sacrificarsi per l'altro. Stare e restare in
comunione ha un prezzo! È più facile dire "non sono d'accordo" e andarsene che
cercare la comunione e rimanere; è più facile dire nel Rinnovamento "io sono
ispirato dallo Spirito" e andarsene per un'altra strada e non accettare di
sottoporre la propria ispirazione al discernimento comunitario. Dobbiamo
permettere allo Spirito Santo di farci superare la tristezza dell'"io" e di generare
il "noi"!
Lingue
di comunione
Noi
in questi giorni abbiamo ripreso a camminare fraternamente. Questa Convocazione
è stata preparata da incontri davvero fraterni con Gilberto (Fraternità delle
Comunità) e con Michelle (ICCRS). Non che non camminassimo nel segno del
Rinnovamento, perché tutti siamo in cammino; ma abbiamo detto "insieme".
Insieme, verso quell'unità che viene dallo Spirito Santo e va verso lo Spirito e le
sue novità. Qui, allo Stadio, lo Spirito ci ha presentati gli uni gli altri;
noi lo abbiamo fortemente voluto per dire che non c'è più lontananza, non c'è
più distinzione, non ci sono più italiani o europei o stranieri, ma ci sono "i
convocati", quelli che lo Spirito in ogni angolo della Terra sta chiamando e
continuerà a chiamare servendosi del Rinnovamento per la missione
evangelizzatrice. É qui la nostra sfida, quella che il Papa ci lancia: se le
nostre organizzazioni prevalgono sulla grazia, allora non stiamo seguendo lo
Spirito Santo. Un gruppo è già un'organizzazione! Una comunità è
un'organizzazione! Un Comitato nazionale, diocesano, regionale, internazionale
sono organizzazioni! Dove c'è un nome, una sigla, lì c'è un'organizzazione. Il
Papa la chiama "diversità riconciliata". La lingua dello Spirito è lingua di
comunione: questa è la cattolicità, l'universalità; lingue di comunione! Lo
Spirito è al lavoro e vuole che questa unità sia superiore ai conflitti,
sempre! Ringrazio Dio perché mai nel mio cuore e nel cuore del Consiglio
Nazionale noi abbiamo avvertito la diversità come una minaccia per il nostro
cammino; mai come un problema, per la Chiesa e per noi. Lo dico con fierezza e
con gioia: siano benedette tutte le Comunità, tutte le Associazioni, tutti
coloro che camminano in Italia e nel mondo all'insegna dell'unica famiglia del
Rinnovamento. Senza lo Spirito Santo noi non riusciamo a capire cosa è la
Chiesa. Senza lo Spirito Santo non riusciamo a capire quanto è grande il
mistero della Chiesa. Senza lo Spirito Santo non riusciremmo mai a testimoniare
l'attualità dell'effusione dello Spirito Santo. I Padri della Chiesa ci
ricordano che "quanto più tu ami lo Spirito Santo, tanto più tu ami la Chiesa".
Il nostro Movimento è carismatico, ma è cattolico, e quindi è nella Chiesa; è
un movimento ecclesiale, che esprime tutta la sua diversità attraverso la
corrente di grazia che si incarna nella storia. Noi uomini abbiamo bisogno di
stare insieme, in strutture, in organizzazioni; è questa la bellezza del
Movimento dello Spirito; ma guai ad assolutizzare il proprio Movimento, la propria
realtà, il proprio cammino. Questa è una lezione che il Rinnovamento nello
Spirito sta diffondendo anche a beneficio di tutta la Chiesa, di altri
Movimenti, di altre Comunità! Che bello se potremo dirlo anche ad altre realtà
fuori dalla Chiesa Cattolica, vivendo l'ecumenismo spirituale! Noi siamo
fratelli! Non dobbiamo pretendere di vedere risultati appariscenti: dobbiamo
partire con fede, con uno sguardo sereno sulla realtà.
La
nuova evangelizzazione
Riguardo
alla nuova evangelizzazione, vorrei che davvero, nell'unzione dello Spirito
Santo, ciascuno di noi si sentisse ingaggiato. Se ognuno, da questo
momento in avanti, farà bene la sua parte, e lo farà pensando agli altri, noi
continueremo a incontrarci facendo il bene. Nessuno di noi - ci ha detto il
Papa - ha comprato il Rinnovamento e gli ha
messo un cappello in testa. Lo Spirito Santo non si lascia ingabbiare! Il
profeta Isaia afferma: «Chi ha mai
diretto lo Spirito Santo e come suo consigliere gli da dato suggerimenti?» (cf Is
40, 12). E adesso occorre andare avanti, da qui in avanti! Voi non siete stati
appena spettatori di una Convocazione che ha visto momenti straordinariamente
profetici, gesti profondi di riconciliazione e di amore. Ciascuno di noi è
stato convocato per ricevere un mandato dallo Spirito, a partire dalla chiamata
ad essere evangelizzatori. Abbiamo bisogno di leader evangelizzatori. Vogliamo
eleggere alla guida dei nostri Gruppi e delle nostre Comunità degli
evangelizzatori, non degli organizzatori, pensatori o teologi! Cosa fare allora?
Invocare lo Spirito! Dobbiamo permettere allo Spirito di continuare questo
lavoro. Lui prega in noi, attende di essere invocato, ci chiede di
pregare sempre, come in queste ore, come in questi giorni; ci chiede di negoziare - insegna Francesco - nella
preghiera, come faceva Mosè! Negoziamo l'unità, negoziamo
l'evangelizzazione, negoziamo la missione! Tutte le volte che vediamo un
ostacolo, negoziamo con Dio nella preghiera! E saremo più forti e sentiremo la
gioia dell'assistenza dello Spirito Santo; e sentiremo che l'evangelizzazione
fluisce prima nei cuori che nelle opere, nella verità di Dio, che s'incarna in
noi prima che nelle opere del Regno. Lo Spirito sta aprendo nuove vie,
ha una fantasia e una creatività continua; ma vuole intanto muovere i nostri
cuori e vuole aprire i nostri occhi, perché possiamo riconoscere l'altro come
un dono. Lo Spirito Santo adesso ci invia; Ti invierà, a partire dalla
Tua casa, dal Tuo posto di lavoro, dal gruppo dove ritornerai! Hai tanti "lieti
annunci" da dare nel nome di Gesù. Ci attende un'estate piena di attività di
formazione, ma soprattutto il lavoro d'interiorizzazione della grazia della
nuova evangelizzazione scaturita in questo Stadio, per sentirci tutti pronti ad
andare e annunciare il Vangelo.
SCARICA IL PDF DELLA RELAZIONE CONCLUSIVA DEL PRESIDENTE MARTINEZ