«Ti salutiamo, Signore Gesù: questa adorazione prolunga il nostro ringraziamento. Ti salutiamo e ti accogliamo. Il tuo sguardo è su di noi, Signore. Che tu sia benedetto»: con queste parole don Guido Pietrogrande, assistente spirituale nazionale del Rinnovamento, ha dato il via al tempo di adorazione eucaristica nella seconda giornata della 37ᵃ Convocazione nazionale. Al termine della concelebrazione eucaristica, presieduta dal vicario di Papa Francesco, il cardinale Agostino Vallini, l'esposizione del Santissimo Sacramento ha introdotto i 52mila dell'Olimpico in un tempo di adorazione e di intercessione per la liberazione e la guarigione, guidato da suor Briege McKenna. «Fratelli e sorelle - ha esordito la Religiosa irlandese - che grande dono che abbiamo! Qui con noi è Gesù in persona in corpo, sangue, anima e divinità, alleluia!». Un canto d'amore per Gesù Eucaristia si innalza dai cuori: sono parole di adorazione che professano la fede e l'amore per Chi si è fatto peccato per scontare le colpe, per Chi si è fatto agnello per redimere e salvare ogni uomo. Salvezza che, come racconta proprio suor Briege, ha toccato anche la sua vita quando era molto giovane: entrata nella vita religiosa all'età di quattordici anni, professa già a diciassette anni, ben presto si ammala e scopre di essere affetta da una grave forma di artrite reumatoide, che la costringe a cure che si rivelano inefficaci. Recatasi negli Stati Uniti per cercare un rimedio in migliori condizioni climatiche, lì non trova una cura ma il Rinnovamento carismatico. «Il mio cuore ebbe un gran desiderio di incontrare Gesù. Ero una suora molto giovane e volevo conoscere Gesù personalmente. Grazie a una suorina americana ho incontrato il Rinnovamento: per questo vi chiedo di pregare per le religiose, ci sono tante suore che sono strumenti efficaci di Dio nel Rinnovamento!». Il battesimo nello Spirito è stato il lavacro di salvezza per la sua anima e per il suo corpo. «Alle 8.45 di una domenica mattina, ricevetti il battesimo nello Spirito e istantaneamente guarii in maniera miracolosa. L'effusione dello Spirito Santo mi ha cambiato la vita. Oltre quarant'anni dopo questo evento eccezionale, mi rendo conto che la guarigione fisica non è la cosa più importante per la quale dobbiamo pregare: conoscere Gesù è la più forte guarigione nel mondo, ed è il ministero affidato a me e a padre Kevin Scallon e il motivo per cui preghiamo incessantemente». Nei racconti di suor Briege, nella descrizione dei prodigi che il Signore ha compiuto nella vita di tanti figli mediante la preghiera di intercessione, c'è la forza di una sola verità: «Questa Santa Eucaristia è Gesù, e Gesù è colui che guarisce. Noi cattolici crediamo che questi è Gesù e che Gesù è vivo». Poi la preghiera è andata incontro alle infermità dell'uomo: la cecità, la sordità, l'impossibilità di muoversi, le menomazioni fisiche che, nella loro essenza, sono interfaccia e sintomi di ben più profonde malattie. «Quando Gesù ha detto "i ciechi vedono" - ha detto la Suora ̶ , ci rendiamo conto che ancor prima che per quella fisica, dobbiamo pregare per la vista spirituale. Dobbiamo innalzare al Signore questa preghiera: Signore Gesù, toglici la cecità morale e spirituale, apri i nostri occhi e donaci l'unzione della vista che solo tu puoi donare. Solo tu conosci le nostre necessità: apri gli occhi di coloro che soffrono». E poi, ricordando la paralisi che lei stessa ha vissuto, suor Briege sottolinea: «La paralisi delle gambe è una condizione difficile, ma io supplicavo il Signore di portare via la mia rabbia, il mio dolore. La peggiore paralisi non è quella fisica ma la rabbia e il risentimento che vivevo. Sono queste le cose che ci paralizzano. Signore Gesù, ti preghiamo perché tu possa guarirci e liberarci da qualsiasi paura». E ancora, una preghiera particolare è stata rivolta per i medici, gli infermieri e il personale paramedico che portano la guarigione in tutto il mondo: «Signore, dona loro cuori di guarigione, di compassione, e toccali con la tua potenza sanante». Dopo aver presentato a Dio tutte le intenzioni di preghiera, una parola profetica ha sigillato questo intenso momento di adorazione: «Figli miei, non temete! Non vi chiederò mai di portare una croce più pesante della mia. Venite nella mia presenza eucaristica e, qui con me, guarderò a voi con compassione. Rallegratevi figli miei perché io sono con voi». «Con fede - ha concluso il presidente Martinez - crediamo alla Parola: "Io ti dico che se credi vedrai la gloria di Dio" (cf Gv 11,40)».
Elsa De Simone