«Sono nel gruppo del Rinnovamento da sei anni. Quando sono arrivata avevo da poco perso mio figlio di sei anni, investito da un automobilista ubriaco. Avevo sete di vendetta», questo racconta la donna che rende all'assemblea una straordinaria testimonianza di perdono e di pacificazione. Quell'uomo, il colpevole, venne preso e condannato, ma non resto molto in carcere, «uscì per buona condotta perché le carceri erano piene».
Ma una sera il marito della donna, rientrando a casa, le racconta una storia che ha dell'incredibile: «Era entrata nel suo negozio una donna che aveva urgenza di fare una telefonata perché era accaduto un gravissimo incidente: una sbarra di ferro era caduta da un camion colpendo un uomo alla spina dorsale». Quell'uomo, scoprì il marito della donna, era lo stesso che aveva ucciso il loro figlio.
«Cominciai a pensare a quell'uomo - continua la testimone -, a ciò che gli era capitato, ma senza più desiderio di vendetta. Sentimenti nuovi erano in me», anzi nel suo cuore si manifestò il desiderio di incontrarlo. Raccontò tutto al suo sacerdote, gli chiese di farle da tramite in questa delicatissima impresa. Il giorno che avvenne l'incontro, «trovammo l'uomo a letto, la mente lucida ma il corpo completamente paralizzato. Non parlammo della nostra tragedia. Lo abbracciai: mi sembrava il corpo martoriato di Gesù». Qualche tempo dopo l'uomo è morto, ma in tutta questa storia - ha concluso la donna - «il Signore ha dato a noi la pace e a lui la forza di andare avanti fino alla fine».
Elena Dreoni
(02.06.2014)