È stato l'italo-argentino Pino Scafuro, coordinatore del Rinnovamento di Buenos Aires, ad aprire la sessione delle testimonianza dal palco dell'Olimpico. Ha raccontato l'esperienza del Rinnovamento carismatico nel suo Paese, sottolineando la preziosa presenza dell'allora arcivescovo Bergoglio, già referente episcopale e assistente spirituale per il Movimento in Argentina.
«Chi è quest'uomo che oggi conosciamo come Francesco? - ha chiesto Scafuro. Tutti gli anni ci accompagnava agli incontri di formazione e alla S. Messa annuale in Cattedrale. Una folla immensa di persone lo sommergeva, chiedendo preghiere, benedizioni, o semplicemente per salutarlo, anche con il rischio di farlo cadere a terra tra uno spintone e l'altro. Ma lui non si tirava indietro. Al contrario - ha ricordato il Coordinatore argentino - quando lo invitavo a salire di un gradino per evitare gli urti della gente, lui mi rispondeva fermamente: "In alto non saluto, a me piace salutare allo stesso livello della gente". E allo stesso modo ha fatto qui, all'Olimpico, dove ha incontrato le persone, per stare tra la gente, percorrendo a piedi il campo dello Stadio, rinunciando alla papamobile».
Infine, proprio ricordando l'importanza della "vicinanza", sottolineata nel discorso di ieri dal Papa ai sacerdoti, Scafuro ha concluso la sua breve testimonianza: «Lui pratica e chiede a ciascuno di noi la vicinanza, con il popolo, con la gente, con Dio. Il card. Bergoglio, dopo aver ricevuto la chiamata da Roma non è più tornato. Anche noi siamo chiamati. Come Dio aspettava Francesco, ora aspetta noi. Coraggio!».
Laura Gigliarelli
(02.06.2014)