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Un popolo chiamato all'unità dalla misericordia di Dio 
Preghiera comunitaria carismatica
37a Convocazione Rinnovamento con Papa Francesco - Clicca per ingrandire...

Ha la gioia, ha la fede, loda il Signore l'assemblea riunita in preghiera nella seconda giornata della 37ª Convocazione nazionale. Sul verde prato dello stadio Olimpico una gran numero di giovani aiutano, danzando, i presenti ad esprimere con tutto il corpo la gioia della lode. Prima la curva sud, poi la curva nord, la tribuna "Monte Mario" e infine tutti insieme con un solo cuore e un solo spirito cantano "Alleluja".
«Ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce» (Col 1, 12). Luciana Leone, dal palco, sottolinea che questo è l'orizzonte a cui siamo chiamati: partecipare alla comunità celeste, immersa in quella luce di Cristo che deve sempre essere invocata e che l'assemblea chiede sulle note del canto "Voglio vederti Signore".
In segno di profonda unità fra i cristiani, nell'équipe di animazione della preghiera sono presenti due animatori non cattolici, pastori appartenenti ad altre confessioni cristiane, anche in considerazione dell'invito all'ecumenismo spirituale richiamato fortemente dal Papa. E' uno di loro che invoca dal Signore una nuova e più profonda conversione per ciascuno dei presenti, affinché: «questo non sia un convegno come altri, ma che il fuoco si accenda nei nostri cuori e si propaghi nelle nostre città». Nella misericordia del Signore sarà possibile trovare l'unità, la santità, e far risplendere la luce di Dio nel mondo. Perciò chiediamo misericordia nelle nostre famiglie, nei nostri gruppi, nelle nostre nazioni, perché a questo siamo stati chiamati.
«Il popolo dei santi è un popolo unito», si prega dal palco. S'invoca lo Spirito di unità, che dilati i cuori e renda tutti capaci di essere un solo corpo, un solo spirito, perché una sola è la speranza alla quale siamo stati chiamati, una è la grazia che inonda i nostri cuori.
Al termine dell'invocazione dello Spirito viene proclamata la parola dalla Lettera agli Ebrei: «Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita» (Eb 2,14-15).
Da queste parole scaturisce un ringraziamento che s'innalza al Signore per aver inchiodato il peccato una volta per sempre, per avere sconfitto la morte ed averci donato la salvezza e la speranza. Cristo ha sconfitto ogni tipo di male: qualsiasi sia il male che in questo momento è presente nelle nostre vite, il Signore lo ha già vinto.
Davanti a questa vittoria, che lo Spirito ha reso più chiaramente visibile nei cuori di ciascuno, il popolo di questo Dio vittorioso innalza ancora la lode a Cristo, Re dell'universo, e proclama che "la sua luce risplende su di noi". Una proclamazione che viene declinata in tutte le componenti del suo popolo: famiglie, giovani, sacerdoti, ammalati, nonni e tutti gli anziani, che ci trasmettono il buon deposito della fede, poiché la luce del Cristo risplende su ogni ambito di vita e tutto richiama ad unità.
E' il flash-mob della Convocazione che conclude la preghiera, in un tripudio di festose danze.

Sandro Gallo e Anna Pugliese 

(02.06.2014)