«Porgo un benvenuto al Rinnovamento, radunato in uno stadio che appare come un enorme Cenacolo, dove a mani alzate invochiamo il dono dello Spirito Santo!». Con questo caloroso saluto rivolto all'immensa assemblea presente allo Stadio Olimpico, si è aperta la Celebrazione eucaristica presieduta dal card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici. Ispirata alla lettura di tre passi biblici ripresi dagli Atti degli apostoli, dalla Lettera di san Paolo agli Efesini e dal vangelo di Matteo (le prime due letture sono state pronunciate rispettivamente in inglese e in portoghese), il card. Rylko ha iniziato la sua omelia ricordando, nel giorno della sua ricorrenza, l'Ascensione al Cielo di Gesù, evento affermato con forza nel Credo domenicale: «Cosa significa questo per noi cristiani? Il Signore Gesù, re della gloria, vincitore del peccato e della morte, è salito in Cielo, ci ha preceduti per darci conforto, perché dove lui è, noi saremo». Gesù non si è separato dalla nostra condizione umana: ci ha anticipati sulle strade del Cielo per infondere fiducia nei nostri cuori, per preparare, a ognuno di noi, la via che seguiremo quando avrà termine il nostro pellegrinaggio nel mondo: «L'Ascensione è una grande festa di speranza. Essa - prosegue Rylko - ci dice il nostro destino finale e il senso profondo della nostra esistenza. Gesù ha portato, nell'intimità della vita trinitaria, la nostra natura umana... ha portato il suo corpo trasfigurato dalle piaghe gloriose della sua Passione». L'omelia del Cardinale è continuata ricordando a tutti i presenti come l'evento dell'Ascensione ci rammenti costantemente quale sia la nostra vera patria poiché, su questa Terra, «non siamo che pellegrini, viandanti ma non erranti vagabondi! Dio ci ha rivelato, attraverso la salita al Cielo di suo figlio, la nostra meta definitiva». Nella vita di ogni cristiano, «pellegrino nel mondo ma non del mondo», aleggia una profonda sete, un'inquietudine che spinge, ogni giorno, a cercare Gesù. Un'inquietudine da non sopire, da non lasciar sopraffare dai culti mondani. Tale sete, tale necessità di Cristo ci ricorda costantemente la domanda che il Signore ci rivolge, chiedendoci dove sia il nostro tesoro da custodire, di quale tesoro il nostro cuore ha premura: «Grazie al Rinnovamento tanti hanno saputo riscoprire il loro tesoro, hanno saputo fare scelte radicali. I cristiani, che pur dimorano nella Terra, hanno residenza in Cielo. Essi sono nel mondo ma non sono del mondo così come l'anima risiede nel corpo ma non appartiene al corpo». I cristiani sono viandanti impegnati nella costruzione di un mondo più giusto, vigili alla condizione degli umili e dei poveri, poiché solo attraverso di loro è davvero possibile toccare Cristo.
«Il primato della Grazia - ha continuato il card. Rylko - è il principio base dell'evangelizzazione, è in un Cenacolo orante che nascono evangelizzatori con Spirito: come dice il Santo Padre Francesco, "la Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera"». Tante possono essere le motivazioni per incoraggiare una migliore stagione di evangelizzazione ma nessuna può essere sufficiente se il fuoco dello Spirito non arde nei cuori di ogni evangelizzatore: «Tanti - ha concluso il Cardinale - grazie al Rinnovamento hanno scoperto la preghiera e sono diventati evangelizzatori con Spirito. Vi auguro di entrare con forza nello spirito missionario, scoprendo la gioia dell'evangelizzazione».
Damiano Mattana
(01.06.2014)