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Sintesi dell'intervento di S.E.R. card. Angelo Comastri
37a Convocazione Rinnovamento con Papa Francesco - S.E.R. card. Angelo Comastri - Clicca per ingrandire...

"Convertitevi!" Una sola parola basta per sintetizzare l'intensa catechesi del card. Angelo Comastri, vicario del Santo Padre per la Città del Vaticano, che, con un potente "calcio di inizio", ha acceso gli animi dei 52mila fedeli sopraggiunti in questa immensa arena.
«Convertiti! Apri il cuore al Signore senza ambiguità, senza riserve, senza lasciare zone d'ombra dentro di te!», ha detto il card. Comastri, spiegando il significato di "convertirsi" con la "parabola della conversione" per eccellenza: quella del Figlio prodigo.
Rivediamo Gesù in quel padre generoso, paziente, felice di riabbracciare quel figlio che lo aveva lasciato per andare alla ricerca dei piaceri materiali del mondo. La misericordia di Gesù potrebbe sembrare eccessiva, illogica; anche i farisei dicevano di Gesù: «Costui pende verso i peccatori e mangia con loro... Pertanto, non può venire da Dio».
Ma «questo è il comportamento di Dio», ha detto il card. Comastri: è un Pastore che pur avendo novantanove pecore, cerca l'unica smarrita; è quella donna che pur avendo un tesoro, cerca la moneta perduta. Ma troppo spesso all'amore di Dio si preferisce il proprio, alla felicità si predilige un fugace piacere materiale.
Dio viene percepito come un limite della libertà, alla gioia. «Per una goccia di piacere molti gettano via l'oceano della felicità che è Dio». C'è dunque una verità da diffondere: «Il peccato è amaro, ha un volto seducente, ma dentro di sé ha un nocciolo velenoso e autodemolitore», come si evince anche dalla parabola del Figlio prodigo. Denaro, potere, piacere materiale, sono gli idoli demolitori dell'amore, della salvezza, in questo nostro secolo.
Il Figlio prodigo, narrato nel vangelo di Luca (cf 15, 11-32), si accorge molto presto di questo e la sua decisione di tornare a casa, con umiltà e pentimento, rappresentano il primo passo della sua conversione.
Contemporaneamente alla parabola del Figlio prodigo, mons. Comastri racconta il cammino di conversione di un giovane dei nostri tempi: Giacomo. Cresciuto in un ambiente ateo, all'inizio degli anni '30, Giacomo si lascia sedurre dai successi professionali, dai piaceri della vita senza riuscire ad assaporare la felicità vera. Una rapina e l'omicidio di un gendarme determinano il suo arresto. Bastava un ideale per salvarlo. Bastava l'incontro con Dio. E proprio l'incontro con Dio cambia e salva la sua vita. Nasce un uomo nuovo, nonostante la condanna a morte, e poi l'esecuzione. Giacomo sceglie di fidarsi di Dio e di abbandonarsi nel suo abbraccio paterno.
Le due storie devono interrogarci: siamo capaci di un pentimento sincero, vero? Crediamo fermamente e con convinzione che Dio è Amore? Il Vicario del Santo Padre si è rivolto ai fedeli, augurandosi che questi giorni della Convocazione possano essere «un'autentica esperienza della misericordia di Dio per poter uscire da questo Cenacolo con il volto luminoso per raccontare a tutti che Dio è Amore». «Noi lo abbiamo sperimentato!», ha concluso mons. Comastri.

Di Daniela Di Domenico

 

(01.06.2014)