Bergoglio definì il
Rinnovamento nello Spirito "una corrente di grazia"
Pino Scafuro, coordinatore a Buenos Aires ricorda la nomina
dell'allora arcivescovo ad assistente spirituale del movimento, carica che
avrebbe dovuto assumere dopo il conclave del 2013...
Di Rocío Lancho García
ROMA, 22 Maggio 2014 - Il prossimo 2
giugno papa Francesco andrà allo Stadio Olimpico di Roma. Curiosamente, proprio
come una partita di calcio, la sua presenza durerà novanta minuti durante i
quali il Santo Padre trascorrerà un tempo di preghiera, canti, testimonianze,
dialogo ed ascolto assieme a 50mila membri del Rinnovamento nello Spirito
Santo.
Per scoprire quelli che furono i rapporti tra il cardinale
Bergoglio con il movimento, ZENIT ha intervistato Pino Scafuro, quarantottenne
industriale italo-argentino, sposato e padre di due figli. Scafuro è
coordinatore del RnS a Buenos Aires e vicepresidente della Fraternità Mondiale
delle Comunità del RnS.
Come avvenne il primo contatto del cardinale
Bergoglio con il RnS in Argentina?
La corrente carismatica cattolica prese il via in Argentina più di
40 anni fa. Le prime comunità di preghiera furono iniziate da religiosi
trinitari e gesuiti. In quegli anni si trattava di una spiritualità sconosciuta
nella Chiesa Cattolica, che cresceva rapidamente e spontaneamente, a volte con
le imperfezioni proprie di una esperienza nuova, per le quali si partecipava e
per le quali bisognava vigilare. A quei tempi, il giovane padre Jorge Mario
Bergoglio era provinciale dei gesuiti e dovette richiamare alla prudenza i suoi
animatori.
In un’occasione, papa Francesco disse,
parlando del RnS, che “alla fine degli anni ’70, inizio Ottanta, avevo detto:
“costoro confondono una celebrazione con una scuola di samba”. Poi, però, si
pentì di questa dichiarazione, perché conobbe meglio il movimento. Come erano i
rapporti tra il cardinale Bergoglio e il RnS in Argentina?
Dopo il periodo che lei ha menzionato, negli anni ’90, quando era
vescovo ausiliare e poi arcivescovo di Buenos Aires, abbiamo iniziato ad avere
una relazione sempre più stretta e filiale con lui. Nella sua opera di
accompagnamento e appoggio, molte volte, esprimeva un’enfasi che ci
sorprendeva. Lo ripeté anche come Papa, alla conferenza stampa durante il volo
di ritorno da Rio de Janeiro, quando disse: “A Buenos Aires, mi incontravo
frequentemente con loro e, una volta, l’anno celebravo messa con loro in
cattedrale. Li ho appoggiati sempre, quando mi sono ‘convertito’, quando ho
visto il bene che facevano. Come si può, però, sostenere un movimento che è
così libero? Anche la Chiesa è libera. Lo Spirito Santo fa quello che vuole.
Inoltre, compie il lavoro dell’armonia…”. In tale risposta il Santo Padre ha
espresso il suo riconoscimento della natura del Rinnovamento nello Spirito, “un
movimento che è molto libero…”. Questo ci riempie di gioia.
Ha avuto occasione di comunicare con lui,
dopo la sua elezione a Successore di Pietro?
Sì, ho potuto salutarlo brevemente a Roma. L’ho trovato molto
vivace e a conoscenza dei dettagli, come sempre.
Come definirebbe il cardinale che ha
conosciuto?
Come un vescovo sempre a disposizione dei suoi sacerdoti, dei
laici e di chiunque sollecitasse un suo consiglio o aiuto, specie per i poveri.
I poveri e gli esclusi sono sempre stati la sua priorità. Un pastore secondo il
Vangelo, un uomo lucido e realista, un uomo di preghiera e un degno figlio di
Sant’Ignazio di Loyola, saggio e sincero. Ascolta con attenzione tutti, però
poi prende decisioni in modo libero e fermo.
Papa Francesco verrà allo Stadio Olimpico
di Roma per l’incontro italiano di RnS. Cosa rappresenterà in concreto questo
gesto del Papa per il RnS e per la vita dei movimenti in generale?
Sarà un incontro internazionale del Rinnovamento nello Spirito
Santo nelle sue molteplici espressioni. Un gesto in più del Santo Padre della
sua vicinanza al Rinnovamento nello Spirito, dopo i tanti che già ha espresso
quando era a Buenos Aires. Di fatto, era già stato nominato dalla Conferenza
Episcopale come assistente spirituale del Rinnovamento nello Spirito in
Argentina, incarico che sarebbe diventato effettivo al suo ritorno dal
conclave… cosa che non successe, come tutti sappiamo.
Sempre durante la conferenza stampa in aereo, sui movimenti disse:
“Credo che i movimenti siano necessari. I movimenti sono una grazia dello
Spirito”. Questo incontro sarà una grande benedizione.
È passato più di un anno dall’inizio del
suo pontificato e Francesco continua a sorprenderci con i suoi gesti, le sue
parole: chi già li conosce, si sorprende?
No, non ci sorprende. Non è cambiato! Siamo abituati ai suoi gesti
e alle sue parole, perché anche come arcivescovo di Buenos Aires era così.
C’è qualche episodio dei rapporti tra
l’arcivescovo Bergoglio e il RnS che ricorda in modo speciale?
Sì, a livello istituzionale ha riconosciuto il Rinnovamento nello
Spirito come una “corrente di grazia”. Ciò significa che non vi riconosce un
fondatore umano. Il movimento fu suscitato dallo Spirito Santo. E questa realtà
ci impegna a vivere nella libertà dello Spirito, “che fa l’armonia”, come dice
papa Francesco. Ci ha anche commosso, comunque, il suo coinvolgimento personale
nelle distinte situazioni, a volte complesse, che si manifestavano nel RnS per
aiutarlo a crescere e a fruttificare. A livello umano va sottolineata la sua
vicinanza, senza dimenticare la profondità e il buon umore.
Un giorno, intervenendo alla Scuola di Formazione del RnS a Buenos
Aires, Bergoglio parlò della Chiesa come sua “sposa”. Allora gli domandai
pubblicamente, di fronte a centinaia di persone: “Come va con la sua sposa?”. E
lui mi rispose: “Molto bene, ma voglio precisare che ho un punto a mio favore:
non ho la suocera!”.
Dopo ogni evento al quale partecipava con noi, si preoccupava di
salutare uno dopo l’altro tutti gli assistenti. La situazione era di grande
frizione tra la folla e certamente si correva il rischio di spintoni tra la
gente che voleva salutarlo o chiedergli la benedizione.
Una volta gli dissi: “Padre, venga in cima alla scala, così la
vedono meglio!”. Ma lui mi disse: “Mi piace stare allo stesso livello della
gente, non più in alto”. Questa frase mi fa pensare al suo attuale modo di
stare vicino alla gente da Vescovo di Roma. Se gli fosse possibile, scenderebbe
ogni volta dalla papamobile per andare tra la gente!
[Traduzione dallo spagnolo ed adattamento a
cura di Luca Marcolivio]