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Il
Presidente nazionale nelle sue attesissime conclusioni ha proposto ai convenuti
una "revisione delle prassi carismatiche per un
nuovo profilo pastorale dei responsabili del RnS come evangelizzatori". L'articolato
e profondo intervento si è aperto richiamando l'immagine suggestiva, offerta
dal servo di Dio Don Tonino Bello, dell'immagine della "Chiesa del
grembiule", suggerita in filigrana da Gv 13,17, e, concretizzata dalla
forza profetica del Magistero di Papa Francesco. L'asserzione "Sapendo queste cose siete beati se le mettete in
pratica", ha consentito al relatore di
non risparmiare esempi, utili ad esortare i responsabili delle
diocesi, delle regioni, e i delegati nazionali, affinché riscoprano
la forza profetica del loro mandato missionario: "Ci
deve essere un momento in cui la nostra fede ci fa vedere ed entrare nel fare e
nell'essere di Dio", ha come tuonato. Riprendendo una delle citazioni
ormai storiche del riconoscimento ufficiale del Movimento, ha ricordato di come
esso "non è una generica esperienza di fede ma è
un cammino". Da questa presa di coscienza
sempre più necessaria per gli aderenti alla vita del Movimento, nasce la
necessità che "i nostri incarichi, gli
obiettivi, i ruoli, gli strumenti e i mezzi si vadano sempre più precisando", per riscoprire come il Rinnovamento nello Spirito Santo sia
uno strumento di evangelizzazione. "Nell'Esortazione
Apostolica, di Papa Francesco, felice strumento di riflessione, approfondimento
e studio di questi giorni, emerge che il cammino della Chiesa è il
cammino del Rinnovamento. E che se è vero che il Rinnovamento evangelizza lo
deve fare in piena sintonia con le linee che indica il Santo Padre".
A questo punto la
Relazione, a mo' di ventaglio enuncia i 5
criteri per riscoprire le caratteristiche dell’Amore di Dio. “Esso, deve essere:
1. Un amore intelligente per Cristo
che apre alla conoscenza delle Sacre Scritture;
2. L'esperienza di fede reale che
offra una conoscenza sensibile di Cristo;
3. Un amore che spinga a scoprire modalità ricche utili
all'annuncio. Non esistono mezzi e strumenti santi. "Esistono persone
sante che sanno maneggiare e moltiplicare i doni di Dio".
4. Altra caratteristica di questo
amore è la sua eternità! Eternità che spinga ad andare "oltre" se
stessi.
5. È un amore operante: per sua
natura deve incidere nella storia.”
Inoltre, è stato
ricordato che se "Se il Vangelo non è in
azione in me, nella mia vita, io non vedrò mai il Vangelo in azione fuori di
me!"
Da qui le cinque
caratteristiche dell'evangelizzazione secondo lo "Spirito", perché
possa dirsi "nuova":
1. L'evangelizzazione deve produrre
un'azione pastorale cristocentrica, favorendo una formazione di tipo
kerigmatico, centrata sul primo annuncio.
2. L'evangelizzazione deve avere un
contenuto profetico. La Parola divina deve essere sperimentata sul piano umano.
3. L'evangelizzazione
deve avere un aspetto carismatico. I segni e i miracoli devono accompagnare la
predicazione!
4. L'evangelizzazione deve sempre
tener conto del contesto liturgico, cioè trovare nelle celebrazioni una
dimensione fontale.
5. L'evangelizzazione deve avere a
cuore la proiezione sociale. Lo Spirito Santo ci introduce nella storia
da protagonisti.
A questo punto la
riflessione si è aperta sull'orizzonte pastorale e comunitario, con un binomio
che attraversa tutto il vissuto del ministero pastorale, senza il quale non si
comprenderebbero le ansie e le preoccupazioni della Chiesa:
1. Diffusione del Vangelo;
2. Salvezza delle anime.
Il relatore, sostenuto
dall'immagine della forma geometrica di un quadrilatero, ha poi condiviso le quattro urgenze che ha a cuore la Chiesa. Il "quadrilatero della storia":
1. Umanizzare la storia;
2. Cristianizzare la storia;
3. Spiritualizzare l'uomo;
4. Salvare le anime.
Parlando della
"vita nello Spirito", il Presidente ha presentato un secondo
quadrilatero, il "quadrilatero della vita", affermando che "il dinamismo nuovo che introduce Gesù nella vita di quanti lo
accolgono deve produrre una fiducia nuova, produrre sentimenti e capacità
rinnovate e creative, fino a spingere quell'uomo ad occuparsi di cose sempre
più difficili". Urge, allora, presentare,
educare ad una rilettura della "vita":
1. Della vita vecchia e dei suoi
soprassalti, costantemente illuminata dalla realtà della redenzione. La misura
alta del combattimento spirituale.
2. Della vita nuova e della sua forza
attraente con la possibilità di viverla.
3. Della
vita carismatica mediante un più efficace a ampio uso dei doni dello Spirito.
4. Della vita eterna, finalità della
vita nuova, "che si traduce sulla terra nell'esperienza di un amore
smisurato", ha affermato con precisione didascalica.
Ha inoltre ricordato
come sia necessario "sempre invocare la
forza dall'alto. La forza dello Spirito che rende possibile anche l'impossibile".
L'ultima parte della
relazione ha riguardato una sorta di esame di
coscienza pastorale e comunitario - una revisione delle nostre "prassi
carismatiche" per un nuovo profilo pastorale dei Responsabili del RnS come
evangelizzatori - sempre alla luce della prima
Esortazione di Papa Francesco, offrendo un decalogo per l'evangelizzatore:
1. È un uomo che incontra ogni giorno
Gesù;
2. Annuncia con gioia;
3. Vive l'esperienza del Rinnovamento
come continua conversione pastorale, con audacia e creatività;
4. Non cade e non cede alle tentazioni
pastorali, non fugge dalle sue responsabilità e risponde in maniera adeguata;
5. È cosciente della sua identità e
missione. Partecipa ai "ministeri di fatto", secondo il munus battesimale;
6. Rimane un educatore tra le
generazioni;
7. Vive il suo discepolato
missionario, quale membro del popolo di Dio;
8. Basa la sua predicazione sulla
centralità del Kerigma;
9. Ha un cuore "sociale" e
opera una "scelta preferenziale" per i poveri;
10. La sua azione è mossa dallo Spirito
Santo e non teme paure di alcun genere.
Un lungo applauso ha
come definito la partecipazione e il consenso dell'Assemblea tutta alla
proposta del Relatore. Una profonda commozione ha come adombrato le risonanze di
alcuni interventi in Aula. Tra questi, un fratello, anziano di cammino, con la
voce "spezzata" dal pianto, ha riferito: "Da
quanto ci hai condiviso nella tua riflessione, carissimo Presidente, emerge che
siamo chiamati a rispondere a un debito d'amore molto grande!". Il
lungo applauso di consenso ed il canto finale di un gioioso
ritornello “storico” del Movimento, ha permesso ai presenti
di orientare e consacrare le attese e le speranze, le domande e i
desideri e gli slanci del Movimento, alla Celebrazione Eucaristica,
presieduta da S. E. Salvatore De Giorgi.
Celebrazione
Eucaristica presieduta da S. E. Card. Salvatore De Giorgi – Arcivescovo
emerito di Palermo
La Liturgia della
Parola ha motivato i partecipanti a rimettersi sui passi di Gesù e a far memoria
dell'inizio del suo mandato missionario: la sua scelta geografica e spirituale,
che “è andata storicamente al contrario di ogni umana
attesa”. E, mentre, il Presidente della Liturgia
Eucaristica ha offerto una precisa omelia sulla Parola proclamata, non ha
esitato nel ringraziare Dio per il dono del RnS alla Chiesa: "Ricordo la nascita e il riconoscimento dello Statuto. Di come io
stesso, allora, Presidente della Consulta nazionale del laicato cattolico
abbia incoraggiato la richiesta dello stesso riconoscimento, perché così
si sarebbe definita con certezza l'unità del cammino e in forza del carisma
riconosciuto anche le altre eventuali esperienze senza confusione o
associazioni penalizzanti per il RnS". Riconoscendo la
"portata" del Movimento e la sua forza profetica, ha motivato i
presenti a "dipendere" dallo Spirito Santo, che rimane l'Agente
principale della nuova evangelizzazione: "Il vostro Movimento e'
una occasione per sperimentare e approfondire il cammino di vita interiore;
approfondire la Parola di Dio, alla luce del Magistero della Chiesa; per
diffondere la profonda ricchezza del Catechismo della Chiesa Cattolica e la
ricchezza della Dottrina Sociale della Chiesa, che rimane parte integrante di
un percorso corretto di evangelizzazione".
Consacrando a Maria il
RnS, 'Stella della Nuova Evangelizzazione', ha dato ragione della sua profonda
conoscenza della vita del Movimento, dello Statuto e del Regolamento e dei
Documenti che regolano e danno vita a percorsi di crescita e di responsabilità
all'interno della stessa esperienza, richiamandoli più volte con profondità di
pensiero.
Al termine della
Celebrazione, nelle parole colme di gratitudine, il Presidente non ha potuto
non riconoscere nel tono di voce del Cardinale, nella Parola 'spezzata', nei
dettagli del percorso vissuto all'interno del Movimento, il volto di alcuni
'padri iniziatori ', che hanno segnato tutto il percorso di questa
'straordinaria storia d'amore': Don Dino Foglio, nell'ottavo anno dalla sua
dipartita; Padre Mario Panciera; Padre Matteo La Grua, a due anni dal suo
ritorno alla casa del Padre.
Carmela Romano