![Mons. Zoppa e Martinez - Clicca per ingrandire... Mons. Zoppa e Martinez - Clicca per ingrandire...](mop_img.php?p_id=2676&p_file_o_elenco=e&p_opz=u&p_layout_w=250&p_layout_h=166)
È il secondo giorno dei lavori dell’VIII Assemblea Nazionale
del Rinnovamento nello Spirito Santo, riunita a Fiuggi, presso l’Hotel
Ambasciatori da venerdì 24 a domenica 26 gennaio: i delegati cominciano ad
affluire in sala alle ore 8 per la preghiera comunitaria carismatica, che come
di consueto dà il via alla giornata di ascolto, approfondimento e dibattito.
Dopo la preghiera, è il momento del saluto iniziale del
vescovo “ospitante” della diocesi di Anagni-Alatri, mons. Lorenzo Loppa. «Nella
“primavera del Concilio” il vostro Movimento rappresenta un’eccellenza per il
suo statuto ecclesiale», esordisce così il Vescovo Loppa. Ancora porge i suoi
complimenti «per l’impresa straordinaria» rappresentata dal Piano Nazionale per
la Nuova Evangelizzazione e per l’impegno prioritario assunto dal RnS nella
missione di annunciare il Vangelo. Alcuni temi importanti nelle parole di
indirizzo del Vescovo nella giornata in cui si ricorda "la conversione di
San Paolo": il richiamo alla passione per Gesù Cristo e per il Vangelo, la
sottolineatura dell’unità della Chiesa e lo slancio ecumenico, la
concretizzazione della fede, dono di Dio, nel «fare il Vangelo». Il Vescovo non
manca di ricordare l’importanza della splendida esortazione apostolica
Evangelii Gaudium, documento fondante di tutti i lavori dell’Assemblea, senza
per questo voler oscurare il lavoro dell’enciclica a quattro mani, Lumen Fidei,
di Benedetto XVI e Papa Francesco, sostenendo che «dobbiamo ringraziare
quotidianamente per il dono della fede che ci restituisce una ricchezza
formidabile» da vivere «insieme» come leggiamo in I Cor 1. È in questo
“insieme” che sta una delle parole chiave anticipatrici delle due relazioni
successive di don Guido Pietrogrande, consigliere nazionale spirituale, e di
Mario Landi, coordinatore nazionale. Il presidente Martinez, introducendole,
evidenza la fatica dello stare insieme, di essere “cristiani adulti” e quindi
“sottomessi”, ricordando le parole di Benedetto XVI in occasione dell'Udienza
speciale riservata al RnS nel 2012.
Don Guido é entrato nel tema dell’Assemblea attraverso la
soluzione proposta da papa Francesco nell’Evangelii Gaudium (n.87), quando
scrive della “mistica del vivere insieme”, dove «per “mistica” intendiamo
l’azione di Dio nei nostri confronti di cui siamo chiamati a fare esperienza,
per poi trasmetterla e contagiare». Il consigliere spirituale, sulla scia del
Santo Padre, invita ad «essere testimoni efficaci, autentici, che mostrano un
nuovo modo di vivere insieme», trasformandosi in «una vera esperienza di fraternità,
una carovana solidale, un santo pellegrinaggio» (Evangelii Gaudium, n. 87). La
comunione non può essere uno sforzo personale, impone di mettere insieme la
vita, i rapporti vitali, il culto a Dio e i beni spirituali e materiali. Queste
le direttive tracciate, perché è Dio che «ci ha messi insieme come Figli e la
testimonianza di comunione fraterna diventa attraente e luminosa», quindi
evangelizza. «Per definizione la preghiera ci mette in relazione, ci rende
interdipendenti - afferma il sacerdote – ma non basta se mancano le virtù umane
come la pazienza, il rispetto, la capacità di ascolto, di attesa, o virtù
cristiane come la temperanza, la giustizia e la fortezza, ecc.». Don Guido
conclude la relazione richiamando alla “conversione permanente” necessaria alla
comunione. Parla di una «tensione alla comunione di vita» che presuppone una
sottomissione reciproca: una grande battaglia perché è proprio in questo che
siamo combattuti dal demonio, per cui «bisogna continuamente ritornare alla
foce della comunione, che è Cristo».
Su questi fondamenti si innesta l’intervento del coordinatore nazionale, Mario Landi, a cui spetta scendere nello specifico della realtà dei gruppi del RnS, dei livelli diocesani, regionali e nazionale. In riferimento alla ridefinizione del profilo del responsabile, «gli “eletti” hanno il compito di espandere e non di conservare l’esistente, di aumentare il numero dei “salvati”, di essere collaboratori della grazia di Dio». «La nostra comunione è a servizio dell’evangelizzazione, perché non siamo stati chiamati per riempire le Chiese ma la storia!», irrompe Mario Landi. Si è responsabili e custodi del RnS e dell’avanzamento del Regno di Dio attraverso la spiritualità carismatica ma questa non è l’obiettivo, bensì uno strumento così come lo è il gruppo e il responsabile stesso. La meta è l’evangelizzazione, risposta alla richiesta di Papa Francesco di essere “una Chiesa in uscita”: «la pastoralità è a servizio della missione, non c’è un impegno carismatico che non sia missionario», afferma il coordinatore nazionale. Mario Landi insiste inoltre sulla necessità per un responsabile di porsi come “garante” della comunione, sul bisogno di ribadire un’identità carismatica forte e con essa una chiara appartenenza e dedizione al RnS. In ultimo, l’analisi del livello diocesano che deve collaborare in maniera sussidiaria con quello regionale, «in un’ottica che sia libera da individualismi, legalismi, efficientismi» perché, come scrive il Santo Padre nel n. 49 dell’Esortazione, «preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze».
Il ritorno in assemblea nel pomeriggio è un susseguirsi di
interventi da parte del Comitato nazionale e di spazi di condivisione con i
delegati dell’assemblea. Il direttore nazionale, Marcella Reni, invita a non
avere paura e a sollevare lo sguardo di fronte alla preoccupazione, alla
fatica, alla paura di non farcela e a guardare alla grande ricchezza che già
esiste nel Rinnovamento e con la quale bisogna collaborare “docilmente”.
«Arrivano tempi nuovi e abbiamo bisogno di nuove modalità», dice Marcella Reni
e il riferimento è a Roma, alla Convocazione del Rinnovamento con Papa
Francesco. Un evento totalmente inedito e diverso dalle Convocazioni passate,
che presuppone quindi un diverso approccio spirituale e mentale. Interviene
anche il presidente Martinez raccontando l’emozione, la gioia e la gratitudine
per la notizia appresa dalla Segreteria di Stato vaticana sulla scelta di Papa
Francesco di partecipare alla Convocazione del RnS presso lo Stadio Olimpico i
prossimi 1-2 giugno. «Sarà un tornare a Roma – spiega Martinez – perché come
Paolo VI decise di incontrare i carismatici in occasione della Pentecoste del
1975, inaugurando una nuova stagione della Chiesa e del Movimento, così Papa
Francesco mostra l’avvenire di una Chiesa che pone in auge la nozione di
"popolo di Dio" e di esperienza spirituale». La Convocazione sarà un
grande evento di preghiera e di evangelizzazione, a cui parteciperanno alcuni
testimoni del 1975 come Ralph Martin e
Patty Gallagher Mansfield, e poi p.
Raniero Cantalamessa, sr. Briege
Mckenna. Ma sarà soprattutto dedicata ai “nuovi”, a “coloro che verranno”,
perché «il futuro è quello che faremo germogliare ora», suggerisce il
Presidente.Su questi fondamenti si innesta l’intervento del
coordinatore nazionale, Mario Landi, a cui spetta scendere nello specifico
della realtà dei gruppi del RnS, dei livelli diocesani, regionali e nazionale.
In riferimento alla ridefinizione del profilo del responsabile, «gli “eletti”
hanno il compito di espandere e non di conservare l’esistente, di aumentare il
numero dei “salvati”, di essere collaboratori della grazia di Dio»
Tra gli altri temi all’ordine del giorno la Festa del
Ringraziamento del 14 marzo, un momento da celebrare a livello diocesano e in
cui prepararsi al grande evento di giugno a Roma. Molto spazio anche alla
questione della formazione, di cui parla Carla Osella, membro del Comitato
Nazionale per l’area formativa: «Uno degli obblighi di noi responsabili è di
avere a cuore la formazione, che deve accompagnare il cammino di chiunque
voglia crescere seriamente, per la semplice ragione che nel percorso di fede
niente è acquisito una volta per sempre. Essere responsabile della formazione
non è un compito facile perché la nostra vita è diventata molto complessa: ci
vuole molta fede, molto coraggio, generosità e impegno costante». Spetta invece
ad Amabile Guzzo l’attenta analisi del Piano Nazionale per la Nuova
Evangelizzazione, lanciato in occasione della XXXVII Conferenza Nazionale
Animatori di Rimini del 2012 e ora sottoposto a verifica di quanto è stato
realmente fatto nei Gruppi e nelle Comunità rispetto agli impegni assunti.
Durante la Celebrazione eucaristica don Guido Pietrogrande si è rivolto ai
responsabili parlando di “conversione permanente”: «Dopo che incontriamo Gesù,
ci convertiamo ogni giorno e ogni giorno dovremmo chiederci “Chi sei Tu
Signore?” e “Che cosa vuoi da me?”. La conversione crea in noi una nuova
disponibilità perché la grazia dello Spirito Santo allarga i nostri cuori».
L’invito è a interrogare il Signore «su quale sia la Sua volontà sulla nostra
vita, quale missione vuole affidarci». Dopo averci donato occhi nuovi
insieme
alla gioia di poterci vedere di più e meglio, il Signore «non desidera che
procrastiniamo l’ora della missione». E allora don Guido conclude lasciando risuonare
nei cuori l’invito – interrogativo –richiesta di pregare il Signore perché
possa donare la grazia dello slancio missionario.. «La nostra
comunione è a servizio dell’evangelizzazione, perché non siamo stati chiamati
per riempire le Chiese ma la storia!», irrompe Mario Landi. Si è responsabili e
custodi del RnS e dell’avanzamento del Regno di Dio attraverso la spiritualità
carismatica ma questa non è l’obiettivo, bensì uno strumento così come lo è il
gruppo e il responsabile stesso. La meta è l’evangelizzazione, risposta alla
richiesta di Papa Francesco di essere “una Chiesa in uscita”: «la pastoralità è
a servizio della missione, non c’è un impegno carismatico che non sia
missionario», afferma il coordinatore nazionale. Mario Landi insiste inoltre
sulla necessità per un responsabile di porsi come “garante” della comunione,
sul bisogno di ribadire un’identità carismatica forte e con essa una chiara
appartenenza e dedizione al RnS. In ultimo, l’analisi del livello diocesano che
deve collaborare in maniera sussidiaria con quello regionale, «in un’ottica che
sia libera da individualismi, legalismi, efficientismi» perché, come scrive il
Santo Padre nel n. 49 dell’Esortazione, «preferisco una Chiesa accidentata,
ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa
malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze».
Martina D'Onofrio