19 marzo
2013
LA PROVINCIA
DI LECCO – Da Lecco a S. Pietro per Papa Francesco
Ci
saranno anche tanti lecchesi oggi in San Pietro per la messa di insediamento di
Papa Francesco.
Saranno cittadini che non vogliono mancare a questa importante e storica
celebrazione eucaristica. Con tutta probabilità, però, non ci saranno gruppi
organizzati dal Lecchese. Almeno non dal capoluogo. Come per l'Angelus
pronunciato domenica in piazza San Pietro, le massime istituzioni
ecclesiastiche del territorio, dal vicario episcopale monsignor Maurizio Rolla,
al decano di Lecco monsignor Massimo Frigerio, al prevosto di Lecco monsignor
Franco Cecchin, negano di conoscere spostamenti di massa dalla Zona Pastorale
III o da altri decanati e parrocchie.
Ma non si tratta di una mancanza di amore o di sensibilità verso la figura di
Papa Francesco. Anzi. Il movimento di Comunione e Liberazione, come
pure Rinnovamento nello Spirito Santo (tra l'altro
papa Francesco era assistente spirituale dei Carismatici in Argentina), i
Focolarini e altri saranno a Roma, tutti insieme, il 18 maggio prossimo per
l'incontro già fissato proprio con i movimenti ecclesiali. Un incontro proposto
dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione che ha
già un suo dettagliato programma: sabato 18 maggio, nel pomeriggio dalle 16, si
terrà l'introduzione della giornata, alle 18 le testimonianze, e alle 19 poi ci
sarà l'incontro con il Santo Padre. Domenica, Pentecoste, i movimenti
anche lecchesi parteciperanno alla messa delle 10. Questa è la prima ragione
dell'assenza in forma organizzata dei movimenti alla messa di oggi. La seconda
ragione è ancora più vicina temporalmente: dall'1 (lunedì dell'Angelo,
Pasquetta) aprile, al 3 aprile, si terrà il pellegrinaggio diocesano milanese.
Un pellegrinaggio che, con i giovani, ha già raggiunto un'adesione di più di
diecimila fedeli. Alcune centinaia sono attese da Lecco.
E qualche parrocchia si è organizzata anche per prolungare l'esperienza: la
comunità pastorale di San Giovanni-Laorca-Rancio, retta dal parroco Don Emilio
Colombo, per esempio, resterà a Roma non solo lunedì, martedì e mercoledì ma
prolungherà la sua visita fino a venerdì 5 aprile.L. Bos.
12 maggio
2013
AVVENIRE –
Pentecoste, due giorni con i movimenti ecclesiali
Decine di migliaia di persone attese da tutto il mondo in
piazza San Pietro La veglia di sabato e la solenne Messa di domenica mattina,
inserite nelle celebrazioni per l'Anno della fede
proseguono i grandi eventi programmati nell'Anno della fede
dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Il 18
e 19 maggio confluiranno in piazza San Pietro decine di migliaia di pellegrini
appartenenti a movimenti, associazioni e aggregazioni laicali, animati dallo
slogan «Io credo, aumenta in noi la fede». Denso il programma dell'evento: il
sabato, dalle 7 fino a mezzogiorno, è previsto l'omaggio al sepolcro
dell'apostolo scelto da Gesù per edificare la Chiesa; a partire dalle 15, tutti
in piazza con musica, testimonianze, riflessioni e preghiere in attesa di
incontrare Papa Francesco, alle 18. Il giorno successivo si terrà la solenne
celebrazione eucaristica della Pentecoste, alle ore 10, presieduta dal Santo
Padre, sempre in piazza. Ma sicuramente molti pellegrini affolleranno anche via
della Conciliazione. «Stiamo vivendo giornate piuttosto intense in preparazione
all'evento», confida don Marco Sozzi, del Pontificio Consiglio, senza far
trapelare dettagli e particolari del programma «già ampiamente delineato, ma
che necessita ancora di aggiustamenti» dell'ultima ora. Saranno numerose le
realtà ecclesiali presenti, che «si stanno preparando a vivere questo momento»
decisi e motivati «a mettersi in viaggio verso la tomba di Pietro». Tra i
movimenti, quello dei Focolari: «Saremo complessivamente 10mila da tutta
Italia, di cui circa un migliaio i romani», dice Elena Coppola, referente per
il Lazio e la città di Roma. Poi precisa: «Ci saranno membri del movimento
parrocchiale, di Famiglie nuove, dei Ragazzi per l'unità e dei Giovani per un
mondo unito. Verranno dalle parrocchie di San Giovanni della Croce, di Stella
Maris a Ostia e di San Corbiniano all'Infernetto». Anche il Rinnovamento nello
Spirito sarà presente all'incontro con circa 10mila aderenti da tutta Italia:
«Possiamo stimarne circa 3mila della diocesi di Roma», fa sapere Martina
D'Onofrio, precisando che il Rinnovamento «è direttamente coinvolto nella
preparazione e organizzazione dell'evento», curato dal dicastero vaticano di
cui il presidente Salvatore Martinez è consultore. Inoltre il movimento
carismatico «sta curando la preparazione della parte contenutistica e artistica
della veglia: canti, testimonianze, copioni, partecipazione al coro. Abbiamo
reperito, attraverso vari benefattori, 50mila bottiglie di acqua da
distribuire; daremo il nostro sostegno anche attraverso il volontariato».
Nutrito anche il drappello dei membri di Azione cattolica: le parrocchie romane
hanno aderito direttamente attraverso il Centro nazionale dell'associazione, ma
si stima che parteciperanno per la diocesi circa 500 persone tra ragazzi,
giovani e adulti. Ancora incerto, ma corposo, il numero di comunità del Cammino
neocatecumenale che parteciperanno al pellegrinaggio, dopo aver concluso il 5
maggio la missione cittadina in cento piazze, che aveva preso il via circa un
mese prima. «Sono rimasto molto colpito dalle testimonianze pubbliche fatte da
fratelli del Cammino», racconta Angelo De Santis, responsabile
dell'Associazione famiglie numerose del Lazio. «Il denominatore comune? L'aver
visto Dio sempre presente nella loro vita, nonostante le sofferenze subìte, e
la fede incrollabile, che ha permesso di superare ogni avversità. La missione è
stata pensata per stanare coloro che stanno nella sofferenza e nella morte e
riportarli alla vita, alla conoscenza di un Padre che ci ama».
17 maggio
2013
SIR –
Movimenti: RnS, in 10mila per l’incontro con Papa Francesco
Il
Rinnovamento nello Spirito conferma una partecipazione di oltre 10.000 aderenti
alla Giornata dei movimenti, delle associazioni e delle aggregazioni laicali. I
pellegrini provenienti da tutte le regioni d’Italia si ritroveranno a Roma per
seguire i diversi momenti proposti nell’iniziativa. Inoltre gli aderenti del
RnS, dopo l’abbraccio con il Santo Padre, si ritroveranno per la veglia di
Pentecoste nella Chiesa di San Gregorio VII (in via San Gregorio VII, 6), a
pochi passi da piazza San Pietro. Qui si terrà un’Adorazione eucaristica nello
stile del “Roveto Ardente”. Parteciperanno, tra gli altri, il presidente
nazionale Salvatore Martinez e il consigliere spirituale nazionale don Guido
Maria Pietrogrande. “L’incontro del 18-19 maggio - ha dichiarato il presidente
Martinez - è un Cenacolo a cielo aperto, che segnala l’attualità della presenza
creativa e dell’azione carismatica dello Spirito Santo nella vita di tanti
laici. Una nuova Pentecoste, per ricordare che dobbiamo dare un volto amorevole
alla fede, e fare di Cristo un incontro e un’esperienza. I Movimenti, ancora
una volta, testimoniano che lo Spirito Santo non è in recessione! Anzi,
possiamo constatare come stia suscitando una nuova generazione di cristiani che
con passione e responsabilità desiderano assumersi il rischio della fede e il destino
delle Chiese”.
ZENIT – RnS:
oltre 10000 in piazza San Pietro con papa Francesco
Nella Giornata dei Movimenti, delle Associazioni e delle
Aggregazioni laicali, evento promosso dal Pontificio Consiglio per la
Promozione della Nuova Evangelizzazione nell’Anno della Fede, che si terrà a
Piazza san Pietro il 18 e il 19 maggio, il Rinnovamento nello Spirito Santo
conferma una partecipazione di oltre 10.000 aderenti.
I pellegrini provenienti da tutte le regioni d’Italia si
ritroveranno a Roma per seguire i diversi momenti proposti nell’iniziativa: il
Pellegrinaggio alla tomba dell’apostolo Pietro, la Veglia di preghiera, musica
e testimonianze in attesa dell’arrivo di papa Francesco che incontrerà i fedeli
in piazza San Pietro e la Celebrazione eucaristica della domenica di Pentecoste
presieduta dal Papa.
Inoltre gli aderenti del RnS, dopo l’abbraccio con il Santo
Padre, si ritroveranno per la consueta Veglia di Pentecoste nella Chiesa di San
Gregorio VII (in via San Gregorio VII, 6), a pochi passi da Piazza San Pietro.
Qui si terrà un’Adorazione eucaristica nello stile del “Roveto Ardente”. Parteciperanno
il presidente nazionale Salvatore Martinez, il coordinatore nazionale Mario
Landi, il direttore nazionale Marcella Reni, il consigliere spirituale
nazionale don Guido Maria Pietrogrande e alcuni membri del Comitato Nazionale
di Servizio e del Consiglio Nazionale.
Il RnS è stato direttamente coinvolto nella preparazione e
nell’organizzazione dell’evento promosso dal Pontificio Consiglio per la
Promozione della Nuova Evangelizzazione, Dicastero Vaticano di cuiil
presidente Salvatore Martinez è Consultore. Il Movimento ha curato la
preparazione della parte contenutistica e artistica della Veglia: canti,
testimonianze, copioni, partecipazione al coro. Ha reperito, attraverso vari
benefattori, 75 mila bottiglie di acqua da distribuire gratuitamente ai partecipanti
all’evento e darà il proprio contributo anche attraverso il volontariato.
“L’incontro del 18-19 maggio – ha dichiarato il presidente
Martinez – è un Cenacolo a cielo aperto, che segnala l’attualità della presenza
creativa e dell’azione carismatica dello Spirito Santo nella vita di tanti
laici. Una nuova Pentecoste, per ricordare che dobbiamo dare un volto amorevole
alla fede, e fare di Cristo un incontro e un’esperienza. I Movimenti, ancora
una volta, testimoniano che lo Spirito Santo non è in recessione! Anzi,
possiamo constatare come stia suscitando una nuova generazione di cristiani che
con passione e responsabilità desiderano assumersi il rischio della fede e il
destino delle Chiese. Dopo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, oggi da papa
Francesco viene l’incoraggiamento a rendere ancora più manifesta la bellezza e
la bontà del Vangelo di Cristo, l’unicità dell’amore che discende da Gesù e che
solo può redimere dalla solitudine e dalla morte ogni uomo. E, sulla scia
dell’ultimo Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, è viva la consapevolezza che i
Movimenti, come il Rinnovamento, rimangono una avanguardia di speranza creativa
per la Chiesa nel mondo, non perché si propongono cose nuove, ma perché ridanno
novità, luce, entusiasmo alle cose di sempre”.
AGI - Rai2:
“Sulla via di Damasco”, il Papa incontra i pellegrini
Sabato 18 maggio, alle 10.10 su Rai2, andra' in onda una nuova puntata
di "Sulla Via di Damasco", il programma di Mons. Giovanni D'Ercole e
Vito Sidoti. In occasione della Giornata dei movimenti,
delle nuove comunita', delle associazioni e delle aggregazioni laicali, che si
svolgera' il 18 e 19 maggio in Piazza San Pietro, la puntata seguira' l'attesa
del grande incontro fra i pellegrini e Papa Francesco. Dallo studio Mons.
D'Ercole commentera' le testimonianze raccolte di chi ha incontrato la fede
attraverso l'Azione Cattolica, il Cammino Neocatecumenale, Comunione e
Liberazione, la Comunita' di Sant'Egidio, i Movimento dei Focolari, Nuovi
Orizzonti e il Rinnovamento nello Spirito.
ADNKRONOS –
Rai2: “Sulla via di Damasco”, il Papa incontra i pellegrini
Domani, alle 10.10 su Rai2, andra' in onda una nuova puntata di
"Sulla Via di Damasco", il programma di Mons. Giovanni D'Ercole e
Vito Sidoti. In occasione della Giornata dei movimenti,
delle nuove comunita', delle associazioni e delle aggregazioni laicali, che si
svolgera' il 18 e 19 maggio in Piazza San Pietro, la puntata seguira' l'attesa
del grande incontro fra i pellegrini e Papa Francesco. Dallo studio Mons.
D'Ercole commentera' le testimonianze raccolte di chi ha incontrato la fede
attraverso l'Azione Cattolica, il Cammino Neocatecumenale, Comunione e
Liberazione, la Comunita' di Sant'Egidio, i Movimento dei Focolari, Nuovi
Orizzonti e il Rinnovamento nello Spirito.
TMNEWS - Rai2:
“Sulla via di Damasco”, il Papa incontra i pellegrini
Sabato 18 maggio, alle 10.10 su Rai2, andrà in onda una nuova puntata di
"Sulla Via di Damasco", il programma di Mons. Giovanni D'Ercole e
Vito Sidoti. In occasione della Giornata dei movimenti,
delle nuove comunità, delle associazioni e delle aggregazioni laicali, che si
svolgerà il 18 e 19 maggio in Piazza San Pietro, la puntata seguirà l`attesa
del grande incontro fra i pellegrini e Papa Francesco. Dallo studio Mons.
D'Ercole commenterà le testimonianze raccolte di chi ha incontrato la fede attraverso
l`Azione Cattolica, il Cammino Neocatecumenale, Comunione e Liberazione, la
Comunità di Sant`Egidio, i Movimento dei Focolari, Nuovi Orizzonti e il Rinnovamento
nello Spirito.
TRACCE – Lo
Spirito è più forte dei nostri programmi
In questi giorni Roma sta vivendo un anticipo dell’incontro
tra i movimenti e il Santo Padre di sabato 18 e domenica 19 maggio.L’Ateneo
Pontificio Regina Apostolorumha organizzato per l’occasione un
convegno internazionale di più giorni, dal titolo La primavera della
Chiesa e l’azione dello Spirito, che il 16 maggio ha visto la
partecipazione di vari personaggi del mondo ecclesiastico, e la presenza dei
rappresentati di molte realtà carismatiche.
Di particolare interesse l’intervento del Segretario del Pontificio Consiglio
per i Laici, monsignor Josef Clemens, che ha ripercorso i nodi principali del
pensiero del cardinal Joseph Ratzinger a proposito dei movimenti ecclesiali e
delle nuove comunità. Già trent’anni fa, quando in Germania i movimenti
erano ancora realtà piccole, l’attuale Papa emerito aveva già una coscienza
chiara e acuta di quello che essi rappresentavano.Considerati frutti
autentici del Concilio Vaticano II, Ratzinger ne parlava principalmente come
luoghi di una fede vissuta e missionaria e come doni dello Spirito Santo alla
Chiesa del nostro tempo, in un momento in cui nessuno avrebbe potuto progettarlo: «Trovo
meraviglioso che lo Spirito sia ancora una volta più forte dei nostri
programmi». La concezione dei movimenti come dono è stata ripresa anche dal
gesuita Gianfranco Ghirlanda, aggiungendo che il carisma collettivo viene dato
perché sia un bene non solo per la singola realtà che lo riceve, ma per la
Chiesa universale. Affascinante il suo approfondimento circa la
collocazione canonica dei movimenti, dove se da una parte ha sottolineato la
necessità che essi agiscano in comunione con la Chiesa e con chi la guida,
dall’altra ha posto in luce la preoccupazione propria dell’autorità competente
nel cercare una definizione giuridica che rispecchi fedelmente l’esperienza di
chi vive un determinato carisma. L’importanza della vivacità dei
movimenti in un periodo in cui invece si riscontra una diffusa stanchezza nel
testimoniare la fede, è stata evidenziata anche dall’intervento
dell’arcivescovo di Valladolid Ricardo Blázquez Pérez che – concentrandosi in
modo particolare sull’esperienza del Cammino Neocatecumenale – ha concluso la
mattinata.
Se nella prima sessione i diversi carismi sono stati solo oggetto del dibattito
– tramite il giudizio di osservatori più o meno esterni - nel pomeriggio essi
sono divenuti veri e propri protagonisti, raccontandosi in prima persona
attraverso gli interventi dei rappresentati di tutti i principali movimenti e
delle realtà più piccole e recenti. Dall’avvicendarsi delle relazioni
sono emersi i caratteri propri di ciascun carisma ed è stato possibile
constatare come la diversità sia un’occasione per capire come l’unità sia cosa
ben diversa dall’uniformità, come ha sottolineato monsignor Josef Clemens. Anzi,
è proprio lo Spirito stesso che sceglie di servirsi della diversità dei carismi
per portare alla Chiesa un’ulteriore ricchezza. Ricchezza che è emersa
più volte, come ad esempio in quanto ricordato da Roberto Fontolan, direttore
del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione, che ha testimoniato il
fascino dell’incontro quotidiano con Cristo, di cui ciascuno può fare
esperienza qui ed ora. Perché, ha detto Fontolan, non si arriva a Lui
attraverso uno sforzo di coerenza, ma perché si è bisognosi. O ancora,
ricchezza che è stata evidente nel richiamo all’unità di monsignor Piero Coda
del Movimento dei Focolari, secondo l’esortazione evangelica «che siano una
cosa sola perché il mondo creda che Tu mi hai mandato», o nell’invito
fatto da Salvatore Martínez del Rinnovamento nello Spirito Santo, a non aver
paura a lasciare che lo Spirito entri e smuova la nostra vita. Al di
là delle differenze nella forma, è apparso evidente che ciò che accomuna tutti
questi movimenti - ed è ciò che ha portato gli ultimi Pontefici a riconoscere
l’importanza di questa nuova giovinezza della fede - è il desiderio di giungere
alla conoscenza di Cristo.
LA PERFETTA
LETIZIA – RnS: in oltre 10.000 in piazza San Pietro con Papa Francesco
Nella Giornata dei Movimenti, delle Associazioni e delle
Aggregazioni laicali, evento promosso dal Pontificio Consiglio per la
Promozione della Nuova Evangelizzazione nell’Anno della Fede, che si terrà a
Piazza san Pietro il 18 e il 19 maggio, il Rinnovamento nello Spirito Santo
conferma una partecipazione di oltre 10.000 aderenti. I pellegrini provenienti
da tutte le regioni d’Italia si ritroveranno a Roma per seguire i diversi
momenti proposti nell’iniziativa: il Pellegrinaggio alla tomba dell’apostolo
Pietro, la Veglia di preghiera, musica e testimonianze in attesa dell’arrivo di
papa Francesco che incontrerà i fedeli in piazza San Pietro e la Celebrazione
eucaristica della domenica di Pentecoste presieduta dal Papa.
Inoltre gli aderenti del RnS, dopo l’abbraccio con il Santo Padre, si
ritroveranno per la consueta Veglia di Pentecoste nella Chiesa
di San Gregorio VII (in via San Gregorio VII, 6), a pochi passi da
Piazza San Pietro. Qui si terrà un’Adorazione eucaristica nello stile del
“Roveto Ardente”. Parteciperanno il presidente nazionaleSalvatore Martinez,
il coordinatore nazionale Mario Landi, il direttore nazionale Marcella
Reni, il consigliere spirituale nazionale don Guido Maria
Pietrogrande e alcuni membri del Comitato Nazionale di Servizio e del
Consiglio Nazionale.
Il RnS è stato direttamente coinvolto nella preparazione e nell’organizzazione
dell’evento promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova
Evangelizzazione, Dicastero Vaticano di cui il presidente Salvatore
Martinez è il Consultore. Il Movimento ha curato la preparazione della
parte contenutistica e artistica della Veglia: canti, testimonianze, copioni,
partecipazione al coro. Ha reperito, attraverso vari benefattori, 75 mila bottiglie
di acqua da distribuire gratuitamente ai partecipanti all’evento e darà il
proprio contributo anche attraverso il volontariato.
“L’incontro del 18-19 maggio – ha dichiarato il presidente Martinez – è
un Cenacolo a cielo aperto, che segnala l’attualità della presenza creativa e
dell’azione carismatica dello Spirito Santo nella vita di tanti laici. Una
nuova Pentecoste, per ricordare che dobbiamo dare un volto amorevole alla fede,
e fare di Cristo un incontro e un’esperienza. I Movimenti, ancora una volta,
testimoniano che lo Spirito Santo non è in recessione! Anzi, possiamo
constatare come stia suscitando una nuova generazione di cristiani che con
passione e responsabilità desiderano assumersi il rischio della fede e il
destino delle Chiese. Dopo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, oggi da papa
Francesco viene l’incoraggiamento a rendere ancora più manifesta la bellezza e
la bontà del Vangelo di Cristo, l’unicità dell’amore che discende da Gesù e che
solo può redimere dalla solitudine e dalla morte ogni uomo. E, sulla scia
dell’ultimo Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, è viva la consapevolezza che i
Movimenti, come il Rinnovamento, rimangono una avanguardia di speranza creativa
per la Chiesa nel mondo, non perché si propongono cose nuove, ma perché ridanno
novità, luce, entusiasmo alle cose di sempre”.
18 maggio
2013
AGI – Papa:
anche i ministri Mauro e Lupi a Veglia Pentecoste
Ci sono anche il ministro della Difesa Mario Mauro e il ministro dei
Trasporti e Infrastrutture Maurizio Lupi tra le autorita' che assistono alla
veglia di Pentecoste presieduta da Papa Francesco in piazza San Pietro e con
protagonisti principali i 200mila appartenenti ai diversi movimenti, nuove
comunita', associazioni e aggregazioni laicali italiane e straniere. Tra gli
altri presenti anche i vertici di Azione Cattolica (Franco Miano),
Neocatecumenali (Kiko Arguello), Comunita' di Sant'Egidio (Andrea Riccardi),
Focolarini (Maria Voce), Rinnnovamento nello Spirito (Salvatore Martinez).
ADNKRONOS –
Papa: mons. Fisichella, in piazza San Pietro è rappresentato il mondo intero
Centocinquanta diverse realta' ecclesiali con una esigenza in comune:
"Dire all'uomo di oggi che non si puo' fare a meno di Cristo e di questo
bisogna essere testimoni credibili". Lo ha evidenziato monsignor Rino
Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova
evangelizzazione, nel suo indirizzo di saluto per la veglia di Pentecoste. Il
presule, ricordando le varie realta' presenti in piazza San Pietro, ha
osservato come "in questa piazza oggi e' davvero rappresentato il mondo
intero". Solo per citare alcuni paesi, infatti, le associazioni
intervenute nella giornata dei Movimenti provengono dall'Argentina, dalla
Bielorussia, dal Brasile, dal Congo, dall'India, dagli Stati Uniti, dalla Nuova
Zelanda. Tantissime le associazioni, almeno 150 le realta' ecclesiali che
rappresentano. Tra esse alcune sono ben conosciute e radicate come Comunione e
Liberazione, i Focolarini, l'Azione Cattolica gli scout, il cammino
neocatecumenale, Rinnovamento dello Spirito, la comunita' di Sant'Egidio.
TMNEWS –
Papa/ Ministri “ciellini” Mauro e Lupi a veglia piazza S.Pietro
I ministri 'ciellini' Mario Mauro (Difesa) e Maurizio Lupi
(Infrastrutture e trasporti) sono presenti in piazza San Pietro per assistere
alla veglia di Pentecoste presieduta dal Papa. In prima fila, tra gli altri
leader di movimenti e associazioni cattolici, i leader di neocatecumenali (Kiko
Arguello), Azione cattolica (Franco Miano), comunità di Sant'Egidio (Andrea
Riccardi), focolarini (Maria Voce), Rinnovamento nello Spirito (Salvatore Martinez). Dopo l'intronizzazione dell`icona della
Salus Populi Romani, portata processionalmente dal centro della piazza al
sagrato di San Pietro da 50 giovani, hanno preso la parola per due
testimonianze John Waters e Paul Batti.
TMNEWS –
Papa/ Per veglia Pentecoste 150mila persone e “question time”
La folla di fedeli - approssimativamente 150mila persone - presente per
la veglia di preghiera di Pentecoste, questo pomeriggio con Papa Francesco,
riempie piazza San Pietro, la confinante piazza Pio XII e si estende lungo una
via della Conciliazione transennata e chiusa al traffico dalle prime ore della
mattina. Nel corso del pomeriggio sul sagrato di San Pietro si sono alternate
canzoni, danze e testimonianze di diversi rappresentanti di movimenti e
associazioni cattoliche, con la conduzione di Lorena Bianchetti. Ad organizzare
l`odierna giornata "Io credo, aumenta in noi la fede", in occasione
dell'Anno della Fede in corso, è stato il Pontificio Consiglio per la nuova
Evangelizzazione. Il presidente del dicastero, mons. Rino Fisichella, ha
illustrato così a 'Radio vaticana' la duplice sfida che i movimenti sono oggi
chiamati a raccogliere: "Dobbiamo essere capaci di camminare insieme: non
si può camminare da soli, perché questo è il momento di un impegno comune. Poi
c`è la seconda sfida: il mondo di oggi è sempre più povero, perché non
percepisce più l`assenza di Dio come una mancanza nella propria vita".
Partecipano alla giornata rappresentanti di 138 realtà laicali di molti paesi,
da Azione cattolica ai Neocatecumenali, da Comunione e liberazione alla
comunità di Sant'Egidio, dai Focolarini a Rinnovamento nello Spirito,
dall'Agescial Regnum Christi. Presente anche un gruppo di parlamentari
ciellini. Il sagrato della Basilica Vaticana è stato attraversato durante tutta
la mattina da un ininterrotto pellegrinaggio alla Tomba di Pietro. Papa
Francesco arriverà in jeep, prima delle 17.30, e alle 18 avrà inizio la veglia
per la festa dello Spirito Santo. Dopo un lungo giro della folla, Bergoglio
salirà sul sagrato della basilica vaticana, ascolterà alcune testimonianze
(Paul Batti e John Waters) e infine risponderà a braccio, a partire dalle 18.50
circa, a quattro domande che altrettanti fedeli gli porranno. Domani alle 10.30
il Papa presiederà messa di Pentecoste in piazza San Pietro.
AVVENIRE –
Un’avanguardia di speranza per l’umanità
FAMIGLIA
CRISTIANA.IT – Salvatore Martinez (Rinnovamento): “La freschezza dei movimenti”
In piazza porteranno oltre diecimila aderenti. Il
Rinnovamento nello Spirito si prepara all’incontro con Papa Francesco
ricordando anche quelli con Giovanni Paolo II e con Benedetto XVI. «Ci saranno
pellegrini da tutta Italia», dice il presidente nazionale Salvatore Martinez,
«che seguiranno tutti i diversi momenti proposti nell’iniziativa. Inoltre, dopo
l’abbraccio con il Santo Padre, si ritroveranno per la consueta Veglia di
Pentecoste nella chiesa di San Gregorio VII, a pochi passi da Piazza San
Pietro, per una adorazione eucaristica nello stile del Roveto Ardente».
Per Salvatore Martinez si tratta di un «cenacolo a cielo
aperto, che segnala l’attualità della presenza creativa e dell’azione
carismatica dello Spirito Santo nella vita di tanti laici. Una nuova
Pentecoste, per ricordare che dobbiamo dare un volto amorevole alla fede, e
fare di Cristo un incontro e un’esperienza». La presenza dei movimenti,
sottolinea il presidente nazionale, «testimonia, ancora una volta, che lo
Spirito Santo non è in recessione, ma che continua a suscitare una nuova
generazione di cristiani che con passione e responsabilità desiderano assumersi
il rischio della fede e il destino delle Chiese».
Sulla scia dell’ultimo Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione e
proprio nel cuore dell’Anno della fede, conclude Martinez «è viva la
consapevolezza che i movimenti, come il Rinnovamento, rimangono una avanguardia
di speranza creativa per la Chiesa nel mondo, non perché si propongono cose
nuove, ma perché ridanno novità, luce, entusiasmo alle cose di sempre».
19 maggio
2013
RADIO
VATICANA – Il coraggio della fede e la centralità dell’uomo
Avere
il coraggio della fede senza essere cristiani inamidati, costruire una cultura
dell’incontro, aiutare il prossimo soprattutto le famiglie, il cui destino è
più importante dei bilanci delle banche. Questo in sintesi quanto espresso da
Papa Francesco nel discorso rivolto ieri sera alle circa 200 mila persone che
hanno gremito Piazza San Pietro per partecipare alla Veglia di Pentecoste
dedicata ai Movimenti, le nuove Comunità, le Associazioni e le Aggregazioni
laicali. Forti anche le parole del Pontefice sulle persecuzioni contro i
cristiani nel mondo: ci sono più martiri oggi - ha detto - che nei primi secoli
della Chiesa. Il servizio di Adriana Masotti:
“Almeno 150 diverse realtà ecclesiali, realtà ben conosciute e radicate, ma
anche nuove realtà sorte per la chiamata alla nuova evangelizzazione. Vengono
da ogni parte del mondo e attestano il grande dono che lo Spirito Santo ha
fatto alla Chiesa in questi cinquant’anni dall’inizio del Concilio”. E’ mons.
Rino Fisichella, presidente del dicastero per la Nuova Evangelizzazione, a
presentare al Papa la piazza “riempita, dice, all’inverosimile”. Ciò che ha
spinto quanti sono qui, continua, “è ricercare la via più idonea e coerente per
vivere e testimoniare il Vangelo nel mondo di oggi”.
Dell’impegno a vivere coerentemente il Vangelo avevano dato testimonianza poco
prima aderenti a Rinnovamento nello Spirito, Movimento dei Focolari,
Cellule parrocchiali di animazione, Nuovi orizzonti, Comunione e Liberazione,
Neocatecumenali e Sant’Egidio. Parlano del superamento delle difficoltà
all’interno della vita di coppia e di famiglia, del passaggio da una vita
lontana dalla fede all’incontro con Cristo, dell’annuncio del Vangelo nel
proprio ambiente di studio e di lavoro, dell’incontro con Gesù nei poveri.
Saranno poi Paul Bhatti, fratello di Shahbaz Bhatti, ministro delle minoranze
del governo pakistano, ucciso da estremisti islamici a 43 anni, e John Waters,
scrittore e giornalista irlandese, passato da anni di lontananza alla fede, a
raccontare di sé di fronte al Papa: “Sono molto grato a Papa Francesco per
avermi dato l’opportunità di condividere, con tutti voi, i dolori e le speranze
dei cristiani del Pakistan", esordisce Paul Bhatti:
“Nel mio Paese, i cristiani sono una piccola minoranza, molto povera. …
Molte volte i cristiani sono soggetti a discriminazioni, e anche violenze. …
Ma, come discepoli di Gesù, vogliamo essere uomini di pace, in dialogo con i
nostri fratelli musulmani e delle altre religioni. Vogliamo testimoniare con
l’amore e la misericordia la nostra fede in Gesù. E’ stata questa la
testimonianza del mio fratello più giovane, Shahbaz Bhatti, che ha dato tutta
la sua vita per il Vangelo”.
Per tutta la sua vita, racconta ancora, "nonostante le minacce mio
fratello è stato fedele alla sua missione di essere vicino ai poveri, di
testimoniare l’amore di Gesù nella società violenta del Pakistan, e le sue
parole e i suoi gesti hanno dato coraggio ai cristiani pakistani". Ora
tanti hanno raccolto la sua testimonianza e “vogliono continuare a testimoniare
il Vangelo della mitezza, del dialogo, dell’amore per i nemici”.
“Questa è la storia della mia vita, una vita vissuta dentro la falsa realtà che
l’uomo ha costruito per sentirsi sicuro”, dichiara John Waters raccontando
come a lungo avesse creduto che Dio fosse incompatibile con la sua ricerca
della libertà. Poi la scoperta di quanto una vita senza di Lui fosse
insoddisfacente:
“La natura dell'uomo è una continua domanda. Tu e io siamo fatti di
desiderio. Non siamo fatti per accontentarci di una soddisfazione timida e
fiacca…Questo è il motivo per cui Gesù è venuto fra noi: per mostrarci
tutto quello che la vita umana può essere”.
Aiutato da alcuni amici, conclude, Waters: “Ho imparato che il desiderio della
Grandezza di Dio non era un bel concetto astratto, ma un fatto al centro della
mia struttura e della mia natura … conoscere Cristo è conoscere me stesso,
capire come sono fatto e diventare libero”.
Alle 17.30, l’arrivo di Papa Francesco nella piazza. Per mezz’ora percorre con
la jeep bianca scoperta tutti i settori stracolmi e parte di via della
Conciliazione. Poi, salito sul sagrato, il momento tanto atteso del dialogo tra
lui e le migliaia di persone presenti. Non un intervento scritto, ma la
risposta a braccio a quattro domande.
Alla prima: “Come ha potuto raggiungere Lei nella Sua vita la certezza sulla
fede?”, il Papa risponde:
“Ho ricevuto il primo annuncio cristiano proprio dalla mia nonna, no?, è
bellissimo, quello! Il primo annuncio in casa, con la famiglia. E questo mi fa
pensare all’amore di tante mamme e tante nonne, nella trasmissione della fede.
Noi non troviamo la fede un po’ nell’astratto, no: sempre è una persona che
predica, che ci dice chi è Gesù, ti da la fede, ti da il primo annuncio... E
questa esperienza della fede è importante. Noi diciamo che dobbiamo cercare
Dio, andare da Lui a chiedere perdono … ma quando noi andiamo, Lui ci aspetta,
Lui è prima! …. Voi parlavate della fragilità della fede: come si fa per
vincerla. Il nemico più grande che ha la fragilità, è curioso, eh?, è la paura.
Ma non abbiate paura! Siamo fragili, ma lo sappiamo. Ma Lui è più forte!
Come possiamo comunicare in modo efficace la fede oggi? E’ la seconda domanda:
"Dirò tre parole soltanto. Primo: Gesù. Chi è la cosa più importante?
Gesù. Se noi andiamo avanti con l'organizzazione, con altre cose, con belle
cose, pure, ma senza Gesù, non andiamo, la cosa non va. La seconda parola è la
preghiera. Guardare il volto di Dio, ma soprattutto, e questo è collegato con
quello che ho detto prima, sentirsi guardati. Quando Lui ci guarda, ci da
forza. Siamo veri evangelizzatori lasciandoci guidare da Lui. E terzo, la
testimonianza".
Alla domanda: “Come possiamo vivere una Chiesa povera e per i poveri? Quale
contributo possiamo dare per affrontare la grave crisi di oggi? Papa Francesco
risponde che vivere il Vangelo è il primo contributo che possiamo dare, e poi
continua:
"La Chiesa non è un movimento politico, né una struttura ben
organizzata: non è quello. Noi non siamo una ong, e quando la Chiesa diventa
una ong perde il sale, non ha sapore, è soltanto una vuota
organizzazione".
"Confessare la fede: tanti nostri fratelli soffrono a causa di essa.
Vorrei fare di più: ma che cosa?". A quest'ultima domanda, il Papa invita
tutti ad avere il coraggio che viene da Dio, per annunciare il Vangelo, e la
pazienza per sopportare le difficoltà, e conclude:
"Loro soffrono, e ci sono più martiri oggi, che nei primi secoli della
Chiesa. Più martiri. Fratelli e sorelle nostri. Soffrono. Ma il martirio non è
mai una sconfitta: il martirio è il grado più alto della testimonianza che noi
dobbiamo dare. E anche noi, questa esperienza ci deve portare a promuovere la
libertà religiosa, per tutti, per tutti: ogni uomo e ogni donna deve essere
libero nella sua confessione religiosa, qualsiasi sia".
ZENIT – La
rivoluzione cristiana di Papa Francesco
Una chiesa coraggiosa che va nelle periferie dell’umano, una
cultura del bene che aiuta i poveri, i deboli e i discriminati, la debolezza
che diventa forza grazie alla fede in Gesù, questi i progetti che il Papa
Francesco ha spiegato ad oltre 200.000 pellegrini arrivati a Roma per
partecipare alla Veglia di Pentecoste (18 maggio) dedicata ai Movimenti, le
nuove Comunità, le Associazioni e le Aggregazioni laicali.
Prima della veglia di preghiera monsignor Rino Fisichella,
presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova
Evangelizzazione, ha presentato le 150 diverse realtà ecclesiali convenute in
piazza san Pietro e nelle zone adiacenti.
“Vengono da ogni parte del mondo e attestano il grande dono
che lo Spirito Santo ha fatto alla Chiesa in questi cinquant’anni dall’inizio
del Concilio”, ha aggiunto mons. Fisichella.
Tante e accorate le testimonianze di persone del Cammino
Neocatecumenale, del Rinnovamento nello Spirito, del Movimento dei Focolari,
delle Cellule parrocchiali di animazione, di Nuovi orizzonti, di Comunione e
Liberazione e di Sant’Egidio.
Alla fine della Veglia anche Carlo Casini, presidente del
Movimento per la Vita, ha ringraziato il Papa per il sostegno che ha dato alla
difesa della vita fin dal concepimento e alla raccolta di firma europea “Uno di
noi”.
Paul Bhatti, fratello di Shahbaz Bhatti, ministro delle
minoranze del governo pakistano, ucciso da estremisti islamici a 43 anni, ha
raccontato che nel suo Paese “i cristiani sono una piccola minoranza, molto
povera. … Molte volte i cristiani sono soggetti a discriminazioni, e anche
violenze. … Ma, come discepoli di Gesù, vogliamo essere uomini di pace, in
dialogo con i nostri fratelli musulmani e delle altre religioni. Vogliamo
testimoniare con l’amore e la misericordia la nostra fede in Gesù. E’ stata
questa la testimonianza del mio fratello più giovane, Shahbaz Bhatti, che ha
dato tutta la sua vita per il Vangelo”.
Parlando di suo fratello, Paul ha raccontato che
"nonostante le minacce, è stato fedele alla sua missione di essere vicino
ai poveri, di testimoniare l’amore di Gesù nella società violenta del Pakistan,
e le sue parole e i suoi gesti hanno dato coraggio ai cristiani
pakistani".
Paul ha concluso dicendo: “ora tanti hanno raccolto la sua
testimonianza e vogliono continuare a testimoniare il Vangelo della mitezza,
del dialogo, dell’amore per i nemici”.
Lo scrittore e giornalista irlandese John Waters, per
decenni lontano dalla fede ha spiegato che per lungo tempo ha creduto che Dio
fosse incompatibile con la sua ricerca della libertà.
Grazie all’aiuto di alcuni amici Waters ha imparato che “il
desiderio della grandezza di Dio non era un concetto astratto, ma un fatto al
centro della mia struttura e della mia natura … conoscere Cristo è conoscere me
stesso, capire come sono fatto e diventare libero”.
In mezzo alla folla festante, è giunto alle 17,30 papa
Francesco, il quale dopo aver visitato con la jeep i vari settori della piazza
e di Via della conciliazione è salito sul Sagrato per rispondere a braccio a
quattro domande che gli sono state rivolte dai presenti.
Come riportato fedelmente dalla Radio
Vaticana, alla prima domanda “Come ha potuto raggiungere Lei nella Sua
vita la certezza sulla fede?”, il Papa ha risposto: “Ho ricevuto il primo
annuncio cristiano proprio dalla mia nonna, no? E' bellissimo, quello! Il primo
annuncio in casa, con la famiglia. E questo mi fa pensare all’amore di tante
mamme e tante nonne, nella trasmissione della fede. Noi non troviamo la fede un
po’ nell’astratto, no: sempre è una persona che predica, che ci dice chi è
Gesù, ti da la fede, ti da il primo annuncio... E questa esperienza della fede
è importante. Noi diciamo che dobbiamo cercare Dio, andare da Lui a chiedere
perdono … ma quando noi andiamo, Lui ci aspetta, Lui è prima! …. Voi parlavate
della fragilità della fede: come si fa per vincerla. Il nemico più grande che
ha la fragilità, è curioso, eh?, è la paura. Ma non abbiate paura! Siamo
fragili, ma lo sappiamo. Ma Lui è più forte!”.
La seconda domanda è stata ”Come possiamo comunicare in modo
efficace la fede oggi?” ed il Papa ha risposto: "Dirò tre parole soltanto.
Primo: Gesù. Chi è la cosa più importante? Gesù. Se noi andiamo avanti con
l'organizzazione, con altre cose, con belle cose, pure, ma senza Gesù, non
andiamo, la cosa non va. La seconda parola è la preghiera. Guardare il volto di
Dio, ma soprattutto, e questo è collegato con quello che ho detto prima,
sentirsi guardati. Quando Lui ci guarda, ci da forza. Siamo veri
evangelizzatori lasciandoci guidare da Lui. E terzo, la testimonianza".
Molto impegnativa la terza domanda: “Come possiamo vivere
una Chiesa povera e per i poveri? Quale contributo possiamo dare per affrontare
la grave crisi di oggi?
A questa il Papa ha risposto in maniera articolata. Ha
raccontato, citando un rabbino del 12° secolo, la storia della costruzione
della Torre di Babele “Quando cadeva una torre era una tragedia nazionale,
veniva punito l’operaio, perché i mattoni erano preziosi, ma se cadeva
l’operaio non succedeva niente”.
Ed ha aggiunto: “se cadono gli investimenti, le banche,
questa è una tragedia, se invece le famiglie stanno male, non hanno da
mangiare, allora questo non fa niente”.
"Ed è questa – ha sottolineato il Papa - la nostra
crisi di oggi”. In questo senso “la Chiesa povera per i poveri va contro una
simile mentalità”.
"La Chiesa – ha continuato - non è un movimento
politico, né una struttura ben organizzata: non è quello. Noi non siamo una
ONG, e quando la Chiesa diventa una ONG perde il sale, non ha sapore, è
soltanto una vuota organizzazione".
Ha quindi messo in guardia i fedeli "siate furbi perché
il diavolo ci inganna, perché c’è il pericolo dell’efficientismo, e una cosa è
predicare Gesù, un’altra cosa è l’efficienza”. Ha ripetuto che "quando la
Chiesa diventa chiusa si ammala, come una stanza che rimane chiusa e dove
l’aria è viziata" ed ha affermato: "preferisco mille volte una Chiesa
incidentata, che subisce degli incidenti, piuttosto che una Chiesa malata per
chiusura".
Secondo papa Francesco, c’è bisogno di andare incontro agli
altri praticando la cultura dell’incontro e dell’amicizia, contrastando la
“cultura dello scarto”, quella che emargina i deboli, gli anziani e i bambini.
Il Vescovo di Roma ha invitato tutti ad “andare incontro a
chi non la pensa come noi, perché tutti sono figli di Dio, senza negoziare la
nostra presenza”.
Ha definito uno “scandalo” il fatto che la morte di un barbone
per il freddo, o bambini che non hanno da mangiare non facciano notizia.
Ha concluso sottolineando che “non dobbiamo essere cristiani
inamidati, come persone che prendono il tè: dobbiamo essere cristiani
coraggiosi, andare incontro a quelli che sono la carne di Cristo”.
All’ultima domanda "Confessare la fede: tanti nostri
fratelli soffrono a causa di essa. Vorrei fare di più: ma che cosa?". Il
Papa ha risposto invitando i fedeli ad avere il coraggio di affidarsi a Dio,
con pazienza e sopportazione. A questo proposito ha parlato dei martiri moderni
"Loro soffrono, e ci sono più martiri oggi, che nei primi secoli della
Chiesa. Più martiri. Fratelli e sorelle nostri. Soffrono. Ma il martirio non è
mai una sconfitta: il martirio è il grado più alto della testimonianza che noi
dobbiamo dare. E anche noi, questa esperienza ci deve portare a promuovere la
libertà religiosa, per tutti, per tutti: ogni uomo e ogni donna deve essere
libero nella sua confessione religiosa, qualsiasi sia".
In conclusione, mentre la piazza gridava “Francesco,
Francesco” il Papa ha detto di non gridare più Francesco, ma “Gesù, Gesù”. ”Mai
più Francesco, gridate Gesù”, ha ribadito il Pontefice.
ASIA NEWS –
Papa ai movimenti: è in crisi l’uomo.
Alla veglia di Pentecoste, papa Francesco spinge alla
testimonianza cristiana, in un mondo divenuto nemico dell'uomo, dove fanno
notizia il crollo degli investimenti, ma non la morte di operai e la fame dei
bambini. All'appuntamento per l'Anno della Fede, presenti 200mila persone di
CL, Rinnovamento dello Spirito, Neocatecumenali, Focolarini, Sant'Egidio,
associazioni internazionali. Le testimonianze di John Waters, editorialista
irlandese, e di Paul Bhatti, ex ministro delle minoranze in Pakistan. Il pontefice
invita tutti a pregare tutti i giorni per i cristiani perseguitati e a lavorare
per la libertà religiosa. La Chiesa non è una efficiente ong. Il principale
contributo è "vivere il Vangelo".
Città del Vaticano (AsiaNews) - "Oggi è in crisi
l'uomo, per questo è una crisi profonda". Per questo "non dobbiamo
chiuderci in noi stessi nella parrocchia, con gli amici, nel movimento, con
quelli che la pensano come noi...". "La Chiesa deve uscire da se
stessa verso le periferie esistenziali". Sono due fra le urgenze più
importanti che papa Francesco ha suggerito a movimenti, associazioni, nuove
comunità giunti a Roma per la veglia del 18 maggio e la messa di Pentecoste,
del 19. Il papa ha risposto a braccio a quattro domande che gli sono state
poste, in cui egli ha ricordato di aver ricevuto la fede in famiglia, da sua
nonna; ha sottolineato che la Chiesa "non è una ong", ma portatrice
di Gesù Cristo; che per risvegliare il mondo materialista alla fede è
necessaria la testimonianza personale; che nel nostro mondo attuale la caduta
degli investimenti finanziari è considerata "una tragedia", mentre la
caduta (e la morte) di operai, o la morte per fame, o le difficoltà dei poveri
non interessano.
La veglia è iniziata alle 18 in una piazza san Pietro
gremita di almeno 200mila persone, con una folla che traboccava lungo la via
della Conciliazione. Francesco è uscito alle 17.30 per un lungo giro di
saluto sulla jeep scoperta, salutando e baciando bambini, in una foresta di
striscioni, cappellini, sciarpe, cartelli, al grido di "Fran-ce-sco!
Fran-ce-sco!". In seguito il papa ha voluto correggerli
("fraternamente, però!"): "D'ora in poi dovete dire: Gesù, Gesù!
Gesù!" e la folla gli ha subito ubbidito.
Alla veglia di preghiera hanno partecipato almeno 150
movimenti, associazioni e nuove comunità: Comunione e Liberazione, Movimento
dei Focolari, Neocatecumenali, Sant'Egidio, Rinnovamento nello Spirito e molti
gruppi dall'Europa, dall'America, dall'Asia e dall'Africa. L'appuntamento era
fissato all'interno delle celebrazioni per l'Anno della Fede, col titolo
"Io credo! Aumenta in noi la fede". Mons. Rino Fisichella, presidente
del Pontificio consiglio per la Nuova evangelizzazione, introducendo il
momento, ha detto che la spinta per questo raduno oceanico è "è ricercare
la via più idonea e coerente per vivere e testimoniare il Vangelo nel mondo di
oggi".
Dopo due letture tratte dalla Lettera ai Romani e da
sant'Ireneo, vi sono state due testimonianze. John Waters, editorialista
irlandese, ha parlato del suo allontanamento dalla fede, alla ricerca di una
libertà "ci fa sentire insieme onnipotenti e profondamente
impotenti", tipica dell'uomo d'oggi che "cerca di dominare tutto e
per questo si sente solo". Ha ricordato poi la sua discesa ("in
ginocchio") nell'alcolismo, da cui è stato salvato grazie ad alcuni amici
che l'hanno aiutato a riscoprire la fede dell'infanzia. Ora, ha concluso
"Io non sono solo John, ma uno con Colui che mi fa e non potrei essere
libero in nessun altro modo".
L'altra testimonianza è quella di Paul Bhatti, ex ministro
delle minoranze in Pakistan, che ha ringraziato papa Francesco di poter
"condividere il dolore e le speranze dei cristiani del Pakistan".
Egli ha ricordato la missione di suo fratello Shahbaz, ucciso dagli estremisti
islamici il 2 marzo 2011, il suo impegno verso i poveri, gli emarginati, i
deboli che "sono il corpo di Cristo perseguitato". Allo stesso
tempo, suo fratello non ha mai smesso di sognare "un Pakistan libero e
aperto a tutte le comunità e minoranze", in dialogo con i musulmani, ai
quali "testimoniare l'amore di Gesù".
Quattro rappresentanti dei gruppi laicali hanno poi posto a
papa Francesco altrettante domande. Il pontefice, che aveva avuto in precedenza
le domande, ha risposto a braccio, scusandosi alla fine di essere stato
"troppo lungo". Il dialogo è durato almeno 40 minuti.
Alla prima domanda, "come ha potuto raggiungere lei
nella sua vita la certezza sulla fede?", il papa risponde ricordando
l'educazione religiosa ricevuta da sua nonna, dalla quale "ho ricevuto il
primo annunzio cristiano... Tutte le mamme e le nonne trasmettono la fede. Dio
ci mette accanto persone che ci aiutano nella fede".
"Noi diciamo che dobbiamo cercare Dio, andare a
chiedere perdono, ma Lui ci aspetta, lui viene prima. Il Signore sempre ci
aspetta per primo.... Questo fa nascere uno stupore che ti dona la fede. É
importante studiare la fede, ma è importante un incontro con Gesù".
"Il nemico più grande della nostra fragilità - aggiunge - è la paura. 'Non
abbiate paura'. Col Signore siamo sicuri. La fede cresce col Signore, dalla
mano del Signore. Quando abbiamo troppa fiducia in noi, siamo più
fragili". E sempre a proposito di "mamme" che aiutano la fede
dei figli, Francesco conclude: "Una cosa che mi fa forte tutti i giorni è
pregare la Madonna col rosario. Vado da lei e mi sento forte".
Una donna insegnante parla del materialismo banale in cui
sono immersi i suoi studenti e gli altri insegnanti. E domanda: "Qual è la
cosa più importante per attuare il compito a cui siamo chiamati? Come possiamo
comunicare in modo efficace la fede nel mondo di oggi?".
"La cosa più importante - dice il papa - è Gesù.
Organizzazione, cose fa dare... da sole non bastano, non va. Gesù è la cosa più
importante.... L'evangelizzazione pensiamo che vada fatta attorno a un tavolo,
con le strategie, ma quelle sono secondarie. L'evangelizzazione avviene con la
testimonianza... Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno detto che l'uomo
d'oggi ha bisogno di testimoni, non tanto di maestri".
Occorre che "ci lasciamo guidare da Gesù",
"il nostro leader" e che ci "lasciamo guardare". E racconta
che qualche volta alla sera, egli va in cappella e si addormenta per la
stanchezza. "Ma Lui capisce... E io mi lascio guardare e questo mi dà
forza".
Alla terza domanda, posta da un'impiegata, "Come possiamo
vivere una Chiesa povera e per i poveri? Quale contributo possiamo dare per
affrontare la grave crisi di oggi?", Francesco risponde che il
"principale contributo" è "vivere il Vangelo. La Chiesa non è un
movimento politico, né una struttura ben organizzata. Noi non siamo una ong.
Quando la Chiesa diventa una ong perde il sale e diventa una vuota
organizzazione".
E dopo aver messo in guardia dalla tentazione
dell'efficientismo, aggiunge: "[Nel mondo di oggi] E' in crisi l'uomo, per
questo è una crisi profonda. Per questo non possiamo interessarci solo a noi...
Non dobbiamo chiuderci in noi stessi nella parrocchia, con gli amici, nel
movimento, con quelli che la pensano come noi... Quando la Chiesa diventa
chiusa, si ammala. Una stanza chiusa per un anno.. quando torni puzza di
umidità..... La Chiesa deve uscire da se stessa verso le periferie
esistenziali. Gesù ha detto : 'Andate in tutto il mondo'. Una Chiesa che
esce rischia, come uno che esce di casa e gli capita un incidente. Ma ve lo
dico sinceramente: preferisco una Chiesa incidentata, a una Chiesa malata
perché chiusa. Troppe volte per paura stiamo chiusi in strutture antiquate, che
ci rendono schiavi".
Ricorda poi che la cultura dominante è quella "dello
scontro e dello scarto", che elimina i vecchi con la loro saggezza, e i
bambini perché sono inutili. I cristiani vanno contro questa cultura:
"Dobbiamo uscire e andare a incontrare tutti, persone che non la pensano
come noi, di altre fedi, non credenti... Essi condividono con noi l'essere
immagine di Dio".
Ritorna poi ancora alla "crisi dell'uomo":
"Un barbone che muore di freddo, non fa notizia... I bambini che muoiono
di fame, non fanno notizia". "Se usciamo e andiamo dai poveri,
potremo toccare la carne di Cristo. Una Chiesa povera per i poveri incomincia
con l'andare verso la carne di Cristo e [così] cominciamo a capire cosa è la
povertà del Signore".
Sempre parlando a braccio, Francesco sottolinea che la
crisi attuale è una crisi dell'uomo "perché distrugge l'uomo, lo
spoglia dell'etica. E nella vita pubblica, se non c'è etica, allora tutto è
possibile e tutto si può fare. La mancanza di etica nella vita pubblica fa
tanto male all'umanità intera". E dopo aver ricordato un misdrash biblico
sulla torre di Babele, in cui erano più importanti i mattoni, degli operai che
vi lavoravano, aggiunge: "Se vanno male gli investimenti 'è una tragedia',
se muoiono gli operai, non fa niente. La Chiesa povera per i poveri va contro
questa mentalità".
L'ultima domanda verte sul "confessare la fede",
sulla persecuzione e su come "aiutare i nostri fratelli
perseguitati", "come aiutare a cambiare il loro contesto politico e
sociale".
"Per annunciare il Vangelo - risponde il papa -
occorrono coraggio e pazienza". E giocando sul legame fra la parola
"pazienza" e "patire", egli definisce i perseguitati come
"la Chiesa nella pazienza". Ricorda che "ci sono più martiri
oggi che nei primi secoli della Chiesa, nostri fratelli e sorelle che
soffrono... Portano la fede fino al martirio. Ma il martirio non è mai una
sconfitta. E' il grado più alto della testimonianza".
Il pontefice che spesso i conflitti in cui i cristiani
sono vittime "non hanno origine religiosa - hanno cause sociali o
politiche che poi coinvolgono le comunità religiose - ma il cristiano deve
sempre rispondere al male con il bene".
E chiede a tutti: "Cerchiamo di far sentire loro che
siamo profondamente uniti alla loro situazione... Pregate per questi fratelli e
sorelle tutti i giorni?".
L'impegno per loro, aggiunge poi, "ci deve spingere a
promuovere la libertà religiosa per tutti. Ogni uomo deve essere libero nel
[professare] la sua confessione religiosa, perché ogni uomo e donna sono figli
di Dio".
Alla fine della veglia e dopo la benedizione, Francesco
saluta con un "Buona sera!". E la folla gli grida per decine di
secondi: "Ge-su! Ge-su! Ge-su!".
AVVENIRE –
Le associazioni e i movimenti del Papa, un incontro atteso
Ieri e
oggi le due giornate di pellegrinaggio nell'ambito dell'Anno della fede. Le
testimonianze dei responsabili diocesani di Comunione e Liberazione, Azione
cattolica e Rinnovamento nello Spirito «Un momento di
grazia, nel quale ci abbeveriamo alla fonte più grande, l'amore della Chiesa
che ci fa incontrare Cristo» L « 'Anno della Fede per noi è una grandissima
domanda sulla nostra umanità e su cosa sia per noi l'incontro con Cristo. In
esso, queste giornate sono un momento importantissimo per "abbeverarci"
alla fonte più grande, l'amore della Chiesa». Così Luigi Benatti responsabile
di Comunione e Liberazione di Bologna, sintetizza i sentimenti dei circa 1200
appartenenti al movimento (dai giovanissimi agli universitari, agli adulti) che
hanno partecipato e partecipano, ieri e oggi, alla Giornata dei movimenti,
delle associazioni e delle aggregazioni laicali. Ieri c'è stato il primo
incontro con Papa Francesco; stamattina alle 10.30, sempre in Piazza San
Pietro, la Messa conclusiva presieduta dal Pontefice. «C'è tantissima gente, un
clima molto bello» ci testimoniava ieri da parte sua Anna Lisa Zandonella,
presidente dell'Azione cattolica diocesana. «Abbiamo fatto il percorso per
entrare nella Basilica di San Pietro - prosegue - e siamo stati guidati fino all'altare
principale, attorno al quale abbiamo recitato insieme il Credo: un momento
davvero intenso. Anche se l'attesa, naturalmente, è soprattutto per l'incontro
con Papa Francesco». «Durante il viaggio ci siamo preparati con la preghiera:
abbiamo recitato il Rosario e naturalmente il Credo - testimonia Stefania
Castriota, responsabile
del Rinnovamento nello Spirito Santo della diocesi -
In precedenza, abbiamo pregato il Triduo della Pentecoste: Adorazione
eucaristica silenziosa, Adorazione guidata e Messa». «Per noi è un evento molto
sentito - prosegue - a cui ci siamo preparati da tempo. Soprattutto l'incontro
colSanto Padre è per noi un momento di grande Grazia».
REPUBBLICA.IT
– Il Papa: “La nostra crisi è preoccuparsi di banche mentre c’è gente che muore
di fame”
Duro monito di Bergoglio sulle leggi che dominano
l'economia, davanti a 200mila giovani appartenenti ai movimenti ecclesiali. E
sulla Chiesa: "Si ammala quando... storie correlate Ny, atterraggio di
pancia per volo Us Airways: tutti salvi Quirico, il presidente siriano Assad:
"Non abbiamo informazioni" Marine Le Pen si rompe l'osso sacro
cadendo nella piscina vuota Usa, auto contro una parata Decine di feriti in
Virginia "La conferenza internazionale è inutile non fuggo, difenderò la
Siria dai terroristi"
(ap)Il Papa: "La nostra crisi è preoccuparci di
banche mentre c'è gente che muore di fame" Duro monito di Bergoglio
sulle leggi che dominano l'economia, davanti a 200mila giovani appartenenti
ai movimenti ecclesiali. E sulla Chiesa: "Si ammala quando si
chiude" di ANDREA GUALTIERI (ap) TAG Vaticano, movimenti ecclesiali,
banche, crisi, Papa, papa Francesco, bergoglio CITTA' DEL VATICANO - La crisi
è «la gente che muore di fame», ma di questo «non passa niente», mentre «se
calano gli investimenti delle banche si fa una tragedia». Alla folla
variegata delle organizzazioni laicali il Papa sottolinea che è «contro
questa mentalità che deve andare la Chiesa». E lo deve fare «con la
testimonianza», perché al mondo - ha aggiunto citando i suoi predecessori -
servono «testimoni e non maestri». Francesco parla ai movimenti che
compongono il mosaico del mondo cattolico e rivolge un invito su tutti:
«Uscite, uscite». Li rimanda «alle periferie dell'esistenza», sulla falsa
riga di quanto raccomandato ai cardinali all'indomani della sua elezione. Ma
con un'enfasi che fa di questo suo discorso - durato 38 minuti, il più lungo
finora del suo pontificato - un manifesto dell'impegno cattolico nel mondo.
«Uscendo - ha aggiunto - può capitare un incidente, ma io preferisco una
Chiesa incidentata a una Chiesa malata perché chiusa, come una stanza che non
vede aria per un anno intero». Una Chiesa incastrata «nelle sue insicurezze,
in strutture caduche» che imprigionano Cristo stesso: «A volte - ha detto il
Papa - se lo sentiamo bussare non è perché vuole entrare, ma perché vuole
uscire e noi non glielo lasciamo fare». Francesco promuove invece una
«cultura dell'incontro, dell'amicizia». Incontro con Cristo, prima di tutto,
ma poi incontro con gli altri: «Anche con quelli che non la pensano come noi,
che non hanno la nostra fede», senza che questo significhi «negoziare la
nostra appartenenza», ma nella consapevolezza che «tutti hanno qualcosa in comune:
sono immagine di Dio». FINO IN VIA DELLA CONCILIAZIONE - Riempiva tutta
piazza San Pietro e via della Conciliazione la folla accorsa per l'incontro
del Papa con le organizzazioni laicali e i movimenti ecclesiali. È l'evento
con il quale si è scelto di suggellare la festa di Pentecoste nell'anno della
Fede e si è trasformato in una enorme mappa geografica umana del mondo
cattolico. Dal Cammino neocatecumenale
al Rinnovamento nello spirito, da comunione e liberazione
all'Agesci, dall'Azione cattolica alle tante associazioni che a livello
nazionale o su base locale incarnano i diversi carismi del variegato modo di
vivere il cattolicesimo. E la jeep bianca scoperta ha girato a lungo,
portando Francesco fin quasi a Piazza Pia per salutare la gente. I NUMERI E
I COLORI - Le stime riferiscono di circa 150mila persone presenti. E se
ilRinnovamento nello spirito ha anticipato ieri di portare un
contributo di diecimila fedeli, ventiquattro ore dopo il Cammino
neocatecumenale ha fatto sapere che sarebbero stati 15mila i propri seguaci
che sono accorsi in piazza San Pietro. Ma al di là dei proclami dei singoli,
colpisce il colpo d'occhio d'insieme, fatto degli striscioni variegati, ma
anche delle bandiere, perché sono decine gli Stati rappresentati. Nella
conferenza stampa della vigilia, l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente
del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, ha riferito di
iscrizioni arrivate, oltre che dall'Italia, anche da Argentina, Bielorussia,
Brasile, Congo, Francia, Germania, India, Irlanda, Lituania, Malta, Messico,
Nuova Zelanda, Polonia, Portorico, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera,
Trinidad e Tobago. E 150 sono le sigle di movimenti, comunità, associazioni e
aggregazioni laicali presenti. LA FANTASIA DEI NOMI - E' stato monsignor
Fisichella a presentare al Papa quella che ha definito "la fantasia dei
nomi" che esprime la varietà della Chiesa. Ci sono esperienze che ha
definito ben conosciute e ormai radicate. "Ma - ha aggiunto - non
mancano le nuove realtà". E ne cita alcune: "Shalom, Canção Nova,
le Cellule parrocchiali di evangelizzazione, Nuovi Orizzonti, Youth 2000
International, Totus Tuus Neuevangelisierung, Foyers de Charité, Fede e Luce,
Luce e Vita, Catholic Granparents Association". Ma scorrendo l'elenco delle
sigle, si notano anche alcune curiosità. A partire dal movimento Regnum
Christi, connesso strettamente ai Legionari di Cristo
trascinati nello scandalo pedofilia dal loro fondatore Marcial
Maciel. O, tra le realtà meno conosciute, la Turris Eburnea, che promuove
l'evangelizzazione attraverso sfilate di moda nelle quali le ragazze che
vanno in passerella danno anche testimonianza del loro modo di vivere,
raccontando i loro valori di donne nelle quali "la bellezza esteriore
sia il riflesso di quella interiore". Sono forse uno degli esempi più
curiosi di quelli che Fisichella ha definito "evangelizzatori nel mondo
contemporaneo" che attestano "il grande dono che
lo Spirito Santo ha fatto alla Chiesa in questi cinquant'anni
dall'inizio del Concilio". LE DOMANDE AL PAPA - L'accoglienza è iniziata
nel pomeriggio, tra canti del Gen Verde e testimonianze. Poi col Papa un
momento di preghiera con l'intronizzazione dell'immagine della Vergine Maria
Salus Populi Romani. Davanti al pontefice poi l'intervento dello scrittore irlandese
John Waters e di Paul Batthi, ministro dell'Armonia nazionale nel governo del
Pakistan fino al marzo scorso e fratello maggiore di Shahbaz Bhatti,
anch'egli esponente politico cattolico ucciso dagli estremisti islamici nel
2011 a Islamabad. Francesco ha risposto poi a braccio a quattro domande che
gli sono state rivolte. Alla fine si è scusato: «Sono stato lungo», ha detto.
Ma i temi che gli sono stati proposti hanno svariato dalle certezze della
fede all'impegno laicale, dalla comunicazione del Vangelo al martirio, fino
all'etica. E il Papa non si è risparmiato, raccontando, secondo il suo stile,
anche molti episodi della sua vita.
LA PROVINCIA
DI LECCO – Dieci le associazioni e i Movimenti…
Dieci
le associazioni e i movimenti che l'hanno organizzata: Aiart, Azione cattolica,
Centro italiano femminile, Comunione e liberazione, Equipés Notre Dame,
Evangelizzazione e testimonianza, Movimento focolari, Movimento ecclesiale
impegno culturale, Rinnovamento nello Spirito, Rinascita
cristiana che, in questo Anno della Fede, hanno ritenuto opportuno vivere anche
a Lecco l'incontro internazionale delle associazioni e dei movimenti nei due
giorni successivi in piazza San Pietro a Roma. «Io credo, aumenta in noi la
fede» è l'invito dell'allora Papa Benedetto XVI che aveva chiamato a Roma
movimenti e associazioni. Invito confermato da Papa Francesco e che ha vissuto
la sua anteprima, con lo stesso titolo dell'invito papale, nella veglia di
preghiera organizzata nella basilica di Lecco, introdotta dal prevosto
monsignor Franco Cecchin e presieduta dal vicario episcopale monsignor Maurizio
Rolla . Una veglia in cui si è cercato di approfondire, proprio con il
contributo dei movimenti e delle associazioni ecclesiali, temi quali la scuola
e l'educazione, il lavoro, il tempo libero, la comunicazione, la sofferenza, la
strada, il mercato, la città, come ambiti ed occasioni per la promozione e la
diffusione della fede. La primavera della Chiesa e l'azione
dello SpiritoSanto evidenti anche in questa occasione di incontro e
di testimonianza da parte dei rappresentanti (tutti laici) delle realtà ecclesiali.
Si è ricordato anche il quindicesimo anniversario (1998-2013) del primo raduno
di Pentecoste dei movimenti e delle associazioni ecclesiali, con Papa Giovanni
Paolo II , e che l'allora prefetto della Congregazione della Fede, il cardinale
Joseph Ratzinger , aveva salutato come una "speranza per la Chiesa
universale". I movimenti, aveva affermato quindici anni fa il futuro Papa,
sorgono spontaneamente, senza che vi sia un vero progetto umano: per questo
essi sono veri "doni dello Spirito Santo", nonché
"espressioni della giovinezza della Chiesa", oltre che
"protagonisti della missione, dell'impegno sociale e delle vocazioni
sacerdotali e religiose". Conclusione della veglia, in basilica, con
l'invocazione allo Spirito Santo e la preghiera ecumenica.
20 maggio
2013
RADIO
VATICANA – Martinez: il Papa ha incoraggiato i movimenti alla nuova
evangelizzazione e alla comunione
Riecheggiano
ancora con forza le parole che Papa Francesco ha rivolto alla Veglia e poi alla
Messa di Pentecoste alle migliaia di fedeli di movimenti, nuove comunità e
associazioni, riuniti in Piazza San Pietro sabato e domenica scorsi. Papa
Francesco ha ricordato, tra l’altro, che il Signore ci aspetta, ha invitato i
cristiani a dare testimonianza della fede andando verso le periferie esistenziali,
a vivere nella Chiesa aprendosi allo Spirito Santo senza chiudersi nei
particolarismi. Debora Donnini ha chiesto a Salvatore
Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, cosa lo abbia
maggioramene colpito:
R. – La gente ci ha ringraziati perché sentiva il desiderio di condividere la
fede con Papa Francesco e questo guardando alla nuova evangelizzazione, di cui
i movimenti sono protagonisti, è davvero un grande segno di speranza. Il Papa
ha detto che bisogna avere passione per la comunione. Poi, le parole che ci ha
detto segnano una continuità con i suoi due predecessori e l’attualità della
nuova evangelizzazione.
D. – Papa Francesco ha invitato a lasciarsi guidare dal Signore, ricordando che
Pietro si è proprio lasciato guidare da Gesù, per giungere a quella prima
evangelizzazione ai gentili …
R. – Il Papa ha detto: attenzione, perché talvolta vorremmo essere noi a
guidare lo Spirito Santo e non a lasciarci guidare da Lui, ed ecco perché
talvolta la paura fa capolino e la paura si sconfigge invece con la fiducia. In
fondo l’esempio di Pietro è tutto legato a questo cambiamento: prima della
discesa dello Spirito Santo prevale la rassegnazione, dopo la discesa dello
Spirito Santo, c'è la grande forza testimoniale di Pietro che nel giorno di
Pentecoste va incontro alla gente e non ha paura. E allora, c’è da fidarsi
dello Spirito Santo, ci ha detto il Santo Padre. Il Papa poi dice: maggiore
fiducia nello Spirito Santo che da una parte segnala la bellezza di queste
ricchezze carismatiche che lo Spirito ha suscitato come Provvidenza e
dall’altra parte lo sforzo di tutti a lasciarci usare dallo Spirito per
ribadire che la fede è una, come Gesù ci ricorda: crederanno nella misura in
cui noi siamo una sola cosa.
D. – Papa Francesco ha detto: il Signore sempre ci "primerea”, cioè
ci sta aspettando. Ha detto che questa è l’esperienza che i Profeti di Israele
descrivevano dicendo che il Signore è come un fiore di mandorlo, cioè il primo
fiore della primavera …
R. – "Primerea" significa anche che ci anticipa
nell’amore, che ci anticipa in quelli che sono i nostri desideri, ci viene in
soccorso, ci viene incontro sapendo quali sono i bisogni dell’uomo. C’era nella
parola del Papa l’espressione di questo Dio che si prende cura dei suoi figli e
l’immagine del mandorlo è altrettanto significativa perché nel linguaggio
biblico il mandorlo indica la vigilanza. E Dio è visto come il custode di
Israele, che non si addormenta.
D. – Il Papa ha sottolineato, sempre in questo suo discorso, che la Chiesa deve
uscire da se stessa per andare verso le periferie esistenziali. Ha detto anche:
"non possiamo diventare" "quei cristiani troppo educati, che
parlano di cose teologiche mentre prendono il tè, tranquilli”. Ecco, per il
Rinnovamento nello Spirito Santo, cosa significa questo e come accoglie questo
invito di Papa Francesco ad andare verso "le periferie esistenziali"?
R. – Noi siamo particolarmente impegnati verso le famiglie, anche delle più
bisognose: penso alle famiglie in Moldova, dove la crisi è drammaticamente
morale, familiare, economica. E' il Paese più povero della nostra Europa. Ma
penso anche alle famiglie dei detenuti e degli ex-detenuti, in modo speciale a
Caltagirone nelle proprietà che furono dei fratelli Sturzo. Noi dobbiamo
certamente ribadire quanto sia fondamentale parlare della nuova
evangelizzazione anche guardando alla cultura del nostro tempo. Un progetto in
atto sono le “Dieci piazze per Dieci Comandamenti”: una rilettura creativa,
propositiva del Decalogo che riprende adesso a giugno e a settembre, dopo le
tre piazze di Roma, Napoli e Verona, nello scorso anno.
LA VOCE DI
ROMAGNA – I movimenti a Roma dal Papa
Quasi 1.800 riminesi di vari movimenti ecclesiali e
associazioni hanno preso parte nel fine settimana all'incontro con papa
Francesco in occasione della Pentecoste. La Consulta diocesana per le
aggregazioni laicali di Rimini aveva incaricato il movimento di Comunione e
Liberazione di fare da riferimento per tutte le varie realtà associative
ecclesiali. E così sono stati prenotati 1.770 pass per la "Giornata dei
Movimenti, delle nuove comunità, delle Associazioni e delle Aggregazioni
Laicali", questa la denominazione ufficiale dell'evento, promosso
nell'ambito dell'Anno della Fede indetto da papa Benedetto XVI. I pullman
partiti da Rimini e altre località della provincia erano 12, il resto dei
pellegrini si è organizzato con mezzi propri e treno. In stragrande
maggioranza i "ciellini", ma c'erano anche un centinaio di aderenti
all'Azione Cattolica e un gruppo più piccolo del Rinnovamento nello Spirito,
oltre ad alcune parrocchie. Il programma prevedeva sabato mattina nella
Basilica di San Pietro dalle 7 alle ore 12 il pellegrinaggio alla Tomba
dell'Apostolo Pietro, il pomeriggio in piazza San Pietro musica, testimonianze,
riflessioni e preghiera in attesa dell'incontro con il successore
dell'Apostolo Pietro iniziato alle 18. Ieri mattina, alle 10,30, la Santa
Messa presieduta dal Santo Padre, nella solennità della Pentecoste in cui si
fa memoria della discesa dello Spirito Santo sugli apostoli.
26 maggio
2013
CREDERE –
L’abbraccio del Papa con movimenti e associazioni ( Testimonianza Fam. Ricucci)
FAMIGLIA
CRISTIANA – Chiediamo allo Spirito l’unità ( da p 34 a p 37)
31 maggio
2013
CITTA NUOVA
N 11 – Sperimentare vie nuove (p. 8 – Intervista a Salvatore Martinez)