Nell’ultima giornata della Conferenza, Mario Landi affronta
e approfondisce le conseguenze concrete e i “costi” della scelta del
Rinnovamento di vivere in comunione. «La comunione – afferma - è un fatto
concreto e, come tale, ha bisogno di azioni e comportamenti concreti». E il
costo più alto della nostra comunione è stato già pagato da Gesù sulla croce.
Come la Chiesa, tutti coloro che sono chiamati a intraprendere un cammino di evangelizzazione
devono cominciare evangelizzando prima di tutti se stessi. L’evangelizzazione è
intimamente connessa alla conversione pastorale. Dunque, anche il Rinnovamento,
nella sua missione evangelizzatrice, deve convertirsi e lasciarsi cambiare
dalle novità dello Spirito. Lo Spirito Santo agisce principalmente in tre modi:
attraverso le novità, l’armonia e la missione. E per il RnS evangelizzare se
stesso implica: un fondamento spirituale (effusione pentecostale e vita
spirituale), un fondamento biblico (un cammino di fede fondato sulla parola di
Dio, la Tradizione e il Catechismo della
Chiesa cattolica); un fondamento ecclesiale (vita fraterna e sacramentale).
Obiettivo dei nostri gruppi e comunità è il raggiungimento della santità che si
esprime attraverso la martirìa, cioè
la testimonianza di una vita autenticamente cristiana.
Il RnS attua un piano per la “nuova
evangelizzazione” inizialmente
motivando, indirizzando e capacitando animatori e responsabili sulla
visione fondamentale, che è quella di esistere per evangelizzare attraverso il
Seminario di vita nuova, l’esperienza dell’Effusione, la partecipazione alla Preghiera
comunitaria carismatica settimanale.
Bisogna quindi verificare e riaffermare l’identità
carismatica dei gruppi e delle comunità a partire dalla preghiera comunitaria;
evitare lo scadimento di questa in forme rituali di stampo devozionistico
derivate da altre esperienze; evitare di cadere in forme pseudospiritualistiche
di gruppi lontani dai luoghi di conversione.
A queste caratteristiche, il Coordinatore ha
aggiunto numerosi tratti fondamentali della vita e dell’identità dei gruppi e
delle comunità del RnS, senza i quali non può essere riconosciuto il ruolo di
responsabilità e adesione al Movimento. «C’è bisogno di un fondamento carismatico
dell’impegno all’interno del Movimento – continua Landi – cioè di un carisma di
governo e non di animazione». Noi infatti abbiamo accolto un’eredità – aggiunge
– e la nostra responsabilità è che, nella fedeltà ecclesiale, consegniamo a chi
verrà in futuro il Rinnovamento nello Spirito e non le nostre opere».
Comunicazione, testimonianza, unità, partecipazione e condivisione alla base,
dunque, della comunione.
Mario Landi conclude la sua relazione con le parole
di Papa Francesco: «La Chiesa deve uscire per le strade, nelle periferie, anche
se può rischiare di avere un incidente. Ma io vi dico: preferisco mille volte
una Chiesa incidentata, e non una Chiesa ammalata».
Daniela Di Domenico
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