«Questa mattina, come con Lazzaro, il Signore vuole
togliere le nostre bende e fasciare tutte le nostre ferite». Questa
l’esortazione iniziale da parte dell’équipe che anima oggi la preghiera
comunitaria carismatica, in apertura alla terza e ultima giornata della
Conferenza nazionale animatori. L’assemblea dà il benvenuto a Gesù invocando il
suo nome, benedicendo colui che ha visitato, ammaestrato e benedetto in questi
giorni i responsabili e gli animatori riuniti a Rimini. «Io sono il Dio di
Abramo, di Isacco e di Giacobbe, io sono il Dio dei viventi e non dei morti», a
questa proclamazione, con animo umile, l’assemblea riconosce la Signoria di
Gesù: «Mio Signore e mio Dio». La preghiera continua invocando lo Spirito Santo
su tutte le debolezze e le difficoltà personali, con lo sguardo rivolto solo al
Signore e al suo Spirito: «Tu sei il vento che spazza via ogni angoscia e
impurità per portare una nuova primavera nella nostra vita». Dopo un intenso
canto in lingue, risuona nell’assemblea una parola profetica: «Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi
discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: «Qual è il
primo di tutti i comandamenti? Gesù rispose: "Il primo è:
Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il
Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con
tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non
c'è altro comandamento più grande di questi”. Lo scriba
gli disse: "Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e
non vi è altri all'infuori di lui;
amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza
e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i
sacrifici". Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse:
"Non sei lontano dal regno di Dio”» (Mc 12, 28-34).
La Parola di Dio è un evidente richiamo all’amore, «non può
esserci gioia senza amore, né pace senza amore, non può esserci futuro e
comunione senza amore, né Rinnovamento nello Spirito senza amore» viene
evidenziato dal palco. E questo amore si fa subito preghiera, intercessione,
gli uni per gli altri. Preghiera per
rinnovare l’amore di Dio su tutti gli organi pastorali a tutti i livelli. Si esorta
alla riconciliazione. Si prega insieme responsabili e pastorali perché ci sia
nuovo zelo, nuova gioia, un nuovo sguardo: quello di Gesù. Si invitano i responsabili
a pregare sui propri pastorali affinché possa discendere su di loro un nuovo
spirito di discernimento, di consiglio. Una nuova unità, una nuova carità e
autorità, che viene dall’obbedienza. Si prega infine su coloro che hanno un
servizio, un ministero. «Solo nel nome di Gesù è possibile servire. Il mondo ha
sete di Dio e siamo noi che dobbiamo portare l’acqua viva della sua grazia»
afferma l’équipe di animazione. Un’ultima Parola profetica sigilla questo
intenso e proficuo tempo di preghiera: «Così dice il Signore: "Il cielo è il mio trono, la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi potreste costruire? In
quale luogo potrei fissare la dimora» (Is, 66-1). «Qui è il tuo trono, Signore
– rispondono animatori e responsabili ad una sola voce -, e noi te lo restituiamo».
Francesco Storino
(03.11.2013)