Il percorso della nuova evangelizzazione, in un contesto come quello attuale, non può prescindere da un corretto discernimento sul tema della comunicazione: l'essenza stessa del verbo "comunicare" risulta essere la corrente sostenitrice dell'impegno evangelizzatore. Nel mondo moderno, nel quale i mezzi di comunicazione sono diversi e potenti, è necessario rendersi testimoni di come la missione evangelizzatrice possa sapientemente cogliere l'essenza del mettere in comune un'informazione e rendersi annunciatrice della Buona Notizia. È su diversi ambiti della comunicazione che si incentra la testimonianza dei quattro relatori del simposio: la complessa realtà della radio, il tortuoso sentiero diffusivo della televisione, il difficile campo del giornalismo e il vasto mondo della pubblicità, sono, allo stesso tempo, terreni fertili per accogliere il germoglio dell'evangelizzazione e ambienti portanti e tessitori dell'intricata impalcatura mediatica sociale. È dunque un rischio concreto deviare dal percorso stabilito e rendere difficile l'annuncio della buona notizia; di rimando, un discernimento profondo, un ascolto incondizionato della voce-guida del Signore può consentire l'apertura di un canale di comunicazione volto alla completa accezione dell'impegno evangelizzatore e rendere gli strumenti mediatici, strumenti della Parola.
La testimonianza di Maria Nives Zaccaria, relativa al mondo della radio, è l'esempio di come la chiamata del Signore possa sconvolgere una vita, anche in momenti di calma apparente e indicare una via di annuncio del tutto nuova, portando a confrontarsi con realtà differenti. Nel suo caso con il grande e complesso mondo della radio, che le ha richiesto il rinnovamento della sua formazione culturale e un costante impegno pratico, volto alla conoscenza della realtà sociale e dei principi di un apostolato laico, imparando ad adempiere alla missione di Cristo e della Chiesa sotto la guida dello Spirito Santo. È in questo modo che l'impegno laico è a completo servizio dell'impegno della Chiesa e se ne rende partecipe. Una nuova impostazione sui principi della preghiera, dello studio e del lavoro rende chiara la missione a Maria Nives e, soprattutto, le illumina i percorsi da seguire nel mondo complesso della comunicazione, e le indica come viverla da cristiani rinnovati «seguendo Gesù come modello di comunicatore».
L'esperienza di Dante Balbo, collaboratore di Caritas Ticino, ben esemplifica come sia essenziale non solo conoscere lo strumento di comunicazione ma anche il suo linguaggio. Durante il suo percorso nel mondo mediatico, Dante ha avuto la possibilità di relazionarsi con ambienti differenti, impegnandosi in diverse iniziative con vari mezzi e impostazioni tecniche, giungendo a concepire alcuni principi imprescindibili per una comunicazione corretta e disciplinata, uniformata alle esigenze mediatiche ma, soprattutto, «uniformata al pensiero di Cristo».
Amerigo Vecchiarelli, responsabile di TV2000 invita a discernere correttamente ciò che si vede e si legge, poiché l'informazione può risultare monolitica, impostata su parametri difficilmente scindibili e individuabili. Per questo è fondamentale una TV che sappia ascoltare, comunicare, raccontare il vissuto personale parallelamente alla realtà ecclesiale. Diffondere la speranza del Vangelo equivale a conoscere e testimoniare i suoi principi nella vita quotidiana e ciò è possibile, in un contesto come la TV, «nell'autenticità dell'essere cristiani e nella costruzione di legami e interessi comuni, liberi dall'imbroglio e dall'interesse».
Luciano Fergnani è testimone di una missione evangelizzatrice che lo ha indotto a confrontarsi con la realtà delle carceri, dove promuove, con la cooperativa Onlus "Arti in libertà", la formazione e l'inserimento dei detenuti nel mondo del lavoro. Un impegno partito da lontano e culminato con l'apertura, a Ferrara, di un laboratorio per la carta stampata dove, persone prive della libertà sociale, ritrovano quel senso di dignità che l'attività lavorativa è capace di restituire. Comunicare la Buona Notizia dove sembra non vi sia posto per accoglierla è l'impegno assunto da Luciano, che mette se stesso a disposizione di Dio, cercando di trasmettere una "speranza" e facendo del proprio lavoro un'idea di rinnovamento e una comune esperienza d'amore.
Al termine del simposio, la parola passa a Caterina, che porta all'assemblea la sua testimonianza riguardo l'impegno di evangelizzazione nella radio, raccontando la sua esperienza nata dal fervore e dall'entusiasmo donato dallo Spirito Santo e affermando come chiunque, sotto la sua guida, possa intraprendere vie nuove e impensate .
Damiano Mattana