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Saliremo il monte del Signore 
Preghiera comunitaria carismatica
37a Conferenza Nazionale Animatori - Preghiera comunitaria carismatica - Clicca per ingrandire...

Il popolo degli animatori riuniti a Rimini, nel giorno in cui la Chiesa celebra la commemorazione dei defunti, apre la terza giornata di Conferenza con la Preghiera comunitaria carismatica, unendosi all'assemblea di tutti coloro che ci hanno preceduto in cielo.
«Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro» (Sal 24, 3-4). Nei giorni scorsi il Signore ha purificato le labbra e lo sguardo degli animatori, oggi vuole purificare le mani e il cuore: così proclama l'équipe che anima oggi la preghiera ed esorta tutti ad alzare le mani al cielo per chiedere al Signore questa purificazione. Dopo un intenso canto in lingue, i presenti riconoscono la signoria di Gesù, del Santo dei Santi: «A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen» (Ap 1, 5-8). L'équipe, dal palco, invita l'assemblea a chiedere al Signore di prendere possesso della vita di ciascuno. In un'atmosfera di profonda comunione con il Re dei re, viene proclamata una parola forte, rassicurante, profetica: «In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: "Passiamo all'altra riva". E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non t'importa che siamo perduti?". Si destò, minacciò il vento e disse al mare: "Taci, calmati!". Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: "Perché avete paura? Non avete ancora fede?". E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?"» (Mc, 4, 36-41).
«Sei tu Gesù che pronunci su di noi questa parola e ci doni la pace mentre ci visiti - viene annunciato dal palco. Questa mattina tu, Gesù, metti sotto i tuoi piedi le nostre tempeste». Dall'équipe di animazione giunge l'invito a invocare ancora lo Spirito, unendo tutte le mani: un cuor solo e un'anima sola, come un unico popolo di sacerdoti per ricevere la pace. E lo Spirito scende come acqua sulla terra riarsa. Nei cuori finalmente la pace, la bonaccia.
Subito dopo, nella gioia, si eleva il ringraziamento dell'assemblea al suo Re. Un'ultima parola profetica conclude e conferma quanto appena vissuto: «Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele: "Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni» (Is 43, 1).

Francesco Storino

(02.11.2013)