Vedere con gli occhi dell'amore
La prima testimonianza a conclusione della Messa viene resa da Laura, della Diocesi di Saluzzo. La ragazza nasce in una famiglia povera, quarta di sette figli. Alla nascita, racconta, suo padre avrebbe preferito un maschio perché ciò significava avere braccia in più sulle quali contare. Col passare degli anni, nella speranza di farsi accettare dalla sua famiglia, cerca di "assomigliare" sempre più a un maschio, costringendosi anche a "lavori da maschio". All'età di quattro anni rimane orfana della madre. Il padre si risposa e da questa unione nasce un altro fratellino. Lei viene chiusa in un istituto insieme ai fratelli, e torna a casa solo nei fine settimana. Con l'adolescenza iniziano a farsi evidenti i primi problemi: «anni vissuti nella tristezza e con il desiderio del suicidio», racconta Laura.
All'età di 17 anni esce dall'istituto portandosi dentro tanta rabbia e rancore nei confronti del padre. Iniziano le prime relazioni e, dopo alcune esperienze, si lega a un uomo, ma si accorge ben presto che attraverso di lui cerca solo di compensare le sue carenze di amore paterno, per cui decide di interrompere la relazione. Vive questo periodo nella depressione fino a quando riconosce di avere un problema e di non riuscire a risolverlo da sola. Decide allora di affrontare una nuova relazione, ma anche questa volta si accorge che non si tratta di vero amore per cui tronca il rapporto. Dopo due settimane scopre di essere incinta, quando lo comunica al suo partner questi si rifiuta di riconoscere il bambino. Laura accoglie suo figlio e finalmente si affida a una brava psicoterapeuta che l'aiuta ad affrontare i suoi problemi.«Capii che un albero non può stare in piedi senza radici», prosegue Laura che qualche tempo dopo si riconcilia con il padre e con il resto della sua famiglia, allontanando da sé la rabbia e il rancore. Nel 2010, pregando la Madonna, Laura riesce a vedere dentro di sé il muro che nel tempo si è innalzata intorno. Dopo un pianto liberatorio, capisce che qualcosa in lei è cambiato radicalmente: ora riconosce l'importanza e il posto dell'amore nella sua esistenza. Finalmente vede con chiarezza la sua strada con Gesù e il suo cammino nel Rinnovamento, comprendendo la bellezza dell'amore e dell'amicizia che la lega ai nuovi fratelli, dono di Dio per la sua vita.
Francesco Storino
Crescere nella generosità
Oreste è membro di pastorale di un gruppo della diocesi di Melito di Napoli, che frequenta da oltre sette anni assieme alla moglie. Pur essendo stato più volte incoraggiato a prendere parte alla Conferenza nazionale animatori, ha sempre rifiutato adducendo motivi personali e familiari. Poi lo scorso anno si è fatta strada dentro di lui una nuova consapevolezza: per servire i fratelli non basta la buona volontà, ma occorre formarsi. Così si è detto: "Oreste, o ti decidi a formarti oppure ti fai da parte".
Ha presentato al Signore il desiderio di poter partecipare alla Conferenza e ha deciso di iscriversi, nonostante le crescenti difficoltà economiche. Sentiva anche dentro di sé il peso di non aver mai deciso di aderire al "patto d'amore".
Qualche giorno prima della partenza per Rimini sua suocera, reputando lodevole la sua intenzione, ha deciso di contribuire in modo significativo alla spesa.
A Rimini,Oreste ha preso coscienza delle tante attività svolte dal Rinnovamento e dell'importanza che ogni aderente le sostenga anche attraverso il "patto d'amore". Ha dunque deciso di sottoscriverlo,pur non sapendo ancora come avrebbe potuto farvi fronte. Ma l'aiuto della provvidenza non si è fatto attendere, infatti al suo rientro a casa Oreste ha ricevuto un regalo con cui ha potuto onorare l'impegno assunto.
Anna Pugliese e Sandro Gallo
(01.11.2013)