Dopo aver ricordato quanto ardentemente avesse desiderato presenziare alla Conferenza, mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e Città della Pieve apre la sua omelia nel corso della Celebrazione eucaristica attraverso le parole dell'apostolo Giovanni: «Tutti stavano in piedi davanti al trono e gridavano a gran voce: "La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all'Agnello"» (Ap 7, 9-10). «Un consenso festoso a cui prendono parte uomini di ogni lingua, tribù, popolo e nazione e nel quale regna la comunione perfetta - spiega mons. Bassetti - che si manifesta nel canto corale di lode e nella gioia infinita di essere tutti insieme nella casa del Padre». Una parola che lenisce tutte le sofferenze precedenti e rende lontano il ricordo della persecuzione: «Quelli che sono stati nel pianto - prosegue Bassetti - ora sono consolati; quelli che hanno avuto misericordia hanno trovato il perdono». L'Arcivescovo continua la sua omelia rammentando come l'umanità non possa essere costruita dal nulla o con mezzi apparentemente illuminanti ma necessiti di un amore fraterno, raggiungibile solo «con una comunione profonda e duratura, che scaccia l'inimicizia e fa divenire l'umanità una sola famiglia». Mons. Bassetti cita poi lo scrittore Lev Tolstoj, ricordando che «la storia è piena di prove che la violenza non contribuisce al rialzamento morale e che la vera forza dell'uomo è nella bontà, nella pazienza e nella carità». È un regno d'amore quello che Gesù annuncia, un regno che si costituisce con rinunce, sacrifici e che richiama «all'eroica pretesa di fare del bene a quelli che ci odiano».
Il "suggerimento", arrivato da sant'Agostino e citato dall'Arcivescovo, ci dice che «ogni grado di beatitudine è accompagnato da un dono dello Spirito Santo e che il cammino delle beatitudini inizia con l'umiltà e la povertà in spirito». La beatitudine ricevuta dall'assimilazione dei doni dello Spirito è il rinnovamento di ogni creatura umana e produce i suoi frutti nella comunione e nell'evangelizzazione: «Senza vera comunione, la missione rischia di essere un'operazione di facciata, una propaganda vuota che non serve a nulla e a nessuno, poiché la falsità non cambia la vita ma la verità sì!». Mons. Bassetti conclude la sua omelia ringraziando il Rinnovamento per la sua opera di «avanguardia profetica della nuova evangelizzazione» poiché, come ricordava il beato Giovanni Paolo II: «Il rinnovamento nello Spirito sarà autentico e avrà una fecondità nella Chiesa non tanto nella misura in cui susciterà carismi straordinari, quanto nella misura in cui porterà il più grande numero possibile di fedeli sulle strade della vita quotidiana, allo sforzo umile, paziente, perseverante per conoscere sempre meglio il mistero di Cristo e per testimoniarlo» (Catechesi Tradendae, n. 72).
Damiano Mattana
(01.11.2013)