Di ritorno dalla GMG di Rio de Janeiro, durante il
volo di rientro a Roma, il Santo Padre
Francesco si è soffermato a lungo a parlare con i giornalisti al seguito.
Tra gli argomenti, anche il Rinnovamento
nello Spirito. “Mi sono ricreduto, sbagliavo io”, ha affermato il Papa
raccontando di aver cambiato opinione sul Movimento, “perché ho visto il bene
che facevano”. Il presidente del Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez, ha rilasciato la
seguente dichiarazione:
«Siamo
profondamente grati a Papa Francesco per le parole di stima e di gratitudine
che, di ritorno dalla GMG di Rio de Janeiro, ha voluto esprimere all’indirizzo
del Rinnovamento nello Spirito, più generalmente conosciuto come Movimento
Carismatico Cattolico o Rinnovamento Carismatico Cattolico.
Ma non c’è sorpresa! Questa sua “simpatia” per i
Movimenti era già nota. Non posso dimenticare il mio primo incontro con Lui,
presso la Parrocchia di Sant’Anna in Vaticano, quattro giorni dopo la sua
elezione. Salutandomi, il Pontefice senza esitare affermava: “Sono stato il
referente (episcopale) del Rinnovamento in Argentina”. Dunque un’amicizia
consolidata nella collaborazione ecclesiale quella che ha legato il
Rinnovamento al cardinale di Buenos Aires, ora Papa Francesco.
“Il Rinnovamento serve alla Chiesa!”. Così Francesco ha
riassunto, direi nel “merito” e nel “metodo”, l’impegno dei carismatici
cattolici a vantaggio delle parrocchie e delle comunità, ma anche della presenza
attiva nella società. Il Papa ha “confessato” di essersi ricreduto sul
Rinnovamento, dopo le iniziali perplessità, legate soprattutto all’esuberanza
delle manifestazioni esteriori nella comunicazione della fede.
Il Papa ha visto il “cuore” (il profondo ed
esperienziale amore per Gesù) e la “volontà” (impegno feriale per
l’evangelizzazione e la missione) del Movimento e in speciale modo i frutti
ampi e duraturi prodottisi. Soprattutto in tre direzioni, guardando all’America
Latina: frenare l’emorragia di cattolici delusi verso i pentecostali e gli
evangelici; combattere, sul terreno della spiritualità, il proliferare di sette
e nuovi movimenti religiosi; dare vita ad una sistematica opera di
evangelizzazione mediante nuovi metodi ed espressioni legati ai media e alla
musica, con uno straordinario coinvolgimento di giovani.
Ma c’è anche un altro elemento “pastorale” di grande
significanza. Il Rinnovamento si è “vitalmente” posto a servizio della Chiesa,
permettendole di passare da una “teologia della liberazione” ad una “teologia
della comunione per la missione”. In fondo è questo il senso del celebre
documento di Aparecida, a conclusione della V Assemblea del CELAM, nel 2007,
sulla “conversione pastorale delle chiese”, nel quale si dichiara che esse sono
chiamate a vivere la missione evangelizzatrice come permanente “paradigma e
programma”. Papa Francesco vede nel Rinnovamento, e certo in altri Movimenti,
l’esaudimento di questa attesa, che già il Concilio Vaticano II annunciava e
che il Pontificato del Beato Giovanni Paolo II ha promosso.
In effetti, non si può non constatare il lavoro di
“integrazione ecclesiale” che nella valorizzazione della vita comunitaria e
della sua animazione spirituale il Rinnovamento ha prodotto nella Chiesa, anche
grazie – come ha affermato il Papa – ai “buoni assessori” (sacerdoti) che hanno
guidato il Movimento. Un cammino in cui il Rinnovamento non si è posto come una
“nuova spiritualità” nella Chiesa, o un nuovo Movimento, o un nuovo carisma di
apostolato; bensì come un impulso di “risveglio”, una riproposizione vitale del
cristianesimo nella potenza creatrice e nella libertà confortante dello Spirito
Santo, un’avanguardia di gioia, di entusiasmo, di fraternità. Ne consegue che
in America Latina il “tenore spirituale” delle comunità ecclesiali è così
“normalizzato” nella vita pastorale e liturgica da non riuscire sempre a
distinguersi dove inizia e finisce il cammino proprio del Rinnovamento.
Papa Francesco sta rinverdendo nella Chiesa il suo
duplice e insopprimibile registro: “kerigmatico” e “carismatico”.
“Kerigmatico”, perché tutto centrato sulla persona di Gesù, sul suo messaggio
di misericordia e di salvezza, sulla semplicità ed essenzialità del Vangelo;
“carismatico”, perché i gesti e i segni che accompagnano la vita di Gesù, oggi
come allora, obbediscono allo Spirito prima che alla “lettera o alla legge”,
comunicano i sentimenti di affetto, di bontà, di prossimità che sono nel cuore
di chi crede. A partire dal Papa.
È in atto, nella Chiesa, una “rivoluzione d’amore”, una
riscrittura vitale e ed esperienziale del Vangelo di Gesù Cristo; si stanno
rinnovando i prodigi come di una “nuova Pentecoste”: ne siamo testimoni; ne
sono spettatori anche coloro che non credono! Il Rinnovamento nello Spirito
continuerà a sostenere con consapevolezza e zelo Papa Francesco nel suo
ministero petrino, nella sua missione universale. Se il Pontefice constata “il
bene che facciamo”, intensificheremo gli sforzi perché sia sempre più diffuso».