Dieci Piazze per Dieci Comandamenti. "Quando l'Amore
dà senso alla Tua vita..."
Dopo
Roma, Napoli e Verona, lo scorso anno, riparte da Milano questa singolare
iniziativa promossa dal Rinnovamento nello Spirito, in collaborazione con il
Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e con la
Conferenza Episcopale Italiana.
Dieci Piazze per Dieci Comandamenti è un
evento di popolo di alto spessore ideale, morale, spirituale mai realizzato in precedenza. Una
corale partecipazione istituzionale, in cui Chiesa, Stato e Società civile
cercano di dialogare insieme, pubblicamente, nelle Piazze simbolo della nostra
storia italiana. Arcivescovi e Sindaci, giornalisti e filosofi, economisti e
letterati, poeti e musicisti, scienziati e sportivi saranno protagonisti di una
singolare, creativa, positiva e propositiva rilettura del Decalogo. Con loro,
con noi, anche Papa Francesco, che si renderà presente con uno speciale Video
messaggio d'indirizzo sul tema generale del Progetto: "Quando l'Amore dà senso alla Tua vita..."
Dunque,
ci portiamo in Piazza non per "protestare", ma per "proporre" stili di vita
antichi e sempre nuovi, piattaforme valoriali comuni di socialità e di
cittadinanza.
Saremo
in Piazza del Duomo, sabato prossimo, con la rilettura del III comandamento
"Ricordati di santificare le feste", per vivere una grande occasione d'incontro tra credenti, "quasi
credenti" e coloro che dicono di non credere, ai quali certamente non sfuggirà
che molti di questi Comandamenti, se non osservati, non sono solo "peccati" che
violano la legge di Dio, ma "reati" che violano le leggi dello Stato.
Abbiamo
deciso di riproporre i Dieci Comandamenti oltre il puro significato letterale
dei testi, così da riavvicinarli agli uomini del nostro tempo, in special modo
alle nuove generazioni, ai loro problemi e alle loro legittime attese.
I Dieci Comandamenti sono precetti
comuni alle tre religioni monoteiste e non solo. Sono il fondamento di tutte le
costituzioni e di tutti gli ordinamenti statali democratici del mondo. Sono una
sorta di "codice etico" per la cultura d'Occidente e d'Oriente, di certo il
portato di massima civiltà e di umanizzazione esperimentato dagli uomini.
I Dieci Comandamenti hanno
segnato il cammino umano, spirituale, economico, politico di generazioni,
popoli e nazioni di ogni razza, cultura e tradizione, per secoli e secoli.
Ora, per quanti vivono nel
disorientamento e nel disordine, per le nostre comunità spesso dimentiche delle
memorie e delle tradizioni che ne hanno segnato bellezza e grandezza, i Dieci
Comandamenti possono rappresentare come un nuovo "sistema segnaletico", un
nuovo indicatore di progresso, per un progresso veramente umano.
I Dieci Comandamenti sono ancora
oggi i migliori districatori di senso e i migliori indicatori di buone prassi
nei labirinti confusi della nostra modernità, tempo in cui il progressivo
esilio di Dio e delle sue leggi dalla storia stanno rendendo la nostra umanità
sempre più fragile, contraddittoria, spesso disumana, addirittura antiumana.
La nostra umanità sembra mancare
di un "principio spirituale unificatore" dell'esistente, di regole oggettive
per dare nuova cittadinanza alla legge dell'amore, che è legge di prossimità creativa
e benefica. Si tratta per noi, dunque, di "rifecondare l'umano", di offrire agli uomini la possibilità di vivere
una vita buona, piena, ricca di significati e di ideali alti e nobili.
I Dieci Comandamenti, in fondo, sono
come uno specchio in cui è possibile vedere riflessa la nostra immagine umana,
vedere cioè la nostra libertà di uomini, la verità del nostro essere uomini e
del nostro essere in relazione con Dio, con chi è nostro prossimo, con il
creato.
Una nuova formulazione dei Dieci
comandamenti potrebbe cercare di ricondurli a un livello più personale, così da
presentarli come esigenze spontaneamente emergenti dall'animo umano, in ordine
a una vita dignitosa e serena, invece che come regole imposte dall'esterno, sia
pure da una divinità.
Haim Baharier, un celebre
pensatore ebraico, ha affermato che "leggere
il Decalogo come una lapide di imperativi è l'errore di chi teme di cimentarsi
con il pensiero, di chi col pensiero ha paura di scottarsi".
In tal senso, il Papa emerito
Benedetto XVI, nel suo Video messaggio registrato ad hoc a sostegno del Progetto Dieci
Piazze per Dieci Comandamenti e trasmesso a Roma, Napoli e Verona, affermava:
"Quando nella sua esistenza l'uomo ignora
i Comandamenti, non solo si aliena da Dio e abbandona l'alleanza con Lui, ma si
allontana anche dalla vita e dalla felicità duratura. L'uomo lasciato a se
stesso, indifferente verso Dio, fiero della propria autonomia assoluta, finisce
per seguire gli idoli dell'egoismo, del potere, del dominio, inquinando i
rapporti con se stesso e con gli altri e percorrendo sentieri non di vita, ma
di morte".
E aggiungeva: "Gesù viene a dare compimento ai Dieci
Comandamenti, innalzandoli e riassumendoli nel duplice comandamento dell'amore:
«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con
tutta la tua mente... Amerai il prossimo tuo come te stesso» (cfr Mt 22,37-40)".
Il cristianesimo, in Gesù Cristo,
ha portato a pienezza, a perfezionamento la via dell'amore per Dio e per gli
uomini. Ha dilatato il comandamento dell'amore sino all'estremo dei nemici e
dei persecutori, sino al martirio e alla santità. Ha fatto dell'amore un "sì"
pieno, un "sì" che vince ogni "no" alla vita, ogni "no" ad un amore che si fa
misericordia e giustizia, compassione e promozione umana, difesa degli ultimi,
dei piccoli, dei poveri.
Urge ritrovare questa nuova
sintassi dell'amore.
Urge ritrovare un linguaggio più
profondo che dia voce all'interiorità e allo spirito umano.
Urge ridare al nostro Paese la
vera chiave interpretativa delle tante crisi vigenti: la crisi è spirituale e
attanaglia il cuore dell'uomo rendendolo indifferente verso Dio, fiero della
propria autonomia assoluta fino all'egolatria, cioè l'idolatria di se stesso, sempre
più schiavo degli idoli del piacere, del potere, dell'avere.
Urge vincere una falsa idea di
laicità che vorrebbe che si desse a Cesare quel che è di Dio e a Dio solo
disprezzo.
Urge stare insieme, con più
fiducia, e insieme ridare cittadinanza all'amore.
Questo è il nostro augurio.