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Intervento del Presidente Martinez
 

Milano, Conferenza Stampa di presentazione di 10 Piazze per 10 Comandamenti, 3 giugno 2013
Martinez - Clicca per ingrandire...

Dieci Piazze per Dieci Comandamenti. "Quando l'Amore dà senso alla Tua vita..."

Dopo Roma, Napoli e Verona, lo scorso anno, riparte da Milano questa singolare iniziativa promossa dal Rinnovamento nello Spirito, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e con la Conferenza Episcopale Italiana.

Dieci Piazze per Dieci Comandamenti è un evento di popolo di alto spessore ideale, morale, spirituale mai realizzato in precedenza. Una corale partecipazione istituzionale, in cui Chiesa, Stato e Società civile cercano di dialogare insieme, pubblicamente, nelle Piazze simbolo della nostra storia italiana. Arcivescovi e Sindaci, giornalisti e filosofi, economisti e letterati, poeti e musicisti, scienziati e sportivi saranno protagonisti di una singolare, creativa, positiva e propositiva rilettura del Decalogo. Con loro, con noi, anche Papa Francesco, che si renderà presente con uno speciale Video messaggio d'indirizzo sul tema generale del Progetto: "Quando l'Amore dà senso alla Tua vita..."

Dunque, ci portiamo in Piazza non per "protestare", ma per "proporre" stili di vita antichi e sempre nuovi, piattaforme valoriali comuni di socialità e di cittadinanza.

Saremo in Piazza del Duomo, sabato prossimo, con la rilettura del III comandamento "Ricordati di santificare le feste", per vivere una grande occasione d'incontro tra credenti, "quasi credenti" e coloro che dicono di non credere, ai quali certamente non sfuggirà che molti di questi Comandamenti, se non osservati, non sono solo "peccati" che violano la legge di Dio, ma "reati" che violano le leggi dello Stato.

Abbiamo deciso di riproporre i Dieci Comandamenti oltre il puro significato letterale dei testi, così da riavvicinarli agli uomini del nostro tempo, in special modo alle nuove generazioni, ai loro problemi e alle loro legittime attese.

I Dieci Comandamenti sono precetti comuni alle tre religioni monoteiste e non solo. Sono il fondamento di tutte le costituzioni e di tutti gli ordinamenti statali democratici del mondo. Sono una sorta di "codice etico" per la cultura d'Occidente e d'Oriente, di certo il portato di massima civiltà e di umanizzazione esperimentato dagli uomini.

I Dieci Comandamenti hanno segnato il cammino umano, spirituale, economico, politico di generazioni, popoli e nazioni di ogni razza, cultura e tradizione, per secoli e secoli.

Ora, per quanti vivono nel disorientamento e nel disordine, per le nostre comunità spesso dimentiche delle memorie e delle tradizioni che ne hanno segnato bellezza e grandezza, i Dieci Comandamenti possono rappresentare come un nuovo "sistema segnaletico", un nuovo indicatore di progresso, per un progresso veramente umano.

I Dieci Comandamenti sono ancora oggi i migliori districatori di senso e i migliori indicatori di buone prassi nei labirinti confusi della nostra modernità, tempo in cui il progressivo esilio di Dio e delle sue leggi dalla storia stanno rendendo la nostra umanità sempre più fragile, contraddittoria, spesso disumana, addirittura antiumana.

La nostra umanità sembra mancare di un "principio spirituale unificatore" dell'esistente, di regole oggettive per dare nuova cittadinanza alla legge dell'amore, che è legge di prossimità creativa e benefica. Si tratta per noi, dunque, di "rifecondare l'umano", di offrire agli uomini la possibilità di vivere una vita buona, piena, ricca di significati e di ideali alti e nobili.

I Dieci Comandamenti, in fondo, sono come uno specchio in cui è possibile vedere riflessa la nostra immagine umana, vedere cioè la nostra libertà di uomini, la verità del nostro essere uomini e del nostro essere in relazione con Dio, con chi è nostro prossimo, con il creato.

Una nuova formulazione dei Dieci comandamenti potrebbe cercare di ricondurli a un livello più personale, così da presentarli come esigenze spontaneamente emergenti dall'animo umano, in ordine a una vita dignitosa e serena, invece che come regole imposte dall'esterno, sia pure da una divinità.

Haim Baharier, un celebre pensatore ebraico, ha affermato che "leggere il Decalogo come una lapide di imperativi è l'errore di chi teme di cimentarsi con il pensiero, di chi col pensiero ha paura di scottarsi".

In tal senso, il Papa emerito Benedetto XVI, nel suo Video messaggio registrato ad hoc a sostegno del Progetto Dieci Piazze per Dieci Comandamenti e trasmesso a Roma, Napoli e Verona, affermava: "Quando nella sua esistenza l'uomo ignora i Comandamenti, non solo si aliena da Dio e abbandona l'alleanza con Lui, ma si allontana anche dalla vita e dalla felicità duratura. L'uomo lasciato a se stesso, indifferente verso Dio, fiero della propria autonomia assoluta, finisce per seguire gli idoli dell'egoismo, del potere, del dominio, inquinando i rapporti con se stesso e con gli altri e percorrendo sentieri non di vita, ma di morte".

E aggiungeva: "Gesù viene a dare compimento ai Dieci Comandamenti, innalzandoli e riassumendoli nel duplice comandamento dell'amore: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente... Amerai il prossimo tuo come te stesso» (cfr Mt 22,37-40)".

Il cristianesimo, in Gesù Cristo, ha portato a pienezza, a perfezionamento la via dell'amore per Dio e per gli uomini. Ha dilatato il comandamento dell'amore sino all'estremo dei nemici e dei persecutori, sino al martirio e alla santità. Ha fatto dell'amore un "sì" pieno, un "sì" che vince ogni "no" alla vita, ogni "no" ad un amore che si fa misericordia e giustizia, compassione e promozione umana, difesa degli ultimi, dei piccoli, dei poveri.

Urge ritrovare questa nuova sintassi dell'amore.

Urge ritrovare un linguaggio più profondo che dia voce all'interiorità e allo spirito umano.

Urge ridare al nostro Paese la vera chiave interpretativa delle tante crisi vigenti: la crisi è spirituale e attanaglia il cuore dell'uomo rendendolo indifferente verso Dio, fiero della propria autonomia assoluta fino all'egolatria, cioè l'idolatria di se stesso, sempre più schiavo degli idoli del piacere, del potere, dell'avere.

Urge vincere una falsa idea di laicità che vorrebbe che si desse a Cesare quel che è di Dio e a Dio solo disprezzo.

Urge stare insieme, con più fiducia, e insieme ridare cittadinanza all'amore.

Questo è il nostro augurio.

(04.06.2013)