Mattinata conclusiva per la Convocazione, che si apre nella festa pasquale della domenica. Un annuncio dà inizio alla lode gioiosa: «Gesù è risorto, lui è il Vivente». La preghiera dei cuori, rinnovati dalla grazia di queste giornate, da subito proclama la bellezza di Dio, la bellezza di Colui che ha trionfato sulla morte. L'assemblea si unisce in un solo canto di "Gloria a Dio" e il cielo si congiunge alla terra in questo colloquio intimo di Dio con i suoi figli. Un fiume grande, gonfio di grazia che sana e rinnova tutta l'assemblea. Scende su tutti una nuova unzione e li ricolma di doni per la diffusione del Regno. I cuori traboccano di gratitudine, pronunciano ancora una volta il loro "eccomi". Dal palco l'équipe, formata oggi da responsabili nazionali e regionali, proclama la parola di liberazione di Paolo e Sila:«A un tratto, vi fu un gran terremoto, la prigione fu scossa dalle fondamenta; e in quell'istante tutte le porte si aprirono, e le catene di tutti si spezzarono» (At 16, 26ss). I sacerdoti si voltano e innalzano la loro intercessione per l'assemblea. Viene annunciata la grazia del perdono per cuori non riconciliati, la liberazione di cuori schiavi delle dipendenze. Il Signore passa in mezzo al suo popolo ed è ancora grazia. Infine viene proclamata la parola dal profeta Ezechiele (cf 44, 15ss) e la preghiera si conclude con una grande certezza: Il Signore è la nostra eredità, lui il nostro possesso.
Hortensia Honorati ed Elena Dreoni
(28.04.2013)