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“Se tu conoscessi il dono di Dio…”

Incontro dei giovani del RnS con Gesù il 12 e 13 novembre a Foligno (PG)

 

Clicca per ingrandire...Quale migliore promessa poteva farci Gesù (il Santo d’Israele!) se non quella di essere salvati, permettendoci di poterne essere gioiosamente consapevoli?

"Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza... perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele" (Is 12, 3-6). E’ su queste parole del profeta Isaia che si è sviluppato il ritiro organizzato dai giovani del RnS dell’Umbria svoltosi presso il convento di san Giacomo a Foligno sabato 12 e domenica 13 novembre appena trascorsi. Una cinquantina di ragazzi, molti dei quali presenti ad Essen e a Colonia durante la XX GMG, hanno aderito all’iniziativa e hanno simbolicamente espresso la loro volontà di fidarsi completamente di Gesù firmando all’inizio del ritiro un foglio bianco.

Clicca per ingrandire...Padre Massimo, assistente spirituale di questo incontro, ha guidato la santa messa di inizio e chiusura dell’evento e in modo particolare l’Adorazione Eucaristica di sabato sera. I due insegnamenti, avvenuti il pomeriggio di sabato e la mattina di domenica, vertevano sul quarto capitolo del vangelo di Luca, quel lungo brano in cui facciamo la conoscenza della samaritana. La prima catechesi è stata tenuta da Carlo Cerati, anziano della Comunità Magnificat e coordinatore regionale del Rinnovamento; la seconda è stata invece curata da Vincenzo Genovese, anch’egli anziano della stessa Comunità.

Molti i particolari su cui riflettere: la samaritana va ad attingere acqua a mezzogiorno, in un’ora insolita ed afosa. Questo sta ad indicare quanto la sua vita fosse disordinata e quanto lei stessa probabilmente fosse disperata. Clicca per ingrandire...Tuttavia mezzogiorno è anche il momento della giornata in cui c’è maggior pienezza di luce, per questo Gesù si trova al pozzo proprio in quel momento. Senza contare che il pozzo era, in quei tempi, il luogo per eccellenza in cui iniziavano le storie d’amore: una ragazza innamorata andava felicemente ad attingere acqua e faceva a piedi anche lunghi tratti, perché sapeva che solo così avrebbe potuto vedere il ragazzo che le faceva battere il cuore. E Gesù è il primo a trovarsi in questo luogo d’amore, aspetta quella donna samaritana e per primo è lui a rivolgerle la parola chiedendole di bere. Gesù anzi siede presso il pozzo e parla alla donna da un livello simbolicamente più basso: egli umilia il suo lato divino per avvicinarsi ed anzi porsi al di sotto del nostro livello umano. Il suo partire dal basso consente a noi di poter ambire a cose più alte! E questo è evidente soprattutto nell’importanza che Gesù dà a chi, oltre ad essere una donna, è anche un’abitante della Samaria. Per i Giudei, una cosa del genere era impensabile. E pur sapendo dei suoi cinque mariti, Gesù non la condanna.

Clicca per ingrandire...Questa prima parte del brano sembra scritta su misura per l’evangelizzatore che non accusa, che trasmette simpatia, che sa mettersi al livello del suo interlocutore, che porta la buona novella anche oltre la sua patria, ed anche nei momenti più impensabili. La seconda catechesi è stata tutta incentrata su quell’ “acqua che zampilla per la vita eterna” e alla quale tutti, anche noi, oggi, possiamo attingere: sono i sacramenti della Chiesa e i carismi di Dio. Ma per capire ciò, o forse quando lo capiremo fino in fondo, lasceremo senza accorgercene i nostri attaccamenti terreni, così come la donna lasciò la brocca al pozzo per tornare in città ed annunciare a tutti che aveva conosciuto il Messia. E se i suoi concittadini prima credettero per le parole di lei, successivamente credettero perché conobbero quel “dono di Dio” che non è altri che Gesù stesso. L’evangelizzatore, infatti, è solo lo strumento che deve condurre gli altri all’incontro con una sola e ben precisa Persona.

Dopo queste riflessioni e le condivisioni, la preghiera comunitaria è stata veramente dettata dallo spirito e la nostra gioia era piena. Ma il momento che più ha colpito me è stato Clicca per ingrandire...quello dell’adorazione: passare il sabato sera, fino a mezzanotte, alla presenza di Gesù, ci ha riempito abbondantemente il cuore, non ci mancavano affatto i divertimenti e i rumori che potevano esserci in quel sabato, fuori dalla chiesa. I canti, le preghiere, i segni e le parole che il Signore ci ha donato sono sgorgate naturalmente e con forza, proprio come l’acqua “viva” di un torrente che scorre. Nel momento conclusivo, durante la messa di domenica, Padre Massimo ci ha riconsegnato il foglio bianco con la nostra firma e l’invito scritto “Entra nella gioia del tuo Signore!”, tratto dal vangelo di quel giorno. «Fate fruttare i vostri carismi e ricordate quello che Gesù ha fatto per voi in questi due giorni, come siete stati, quello che avete vissuto. Avete firmato un foglio bianco… fidatevi di Dio e lasciate che sia Lui a scrivere! Ma attenti a non includere le vostre clausole del “se”, del “però”, del “ma”». Con queste raccomandazioni ci siamo salutati con gioia, consapevoli fra l’altro di aver rafforzato e trovato altre amicizie in Gesù e di voler vivere ancora, in futuro, momenti come questo. Amen!

 

Letizia

 


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