Avvenire
- 22 febbraio 2008
Le associazioni:
«Rischio di una deriva iper-libertaria»
Olivero (Acli): «Questa intesa fa perdere più consensi
di quanti ne porta».
Martinez (Rns): «Non possiamo essere sempre noi a
piegarci»
DA ROMA ANGELO
PICARIELLO
Perplessità e forti timori
per il rischio di snaturare l’operazione di 'contaminazione' che è alla
base del partito democratico. L’inserimento in lista di esponenti
radicali viene valutato con grande preoccupazione dall’associazionismo
cattolico. Per quanto riguarda le soluzioni politiche che verranno
adottate sui temi etici, sulla concezione della vita e della persona, ma
anche per quel portato di iper-liberismo che contrasta con il
solidarismo, valore fondante anche della sinistra. E la possibile fuga
di voti verso altri progetti viene da taluni paventata, da altri
auspicata, ma da tutti messa nel conto.
«In nome di una pax politica, di una reductio ad unum da realizzare si
rischia di escludere dall’agenda sociale temi a noi cari che riteniamo
irrinunciabili», sostiene Salvatore Martinez , presidente nazionale del
Rinnovamento nello Spirito. «Sia chiaro, noi rispettiamo tutte le
opzioni politiche. Ma la quadratura del cerchio non può essere trovata
sempre escludendo dalla trattazione i temi eticamente sensibili. Con il
risultato che sono dei laici come Giuliano Ferrara a farsi portatori di
temi sui quali ci battiamo da trent’anni».
Le Acli si apprestano ad approvare un documento per indicare le priorità
politiche da sollecitare nel dibattito elettorale. «Ci saranno i temi
delle nuove povertà, con riferimento in particolare alla famiglia; la
sicurezza sul lavoro e del lavoro, che pur nella temporaneità o nella
precarietà permettano di dar luogo a un progetto di vita; e infine
l’immigrazione, sulla quale manca una guida ai processi di integrazione
», preannuncia il presidente
Andrea Olivero. «La nostra è una preoccupazione sui contenuti – spiega
–, mentre questa intesa con i radicali, che lascia perplessi anche sul
metodo, sembra rispondere solo alla logica dei numeri, peraltro in
maniera molto discutibile. Perché – rileva – la sensazione che abbiamo è
che se essa è mirata ad aumentare i consensi, finisce per allontanarne
almeno altrettanti, attratti da altre proposte politiche nate proprio
per attirare questi elettori delusi, si spensi al posizionamento di
Pezzotta». Il presidente delle Acli non fa mistero di come la sua
associazione abbia guardato «con favore» alla nascita di questo processo
politico, mirante a dar vita a una «sintesi alta, a un’idea avanzata di
laicità che includa il concetto di persona, i temi etici. Sintesi che
ora – conclude Olivero – con quest’ultima operazione rischia però di
saltare ».
«Già l’operazione Margherita, poi quella successiva del Pd avevano
richiesto un progressiva rinuncia per la componente dei Popolari»,
ragiona Carlo Costalli. «Ma così – per il presidente del Movimento
cristiano lavoratori – cadono anche le ultime barriere. Siamo di fronte,
nel Pd, ad un ulteriore snaturamento e ridimensionamento dei nostri
valori. Lo dico con grande rispetto per chi con coraggio porta avanti
certe battaglie nell’ambito di questa formazione. Ma temo che non ci sia
più spazio per le nostre posizioni in quell’ambito, e spero che questo
possa alimentare la crescita di una nuova presa di coscienza e una nuova
progettualità».
«Certo, il Pd rischia ora una connotazione libertaria sui temi etici »,
rileva anche Iole Mucciconi, del Movimento politico per l’unità, nato
nell’ambito del movimento dei Focolari. «Ma non c’è solo questo –
avverte –. C’è il rischio, per la componente cattolica, di dover
soggiacere a una concezione libertaria anche sui diritti civili. Di
dover rinunciare al proprio contributo valoriale sulla famiglia, sui
temi etici. Ma, mi chiedo, questa connotazione iper- liberista come può
essere condivisa anche dall’altra componente, che viene dalla storia
della sinistra e del Pci?». Di qui un ragionamento preoccupato sulla
possibilità di incidenza in questo processo politico nato sulla base di
un delicato equilibrio: «Il Pd rischia di spostare l’asse su cui è nato,
in direzione iperliberista e iperlaicista, il che può portare a un
indebolimento dell’incidenza del voto cattolico, che potrebbe ora
trovare ben altro sfogo ». Evenienza che non viene auspicata, però: «Mi
auguro che tutto ciò non comporti una fuga della componente cattolica,
perché questo snaturerebbe ulteriormente tutto il progetto del Pd. Che
invece richiederebbe, in questa fase, un’operazione di segno contrario:
un irrobustimento di questa presenza, per non renderla irrilevante».