La
ricerca medica è ancora dalla parte dell’uomo? La vita con i segreti
che racchiude, l’umano e i misteri che l’ avvolgono sfuggono alle
leggi di mercato? La tecnologia che sopravvive e fa sopravvivere
grossi interessi economici può camminare sulla stessa strada della
morale?
LIMITE ALLA RICERCA CLINICA
E SPERIMENTALE SUGLI EMBRIONI
Il terzo quesito referendario si propone di abolire ogni divieto
alla sperimentazione sugli embrioni. Lo scopo è quindi quello di
permettere la ricerca con le cellule embrionali staminali attraverso
la clonazione terapeutica.
L’embrione verrebbe quindi considerato mera materia biologica da
immagazzinare, stoccare in depositi per poi finire in mano a
scienziati e tecnici di laboratorio al bisogno.
CELLULE STAMINALI EMBRIONALI
Sono cellule presenti nell’embrione fin dai primissimi giorni dopo
la fecondazione della cellula uovo e si differenziano per dare
origine a qualunque tipo di tessuto. I referendari affermano che non
permettendo la ricerca sugli embrioni si lasceranno morire milioni
di malati, perché avendo a disposizione questa fabbrica di cellule
si potrebbero farle differenziare ad esempio in cellule nervose che
producono dopamina per la cura del morbo di Parkinson, o in
qualunque altro tipo di cellula per riparare un organo malato. Tra i
sostenitori della ricerca sulle cellule staminali embrionali le
potenti associazioni dei malati. Sono note a tutti le posizioni
favorevoli di Christoper Reeve, l’attore di Superman, e di
Nancy Reagan moglie dell’ex presidente degli Stati Uniti colpiti
rispettivamente da tetraplegia e dal morbo di Alzheimer. Ma ad oggi
secondo l’autorevole parere del professor Angelo Vescovi,
condirettore dell’ Istituto di ricerca sulle cellule staminali non
esistono ancora terapie neppure sperimentali che implichino l’uso
delle cellule staminali embrionali. Questo perché lo studio del
potenziale differenziativi di queste cellule è solo all’inizio e in
parecchi casi hanno dato origine a cellule maligne provocando un
particolare tipo di tumore detto “teratoma” composto cioè da cellule
derivate da vari tessuti.
CELLULE STAMINALI ADULTE
Mano a mano che l’embrione si sviluppa si formano cellule con
capacità proliferative ristretta, capaci cioè di produrre cellule di
uno o pochi tessuti specifici. Anche queste cellule sono chiamate
staminali, ma per indicare la loro specificità specifica si aggiunge
un aggettivo che si riferisce al tessuto che sono in grado di
produrre. Esistono così CSAf cioè staminali adulte che possono
produrre tessuto epatico, CSAc cioè staminali in grado di produrre
tessuto cutaneo, CSAe cioè ematopoietiche che producono cellule del
sangue. L’esistenza di queste cellule siamo in grado di constatarla
da soli. Ogni giorno un certo numero di cellule della pelle si
desquama, cioè muore. Ma siccome lo spessore dello strato della
nostra cute rimane sempre uguale significa che esistono delle
cellule che danno origine continuamente a nuove cellule cutanee per
rimpiazzare quelle perse. Nello stesso modo se una epatite virale
distrugge gran parte del fegato, riuscendo a sopravvivere qualche
giorno, alcune cellule presenti in quello stesso fegato cominceranno
a dividersi freneticamente e il fegato verrà così ricostruito. Per
decenni in medicina sono state usate queste cellule senza che si
conoscesse bene il meccanismo che sta alla base della loro
regolazione. Il trapianto per esempio è l’immissione di cellule
fresche per sostituire quelle che per qualche patologia non
funzionano più. In alcuni tipi di trapianti il fatto che venga
trapiantato l’organo intero può indurre i non addetti ai lavori a
credere che si tratti di qualcosa di diverso, ma se in questo organo
non ci fossero cellule in grado di differenziarsi il trapianto non
avrebbe successo. Esempio chiarificatore è il trapianto di midollo
osseo. Contenute nel suo interno troviamo le cellule staminali
ematopoietiche, le quali nel nuovo organismo in cui sono state
introdotte si moltiplicheranno e lo guariranno. Le cellule mature
invece verranno eliminate o addirittura eliminate artificialmente
prima del trapianto per i loro effetti collaterali nocivi.
STAMINALI EMBRIONALI CONTRO STAMINALI ADULTE
A tutt’oggi è ancora difficile moltiplicare fuori dell’organismo una
cellula staminale prelevata da un organo di un adulto e poi
trapiantarla. Ma la difficoltà nel coltivarla è ripagata dal fatto
che le cellule così ottenute sono derivate dal paziente stesso e
quindi non soggette a rigetto. Invece nel trapianto delle staminali
embrionali l’organismo del paziente non le riconosce come sue e
perciò vengono attaccate dal sistema immunitario e rigettate.
STAMINALI FETALI, UN’ALTRA VIA
Molto interessanti si sono dimostrati gli studi sulle cellule
staminali fetali che presentano gli aspetti positivi di quelle
adulte e di quelle embrionali quasi senza i loro difetti.
Importantissimo è poi il fatto che le staminali fetali sono
prelevate da aborti spontanei e quindi sono da considerare, previa
autorizzazione dei genitori, una donazione da cadavere. Permane il
fatto che l’utilizzo delle staminali fetali non risolverebbe di per
sé i problemi legati al rigetto. I benefici delle staminali non sono
sicuramente dietro l’angolo e forse neanche l’unica strada
percorribile, ma la letteratura scientifica internazionale fa
resistenza a pubblicare lavori alternativi perché dietro a tutto
questo c’è un tipo di comunicazione della ricerca sponsorizzata da
quanti hanno interesse economico in questa attività.
CONCLUSIONE
Alla fine di tutto ciò vorrei aggiungere una semplice
considerazione, condivisa anche da altri giornali laici, che se
fosse accettata da tutti porrebbe fine ad ogni diatriba in questo
campo. Non c’è nulla di complicato sul destino di quel piccolo
essere umano creato in laboratorio chiamato embrione. È intuitivo,
semplice e chiarissimo, non c’è bisogno di chiamare in causa nessuna
scienza specializzata del pensiero, c’entra solo il ragionamento
etico secondo il quale l’essere umano no è un mezzo ma un fine, e
che non si deve creare per uccidere anche quando servisse per
curare.
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