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Le cellule staminali e il terzo quesito referendario

Approfondimento a cura del dott. Bruno Bergese
del Ministero regionale per la Famiglia per il Piemonte e Valle d'Aosta

 


Dott. Bruno BergeseLa ricerca medica è ancora dalla parte dell’uomo? La vita con i segreti che racchiude, l’umano e i misteri che l’ avvolgono sfuggono alle leggi di mercato? La tecnologia che sopravvive e fa sopravvivere grossi interessi economici può camminare sulla stessa strada della morale?

 

LIMITE ALLA RICERCA CLINICA

E SPERIMENTALE SUGLI EMBRIONI

 

Il terzo quesito referendario si propone di abolire ogni divieto alla sperimentazione sugli embrioni. Lo scopo è quindi quello di permettere la ricerca con le cellule embrionali staminali attraverso la clonazione terapeutica.

L’embrione verrebbe quindi considerato mera materia biologica da immagazzinare, stoccare in depositi per poi finire in mano a scienziati e tecnici di laboratorio al bisogno.

 

CELLULE STAMINALI EMBRIONALI

 

Sono cellule presenti nell’embrione fin dai primissimi giorni dopo la fecondazione della cellula uovo e si differenziano per dare origine a qualunque tipo di tessuto. I referendari affermano che non permettendo la ricerca sugli embrioni si lasceranno morire milioni di malati, perché avendo a disposizione questa fabbrica di cellule si potrebbero farle differenziare ad esempio in cellule nervose che producono dopamina per la cura del morbo di Parkinson, o in qualunque altro tipo di cellula per riparare un organo malato. Tra i sostenitori della ricerca sulle cellule staminali embrionali le potenti associazioni dei malati. Sono note a tutti le posizioni favorevoli di Christoper Reeve, l’attore di Superman, e di Nancy Reagan moglie dell’ex presidente degli Stati Uniti colpiti rispettivamente da tetraplegia e dal morbo di Alzheimer. Ma ad oggi secondo l’autorevole parere del professor Angelo Vescovi, condirettore dell’ Istituto di ricerca sulle cellule staminali non esistono ancora terapie neppure sperimentali che implichino l’uso delle cellule staminali embrionali. Questo perché lo studio del potenziale differenziativi di queste cellule è solo all’inizio e in parecchi casi hanno dato origine a cellule maligne provocando un particolare tipo di tumore detto “teratoma” composto cioè da cellule derivate da vari tessuti.

 

CELLULE STAMINALI ADULTE

 

Mano a mano che l’embrione si sviluppa si formano cellule con capacità proliferative ristretta, capaci cioè di produrre cellule di uno o pochi tessuti specifici. Anche queste cellule sono chiamate staminali, ma per indicare la loro specificità specifica si aggiunge un aggettivo che si riferisce al tessuto che sono in grado di produrre. Esistono così CSAf cioè staminali adulte che possono produrre tessuto epatico, CSAc cioè staminali in grado di produrre tessuto cutaneo, CSAe cioè ematopoietiche che producono cellule del sangue. L’esistenza di queste cellule siamo in grado di constatarla da soli. Ogni giorno un certo numero di cellule della pelle si desquama, cioè muore. Ma siccome lo spessore dello strato della nostra cute rimane sempre uguale significa che esistono delle cellule che danno origine continuamente a nuove cellule cutanee per rimpiazzare quelle perse. Nello stesso modo se una epatite virale distrugge gran parte del fegato, riuscendo a sopravvivere qualche giorno, alcune cellule presenti in quello stesso fegato cominceranno a dividersi freneticamente e il fegato verrà così ricostruito. Per decenni in medicina sono state usate queste cellule senza che si conoscesse bene il meccanismo che sta alla base della loro regolazione. Il trapianto per esempio è l’immissione di cellule fresche per sostituire quelle che per qualche patologia non funzionano più. In alcuni tipi di trapianti il fatto che venga trapiantato l’organo intero può indurre i non addetti ai lavori a credere che si tratti di qualcosa di diverso, ma se in questo organo non ci fossero cellule in grado di differenziarsi il trapianto non avrebbe successo. Esempio chiarificatore è il trapianto di midollo osseo. Contenute nel suo interno troviamo le cellule staminali ematopoietiche, le quali nel nuovo organismo in cui sono state introdotte si moltiplicheranno e lo guariranno. Le cellule mature invece verranno eliminate o addirittura eliminate artificialmente prima del trapianto per i loro effetti collaterali nocivi.

 

STAMINALI EMBRIONALI CONTRO STAMINALI ADULTE

 

A tutt’oggi è ancora difficile moltiplicare fuori dell’organismo una cellula staminale prelevata da un organo di un adulto e poi trapiantarla. Ma la difficoltà nel coltivarla è ripagata dal fatto che le cellule così ottenute sono derivate dal paziente stesso e quindi non soggette a rigetto. Invece nel trapianto delle staminali embrionali l’organismo del paziente non le riconosce come sue e perciò vengono attaccate dal sistema immunitario e rigettate.

 

STAMINALI FETALI, UN’ALTRA VIA

 

Molto interessanti si sono dimostrati gli studi sulle cellule staminali fetali che presentano gli aspetti positivi di quelle adulte e di quelle embrionali quasi senza i loro difetti. Importantissimo è poi il fatto che le staminali fetali sono prelevate da aborti spontanei e quindi sono da considerare, previa autorizzazione dei genitori, una donazione da cadavere. Permane il fatto che l’utilizzo delle staminali fetali non risolverebbe di per sé i problemi legati al rigetto. I benefici delle staminali non sono sicuramente dietro l’angolo e forse neanche l’unica strada percorribile, ma la letteratura scientifica internazionale fa resistenza a pubblicare lavori alternativi perché dietro a tutto questo c’è un tipo di comunicazione della ricerca sponsorizzata da quanti hanno interesse economico in questa attività.

 

CONCLUSIONE

 

Alla fine di tutto ciò vorrei aggiungere una semplice considerazione, condivisa anche da altri giornali laici, che se fosse accettata da tutti porrebbe fine ad ogni diatriba in questo campo. Non c’è nulla di complicato sul destino di quel piccolo essere umano creato in laboratorio chiamato embrione. È intuitivo, semplice e chiarissimo, non c’è bisogno di chiamare in causa nessuna scienza specializzata del pensiero, c’entra solo il ragionamento etico secondo il quale l’essere umano no è un mezzo ma un fine, e che non si deve creare per uccidere anche quando servisse per curare.


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