Radio Vaticana: intervista a Salvatore Martinez
Trasmessa lunedì 25 maggio
RADIO VATICANA - 25 maggio 2009 Verso la Pentecoste. Salvatore Martinez: in tempi di crisi i cristiani devono riscoprire i segni dello Spirito Santo nella loro storia La settimana che porta alla solennità della Pentecoste è un periodo privilegiato per approfondire la conoscenza dello Spirito Santo. Un “Dio sconosciuto”, nascosto - nella Bibbia - dietro il velo di numerosi simboli, ma anche il Dio che rende realmente tali i primi testimoni della Chiesa, dando loro la forza necessaria per uscire a vita pubblica dal riparo del Cenacolo. Alessandro De Carolis ha chiesto a Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, come può un cristiano prepararsi a ricevere il dono della Pentecoste:
R. - Bisogna rimanere
sul Cenacolo: la Chiesa nasce nel Cenacolo e rifiorisce nel
Cenacolo. Gli Apostoli erano concordi e perseveranti nella preghiera
e questo credo sia un messaggio che ancora oggi dobbiamo ricevere
con amore e con umiltà. Intanto, la concordia nel pregare: bisogna
desiderare insieme la venuta dello Spirito Santo. E poi la
perseveranza, cioè non una preghiera superficiale, ad intermittenza
o una volta per tutte. Inoltre, c’è un segreto in questo
atteggiamento orante della Chiesa e del D. - Il fuoco, il vento sono alcuni dei simboli con i quali l’Antico ed il Nuovo Testamento fanno percepire la presenza dello Spirito Santo. Talvolta, però, al credente di oggi questa simbologia risulta un po’ sorpassata. Qual è il suo pensiero, al riguardo?
R. - Non dimentichiamo
che i Padri della Chiesa indicano lo Spirito Santo come il “digitus
Dei”, il dito di Dio: non come Colui che richiama su di sé
l’attenzione, ma che indica Gesù, che indica il Padre. E’ l’umiltà
di Dio, lo Spirito Santo, e ama nascondersi in questi segni, in
questi simboli. Intanto è fuoco perché riscalda dall’interno la vita
della Chiesa, la vita del cristiano. D. - Nel 1897, Leone XIII - il Papa che fondò il magistero sociale moderno - pubblicò un’Enciclica sullo Spirito Santo, la Divinum illud munus, con la quale affidava il secolo che si apriva al “Dio sconosciuto”. Sembra quasi di cogliere un’analogia con l’attuale Pontificato, anch’esso all’inizio di un secolo e con il Papa, Benedetto XVI, in procinto di rendere noto il suo magistero sociale…
R. - C’è davvero un
ritorno storico e riteniamo che questa attenzione al primato dello
Spirito Santo sia in una chiave interpretativa ineludibile in questo
tempo. Il Papa delle encicliche sociali, Leone XIII, come lei
ricordava, ebbe questa significativa intuizione in un tempo di
grandi travolgimenti, di grandi cambiamenti, di modernizzazione. |