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Alcune note personali che possono essere bene definite come
TESTAMENTO SPIRITUALE, datato al 18.5.2004...
Sono preziose schegge d’anima e le affidiamo a quanti hanno amato e stimato Padre Mario
 


Compio 75 anni. Un po’ alla volta, ho visto crescere il numero dei miei Cari che hanno varcato la soglia dell’eterno e ormai, nell’avvicinarsi veloce e furtivo dell’ora, il mio vivere è sempre più Padre Mario Pancieramescolato alla morte e la mia conversazione s’intreccia sempre più tra la terra e il cielo.

 

“Ruit hora”. Sullo schermo della memoria s’inseguono volti, immagini, ricordi. In questo momento, tutta la vita mi appare come concentrata in un punto solo. Gioie e dolori, ricchezza e povertà, slanci di fervore e abbattimenti di ombre, trasparenze di cielo e ottusità della terra, e poi speranze, ideali, attese e sorprese: insomma, tutto e tutto mi appare come un unico immenso, gratuito dono. Dio con me è stato grande. Una vita normale, durante la quale mi è sembrato di essere sempre fasciato come da un alone di grazia e di protezione.

 

Dio mio, Padre Figlio e Spirito Santo, mentre attendo che cada l’ultimo velo, mi prostro con la faccia a terra e innalzo un inno di lode e di ringraziamento che non vorrebbe finire mai. Mi unisco spiritualmente alla lode, al ringraziamento e all’adorazione della Santa Vergine Maria, di San Giuseppe, degli Angeli e dei Santi del cielo, di tutti i miei Cari che mi hanno preceduto, ai miei confratelli dal nostro santo Fondatore all’ultimo chiamato: “A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli” (Ap 5,13).

 

Grazie, mio Dio, per i miei genitori, così semplici, onesti, laboriosi, cristiani.

Grazie dei miei fratelli e della mia sorella, eravamo una bella squadra, a volte facevamo disperare la Mamma, ma ci hai dato giorni sereni e felici.

Grazie per i miei monti e le distese di abeti e di larici, tracciati da stradine e sentieri che conosco e che ho percorso centinaia di volte, a piedi nudi da ragazzo e poi nelle mie lunghe e solitarie camminate nelle sempre più rare e brevi apparizioni in paese.

 

Grazie per il mio paese natio, per la gente onesta e semplice, buona e laboriosa: non posso dimenticare nessuno di quei volti che ora popolano il nostro piccolo cimitero. Quando passo tra le tombe a benedire i miei Cari, guardo le memorie di tutti, il mondo di ieri mi attraversa la mente e mi pare impossibile che ora non siano più. Mi asciugo le lacrime e prego: “L’eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua”.

 

Grazie per la mia nascita nel sole della primavera, per il Battesimo il 5 maggio con un nome che per me ha sempre significato un caldo riferimento a Maria che è sempre stata la Stella sul mio cammino.

 

Infiniti ringraziamenti devo al Cuore di Cristo per avermi chiamato in questa stupenda Congregazione dei Sacerdoti del S. Cuore, per la formazione spirituale che vi ho ricevuta, e per gli studi teologici che mi è stato dato di compiere a Roma e che hanno costituito un patrimonio di una ricchezza incomparabile.

 

Grazie per i campi di apostolato che mi sono stati affidati: l’insegnamento, la cura spirituale dei teologi, il campo difficile della pastorale vocazionale e, per lunghissimi anni, l’impegno nella redazione de Il regno, con la parentesi quadriennale della direzione della rivista per le religiose Ancilla Domini (oggi Testimoni).

 

Grazie anche per avermi fatto incontrare il giovane movimento ecclesiale “Rinnovamento nello Spirito Santo” nel 1975.

 

Con l’approvazione dei miei Superiori, ho potuto impiegarvi molto tempo e molte energie. Qui ho potuto svolgere anche un vasto lavoro di stampa con la pubblicazione di una ventina di libri e molti articoli come direttore della rivista del movimento.

 

Una grande grazia per la mia vocazione dehoniana, perché mi ha portato a cogliere meglio la connessione teologica tra Cuore di Cristo e Spirito Santo. Un ringraziamento particolare vorrei esprimere a tutti coloro con i quali ho condiviso delle responsabilità a livello nazionale, regionale e locale e alle migliaia di aderenti, fratelli e sorelle in Cristo, con i quali abbiamo cercato di edificare il Regno di Cristo nella potenza della Pentecoste.

 

Se è lunga la lista dei ringraziamenti, molto più lunga dev’essere quella del perdono da ricevere e da dare. In questo momento unico di piena coscienza e di trasparenza di Dio, mi sento schiacciato sotto il peso delle mie responsabilità nelle scelte e nella gestione del patrimonio di natura e di grazia che mi è stato donato. Mi copro di cenere e di fango e, prostrato a terra come il pubblicano, invoco: “O Dio, abbi pietà di me peccatore” (Lc 18,10). Anch’io voglio, e spero, di essere tra coloro che “Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto” (Gv 19,17).

 

Consapevole dei miei tantissimi limiti, chiedo perdono a tutti coloro che ho incontrato nella mia vita, del male che ho fatto, dei cattivi esempi che ho dato, del bene che non ho compiuto. Mi ottenga perdono e grazia quel perdono e quella preghiera che chiedo a ciascuno e a tutti.

 

Nella mia estrema povertà, devo un ultimo ringraziamento. Nella mia vita non sono mancate sofferenze, malattie, ricoveri in ospedale, interventi chirurgici e anche dolorose incomprensioni. Voglio ringraziare Dio perché, nella sua paterna provvidenza, ha saputo dosare ogni cosa nel modo giusto e nel momento giusto. Sono convinto che è stato quel minimo contributo che mi veniva chiesto per rispondere alla mia bella vocazione riparatrice. Ho cercato di vivere questi momenti in spirito di amore e di riparazione.

 

Un ringraziamento particolare alla Madre celeste, mia protezione e mia guida. Nei momenti difficili, Lei mi ha aiutato a mettere la mia testa sui piedi del Signore. P. Dehon mi ha insegnato ad amare la Vergine Addolorata vista, con San Giovanni accanto a Gesù in croce. Ma il mio posto è sempre stato ai piedi della croce, con la Maddalena, insieme ai grandi penitenti e intercessori per la redenzione del mondo. Così, in questo spirito, accetto fin d’ora l’estremo sacrificio che mi verrà chiesto e lo offro insieme al sacrificio di Gesù.

 

Padre santo, Gesù mio Salvatore e Signore, Spirito Santo dolce ospite dell’anima, nelle tue mani affido la mia vita. Prego la mia Madre del cielo che mi prenda per mano e mi ottenga di essere giudicato sul Sangue di Gesù che è l’unica fonte di salvezza.

 

Mi accolgano i miei genitori, i miei fratelli, tutta la mia famiglia di sangue; mi accolgano i miei Confratelli che mi hanno preceduto dal beato nostro Fondatore a tutti gli altri; mi accolga tutta la grande famiglia spirituale che Dio ha voluto legare al mio Sacerdozio.

 

E mi sia concesso di attendere il giorno della risurrezione insieme a tutti i miei compaesani con i quali ho condiviso la terra e la fede. Pregate per me.

 

Ho voluto bene a tutti e, poiché l’amore non viene mai meno, non dimenticherò mai nessuno nell’Amore eterno in cui ho creduto, sperato e amato. Amen.



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